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domenica 5 luglio 2015

Είμαστε όλοι Έλληνες: sì, siamo tutti greci. #REFERENDUM #GREXIT #RENZI


PARTENONE AD ATENE



I greci le hanno pensate tutte: hanno "inventato" anche il twitter dell'antichità: Ermes, Mercurio, infatti, i messaggi li portava in tempo reale come un drone... umano.

Είμαστε όλοι Έλληνες: sì, siamo tutti greci.

Abbattete pure tutta la Grecia a una profondità di 100 metri.Svuotate i musei di tutto il mondo.
Abbattete qualsiasi cosa che sia greca, ovunque nel mondo.Dopo, eliminate la lingua greca dappertutto:
dalla vostra medicina e dalla vostra farmacia, dalla vostra matematica (geometria, algebra).
dalla vostra fisica e chimica, dalla vostra astronomia, dalla vostra politica,dalla vostra vita quotidiana.


Eliminate la matematica, eliminate ogni forma, trasformate il triangolo in ottagono, la retta in curva.
Eliminate la geometria dai vostri edifici, dalle vostre strade, dai vostri giochi, dalle vostre macchine.
Eliminate il nome di ogni malattia e di ogni cura, sopprimete la democrazia e la politica.
Rimuovete la forza di gravità, spostate l’alto in basso, cambiate i satelliti in modo che abbiano un’orbita quadrata.

Cancellate dalla vostra vita quotidiana anche ogni parola greca.
Cambiate tutti i vostri libri.
Cambiate i Vangeli, cambiate il nome di Cristo: deriva dal greco e significa colui che ha l’unzione.
Modificate la forma di ogni tempio (perché non abbia geometria greca).

Eliminate Alessandro Magno, tutti gli eroi del mito e della storia, cambiate l’istruzione, il nome della storia, i nomi delle università, cancellate la filosofia, cambiate il vostro modo di scrivere, utilizzate l’alfabeto arabo, cancellate, cancellate, cancellate…

Direte “Non si può fare”.
Giusto, non è possibile, perché dopo non potrete neppure costruire una frase.
È impossibile cancellare la Grecia, i greci e il loro contributo a questo pianeta.
(Jean Richepin, 1849-1926)

Oxi o Nai poco importa: la Grecia è divisa come una mela: grande discordia evoca il frutto:
infatti.

Le giuste e, per tanti versi, ovvie evocazioni alle radici culturali che innervano l'occidente sembra non siano sufficienti sia un ripensamento delle decisioni della Ue sia ad una solidarietà di altri paesi: i governi vanno in ordine sparso ma coesi nell'allinearsi alle posizioni-disposizioni delle banche che si esprimono nelle e con le dominanti posizioni tedesche.

Ridurre il debito anzi abolirlo come si è fatto per paesi del terzo mondo - e la Grecia vive ormai a quel livello - e per la stessa Germania nel 2^ dopoguerra sembra non sia praticabile ovvero non si vuole eppure è la scelta del male minore: è evidente.

La Grecia equivale ad una regione italiana: la Ue si spezza ma non si piega e incrina la Ue sull'altare di un debito estinguibile: una scelta percorribile e meno perniciosa di quella in essere.

Se Frau Merkel riuscisse nell'intento di indebolire Syriza - in funzione di un nuovo assetto di governo - segnerebbe, immediatamente, un punto a favore delle proprie posizioni ma in simultanea attesterebbe l'incapacità di governare una mini crisi e di esprimere una vera egemonia.
Sarà una vittoria di Pirro: già crea allarme proprio in quel mondo della finanza che si vuol rassicurare e dei cui interessi si fa interprete: l'incrinatura resta e s'installa con esiti imprevedibili.

La grande Germania si conferma un problema per l'Europa e mette in fibrillazione l'economia globale più della stessa crisi greca.

I continui richiami ad un'altra Europa dello sviluppo e non dell'austerità sono pure petizioni di principio: i governi, segnatamente quello italiano, avrebbero potuto unirsi alla proposta francese di chiudere l'accordo prima del referendum: l'alto e nobile discorso di Renzi da Ulisse a Telemaco e altre dotte citazioni per richiamare le radici culturali greche e non solo dell’Europa - nell'apertura della Presidenza italiana dell'Ue si è infranto su più cogenti calcoli economici e politici.

E' uno dei tanti Renzi: va ascoltato e poi va letto il suo twitt sulla crisi greca: il naufragio di una presidenza: lontani i tempi quando uno statista s'imponeva, un politico si schierava senza interessi di parte e/o di pura sopravvivenza.

Hollande sulla Grecia ha fatto un’apertura sui negoziati da tenersi prima del voto referendario: il destro offerto all’Italia per una comune di presa di posizione - giusta e necessaria - contro le rigidità della Merkel, non è stata né valutata e tantomeno rilanciata da Renzi: sarebbe stato non solo doveroso ma avrebbe fatto uscire l’Italia da un’insostenibile minorità politica.

L’adesione alle tesi della Germania da parte del governo italiano lasciano interdetti ma non sorpresi: l’Angela pratica il “con noi o contro di noi”.
Mentre si appresta a cercare nuovi interlocutori ad Atene, rafforza l’acquiescenza degli stati satelliti: pratiche da ex Ddr.

Si riconferma il destino della Grecia: lottare per sé e gli altri nonostante gli Elfialte: piccola, malmessa alza la testa e dice no alla “grandeur” ieri di Serse oggi di un'Europa che tradisce se stessa.
Tra i filosofi, gli intellettuali, gli amanti della classicità c’è una gara a sottolineare le radici e l’imprescindibilità delle nostre comuni radici nella cultura e civiltà greca.
E ci mancherebbe che così non fosse.

Tra tante illustri penne, Tom Feeney un ragazzo di 29 anni calzolaio in Londra scrive la pagina più bella col crowdfunding https://www.indiegogo.com: in appena tre giorni, ha raccolto un milione di euro per la Grecia.

Con qualche euro a testa, gli europei possono fare ciò che la finanza europea, i governi non vogliono e non sanno fare: un azione umanitaria.

“Un’insalata greca (6 euro) o una bottiglia di Ouzo (10 euro)” il cui ricavato viene devoluto alla Grecia confermano solidarietà ed appartenenza culturale più di tanti articoli.
Olive, yogurt greci e un calzolaio forse non salvano il mondo ma aiutano in senso proprio e figurato.


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