Il Manifesto di Ventotene, avente titolo originale Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto, è un documento per la promozione dell'unità europea redatto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni con Ursula Hirschmann durante il periodo di confino negli anni quaranta, presso l'isola di Ventotene, nel mar Tirreno.
Il Manifesto di Ventotene fu originariamente redatto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni con Ursula Hirschmann con il titolo "Per un'Europa libera e unita" Progetto d'un manifesto negli anni '40, quando per motivi politici furono confinati presso l'isola di Ventotene, nel mar Tirreno.
Altri esponenti presenti sull'isola di Ventotene e rappresentanti antifascisti confinati anche loro, contribuirono alle discussioni che portarono alla definizione del testo.
Si tratta del primo documento ufficiale che prefigura la necessità dell'istituzione di una federazione europea dotato di un parlamento europeo e di un governo democratico con poteri reali in alcuni settori fondamentali come l'economia e la politica estera. Per questi motivi è considerato il testo fondante dell'Unione europea.
Originariamente articolato in quattro capitoli, il Manifesto fu poi clandestinamente diffuso, ciclostilato e pubblicato, sempre in clandestinità, da Eugenio Colorni che nel 1944 ne curò la redazione in tre capitoli: il primo (La crisi della civiltà moderna) e il secondo (Compiti del dopoguerra. L'unità europea) interamente elaborati da Spinelli, come anche la seconda parte del terzo (Compiti del dopoguerra. La riforma della società), mentre la prima parte di quest'ultimo è stata definita da Rossi.
Il Manifesto propugna ideali di unificazione dell'Europa in senso federale fondandosi sui concetti di pace e libertà kantiana e sulla teoria istituzionale del federalismo hamiltoniano. Il titolo definitivo con cui l'opera è conosciuta oggigiorno fu assegnato da alcuni giornalisti viennesi.
Il valore del Manifesto di Ventotene risiede nel fatto di individuare con chiarezza che la linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale.
In altri termini, gli estensori del Manifesto sostenevano che era necessario creare una forza politica esterna ai partiti tradizionali, inevitabilmente legati alla lotta politica nazionale, e quindi incapaci di rispondere efficacemente alle sfide della crescente internazionalizzazione. Questa forza politica nacque poco tempo dopo: il Movimento Federalista Europeo.
Non era facile in quegli anni cogliere l'importanza di questa impostazione (che poneva nel campo della reazione anche i partiti più "di sinistra", nella misura in cui non riuscivano a porsi su un piano sovrannazionale) e vi fu chi, come Sandro Pertini, ritirò la firma dal documento.
L'edizione del 1944 del Manifesto curata da Colorni (che ha scritto inoltre una densa e opportuna prefazione) prese il titolo di "Problemi della Federazione Europea" e reca le iniziali, appunto, A.S. e E.R. Il volume fu stampato dalla Società anonima poligrafica italiana e stampato dalle Edizioni del Movimento italiano per la Federazione europea. Al testo furono aggiunti due saggi di Altiero Spinelli: "Gli Stati Uniti d'Europa e le varie tendenze politiche" della seconda metà del 1942 e "Politica marxista e politica federalista" del 1942-1943.
Da Wikipedia.
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