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sabato 2 gennaio 2021

LA CASA DELLA POESIA e Livia Chandra Candiani

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Livia Chandra Candiani

Che esista la Casa della Poesia e che sia una vera casa dove si sente che il lavoro del poeta è riconosciuto e onorato nei gesti quotidiani dell'ospitare e aver cura è già un dono 

preziosissimo in un'epoca di deriva dell'accoglienza e del riconoscimento del bisogno di coltivare l'anima  che non può essere separato dal salvataggio della sopravvivenza. 

Fare poi l'esperienza diretta di portare la propria poesia alla Casa della poesia è qualcosa che mi ha modificato il cuore. 

Spesso ho sentito di essere stata invitata per la mia scrittura senza che venisse compreso che ho anche un corpo, delle esigenze umane e una sensibilità provata dalle tempeste. Invece a Baronissi mi si voleva tutta intera, senza discorsi, nei fatti. 

C'è quella capacità di generosità di chi dà senza sapere di dare che è più dei danzatori che dei benefattori. 

La poesia si respira come lavoro, dedizione leggera e costante, leggera perché non enfatizzata, ma i libri parlano, l'accoglienza delle lingue madri di tutti, le traduzioni precise e segnate dalla capacità di farsi da parte. 

Il cibo, il sonno, il bagno, il basilico, i rampicanti, i sassi. 

Tutto parla di accudimento, di voler far stare gli altri bene al mondo. 

Non solo la mia poesia ha bisogno di questa Casa, ma anche la mia umanità. 

Ho più fiducia adesso. 

Grazie Raffaella e Sergio, non vi lasceremo da soli, la Casa della Poesia è casa di tutti i lottatori, agitati o quieti che siano, che non vogliono vergognarsi di essere umani.


Livia Chandra Candiani, poeta

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