CAPITOLO 3
IL DENARO OSSIA LA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI MISURA DEI VALORI.
Presuppongo che l'oro sia la merce denaro.
La prima funzione dell'oro consiste nel fornire, al mondo delle merci, il materiale della
sua espressione di valore ossia nel rappresentare i valori delle merci
come grandezze qualitativamente identiche e quantitativamente
comparabili
l’oro funziona come misura generale dei valori:
in virtù di questa funzione l'oro, che è la merce
equivalente specifica, diventa, in primo luogo,
denaro.
Le merci non diventano commensurabili per mezzo del denaro.
viceversa, poiché
tutte le merci,
come valori sono lavoro umano oggettivato, quindi sono
commensurabili in sé e per sé,
possono misurare i loro valori in comune in una
merce speciale: in
denaro
che come misura di valore è la forma fenomenica necessaria della misura di
valore delle merci, del tempo di lavoro;
l'espressione di valore d'una merce in
oro - x merce A = y merce denaro - è la sua
forma di denaro, ossia il suo prezzo.
la merce equivalente, l'oro, possiede già il
carattere di denaro.
quindi ora la forma generale relativa delle merci torna ad avere
la figura della sua forma relativa di valore originaria, semplice o singola.
L'espressione relativa dispiegata di valore ossia la serie infinita di espressioni
relative di valore
diventa forma specificamente relativa della merce denaro:
questa serie, è già data, socialmente, nei prezzi
delle merci.
Il denaro non ha prezzo: per partecipare a questa forma di valore unitaria delle altre merci,
il denaro dovrebbe esser riferito a sé stesso come proprio equivalente.
Il prezzo, ossia la forma di denaro delle merci è, come loro forma di valore,
una forma distinta dalla loro forma corporea, quindi è solo forma ideale ossia
rappresentata.
Il valore di ferro-tela-grano, esiste, invisibile, in queste cose
viene rappresentato mediante la loro eguaglianza con l'oro:
relazione con l'oro, che s'aggira fantasmagoricamente nelle
teste delle merci.
Nella sua funzione di misura del valore il denaro serve come denaro semplicemente rappresentato ossia ideale:
benché solo il denaro ideale serva alla funzione di misura del
valore,
il prezzo dipende dal materiale reale del denaro.
Il valore, cioè la quantità di lavoro umano che è contenuta in una
tonnellata di ferro,
viene espresso in una quantità ideale della merce denaro,
dunque, il valore della tonnellata di ferro riceve
differenti espressioni di prezzo
a seconda che come misura di valore servono oro,
argento o rame,
ossia il valore viene rappresentato in differentissime quantità d'oro, d'argento
o di rame.
Se due merci differenti, es.oro e argento, servono da
misura di valore contemporaneamente,
tutte le merci possiedono espressioni di prezzo differenti
e di due tipi: prezzi in oro e prezzi in argento,
che corrono l'uno accanto all'altro, finché il
rapporto di valore dell'argento con l'oro rimane invariato
ogni mutamento di questo rapporto di valore
turba il rapporto fra i prezzi in oro e i prezzi in
argento delle merci,
e dimostra così che lo sdoppiamento della misura di valore contraddice
alla sua funzione.
25
Quindi i valori delle merci sono trasformabili in
quantità rappresentate d'oro di differente grandezza,
e quindi in grandezze omonime, in grandezze
auree:
esse si confrontano e si misurano l'una con l'altra come quantità
d'oro differenti,
e così si sviluppa la necessità di riferirle a una quantità d'oro fissata,
come loro unità di misura:
tale unità di misura, viene poi suddivisa in parti aliquote;
oro, argento, rame, posseggono tali scale, prima di
divenir denaro, nei loro pesi di metallo: es. un chilogrammo serve come unità
di misura e viene suddivisa in grammi.
Come misura dei valori e come scala dei prezzi, il denaro adempie a due funzioni diverse:
come misura di valore, serve a trasformare i valori delle merci in prezzi, in
quantità ideali di oro:
sulla misura dei valori si misurano le merci come valori;
l'oro può servire come misura dei valori perché è prodotto di lavoro;
come scala dei prezzi esso misura quelle quantità d'oro:
la scala dei prezzi misura quantità d'oro su una quantità d'oro, non il valore d'una
quantità d'oro sul peso delle altre.
per la scala dei prezzi occorre fissare un
determinato peso d'oro come unità di misura:
qui la stabilità dei rapporti di misura è decisiva;
la scala dei prezzi adempie la sua funzione tanto meglio quanto più invariabilmente una
unica e medesima quantità di oro serve come unità di misura.
La variazione di valore dell'oro non impedisce la sua funzione di misura di valore:
un grammo d'oro non varia il suo peso con la caduta o
con il
rialzo del suo valore:
l'oro, come scala fissa dei prezzi fa sempre
lo stesso servizio, quali siano le variazioni del suo valore.
una variazione di valore dell'oro non pregiudica la
sua funzione di scala dei prezzi.
in qualunque maniera cambi il valore dell'oro,
differenti quantità d'oro rimangono nell'identico rapporto fra di loro
Come nella rappresentazione del valore di una merce in
valore d'uso di una qualsiasi altra merce, anche nella valutazione in oro delle merci,
si presuppone solo che in un dato periodo la produzione di una determinata
quantità d'oro costi una quantità data di lavoro.
Riguardo al movimento dei prezzi delle merci, sono
valide le leggi dell'espressione semplice relativa di valore:
un aumento dei prezzi delle merci si può avere, restando
identico il valore del denaro, se aumentano i valori delle merci;
restando identici i valori delle merci, se cade il valore del denaro e viceversa.
Si può avere una caduta dei prezzi delle merci, restando
identico il valore del denaro, se cadono i valori delle merci;
restando identici i valori delle merci, se aumenta il
valore del denaro
Da ciò non consegue
- che il rialzo del valore del
denaro porti con sé una caduta proporzionale dei prezzi delle merci
- e che la caduta del valore del
denaro implichi un rialzo proporzionale dei prezzi delle merci:
questo vale solo per merci di valore
immutato
es.
le merci il cui valore aumenti contemporaneamente e proporzionalmente col valore del
denaro,
conservano gli stessi prezzi;
se il loro valore sale più lentamente o più
rapidamente del valore del denaro,
il ribasso o il rialzo dei loro prezzi
è determinato dalla differenza fra il
movimento del loro valore e il movimento del valore del denaro.
26
Torniamo ora a considerare la forma di prezzo.
I nomi di moneta dei pesi metallici si separano dai loro originari
nomi di
peso per varie ragioni,
fra le quali storicamente sono decisive:
1. L'introduzione di denaro straniero presso
popoli meno evoluti
es. nell'antica Roma le monete d'oro e d'argento circolarono da principio
come merci straniere:
i nomi di questo denaro straniero sono differenti dai
nomi indigeni dei pesi
2. con lo sviluppo della ricchezza
il metallo meno
nobile viene scacciato dal più nobile dalla funzione
di misura di valore:
il rame viene scacciato dall'argento, l'argento
dall'oro,
3. la falsificazione della moneta
da parte dei principi e che del peso originario del
denaro monetato ci ha lasciato di fatto il nome;
poiché
da una parte la scala del denaro è convenzionale,
dall'altra parte ha bisogno di validità universale,
alla fine essa viene regolata per legge:
una parte determinata di peso del metallo nobile, es.
un’oncia d'oro,
viene ripartita in parti aliquote, che ricevono nomi legali:
libbra, tallero
questa parte aliquota, che vale come unità di misura del denaro, viene
suddivisa in altre parti aliquote come scellino, penny;
tanto prima che dopo,
determinati pesi di metallo rimangono scala di misura
del denaro metallico: si è mutato la ripartizione e la nomenclatura:
i prezzi o quantità d'oro nei quali si sono idealmente
trasformati i valori delle merci
ora vengono espressi nei nomi di moneta cioè nei nomi
di conto della scala oro validi per legge:
quindi, invece, di dire che il quarter di grano è
eguale a un’oncia d'oro si dirà che è eguale a 3 lire sterline, dieci scellini
e dieci pence e mezzo.
Le merci si dicono quel che valgono coi loro nomi di denaro,
e il denaro serve come moneta di conto quando importa
fissare una cosa come valore
quindi fissarla in forma di denaro.
il nome d'una cosa è per sua natura esteriore, se so
che un uomo si chiama Jacopo, non so nulla sull'uomo:
così nei nomi di denaro, lira sterlina, tallero, franco, ducato, scompare ogni
traccia del rapporto di valore.
La confusione a proposito del significato arcano di questi segni grande
per il fatto che i nomi di denaro esprimono insieme il valore delle merci e
anche parti aliquote d'un peso di metallo, della scala denaro.
Il prezzo è il nome di denaro del lavoro oggettivato nella merce:
l'equivalenza della merce e della quantità di denaro il cui nome costituisce il prezzo
della merce,
è quindi una tautologia:
ma se il prezzo,
come esponente della grandezza di valore della merce, è esponente del
suo rapporto di scambio col denaro
non ne segue l’inverso:
che l'esponente del suo rapporto di scambio col denaro sia l'esponente
della sua
grandezza di valore.
Sia rappresentato in 1 qle di grano e in 240 Euro un
lavoro socialmente necessario di identica grandezza.
I 240 Euro sono espressione in denaro della grandezza
di valore del quintale di grano, ossia il suo prezzo.
Se ora le circostanze permettono di valutarlo a 720 Euro
o 240 Euro e come espressioni della grandezza di valore del grano sono piccole
o grandi, sono sempre prezzi del grano, poiché
in primo luogo sono la sua forma di valore, denaro
e in secondo luogo sono esponenti del suo rapporto di
scambio con il denaro.
27
Costanti restando le condizioni di produzione ossia
costante restando la forza produttiva del lavoro,
tanto prima che poi
si deve spendere
per la riproduzione del quintale di grano l'identica quantità di tempo sociale di lavoro:
questa circostanza non dipende dalla volontà del
produttore del grano o dai possessori di merci;
dunque
la grandezza di valore della merce esprime un rapporto necessario, immanente al suo processo di formazione, con il tempo sociale di lavoro.
questo rapporto necessario, con la trasformazione della grandezza di valore in
prezzo,
si presenta come rapporto di scambio di una merce
con la merce denaro;
però, in questo rapporto
può trovare espressione tanto la grandezza di valore della
merce,
quanto il più o il meno, nel quale essa è alienabile.
La possibilità di un'incongruenza quantitativa fra prezzo e grandezza di valore
dunque sta nella forma stessa di prezzo:
questo non è un difetto di tale forma,
al contrario ne fa la forma adeguata d'un modo di
produzione,
nel quale la regola si può far valere come legge della
media della sregolatezza.
La forma di prezzo non ammette solo la possibilità d'una incongruenza relativa
fra la grandezza di valore e la sua espressione in denaro,
ma può accogliere una contraddizione qualitativa
cosicché il prezzo cessi d'essere espressione di
valore, benché il
denaro sia solo la forma di valore delle merci.
come la forma relativa di valore in genere, il prezzo esprime il
valore di una merce,
es. una tonnellata di ferro, per il fatto che una data
quantità di equivalente, es. 20 grammi d'oro,
è scambiabile con ferro,
non per il fatto inverso: che il ferro sia scambiabile con oro:
quindi, la merce per esercitare l'azione di un valore di scambio,
deve spogliarsi del suo corpo naturale, trasformarsi
da oro
soltanto rappresentato in oro reale.
Accanto alla sua forma reale es. ferro,
la merce può avere nel prezzo forma ideale di valore, ossia
forma
rappresentata d'oro,
ma non può essere realmente ferro e oro:
per darle un prezzo basta equipararle oro rappresentato,
la si deve sostituire con l'oro affinché fornisca il servizio
d'un equivalente generale.
La forma di prezzo implica l'alienabilità delle merci contro denaro
l'oro funziona come misura di valore
ideale perché si muove come merce denaro già nel processo di scambio
nella misura ideale dei valori sta dunque in agguato la moneta.
2. MEZZO DI CIRCOLAZIONE.
a) La metamorfosi delle merci.
S'è visto che
il processo di scambio delle merci implica relazioni contraddittorie, che si escludono a
vicenda:
lo svolgimento della merce non supera tali contraddizioni,
ma crea la forma entro la quale esse si possono muovere:
questo è il metodo col quale si risolvono le contraddizioni reali.
28
Finché
il processo di scambio fa passare merci dalla mano nella quale sono valori non d'uso
alla mano nella quale sono valori d'uso,
esso è ricambio organico sociale:
il prodotto d'un modo di lavoro utile sostituisce il
prodotto d'un altro modo di lavoro utile.
Una volta giunta al luogo dove serve come
valore d'uso,
la merce cade
dalla sfera dello scambio di merci nella sfera del
consumo.
qui c’interessa solo la prima:
dunque dobbiamo considerare solo il cambiamento di forma ossia
la
metamorfosi delle merci,
che funge da mediatrice nel ricambio organico sociale.
L'imperfetta comprensione di tale mutamento di forma,
è dovuta alla circostanza che
ogni metamorfosi di una sola merce si compie nello scambio fra due merci:
una merce generale e la merce denaro:
se si tiene fermo solo lo scambio di merce con oro,
non si osserva quello che succede alla forma: non si
osserva che l'oro, come pura merce, non è denaro
e che le altre merci riferiscono sè stesse, nei loro prezzi,
all'oro
come loro figura di denaro.
In un primo tempo le merci entrano nel processo di scambio così come sono:
il processo di scambio produce uno sdoppiamento della merce in merce e in denaro
opposizione esterna nella quale
esse rappresentano
la loro opposizione immanente di
valore d'uso e di valore.
in questa opposizione le merci, come valori di
uso, si oppongono al denaro come valore di scambio,
d'altra parte,
le due parti dell'opposizione sono merci, quindi unità di valore d'uso e valore
ma questa unità di cose differenti presenta sè stessa in ognuno dei due poli inversamente all'altro
e con ciò rappresenta simultaneamente anche il loro
rapporto reciproco.
La merce è realmente
valore d'uso, il suo essere valore appare solo idealmente nel prezzo,
il quale la riferisce all'oro come a sua reale figura di valore.
viceversa, il materiale oro vale soltanto come materializzazione di valore,
denaro
quindi realmente è valore di scambio,
il suo valore d'uso appare solo idealmente nella serie
delle espressioni
di valore relative,
nelle quali esso si riferisce alle merci che gli
stanno di fronte come all'orbita delle sue figure reali d'uso,
queste forme opposte delle merci sono le forme reali di movimento del loro
processo di scambio.
Vediamo il tessitore di lino sulla scena del processo
di scambio, il mercato delle merci:
la sua merce, 20 metri di tela, è di 10 € la scambia
con 10 €, e torna a scambiare i 10 € con una Bibbia di famiglia dello stesso
prezzo.
La tela, che per lui è merce, depositaria di valore, viene alienata in
cambio d'oro, che è la figura di valore di essa,
e da questa figura viene retroalienata in cambio d'un'altra merce, la Bibbia
che va come oggetto d'uso nella casa del tessitore e
soddisfare altri bisogni.
29
Dunque il processo di scambio si compie in due
metamorfosi opposte e integrantisi reciprocamente:
trasformazione della merce in denaro e retrotrasformazione
del denaro in merce,
i momenti della metamorfosi delle merci
sono insieme
atti commerciali del possessore di merci: vendita, scambio della merce con
denaro;
compera, scambio del denaro con merce,
e unità dei due atti: vendere per comprare.
Se il tessitore esamina il risultato finale dell'affare,
egli possiede una Bibbia invece della tela:
possiede invece della sua merce un'altra merce dello
stesso valore, ma di utilità differente,
allo stesso modo si procura i suoi mezzi di sostentamento
e di produzione.
Dal suo punto di vista l'intero processo
procura lo scambio del prodotto del suo lavoro con
prodotto di lavoro altrui: lo scambio dei prodotti.
Il processo di scambio della merce si compie dunque nei seguenti mutamenti di forme:
Merce — Danaro — Merce
M — D — M
quanto al contenuto materiale
il movimento è M-M,
scambio di merce con merce:
ricambio organico del lavoro sociale, nel cui
risultato si estingue il processo stesso.
M-D. Prima metamorfosi della merce, ossia vendita;
la divisione sociale del lavoro
rende il suo lavoro tanto unilaterale quanto ha
reso molteplici i suoi bisogni
e per questo il suo prodotto gli serve solo come
valore di scambio:
ma esso riceve solo nel denaro
la forma di
equivalente socialmente valida;
il denaro si trova
nelle tasche altrui, per tirarlo fuori di lì,
la merce deve essere valore d’uso, per
il possessore di denaro
e il lavoro, speso in essa, dev'essere speso in forma
socialmente utile,
cioè far buona prova come articolazione della divisione
sociale del lavoro:
ma la divisione del lavoro è un organismo
spontaneo di produzione,
le cui fila si tessano alle spalle dei produttori di merci.
Un particolare atto lavorativo, una fra le funzioni di un medesimo produttore
di merci, si fa indipendente
e, per questo, manda al mercato il
proprio prodotto
parziale come merce autonoma.
poniamo che il valore d’uso del suo prodotto faccia buona prova, e che quindi dalla
merce si tragga denaro
si domanda:
quanto denaro? la risposta è anticipata nel prezzo della
merce, esponente della sua grandezza di valore.
poniamo che il possessore di merce abbia speso nel suo prodotto la media socialmente
necessaria di tempo di lavoro:
quindi il prezzo della merce è solo nome di denaro della
quantità di lavoro sociale oggettivata in essa.
infine poniamo che
se ogni pezza di tela, disponibile sul mercato, contiene solo tempo di lavoro
socialmente necessario,
se il mercato non assorbe la quantità di tela al prezzo normale
vuol dire che è stata spesa in tessitura una parte troppo grande del tempo
complessivo sociale di lavoro;
l'effetto è lo stesso che se ogni singolo tessitore avesse impiegato nel suo
prodotto individuale più del tempo di lavoro socialmente necessario;
tutta la tela sul mercato vale come un solo articolo di commercio, ogni pezza
vale come parte aliquota di esso:
e di fatto il valore di ogni metro di tela individuale è la materializzazione della stessa
quantità socialmente determinata di lavoro umano dello stesso genere.
30
Altrettanto casuale e spontanea della articolazione
qualitativa, è
l'articolazione quantitativa dell'organismo sociale di produzione,
che rappresenta le sue membra disjecta nel sistema
della divisione del lavoro:
quindi
i possessori di merci scoprono
che la divisione del lavoro rende indipendente da loro
il processo sociale di produzione e i loro rapporti entro
questo processo
e che l'indipendenza delle persone l'una
dall'altra s'integra in un sistema di dipendenza imposta dalle cose,
la divisione del lavoro
trasforma il prodotto del lavoro in merce e così rende necessaria la trasformazione di esso in denaro:
basta che la merce non sia invendibile, perché abbia
luogo il
cambiamento di forma della merce stessa;
per un possessore di merci la sua merce è sostituita da oro, e per un altro il suo oro è
sostituito da merce:
il fenomeno sensibile è il cambiamento di
mano o di luogo di merce e oro, di 20 metri di tela e di 10 Euro:
cioè, il loro scambio;
la merce si scambia la merce con la sua propria figura generale di valore
l'oro si scambia con una figura particolare del suo valore d'uso.
l'oro si presenta di fronte alla tela come denaro perché il suo prezzo di 10 euro, ossia il suo nome di denaro, riferisce già la tela all'oro come denaro.
l'atto di spogliarsi della forma originaria di
merce si compie mediante l'alienazione della merce,
ciò avviene nel momento nel quale il suo valore d'uso attira
l'oro che nel suo prezzo era rappresentata
la realizzazione del prezzo, ossia della forma di valore solo ideale della merce
è realizzazione del valore d'uso ideale
del denaro,
la trasformazione della merce in denaro è trasformazione del denaro in merce;
il processo unico è processo bilaterale:
dal polo del possessore di merci è vendita,
dal polo opposto del possessore
di denaro è compera
ossia: vendita è compera, M-D è anche D-M
Fino a questo punto conosciamo
il rapporto economico fra possessori di merci:
rapporto per il quale essi si appropriano prodotto di
lavoro altrui alienando il proprio:
quindi un possessore di merci si può presentare ad un altro
solo come possessore di denaro
o perché il suo prodotto di lavoro possiede la forma di denaro
dunque è materiale di denaro, oro;
oppure perché la sua merce s'è spogliata della sua forma d'uso
originaria.
ORO/DENARO
Per funzionare come denaro,
l'oro deve entrare nel mercato delle merci, in un qualche
punto che sta alla sua fonte di produzione
dove esso si scambia come prodotto di lavoro, con un
altro prodotto di lavoro dello stesso valore:
da questo momento in poi, esso rappresenta prezzi realizzati di merci;
l'oro in mano di ogni possessore di merci è la forma mutata della sua merce alienata,
prodotto della vendita ossia della prima
metamorfosi della merce M-D
l'oro è diventato moneta ideale ossia misura di
valore
perché tutte le merci hanno misurato in oro i propri valori,
e così ne hanno fatto l'antitesi rappresentata della loro figura d'uso, la
loro figura di valore:
l'oro diventa poi moneta reale,
perché le merci ne fanno la loro figura d'uso
spogliata ossia trasformata e quindi la loro reale figura di valore.
31
MERCE/DENARO
Nella sua figura di valore,
la merce si spoglia di ogni traccia del suo valore d'uso naturale e del lavoro
utile al quale deve la sua nascita,
per abbozzolarsi nella materializzazione sociale del lavoro umano
indifferenziato.
quindi nel denaro non si vede di che stampo è la merce in esso
trasformata:
una merce, nella sua forma di moneta, ha l'identico aspetto dell'altra.
es. i 10 Euro contro i quali
il nostro tessitore ha ceduto la sua merce siano la figura trasformata di 1 qle
di grano
la vendita della tela, M-D, è simultaneamente la sua compera, D-M:
come vendita della tela
questo processo inizia un movimento che termina con il proprio
opposto: con la compera della Bibbia;
come compera della tela,
il processo conclude un movimento che è cominciato
col proprio opposto: la vendita del grano.
M-D (tela-denaro), prima fase di M-D-M
(tela-denaro-Bibbia)
è simultaneamente D-M (denaro-tela), ultima fase d'un
altro movimento M-D-M (grano-denaro-tela).
la prima metamorfosi d'una merce, la
sua trasformazione in denaro dalla forma di merce
è simultaneamente seconda metamorfosi opposta d'un'altra
merce:
la sua ritrasformazione
in merce dalla forma di denaro.
D-M. Seconda metamorfosi ossia metamorfosi conclusiva della merce:
compera.
poiché il denaro è la
figura trasmutata di tutte le altre merci
ossia il prodotto della loro alienazione
generale, esso è la merce assolutamente alienabile
esso si rispecchia in tutti i
corpi di merci che gli si offrono come materiale del suo farsi merce;
i prezzi mostrano il limite della
sua capacità di trasformazione cioè la sua
quantità.
MERCE
poiché la merce scompare nel suo farsi denaro, dall'aspetto del denaro
non si vede come esso
arrivi al suo possessore, o che cosa si sia trasformato in denaro;
da una parte rappresenta merce venduta, dall'altra merci acquistabili.
D-M, la compera, è allo stesso tempo vendita,
quindi M-D; l'ultima metamorfosi d'una merce è allo stesso tempo la prima metamorfosi
di un'altra merce
per il nostro tessitore, la carriera della sua merce si conclude con la Bibbia
nella quale ha riconvertito i 10 Euro.
il venditore della Bibbia cambia i 10 Euro pagati dal tessitore in acquavite di
grano:
METAMORFOSI CONCLUSIVA
D-M, fase conclusiva di M-D-M (tela-denaro-Bibbia) è
simultaneamente M-D, prima fase di M-D-M (Bibbia-denaro-acquavite di
grano)
poiché il produttore fornisce solo un prodotto, lo vende spesso in quantità
grandi,
mentre i suoi molteplici bisogni
lo costringono a frantumare in numerose compere il prezzo
realizzato ossia la somma di
denaro ricavata:
quindi una vendita sbocca in molti acquisti di merci differenti.
quindi la metamorfosi conclusiva d'una sola merce costituisce una somma di prime metamorfosi di altre
merci.
METAMORFOSI COMPLESSIVA MERCE
Ora consideriamo la metamorfosi complessiva
d'una merce, es. la tela:
in primo luogo essa consiste di due movimenti opposti che si integrano a
vicenda, M-D, D-M.
queste due trasformazioni opposte della merce si
compiono
in due procedimenti sociali opposti del possessore di merci, e si
riflettono in due suoi caratteri economici opposti;
come agente della vendita diventa venditore,
come agente della compera diventa compratore.
32
Come in ogni trasformazione della merce esistono
simultaneamente le sue due forme:
forma di merce e forma di denaro, quantunque a
poli opposti,
lo stesso possessore di merci ha
come venditore un altro compratore
e come compratore un altro venditore.
come la stessa merce percorre le due trasformazioni reciproche:
da merce diviene denaro, da denaro merce
così lo stesso possessore di merci cambia le
parti di venditore e compratore:
dunque questi caratteri variano continuamente di persona
all'interno della circolazione delle merci.
la metamorfosi complessiva di una merce suppone, nella sua forma più semplice,
quattro estremi
e
tre personae dramatis
nel primo momento si fa incontro alla merce, come sua figura-valore, il denaro possiede una dura realtà di cosa
così incontro al possessore di merce si fa un possessore di denaro,
appena la merce è trasmutata in denaro, quest'ultimo
diviene
sua forma di equivalente
il cui valore d'uso o contenuto esiste in altri corpi
di merci.
come punto finale della prima
trasformazione delle merci, il denaro è simultaneamente
punto dì partenza della seconda trasformazione,
così il venditore del primo atto diventa compratore al secondo, nel quale un terzo
possessore di merci gli si fa incontro come venditore.
le due fasi inverse del movimento della metamorfosi delle
merci costituiscono un ciclo:
forma di merce, spogliazione della forma
di merce, ritorno alla forma di merce.
La merce qui è determinata per opposizione:
al punto di partenza essa è, per il suo possessore, un non-valore d'uso,
al punto di arrivo è valore d'uso.
prima il denaro si
presenta come solido cristallo di valore nel quale si trasforma la merce,
poi si disciogliere come sua semplice forma
di equivalente.
Le due metamorfosi che costituiscono la circolazione di una sola merce
costituiscono allo stesso tempo le metamorfosi parziali
e invertite di due altre merci.
La stessa merce: tela,
apre la serie delle proprie
metamorfosi e conclude le metamorfosi complessive di un'altra
merce: grano.
durante il suo primo cambiamento,
la vendita rappresenta queste due parti in persona
propria, come crisalide aurea,
nella quale fa la fine di ogni creatura, pone fine alla
prima metamorfosi d'una terza merce
il ciclo percorso dalla serie di metamorfosi di ogni merce s'intreccia
così con
i cicli d'altre merci.
33
CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
Il processo complessivo si rappresenta come circolazione delle merci
quest’ultima differisce dallo scambio dei
prodotti, essenzialmente e formalmente.
Il tessitore ha scambiato tela con Bibbia, merce propria con merce
altrui:
questo fenomeno è vero solo per lui,
il rivenditore di Bibbie non pensava di scambiare tela con Bibbia,
mentre il tessitore non sa nulla del fatto che contro
la sua tela è stato scambiato grano,
la merce di B sostituisce la tela di A,
ma A e B non scambiano
reciprocamente le loro merci
può accadere che A e
B comprino
l'uno dall'altro
ma tale relazione non ha la sua condizione nei rapporti della
circolazione delle merci.
qui si vede
da una parte
come lo scambio di merci spezzi i limiti individuali e
locali dello scambio di prodotti e sviluppi il ricambio organico del lavoro
umano.
dall'altra parte
si sviluppa una sfera di nessi sociali naturali
incontrollabili dalle persone che agiscono
es. il tessitore può vendere solo tela, perché il
contadino può vendere solo grano;
perciò il processo di circolazione
non si estingue come lo scambio immediato di prodotti, col cambiamento di luogo e mano
dei valori d'uso.
Il denaro non scompare quando cade fuori della serie di metamorfosi di una merce:
esso torna a precipitare su un punto della
circolazione sgombrato dalle merci.
es. nella metamorfosi complessiva della tela:
tela-denaro-Bibbia,
la tela è la prima a cadere fuori della
circolazione e il denaro le subentra;
poi la Bibbia cade dalla circolazione e il denaro le
subentra:
la sostituzione di merce con merce lascia il denaro attaccato
alla mano di un terzo
la circolazione trasuda continuamente denaro.
Non ci può esser nulla di più sciocco del dogma
che la circolazione delle merci implichi la necessità
d'un equilibrio delle vendite e delle compere, poiché ogni vendita è compera, e
viceversa.
Se ciò significa che il numero delle vendite è identico
allo stesso numero di compere, avremmo una tautologia.
Vendita e compera sono un atto identico
come relazione reciproca fra due persone polarmente opposte: possessore di
merce e possessore di denaro:
come azioni della stessa persona, costituiscono due atti polarmente opposti;
quindi l'identità di vendita e compera implica che la
merce diventi inutile quando, gettata nella circolazione,
non ne esce come denaro
non è venduta dal possessore di
merci,
non è comprata dal possessore di
denaro.
Poiché la prima metamorfosi della merce è insieme vendita
e compera,
questo processo parziale è anche processo autonomo.
Il compratore ha la merce, il venditore ha il denaro, cioè
una merce che ha una forma atta alla circolazione: nessuno può vendere senza che un
altro compri.
La circolazione spezza i limiti cronologici, spaziali e individuali dello
scambio di prodotti
perché nell'opposizione di vendita e
compera scinde l'identità
nel dare in cambio il prodotto del proprio lavoro
e nel prendere in cambio il prodotto del lavoro altrui.
RIASSUNTO
L'opposizione immanente alla merce
di valore d'uso e valore,
di lavoro privato che si deve allo stesso tempo presentare come lavoro sociale,
di lavoro concreto particolare che allo stesso
tempo vale solo come lavoro astrattamente generale,
di personificazione dell'oggetto e oggettivazione
della persona,
questa contraddizione immanente riceve le sue forme sviluppate di movimento nelle
opposizioni della metamorfosi delle merci. Quindi queste forme includono la
possibilità, ma soltanto la possibilità delle crisi.
34
Il denaro, come mediatore della
circolazione delle merci, riceve la funzione di mezzo della
circolazione.
b) La circolazione del denaro.
Il cambiamento di forma nel quale si compie il ricambio organico dei prodotti del lavoro,
M-D-M,
porta con sé che il medesimo valore costituisca,
come
merce, il punto di partenza del processo,
ritornando poi come merce allo stesso punto: questo
movimento delle merci è un ciclo:
Il suo risultato è un allontanamento del denaro dal suo punto di
partenza, non un ritorno ad esso.
Finché il venditore tiene ferma la figura trasformata
della sua merce cioè il denaro,
la merce si trova nello stadio della prima metamorfosi; ossia
ha percorso solo la prima metà della circolazione.
quando il processo, vendere per comprare
è
compiuto
anche il denaro torna ad essere
allontanato dal suo primo possessore.
il denaro ritorna solo mediante il rinnovamento o la
ripetizione del processo di circolazione per merce nuova.
Certo, quando il tessitore, dopo aver comprato la
Bibbia, torna a vendere di nuovo tela, anche il denaro ritorna in sua mano.
Ma non ritorna mediante la circolazione delle prime
venti metri di tela: questa l'ha allontanato dalle mani del tessitore
portandolo in quelle del venditore di Bibbie.
La forma di movimento conferita al
denaro dalla circolazione delle merci, è dunque:
allontanamento del denaro dal punto di partenza,
sua corsa da un possessore di merci ad un altro, ossia suo corso:
il corso della moneta mostra
una costante ripetizione del medesimo processo:
la merce sta sempre dalla parte del venditore,
il denaro sempre dalla
parte del compratore;
funziona come mezzo di compera in quanto realizza il
prezzo della merce:
cioè il denaro trasporta
la merce dal venditore al compratore, allontanandosi dal compratore verso il venditore,
e poi ricomincia lo stesso procedimento con un'altra merce.
rimane nascosto il fatto che
questa forma unilaterale del movimento
del denaro sorga dalla forma bilaterale del movimento della merce,
la natura della circolazione delle merci genera l'apparenza opposta.
La prima metamorfosi della merce non è visibile solo come movimento del
denaro,
ma anche come proprio movimento della merce stessa;
ma la sua seconda metamorfosi è visibile solo come movimento del denaro.
Nella prima metà della sua circolazione la merce cambia di posto con
il denaro
e con ciò la sua figura di consumo cade dalla circolazione nel consumo,
al suo posto subentra la sua figura di valore, o crisalide monetaria:
la merce non percorre più nella sua pelle naturale la seconda metà
della circolazione, ma nella sua pelle d'oro;
la continuità del movimento viene a stare dalla parte del denaro,
e quello stesso movimento che
per la merce include due processi contrapposti, come
movimento del denaro, include invece sempre lo stesso processo, il
cambiamento di posto con merci sempre nuove.
quindi il risultato della circolazione delle merci, che è la sostituzione di merce
con altra merce,
non appare mediato dal cambiamento di forma delle merci,
ma dalla funzione del denaro come mezzo
di circolazione,
che fa circolare le merci
che le trasporta dalla mano in cui sono non-valori
d'uso,
nella mano in cui sono valori d'uso,
e in direzione opposta al suo proprio corso.
35
Il denaro
allontana
le merci dalla sfera della circolazione subentrando nel loro punto di
circolazione,
e allontanandosi così dal suo punto di partenza:
quindi, benché il movimento del denaro
sia
solo espressione della circolazione delle merci,
la circolazione appare viceversa solo
come risultato del movimento del
denaro;
al denaro
la funzione di mezzo
di circolazione spetta solo perché esso è il valore delle merci,
divenuto indipendente.
il suo movimento come mezzo di circolazione è solo il
movimento di forma proprio delle merci
il quale dunque si deve rispecchiare anche in maniera
sensibile nel corso del denaro.
così, per es. la tela in un primo momento trasforma
la propria forma di merce nella propria forma di denaro.
L'ultima estremità della sua prima metamorfosi M-D, la
forma di denaro,
diventa la prima estremità della sua ultima metamorfosi D-M: della sua
riconversione nella Bibbia:
ognuno di questi due cambiamenti di forma si compie
mediante uno scambio fra merce e denaro,
mediante il reciproco cambiamento di posto di merce e denaro.
Le monete, come figura trasmutata di merce,
arrivano al venditore, e poi lo lasciano come forma
alienabile della merce: cambiano posto due volte:
la prima metamorfosi della tela porta quelle
monete nella tasca del tessitore,
la seconda le ritira fuori di nuovo:
i due cambiamenti opposti di forma della stessa merce
quindi si rispecchiano nel duplice spostamento del denaro in
direzioni opposte.
Se hanno luogo soltanto metamorfosi unilaterali delle merci,
semplici vendite o semplici compere:
il denaro cambia di posto una volta
sola,
il suo secondo cambiamento di posto esprime sempre la seconda metamorfosi della merce, la sua
riconversione dal denaro.
nella ripetizione del cambiamento di posto delle stesse monete
non si rispecchia solo la serie di metamorfosi d'una
singola merce,
ma anche l'intrecciarsi delle innumerevoli metamorfosi
del mondo delle merci:
tutto ciò vale solo per la forma della circolazione semplice delle merci.
Ogni merce, al suo primo passo nella circolazione, al suo primo
cambiamento di forma, cade fuori della circolazione, nella quale poi entra
sempre merce nuova.
Invece il denaro, come mezzo di circolazione, abita nella sfera della
circolazione.
Sorge quindi il problema di quanto denaro assorba continuamente questa
sfera.
avvengono ogni giorno innumerevoli metamorfosi unilaterali
di merci
ossia da una parte semplici vendite, semplici compere
dall'altra parte semplici compere
esse sono contemporanee, e quindi avvengono l'una
accanto all'altra.
la forma di circolazione, qui considerata, contrappone
merce
e denaro:
quella al polo della vendita,
questo al polo
antitetico della compera,
la massa di mezzi di circolazione, richiesta per il processo di circolazione del mondo delle
merci,
è già determinata dalla somma dei prezzi delle merci.
36
Il denaro rappresenta di fatto la somma d'oro già rappresentata idealmente nella somma dei prezzi delle
merci:
l'eguaglianza di queste somme è ovvia;
ma sappiamo che eguali rimanendo i valori delle merci
i loro prezzi
variano col valore dell'oro (materiale del
denaro):
salgono proporzionalmente se quello cade,
cadono se quello sale;
col salire e col cadere della somma
dei prezzi delle merci
deve salire o cadere la massa del denaro circolante:
qui la variazione nella massa dei mezzi di
circolazione sorge
dallo stesso denaro,
ma non dalla sua funzione di mezzo di circolazione,
bensì dalla sua funzione di misura del valore;
in primo luogo varia il prezzo delle merci: in ragione inversa del valore del denaro,
in seguito varia la massa dei mezzi di circolazione: in ragione diretta del prezzo
delle merci.
S'è visto che la sfera della circolazione
ha una apertura, attraverso la quale entra in essa,
l'oro o l'argento cioè il materiale del denaro,
questo valore è presupposto
nella funzione del denaro come misura del valore
quindi nella determinazione del prezzo:
per es. se cade il valore della misura stessa del
valore,
in primo luogo questo fatto si manifesterà nel cambiamento di prezzo
delle merci che vengono scambiate come merci con i metalli nobili;
intanto i prezzi dell'oro o dell'argento si conguaglieranno
nelle proporzioni determinate dai loro stessi valori, finché tutti i valori
delle merci verranno stimati in corrispondenza al nuovo valore del
metallo-denaro.
questo processo di conguaglio è accompagnato dall'aumento continuo dei metalli
nobili, i quali affluiscono sostituendo le merci scambiate direttamente con
essi:
quindi nella stessa misura che i valori delle merci vengono
stimati a norma del nuovo valore del metallo caduto, è già presente la massa
supplementare di esso necessaria alla realizzazione della correzione stessa.
In quanto segue,
il valore dell'oro vien presupposto come
dato, come di fatto è dato nel momento della stima dei prezzi:
dato questo presupposto
la massa dei mezzi di circolazione è determinata dalla somma da realizzarsi
dei prezzi delle merci;
es. poniamo come dato il prezzo di ogni genere di
merci:
in questo caso, la somma dei prezzi delle merci dipende
dalla massa di merci che si trova in circolazione:
se 1 quintale di grano costa 10 Euro, 100 quintali
costeranno 1.000 Euro
e quindi con la massa del grano deve crescere la massa
del denaro che nella vendita cambia di posto con esso.
Presupposta come data la massa delle merci,
la massa del denaro circolante
fluttua in un senso e nell'altro con le oscillazioni
di prezzo delle merci:
sale e cade perchè la
somma dei prezzi delle merci aumenta o decresce in seguito al loro cambiamento
di prezzo.
Il rialzo di prezzo o il ribasso di prezzo di un certo
numero di articoli fondamentali,
è sufficiente per far rialzare o ribassare la somma da realizzarsi dei prezzi di tutte le
merci circolanti,
e quindi anche per mettere in circolazione più o meno denaro;
l'effetto sulla massa dei mezzi di circolazione è il
medesimo,
sia che la variazione di prezzo delle merci
rispecchi reali variazioni di valore,
o che rispecchi semplici oscillazioni dei prezzi di
mercato.
Il ripetuto cambiamento di posto delle stesse monete rappresenta
il doppio cambiamento
di forma della merce: il movimento
di essa attraverso
due stadi opposti della circolazione e l'intrecciarsi delle metamorfosi di differenti merci.
37
La misura della durata di tale processo è costituita da periodi di tempo
ossia: il numero dei giri delle stesse monete in un tempo
dato misura la velocità del corso del denaro.
per es.
duri, il processo di circolazione di quattro monete un
giorno,
la somma dei prezzi che deve essere realizzata ammonta
a 40 Euro,
il numero dei giri delle stesse monete durante il
giorno ammonta a quattro,
e la massa del denaro circolante ammonta a 10 Euro.
ossia, per un periodo dato del processo di circolazione, si ha:
somma dei prezzi delle merci / Numero dei giri di
monete di eguale nome =
massa del denaro funzionante come mezzo di
circolazione.
Questa legge ha validità generale.
Il processo di circolazione comprende
da una parte vendite o compere frammentarie,
contemporanee e coincidenti ossia metamorfosi parziali:
nelle quali le stesse monete cambiano una volta il
loro posto, ossia compiono solo un giro;
dall'altra parte
molte serie di metamorfosi articolate, parallele o si intrecciano l'una con
l'altra
nelle quali le stesse monete fanno un numero maggiore
o minore di giri.
Il numero complessivo dei giri di tutte le monete di eguale conio in
circolazione
dà il numero medio dei giri della singola moneta, ossia la velocità
media del corso del denaro.
La massa di denaro che per es.
viene gettata nel processo quotidiano di circolazione al suo inizio,
è determinata dalla somma dei prezzi delle merci
circolanti contemporaneamente;
se cresce il numero dei giri delle monete, diminuisce la loro massa circolante.
se diminuisce il numero dei loro giri, cresce la
loro massa.
Come nel corso del denaro si
presenta
il processo di circolazione delle merci, cioè la loro
circolazione attraverso metamorfosi
opposte;
così nella velocità della
circolazione del denaro si presenta
la velocità delle loro trasformazioni, l’inserirsi l'una nell'altra delle metamorfosi, il
ricambio organico,
lo scomparire delle merci dalla sfera della circolazione e
la loro sostituzione
con nuove merci.
Nella velocità del corso del denaro appare
la unità fluida delle fasi opposte che si integrano a vicenda:
trasformazione della figura di uso in figura di valore
ritrasformazione della figura di valore in figura di uso
ossia dei due processi della vendita e
della compera.
Viceversa,
nel rallentamento del corso del denaro appare
la separazione e il farsi indipendenti e opposti di
quei processi,
il ristagno del cambiamento delle forme e del ricambio materiale.
La quantità complessiva del denaro
che
funziona come mezzo di circolazione è dunque determinata,
da una parte
dalla somma dei prezzi del mondo delle merci
circolanti,
dall'altra parte
dal flusso più lento o più veloce dei loro opposti processi di circolazione.
38
La somma dei prezzi delle merci dipende dalla massa e dai prezzi di ogni
genere di merci.
i tre fattori: il movimento dei prezzi, la massa
circolante delle merci e la velocità di corso
della moneta
possono variare in direzione differente e in rapporti
differenti,
e la somma dei prezzi e quindi la massa dei mezzi di circolazione può
passare per numerosissime combinazioni;
le più importanti nella storia dei prezzi delle merci sono:
-la massa dei mezzi di circolazione a prezzi delle merci eguali
può aumentare
perchè aumenta la massa delle merci circolanti
oppure perchè diminuisce la velocità di corso del denaro, o quando cooperano
l'uno e l'altro fenomeno.
può diminuire
col diminuire della massa delle merci o col crescere
della velocità di circolazione.
-la massa dei mezzi di circolazione a prezzi delle merci crescenti:
può rimanere eguale
se la massa delle merci circolanti diminuisce nella
stessa proporzione dell'aumento del suo prezzo,
oppure se la velocità di corso del denaro s'accresce
rapidamente come il rialzo dei prezzi,
mentre la massa circolante di merci rimane costante
può cadere
perchè la massa delle merci diminuisce
oppure perchè la rapidità del corso s'accresce più
rapidamente dei prezzi;
-la massa dei mezzi di circolazione a prezzi delle merci calanti
può rimanere eguale
a patto che la massa delle merci cresca nella stessa proporzione
della caduta del loro prezzo,
oppure che la velocità del corso del denaro decresca nella stessa
proporzione dei prezzi,
può crescere
quando la massa delle merci cresca più rapidamente
oppure la velocità di circolazione diminuisca più
rapidamente di quanto cadano i prezzi delle merci.
le variazioni dei diversi fattori si possono compensare reciprocamente,
cosicché
la somma complessiva, da realizzare dei prezzi, delle merci rimanga costante,
come anche la massa circolante di
denaro:
quindi si ha un livello medio della massa di denaro circolante
ben più costante si hanno deviazioni da quel livello medio
ben minori di quanto ci si potrebbe aspettare
eccezione fatta di gravi perturbazioni che sorgono
dalle crisi di produzione e commerciali;
la legge: che la quantità dei mezzi di circolazione è determinata dalla somma dei prezzi delle merci circolanti
e dalla velocità media del corso del denaro
può essere espressa così:
data la somma di valore delle merci e data la velocità media delle loro
metamorfosi:
la quantità del denaro ossia del materiale monetario in corso, dipende dal suo proprio valore.
39
c) La moneta. Il segno del valore.
Dalla funzione del denaro, come mezzo di circolazione, sorge
la sua figura di moneta.
La parte di peso d'oro rappresentata
nel prezzo delle merci, deve presentarsi nella circolazione,
come pezzo d'oro di identico
nome, ossia moneta.
Come la definizione della scala di misura dei prezzi, la monetazione è affare che spetta allo Stato;
nelle differenti uniformi nazionali che oro e argento portano quando
sono moneta
si fa luce la distinzione fra le sfere nazionali della
circolazione delle merci e la loro sfera generale:
il mercato mondiale.
Dunque,
moneta aurea e oro in verghe si
distinguono per la loro figura,
e l'oro può trasmutarsi da una forma
nell'altra.
Titolo aureo e sostanza aurea, contenuto nominale e contenuto reale
cominciano il loro processo di separazione,
Monete d'oro dello stesso nome diventano di
valore diseguale, perchè sono di peso diseguale.
L'oro come mezzo di circolazione si allontana dall'oro
come scala di misura dei prezzi
quindi cessa d'essere equivalente reale delle merci i cui prezzi
esso realizza
La tendenza naturale del processo della circolazione
ossia la tendenza a trasformare la moneta in un simbolo
del suo contenuto metallico ufficiale,
è riconosciuta dalle leggi più recenti
sul grado di perdita di metallo che può mettere fuori
corso una moneta d'oro.
Se lo stesso corso del denaro separa il contenuto
reale dal contenuto nominale della moneta
ossia separa la sua esistenza di metallo dalla sua esistenza funzionale
questo significa che in esso è latente la possibilità
di sostituire il denaro metallico, nella sua funzione di moneta, con marche di
altro materiale, ossia con simboli.
La moneta divisionale appare accanto all'oro per il pagamento di frazioni
della moneta d'oro minima;
l'oro entra nella circolazione di dettaglio,
ma ne viene messo fuori mediante il cambio con moneta divisionale.
L'esistenza di moneta dell'oro si separa
dalla sua sostanza di valore
quindi cose che sono senza valore, cedole di carta,
possono funzionare in vece sua come moneta.
Nelle marche metalliche di denaro il carattere simbolico è ancora
latente:
nella carta moneta esso salta agli occhi: qui si
tratta solo della carta moneta statale a corso forzoso. Essa nasce direttamente
dalla circolazione metallica.
Invece la moneta di credito è sottoposta a rapporti ancora sconosciuti,
dal punto di vista della circolazione semplice delle
merci:
come la carta moneta sorge dalla funzione del denaro come mezzo di circolazione
la moneta di credito ha la sua radice naturale nella funzione del denaro come mezzo di
pagamento.
40
Lo Stato getta nel processo della circolazione cedole
di carta con stampati nomi di denaro es. 5 Euro etc.
finché esse circolano al posto della somma di oro
dello stesso peso,
nel loro movimento si rispecchiano le leggi del corso del
denaro.
Una legge specifica della circolazione cartacea è la seguente:
l'emissione di carta moneta dev'essere limitata alla
quantità nella quale dovrebbe realmente circolare l'oro (o l'argento) da essa
simbolicamente rappresentato.
La quantità d'oro che può essere assorbita dalla sfera
della circolazione oscilla al di sopra o al di sotto di un certo livello medio;
tuttavia la massa del mezzo circolante non cala, in un dato paese, al di sotto
di un certo minimo stabilito in base all'esperienza.
Che questa massa minima rinnovi costantemente gli
elementi che la costituiscono, che cioè essa consista di monete d'oro sempre
nuove, non cambia nulla al suo volume né al suo aggirarsi nella sfera della
circolazione. Quindi essa può essere sostituita con simboli cartacei.
Ma se tutti i canali della circolazione vengono riempiti
di carta moneta al limite della loro capacità d'assorbimento di denaro, potranno
essere sovrappieni in conseguenza delle oscillazioni della circolazione delle
merci: ogni misura è perduta.
Ma se la carta sorpassa la sua misura, cioè la quantità
di moneta d'oro della medesima denominazione che potrebbe circolare, essa
rappresenta entro il mondo delle merci, soltanto la quantità di oro determinata
dalle sue leggi immanenti, e quindi anche l'unica che possa rappresentare.
La carta moneta è segno d'oro, cioè segno di denaro.
Il suo rapporto coi valori delle merci sta nel fatto
che questi vengono espressi idealmente con le medesime quantità d'oro rappresentate
simbolicamente dalla carta.
La carta moneta è segno di valore in quanto rappresenta quantità d'oro che
sono anche quantità di valori, come tutte le altre quantità di merci.
infine,
l'oro è sostituibile, con semplici segni di sè stesso senza
alcun valore proprio: in quanto
viene isolato
o reso indipendente
nella sua funzione di moneta o mezzo di circolazione;
questa funzione indipendente, non ha luogo per le singole monete d'oro:
le monete d'oro sono semplici monete
o mezzi
di circolazione finché circolano realmente;
quel che non vale per la singola moneta
d'oro,
vale per la massa minima d'oro sostituibile con la carta moneta che
abita nella sfera della circolazione,
funziona come mezzo di circolazione,
ed esiste solo come depositaria di questa funzione:
dunque il suo movimento rappresenta
il trasformarsi l'uno nell'altro dei processi opposti della metamorfosi
delle merci M-D-M: nel quale fenomeno
la figura di valore della merce si presenta di contro
alla merce solo per tornare a scomparire:
la rappresentazione indipendente del valore di scambio
della merce è un momento fuggevole;
quindi, in un processo che fa passare il denaro da una mano
all'altra,
è sufficiente anche la sua esistenza puramente simbolica:
per così dire,
la sua esistenza funzionale assorbe la sua esistenza
materiale, riflesso oggettivato dei prezzi delle merci,
esso funziona solo come segno di sè stesso,
e quindi può esser sostituito con segni.
Il segno del denaro ha bisogno di una validità oggettivamente sociale
e il simbolo cartaceo ottiene tale validità mediante il corso forzoso:
questa coercizione dello Stato è valida solo
all'interno di una sfera di circolazione interna;
in essa il denaro si risolve nella propria funzione di
mezzo di circolazione o moneta,
e può quindi ricevere, nella carta moneta, un genere
di esistenza separato dalla sua sostanza metallica e puramente funzionale
41
La merce che funziona come misura del valore e quindi anche, di persona o
per rappresentante, come mezzo di circolazione, è denaro. L'oro (o l'argento) è quindi denaro.
Come denaro esso funziona, da una parte, quando
è costretto a presentarsi nella sua aurea (o argentea) corporeità, quindi come
merce denaro:
dunque né solo idealmente, come nella misura del
valore,
né capace di essere rappresentato, come nel mezzo di
circolazione;
dall'altra parte, quando la sua funzione, lo fissa, di contro alle altre merci come puri valori d'uso,
quale
unica figura di valore o unica esistenza adeguata del valore di scambio.
a) Tesaurizzazione.
Il movimento ciclico continuativo delle due metamorfosi
opposte delle merci,
ossia il fluido capovolgersi di vendita in compra e di compra in vendita
si presenta nella funzione del denaro, di perpetuum
mobile della circolazione:
esso viene immobilizzato;
si vende merce non per comprar merce, ma per sostituire forma
di merce con forma di denaro:
questo cambiamento di forma diventa, da intermediario
del ricambio organico, fine a se stesso.
Alla forma alienata della merce s'impedisce di funzionare
come forma alienabile della merce stessa, ossia come forma di denaro che non ha
altro che da scomparire.
Così il denaro si pietrifica in tesoro e il venditore
di merci diventa tesaurizzatore.
Agli inizi della circolazione delle merci solo l'eccedenza di valori d'uso si
cambia in denaro:
oro e argento diventano così espressioni sociali della
ricchezza,
questa
forma ingenua di tesaurizzazione si perpetua es.fra i popoli asiatici e fra gli indiani.
presso i quali una cerchia conchiusa di esigenze
corrisponde al modo di produzione tradizionale e diretto a soddisfare i bisogni
personali
Con lo svilupparsi della produzione di merci,
i bisogni del produttore di merci si rinnovano e
impongono un incessante acquisto di merce altrui,
mentre invece la produzione e la vendita della sua merce costano
tempo e dipendono da circostanze casuali
per comprare senza vendere egli deve avere in precedenza venduto senza
comprare.
Questa operazione, eseguita su scala generale, sembra contraddittoria.
Tuttavia, i metalli nobili, alla loro fonte di
produzione, vengono scambiati direttamente con altre merci.
Qui ha luogo una vendita da parte del possessore di
merci senza compera da parte del possessore d'oro o di argento.
Le ulteriori vendite senza compere che le seguono
procurano l'ulteriore distribuzione dei metalli nobili
fra tutti possessori di merci:
così sorgono tesori d'oro e tesori d'argento;
con la possibilità di tener ferma la merce come valore
di scambio, o il valore di scambio come merce, si sveglia la brama dell'oro;
con l'estensione della circolazione delle merci cresce
il potere del denaro, della forma sociale, della ricchezza.
Poichè non si può vedere dall'aspetto del denaro che cosa sia trasformato
in esso,
tutto diventa vendibile o acquistabile;
la circolazione diventa il grande alambicco sociale dove
tutto affluisce per uscirne come cristallo di denaro.
Come nel denaro
è cancellata
ogni distinzione qualitativa delle merci, il denaro cancella
tutte le distinzioni.
Ma anche il denaro è
merce che può diventare proprietà privata di ognuno:
così la potenza sociale diventa potenza privata della
persona privata.
42
La merce come valore d'uso soddisfa un bisogno particolare e costituisce un
elemento particolare della ricchezza materiale.
Ma il valore della merce misura il grado della sua
forza d'attrazione sugli elementi della ricchezza materiale, quindi sulla
ricchezza sociale del suo possessore.
Per il possessore di merci barbaro o per un contadino dell'Europa
occidentale, il valore è inseparabile dalla forma di valore, e quindi per lui
l'accrescimento del tesoro aureo e argenteo è accrescimento di valore.
Il valore del denaro è variabile in
conseguenza
delle proprie variazioni di valore
e delle variazioni di valore delle merci:
da una parta
questo non impedisce che es. duecento grammi d'oro
contengano, più valore di cento
né, dall'altra parte,
che la forma metallica rimanga la forma generale di
equivalente di tutte le merci
l'incarnazione, immediatamente sociale, di tutto il
lavoro umano.
L'impulso alla tesaurizzazione è per natura senza misura.
Il denaro è, qualitativamente
senza
limiti
cioè
è rappresentante della ricchezza materiale, perchè è
convertibile in ogni merce;
allo stesso tempo ogni
somma reale di denaro è limitata quantitativamente
e quindi è anche solo mezzo d'acquisto di efficacia
limitata:
questa contraddizione fra il limite quantitativo e l'illimitatezza qualitativa del denaro
risospinge il tesaurizzatore al lavoro di Sisifo dell'accumulazione.
Per tener fermo l'oro come denaro e quindi come
elemento della tesaurizzazione,
gli si deve impedire di circolare
ossia di risolversi come mezzo di acquisto in mezzo di
consumo.
C’è una forma estetica della tesaurizzazione:
il possesso di mercanzie d'oro e d'argento, che cresce
con la ricchezza della società civile, così
in parte si forma un mercato sempre per l'oro e l'argento, indipendentemente
dalle loro funzioni come denaro,
in parte una fonte latente d'afflusso del denaro, la quale scorre in periodi di
tempeste sociali.
La tesaurizzazione adempie a diverse funzioni nell'economia della
circolazione metallica:
la prima sorge dalle condizioni del corso della moneta aurea o
argentea,
s'è visto come la massa del denaro in corso sia in flusso e riflusso a seconda
delle oscillazioni di volume,
di prezzi
e di velocità della circolazione delle merci;
quindi essa è suscettibile di contrazione e di espansione.
ora si deve attrarre nella circolazione denaro, nella sua qualità di moneta
ora se ne deve respingere moneta, nella sua qualità di denaro.
Affinché la massa di
denaro in corso corrisponda al grado di saturazione della sfera della
circolazione,
la quantità di oro o di argento presente
deve essere maggiore di quella impegnata nella
funzione di moneta:
a questa condizione adempie la forma di tesoro del denaro,
le riserve dei tesori servono come canali di deflusso e di afflusso del
denaro circolante.
43
b) Mezzo di pagamento.
RIASSUNTO
Nella forma immediata della circolazione delle merci che finora abbiamo
considerato,
la medesima grandezza di valore è stata presente due volte:
merce a un polo,
denaro al polo opposto:
quindi i possessori di merci entravano in contatto come rappresentanti
di equivalenti esistenti e reciproci;
con lo sviluppo della circolazione delle merci
si sviluppano situazioni per le quali la cessione della
merce viene separata dalla realizzazione del suo prezzo:
elenco situazioni
un genere di merce esige per la sua produzione una durata
maggiore,
un altro una durata minore,
una merce nasce sul suo mercato, l'altra per un
mercato lontano,
quindi un possessore di merci può presentarsi come venditore,
prima che l'altro possa presentarsi come
compratore.
Quando si abbia un ritorno delle stesse transazioni fra
le stesse persone,
le condizioni di vendita delle merci si regolano
secondo le
loro condizioni di produzione:
un possessore di merci vende merce esistente,
l'altro compra come rappresentante di denaro.
Il venditore diventa creditore,
il compratore diventa debitore.
Qui muta la metamorfosi della merce ossia lo sviluppo
della sua forma di valore
e anche al denaro è
assegnata un'altra funzione: esso
diventa
mezzo di pagamento.
Il carattere di creditore o di debitore sorge qui dalla circolazione semplice delle
merci:
la variazione delle forme di essa impone questa nuova impronta al venditore e al compratore:
in un primo momento si tratta di funzioni fugaci esercitate dagli agenti
della circolazione:
quelle del venditore
e del compratore.
ora però l'opposizione è capace di maggiore cristallizzazione.
Ritorniamo alla sfera della circolazione delle merci.
E’ cessata la comparsa simultanea degli equivalenti
merce e denaro ai due poli del processo di vendita:
ora in primo luogo, il denaro
funziona come misura di valore nella
determinazione del prezzo della merce venduta:
il prezzo di questa, misura l'obbligazione del compratore,
cioè la
somma di denaro ch'egli deve,
in secondo luogo
funziona come mezzo ideale di compera;
benché esista solo nella promessa di denaro del
compratore, ha per effetto il cambiamento di mano delle merci. solo alla
scadenza del termine di pagamento
il mezzo di pagamento entra in circolazione, cioè passa dal compratore al venditore.
Il mezzo di circolazione
s'era trasformato in tesoro, perchè il processo di
circolazione s'era interrotto con la prima fase,
ossia perchè la figura trasformata della merce era stata
sottratta alla circolazione;
il mezzo di pagamento entra nella circolazione, dopo che la merce ne è già uscita:
non è più il denaro a mediare il processo:
lo conclude, in maniera indipendente, come esistenza assoluta del valore di
scambio o merce universale.
44
Il venditore aveva trasformato merce in denaro per soddisfare
mediante il denaro un bisogno;
il tesaurizzatore, per conservare la merce in forma di denaro;
il compratore debitore, per poter pagare:
quindi ora, la figura di valore della merce, il
denaro
diventa ora fine a sè stesso della vendita,
per una necessità sociale che sgorga dalle condizioni del
processo di produzione.
Il compratore riconverte il denaro in merce prima di
avere trasformato merce in denaro,
cioè compie
la
seconda metamorfosi della merce anteriormente alla prima.
La merce del venditore circola, ma realizza il suo prezzo solo in un titolo di
diritto privato sul denaro:
si trasforma in valore d'uso, prima di essersi
trasformata in denaro.
La prima metamorfosi si compie solo più tardi.
Nel processo di circolazione le obbligazioni venute a scadenza rappresentano
la somma dei prezzi delle merci,
la vendita delle quali ha provocato quelle
obbligazioni:
in primo luogo,
la massa di denaro necessaria alla realizzazione di
questa somma dei prezzi dipende dalla velocità del corso dei mezzi di
pagamento:
essa risulta da due circostanze:
-la concatenazione dei rapporti fra creditore e debitore,
cosicchè A che riceve denaro dal suo debitore B, lo
versa a sua volta al proprio creditore C
-e l'intervallo di tempo fra i differenti termini
di pagamento.
Il processo a catena di pagamenti o prime metamorfosi ritardate
si distingue dall'intreccio delle serie di metamorfosi
sopra considerato:
nel corso del mezzo di circolazione,
la connessione fra venditori e compratori sorge nel
corso del denaro e con esso;
invece, il movimento dei mezzi di pagamento esprime
un nesso sociale già esistente prima del movimento stesso.
La contemporaneità e la contiguità delle vendite
limitano la sostituzione della massa di monete con la velocità della
circolazione:
esse costituiscono, d'altra parte, una nuova leva
nell'economia dei mezzi di pagamento.
i crediti di A verso B, di B verso C, di C verso A
si eliminano reciprocamente come grandezze positive e
grandezze negative, fino a un certo ammontare:
così rimane da saldare solo un bilancio di dare e
avere;
quanto maggiore la massa concentrata dei pagamenti
tanto più piccolo, relativamente, il bilancio e la massa dei
mezzi di pagamento in circolazione.
La funzione del denaro come mezzo di
pagamento implica una contraddizione immediata:
appena si debbono compiere pagamenti reali,
il denaro
non si presenta come mezzo
di circolazione, come forma del ricambio organico destinata a far da mediatrice
e a scomparire,
ma si presenta come incarnazione
individuale del lavoro sociale, esistenza autonoma del
valore di scambio,
merce assoluta;
questa contraddizione
erompe
nelle crisi di produzione e commerciali cioè nelle crisi
monetarie,
in questi turbamenti generali
il denaro si cambia improvvisamente
e, da figura solo ideale della moneta di conto, eccolo denaro contante: non è più sostituibile con
le merci:
nella crisi,
l'opposizione fra la merce e
la sua figura di valore, il denaro, viene fatta salire fino alla
contraddizione assoluta,
la carestia di denaro rimane la stessa sia che i
pagamenti siano fatti in oro o banconote.
45
In un periodo determinato, data la velocità del corso dei mezzi di
circolazione e di pagamento,
il totale complessivo del denaro
circolante è eguale alla somma
- del totale dei prezzi delle merci da
realizzare,
- e del totale dei pagamenti in scadenza,
detratti i pagamenti che si compensano reciprocamente
o laddove la moneta funziona come mezzo di
circolazione o come mezzo di pagamento.
es. il contadino
vende il suo grano per 10
Euro che così servono come mezzo di circolazione,
e paga con esse la tela che gli ha fornito il tessitore:
i 10 Euro funzionano ora come mezzo di pagamento
il tessitore acquista in contanti, una Bibbia: i 10 Euro funzionano come mezzo di pagamento e così
via.
Quindi anche essendo dati, prezzi e velocità del corso del denaro
ed economia dei pagamenti
la massa di denaro corrente durante un periodo, es. in un
giorno,
e la massa circolante delle merci non coincidono più;
c'è del denaro che
rappresenta merci da tempo sottratte alla circolazione.
circolano merci, il cui equivalente in denaro apparirà solo in futuro.
La moneta di credito
proviene dalla funzione
del denaro come mezzo di
pagamento
in quanto anche certificati di debito riprendono a
circolare, per la trasmissione dei crediti,
con l'estendersi del credito si estende la funzione del denaro
come mezzo di pagamento:
come tale,
esso riceve forme
proprie di esistenza, con le quali si colloca nella sfera delle grandi
transazioni commerciali;
mentre la moneta d'oro o d'argento viene respinta nella
sfera del piccolo commercio.
A un certo grado di ampiezza della produzione delle merci
la funzione del denaro
come mezzo di
pagamento oltrepassa la sfera della circolazione delle merci:
il denaro diventa la
merce generale dei contratti;
rendite, imposte si trasformano, da versamenti in natura, in
pagamenti in denaro:
per i pagamenti, vengono stabiliti termini
che poggiano in parte sulle condizioni naturali della produzione,
vincolate alla vicenda delle stagioni,
e che regolano anche pagamenti che non sorgono direttamente dalla
circolazione delle merci es. imposte, rendite.
Dalla legge sulla velocità del corso dei mezzi di pagamento segue che per i pagamenti
periodici
la massa necessaria dei mezzi di pagamento sta in rapporto
diretto con la lunghezza dei periodi fra i pagamenti.
Lo sviluppo del denaro come mezzo di
pagamento rende necessarie
accumulazioni di denaro per i
termini di scadenza delle somme dovute;
la tesaurizzazione come forma autonoma di arricchimento
scompare col progredire della società civile,
viceversa cresce, nella forma di fondi di riserva dei mezzi di
pagamento.
46
c) Moneta mondiale.
Con la sua uscita dalla sfera interna della
circolazione, il denaro
-torna a spogliarsi delle forme locali, di scala di
misura dei prezzi: moneta- moneta divisionale-segno di valore,
-e ricade nella forma originaria di verghe di metalli
nobili.
Nel commercio mondiale le merci dispiegano
universalmente il loro valore:
la loro forma autonoma di valore si presenta come moneta
mondiale.
solo sul mercato mondiale
il denaro funziona in
pieno come quella merce
la cui forma naturale è allo stesso
tempo forma sociale di realizzazione
del lavoro umano in abstracto:
il suo modo di esistenza diventa adeguato al suo concetto.
Nella sfera interna della circolazione solo una merce può
servire come misura di valore e quindi come denaro.
ORO/ARGENTO
Sul mercato mondiale regna una doppia misura di valore, l'oro e l'argento.
la moneta mondiale funziona come:
mezzo generale di pagamento e d'acquisto,
materializzazione sociale della ricchezza;
L'oro e l'argento
-servono da mezzo di acquisto internazionale quando viene
perturbato l'equilibrio del ricambio organico fra varie nazioni.
- infine servono come materializzazione sociale della
ricchezza quando si tratta di trasferimento della ricchezza da un paese
all'altro.
Come per la sua circolazione interna,
ogni paese ha bisogno d'un fondo di riserva per la
circolazione sul mercato mondiale:
le funzioni dei tesori sorgono
in parte dalla funzione del denaro come mezzo interno di
circolazione e di pagamento,
in parte dalla sua funzione come moneta mondiale:
per questa ultima parte si esige sempre la merce denaro reale, oro
e argento in persona.
Il movimento della corrente dell'oro e dell'argento è duplice:
da una parte si riversa per il mercato mondiale nelle varie sfere nazionali di
circolazione
per sostituire monete d'oro e d'argento logorate,
per fornire il materiale per merci di lusso e irrigidirsi nei
tesori.
Questo primo movimento è mediato dallo scambio diretto
fra i lavori nazionali realizzati in merci, e il lavoro realizzato in metalli
nobili dei paesi produttori d'oro e d'argento;
dall'altra parte, l'oro e l'argento
scorrono fra le differenti sfere di circolazione
nazionali, in un movimento che segue le oscillazioni del corso dei cambi.
Il fatto che i serbatoi di tesori siano colmi in modo
notevole al di sopra dei loro livello medio, indica un ristagno della circolazione
delle merci o una interruzione nel flusso della metamorfosi delle merci.
47
Nessun commento:
Posta un commento