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sabato 4 agosto 2018

CARMINE CASTORO: TRA TÉCHNE E PULP: OLTRE IL PANOPTICON



Carmine Castoro Filosofia dell'osceno televisivo. Pratiche dell'odio contro la TV del nulla


Dai Barbarers (D’Urso) ai Leosiners (Leosini, M.me Morgue) anche se giornalisti e politici per non essere da meno e rischiare l’oblio sgomitano con successo per far sentire il loro eloquio conforme a masscult e midcult e teso al kitsch, nell’impero della post-verità e del trash.

Gli abitanti delle tv divorano efferatezze di ogni genere e gongolano “gusti” da vero e proprio abisso mentre si consumano impuniti i delitti dell'intelligenza che non sempre diventano la pena dello spettatore: tutt’altro. Lo vedono partecipe, infatti.


Si era partiti con la grazia del "Portobello" di Tortora e già si virava con "Carramba che sorpresa" per raggiungere l’apoteosi di Amici e del Grande Fratello. Ma era ancora poco infatti Carmine Castoro nel suo saggio "Filosofia dell'osceno televisivo. Pratiche dell'odio contro la TV del nulla", Mimesis 2013 - passa in rassegna il profluvio di imbonitori di spot.


Indice dei Contenuti 

  • Il luccicchio ed il clicclabile
  • Il compulsivo e la pornografia
  • Lo storytelling
  • Identità fantasmatiche e l'algoritmo
  • Il carosello e la radio
  • Il tramonto dei media
  • Il Panopticon della Tecnica
  • Il delirio delle competenze
  • Coco Chanel e Carmine Castoro

  • Il luccicchio ed il clicclabile

Si va dal materasso al divano ad improbabili cinture per dimagrire o marchingegni per la casa, maschere che diventano ormai del tutto innocenti a confronto di tv via cavo, streaming, dirette facebook, su device di ogni sorta luccicanti e performanti ogni ultimo modello più del penultimo. 

"Abbonati e te lo cambiamo così non ne perdi uno, dai vieni presto a fare la fila dalla sera alla mattina, devi essere il primo all’apertura e ti garantiamo la passerella e gli applausi mentre andrai in tv ed in rete e se ti va bene diventi virale": il cliccabile come meta e ragione di vita, ovvio.

  • Il compulsivo e la pornografia

Il compulsivo è già pornografia, è già raccapriccio ma naturalmente se è una tragedia ma non è greca e non intende raggiungerne (non può) le vette ma solo la degradazione nell’abisso dei selfie nei luoghi dell’orrore e che fa impallidire il pulp quentiniano.

  • Lo storytelling

Il frame, la cornice narrativa, lo storytelling rischiano di diventare innocui: il nuovo oppio di massa, se non si smaschera il meccanismo che sovrintende la rappresentazione e per farlo niente di meglio di un filosofo della comunicazione e giornalista come Carmine Castoro con una più che decennale dedizione ad intendere e sviscerare il Tele-Capitalismo, la messa-in scena dell’Osceno da "Filosofia dell’odio televisivo" (2009), "Clinica della tv.", "I dieci virus del Tele-Capitalismo" (2015).
"Il sangue e lo schermo" e "Lo spettacolo dei delitti e del terrore". 

  • Identità fantasmatiche e l'algoritmo

Il salto antropologico attuato dall’algoritmo è compiuto dal conseguente dominio dell’Info: dalla sfera dell’informazione all’intrattenimento al profluvio di big data che travolgono il sentimento nel sentiment: l’individuo preso in rete è annichilito e mentre si ritiene protagonista e faber si offre nelle mani dell’algoritmo e viene agito ed agitato come i pupi dall’intelligenza artificiale nel trionfo dell’internet of things: è la consegna totale alla reificazione.

La comunità tutto è fuorché avere qualcosa in comune; è ostentazione, narcisismo e diventa solitudine, costruzione di identità virtuali fittizie fantasmatiche. 

  • Il carosello e la radio

Se nel Carosello, l’uomo non aveva bisogno di chiedere qui l’uomo non deve pensare né chiedere: è l’algoritmo che si sostituisce alla sua mente e pensa per lui nel trionfo della merce propinata coi banner sollecitati dalle ricerche del navigante stesso. 

La radio se si ascoltava ora si vede anche nelle dirette televisive e nei siti delle emittenti in un tripudio di visi prima sconosciuti - quindi immaginati sognati e creati dall’ascoltatore - ora si offrono e si espongono allo sguardo rutilante e laccato come un’anatra.

  • Il tramonto dei media

Un addio dell’umanesimo giunto al tramonto con l’occidente? 

Se c’era la "Piovra" ad incollarci alla tv ora tv-radio-rete-device mobili e fissi ci imprigionano fino a toglierci il respiro, a negarci le pause - di cui si nutre il pensiero - mentre ci mostriamo alla rete: ah il Leopardi del “mira ed è mirata” ora è solo narcisismo esausto, il passero è solatio nella folla ma non più agli occhi conosciuti e riconoscibili del natio borgo selvaggio: ora è il mucchio, indistinto divoratore e divorato dall’apparire, a prevalere. 

  • Il Panopticon della Tecnica

Oltre Orwell ed Odissea nello spazio: collocati in un Panopticon ormai anche virtuale se non sappiamo dominare le forze da noi evocate, non vogliamo né possiamo lasciarlo. 

Se téchne era arte perizia, ora è solo tecnica, tecnologia: produzione e surplus di prodotti: merci e poi merci in un processo che si autodetermina implacabile e l’individuo è una di esse. 

Se Heidegger, che è stato il profeta del dominio della téchne e segnalava quello della chiacchiera, ora avrebbe orrore del dominio di questo Sguardo che non vede e nasconde il reale. 

  • Il delirio delle competenze

Nel mondo dell’educazione dalla scuola all’università si assiste impotenti all’invasione di competenze-obiettivi-performance e la formazione dell’individuo è per i pochi eletti che possono garantirsi luoghi implacabilmente vietati alla maggioranza: luoghi-fucina di selezione feroci e di destini sociali. 

  • Coco Chanel e Carmine Castoro

Se Coco Chanel ha rivoluzionato la donna ed il suo ruolo, Carmine Castoro che ne ha in comune le iniziali (vedi a volte…) è pervicacemente teso - e non demorde statene certi – a denudare l’innominabile: i fondamentali che si celano nello spettacolo: vero e proprio φάρμακον che ha in sé il rimedio e non solo il veleno: basta saperlo vedere: Carmine lo vede e ce lo mostra.


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