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lunedì 5 settembre 2022

VERITA E TEORIE


Il pensatore di Rodin vettoriale o58cwex6-900

La nozione di verità rispetto a un modello fisico è di carattere parziale, come quella di “adeguatezza empirica”. 

L’uso di nozioni ‘parziali’ di questo tipo, che sono in qualche modo alternative a quella generale di verità di una teoria, risponde a un’impostazione che ritiene più opportuno concentrarsi su aspetti pragmatici e empirici che non su domande come “la teoria è vera?” o “sotto quali condizioni la teoria è vera?”. 

Se la verità di un’intera teoria è determinata dal fatto che il mondo reale sia effettivamente come la teoria dice che deve essere, che cosa succede nel caso che una teoria ammetta più di un’interpretazione, cioè nel caso che, secondo la teoria, il mondo reale possa essere fatto in due o più modi diversi? 


A queste domande su verità e teorie proviamo a fornire delle risposte convincenti.

  • Verità e teorie in fisica

La fisica, sia classica sia quantistica, ammette una teoria con diverse interpretazioni; o altrimenti detto, se includiamo nella definizione di una teoria anche la sua interpretazione, due diverse teorie che descrivono gli stessi fenomeni: la meccanica quantistica è una teoria fisica con una definita struttura formale e una determinata portata empirica, ma con un problema interpretativo ancora aperto. 

Le interpretazioni di questa teoria sono infatti molteplici: dalla “teoria dei molti mondi” alla “teoria della riduzione dinamica” e alla ‘teoria della decoerenza’.

Ognuna di queste interpretazioni ci dice qualcosa di diverso su come è fatto il mondo descritto dal formalismo quantistico.

La domanda sulla verità di una proposizione come “l’elettrone ha una traiettoria ben definita”, ovvero se una particella microscopica come l’elettrone abbia una traiettoria ben definita, secondo alcune intepretazioni la domanda avrà una risposta negativa, secondo altre interpretazioni una risposta positiva. 

La risposta dipende dunque dall’interpretazione scelta. 

Ma il vero problema è che cosa succede della verità dell’intera teoria. 

Come possiamo giudicare, in tal caso, della verità della teoria?

Questo è il problema fondamentale sul tema verità e teorie.

  • Le teorie e loro applicazioni

Se la pratica sperimentale non contraddice i risultati teorici si è sicuri della bontà della teoria ma non certo della sua intrinseca oggettività.

Essa non è garantita neppure dalla adozione di strumenti di calcolo estremamente sofisticati che sono, pur sempre, storicamente determinati dalla prassi gnoseologica umana.

Ma che ne è dell'obiettività universale dello strumento matematico se non è in grado di liberare la conoscenza e la scienza dai vincoli della storia e dar loro valore euristico?

  • Spazio, tempo, moto in Newton e in Einstein

I problemi per la nozione di verità non finiscono qui: tra la teoria newtoniana dello spazio, del tempo e del moto e la teoria della relatività speciale di Einstein, viene da dire che la teoria vera è la relatività speciale. 

La teoria newtoniana funziona molto bene in un certo dominio: relativamente ad esso “salva i fenomeni” esattamente come la teoria della relatività, e la sua descrizione dello spazio e del tempo può essere “vera”.

La verità di una teoria fisica può, quindi, dipendere non solo dalla sua interpretazione, ma anche da domini interteorici o adeguatezza intersoggettiva. 

  • Il criterio di oggettività intersoggettiva

Nello spirito della teoria della relatività, l’invarianza delle leggi fisiche rispetto alle trasformazioni “spazio-temporali” esprime l’invarianza rispetto a cambiamenti dei sistemi di riferimento o “osservatori”. 

Su questa base, è quindi possibile porre le invarianze “spazio-temporali” in rapporto con un criterio di oggettività intersoggettiva della descrizione fisica: le leggi mediante le quali descriviamo l’evoluzione dei sistemi fisici hanno valore oggettivo in quanto non cambiano.

Oggettivo è ciò che è invariante rispetto al gruppo di trasformazioni dei sistemi di riferimento, oggettività significa invarianza.

  • I problemi d'indecidibilità, le teorie, le applicazioni e la scientificità

Quando problemi d'indecidibilità insorgono nelle scienze esatte e si ripercuotono in tutti gli altri settori del sapere, che fare? Come trovare una soluzione valida al problema circa la verità e le teorie?

Parafrasando Gödel, secondo il quale esisterebbe sempre un'affermazione vera dell'aritmetica non deducibile dagli assiomi, si può affermare che i modelli matematici non deducono le leggi fisiche, anche se questo assunto generale impera tuttora in tutti i campi e le culture: anche tra gli empiristi o sperimentalisti che regolano le loro scoperte secondo assiomi predeterminanti: l'esperimento o la sequenza statistica di dati tratti dalla verifica diretta.

Ecco il paradosso: per comprendere la logica vera, solo sui numeri interi, sono necessarie infinite nuove definizioni.

Per quanto dispiegata e complessa sia la premessa, la verità non può scaturire meccanicamente.

Se ciò è rigorosamente formalizzato e scientifico per la teoria dei numeri, maggiori limitazioni e paradossi sono applicabili in altri domini del sapere.

  • Conclusioni su verità e teorie

Per confutare le teorie esistenti non è sufficiente ritrovare i prodromi teorici in altri teorici preesistenti, né stabilire le filosofie di appartenenza abbinate ad epoche storiche ed appellarsi al progresso scientifico; men che mai credere nella verifica dell'applicabilità, giacché scienziati non sospetti di catastrofismo sono adeguatamente coscienti che tutte le teorie, le più incoerenti e le meno rigorose, sono suscettibili di applicazione e non tutte le applicazioni possiedono barlumi di scientificità.

Per definire il senso del mondo serve un metalinguaggio.

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