1998:2003
Nell’era del virtuale si conclude la fase post-moderna e post-industriale per lasciare spazio alle nuove tecnologie o nuova technè: una isteresi dal macroprogetto, metaprogetto, al microprogetto, o dalle macrotechnè alla microtechnè, mobile, flessibile ma anche isologica, isomorfica o isomorphing.
Le tecnologie del macro si identificano sempre più nelle tecnologie del micro: la singolarità nuova della progettualità, dell’innovazione, dell’architettura, dell’urbanistica.
L’imperativo pare essere, quello di abitare poeticamente la technè l’immagina- rio, il virtuale, il progetto, l’architettura del micro, locale, particolare e del macro globale.
Le esperienze raccolte paiono abbandonare il ritorno del classico, del gotico o del barocco o del moderno, per gettare le fondamenta di eventi di singolarità isomorfiche tra tecnologia ed estetica, tra progetto e preesistenza architettonica, tra virtuale ed immaginario.
Nel passatol’adeguatezza del micro con il macro è sempre stato delegato ad altre competenze fisiche o chimiche.
La nuova era della technè non tralascia di indagare anche la struttura dei sistemi, la sua stabilità strutturale, l’elasticità, la morfogenesi: anzi, il suo campo di esistenza epigenico o la sua fondatezza o la sua ragione d’essere singolarità della nuova era, pare sia quella della isologia tra la pre-esistenza della microfisica ed il virtuale delle macrostrutture dell’impianto, della struttura invisibile che regge la nuova architettura, delle sinergie e sinestesie tecnologiche.
Recentemente, quale prima singolarità esemplare, è apparsa la progettualità del legno armato con fibra al carbonio: Gottardi, Piazza, Cattich del Trentino hanno proposto una innovazione dell’armatura in un materiale classico, con prossimià di elasticità simile alle classiche del cemento armato.
Travi portanti, strutture inserite nelle murature, negli interstizi vuoti come nei microfori dei moduli d’argilla consentono una resistenza delle preesistenze, e una resistenza alle sismicità, alla termodinamica, alla gravità delle grandi strutture.
La soluzione estetica consente d’essere gradita esteticamente dalle responsabilità della cura architettonica ed urbana.
Quella intuizione può essere dispiegata anche in tutte le altre varietà classiche del materiale dicostruzione: marmi, argille, ceramiche, silici, pietra, cementi, metalli: ferro, titanio, acciaii, allumini, nichel, ori, argenti, palladi.
Le fibre di carbonio immerse nella struttura e connesse con i siliconi sono già strutturalmente stabili come altre armature classiche ma incompatibili con le preesistenze architettoniche, ma se l’innovazione si dispiegasse dalle fibre lineari del carbonio alle super fibre o supercorde o superstringhe sferiche, tubolari, vuote dei fullereni o diamanti sferici, la stabilità e l’elasticità supereranno di gran lunga qualsiasi altra tecnologia dei sistemi strutturali.
Nell’icona “A”
delineata il carbonio sferico, tagliato con il laser, con configurazione ellitica, tale da costituire un chiodo fisso nella struttura preesistente, consente d’essere inserito negli interstizi vuoti delle pareti, nelle strutture portanti, nei moduli connettivi di costruzione, nella modalità visibile o invisibile, giacchè anche una supercorda di dimensioni in micron consente un equilibrio stabile superiore alle altre tecnologie preesistenti.
La singolare struttura del diamante sferico consente una verticalità edificabile simile a quelle realizzate dalla progettualità di Herzog, dei De Meuron in Amburgo, dei Foster delle post-stazioni o postazioni berlinesi o londinesi.dei Wilford, Meier, Botta, Richter come evidenziato nell’icona “B” e “C” , ma a differenza di quelle, la verticalità della struttura può essere invisibile giacchè le superfibre fullereniche oltre ad essere inseribili per palinsesto nei vuoti strutturali o nelle preesistenze archeologiche o architettoniche, sono gettate nelle fondamenta, nelle strutture portanti, nei moduli essenziali attraverso microvuoti, creati dal laser, con dimensioni quasi invisibili alla visione degli esperti: sono invisibili strutture più stabili, più equilibranti delle strutture visibili, e perciò inestetiche o inadeguate.
La pervasività del micro o particolare o locale, al macro consentono di connettere i particolari, o i fregi, le icone, le simbologie, gli affreschi senza ricorrere a collanti estranei o siliconici, ma solo con la microfibra, o microstringa, sagomate per aderire e rendersi invisibili nei tracciati laser di tutte le strutture materiali classiche delle preesistenze architettoniche.
L’Appennino centrale o le instabili subsidenze geologiche europee, se non oltre.
La flessibilità consente la immersione delle superfibre o supercorde nelle curvature positive, negative o curva nulla con elasticità antisismica, antitermica e a struttura dissipativa termodinamica rilevante simile alle nuove tecnologie sperimentate nelle regioni dell’Appennino centrale o nelle instabili subsidenze geologiche europee se non oltre.
Tanto per valorizzare le qualità delle intraprese italiane è da citare il brevetto di Alga definito “isteretico”: è una microstruttura ad isteresi, rallenta e dissipa energia termodinamica e sismica, progettata con acciai e teflon che prolunga nel tempo le oscillazioni, crea un campo elettromagnetico variabile, ripristina una super elasticità con memorie morfologiche.
Qui l’innovazione può essere esponenziale se alle fibre che consentono l’isteresi dissipativa termodinamica antisismica si sostituiscono, con palinsesti adeguati, supercorde fullereniche o superstringhe al diamante sferico.
La medesima progettualità è possibile in tutto il sistema Glis dell’Enea presente nell’Appenino Centrale, nelle leghe nichel-titanio, nei sistemi dissipativi dinamici extraresistenti, giacchè il palinsesto dalle microfibre è invisibile alla vista e attuabile con tecniche di incisione laser sui vuoti interstiziali sulle strutture compatte, sulle curvature positive o negative con morfogenesi ellittiche, cuspidali, spiraliche come evidenziate nelle icone “B” e “C” .
Esistono già i brevetti per le fibre fullereniche, laboratori già operativi in Italia,col progetto del CNR Bonizzoni, ed in Europa, utili per configurare una concretezza ed operatività, fattibilità ed immediatezza inimmaginabili.
Anzi da quelle esperienze c’è già il dispiegamento in start-up da intrapresa di nuove tecnologie.
Qui quel che interessa è la tecnologia strutturale antisismica e compatibile esteticamente con il campo del preesserci architettonico: le provate proprietà elettromagnetica utili per le strutture dissipative della termodinamica sismica, sono sommate alle proprietà di resistenza meccanica, resistenza alla corrosione, resistenza ambientale alle aggressività atmosferiche e temporali, antisismica, antiattrito ed altre eventualità superspaziali connessi alla gravità, alla fissione o fusione, alla meccanica quantica.
Ma la proprietà più singolare ed innovativa suggerita dal laboratorio di Dubois del Dipartimento di Mons-Haimant, ove si è creata una sintesi, con argille che consentono una elasticità sorprendente nel micro e nel macro: tant’è che qui è possibile quella tecnologia del micro in sinestesia con il campo del preesserci architettonico, per offrire una maggiore stabilità sia microfisica sia nelle grandi strutture.
I premi Nobel Kroto Curl e Smalley, dedicando la loro scoperta a B.Fuller, vollero ispirarsi a Leonardo e Brunelleschi,ma non immaginavano di innovare anche la microstabilità strutturale o il lavoro virtuale delle grandi strutture consentito dalla essenza bistabile composta da sfere multidimensional: tale che la dissipazione elettromagnatica si dispiega sia endogenamente oltre che nella classica morfologia esogena e visibile.
Nella microstruttura fullerenica l’energia interna influente trasforma l’energia sismica o termodinamica in energia cinetica, senza trascendenza nelle prossimità strutturali.
Le tecniche di proluzione sperimentali sono molteplici, la più interessante è quella della vaporizzazione laser: lì impulsi intermittenti di luce coordinati di alta potenza fondono, connnettono, fissano molecole epitassiche nella morfogenesi desiderate, come illustrato nell’icona “C”: supercorde, superstringhe, varietà, trivarietà topologiche.
Con il laser è consentito anche il “drogaggio” con atomi ferromagneteci, carbonio 14 radioattivo, alluminio, silicio, titanio: ogni connessione può dar alla luce un progetto ed un brevetto
Inizialmente è l’epitassia frattale al laser, icona “C”, la tecnologia più immediatamente inseribile nel mercato, giacchè la forma ellittica consente la connessione con i sistemi della materia classici e sperimentali,in interazione di elasticità o stabilità strutturale, l’elasticità virtuale e la stabilità microfisica virtuale degli impianti, delle fondamenta, dei moduli tipologici.
Le singolarità virtuali in interazione con l’impianto strutturale, la montatura, la gestell, sono in sinergia supersimmetrica o sinestesia simmetrica microtecnica e globale, reversibile.
L’intrapresa che desideri attuare quella progettualità non dovrà far altro che dispiegare le singolarità evidenziate: nell’icona “A” l’impianto, la montatura in superfibra al diamante sferica si inscrive nella preesistenza architettonica, nella microstruttura come nella macro, attraverso una tecnologia mutuata dall’armatura classica, con elasticità e stabilità superiori a quelle del classico cemento influente sull’architettura di fine millennio
L’incisione dei tracciati attraverso la luce coerente laser, sui materiali classici e sperimentali consente le curvature strutturali positive, negative ellittiche, o a curvature azzerate o lineare,la microforatura in assenza di interstizi vuoti, nelle dimensioni invisibili si lascia colmare con le superstringhe o supercorde fullereniche conferendo una elasticità virtuale antisismica, con strutture dissipative termodinamiche transferenti l’energia instabile in energia cinetica endogena, virtualmente stabile.
Nell’icona “B”
qualsiasi singolarità fornisce la fondazione necessaria per edificare impianti supersimmetrici, morfologicamente, alle microstruttura sferica del carbonio: la più completa varietà quella topologicamente trivariabile, consente connessioni verticali, orizzontali e a curvanza positiva gotica o classica, ma arcuata a curvatura negativa ellittica più stabile e resistente, ma inedita per l’estetica architettonica.
La sinergia con i moduli singolari dei particolari locali è consentita dalla elasticità microstrutturale molecolare, invisibile e compatibile con le materialità preesistenti archeologiche e naturalistiche.
L’icona “C” consente di intravvedere una immagine di completezza, con evidenza delle continuità strutturale degli impianti supersimmetrici in sinergia e sinestesia con le microstruttura evidente;
al centro dell’icona:lì l’epitassia frattale è consentita dalle microtecnica laser, ampiamente praticata nei laboratori europei.
Si è in presenza di una nuova era dell’architettura con un nuovo inizio nella ricerca degli impianti per il campo delle preesistenze, giacché, a differenza delle altre ere e stili, non c’è differenza tra la progettazione dellle microstrutture endogene della elasticità virtuale e gli impianti supersimmetrici della progettualità classica.
Il nuovo inizio implica anche una nuova cultura e nuova professionalità, didattica, saperi, ma anche e soprattutto, o innanzi tutto,una nuova intrapresa che sappia coniugare, irreversibilmente e senza sosta, la ricerca con il progetto, la fattibilità della concretezza del presente con gli eventi di un futuro che ancora non c’è, ma che è presente nei brevetti, nella ricerca epistemica, nella sinestesia morfogenica dei modelli della microfisica frattale, quantica, supergravitazionale.
Solo con quel preesserci, il progetto virtuale potrà essere più pregnante: dal semplice in 3D al complesso 8D, fino all’ideale in 11D che disveli anche le variabili nascoste spaziotemporali delle microstrutture dell’impianto fullerenico.
I modelli di software, presenti sul mercato, quali i frattali, saranno convalidati dai modelli matematici risonanti, della stabilità strutturale topologica: cuspidali, ellittici, iperboloci, metabolici.
Solo così la rigorosità scientifica sarà evidenziata per la bistabilità fullerenica, per la dinamica delle sfere carbonica all’interno della varietà topologica e trivarietà classica, o cuspidale o ellittica, per l’isteresi dell’atomo instabile nel diamante sferico, per valutare la dissipazione termodinamica della intensità sismica, o dell’interferenza atmosferica, o dell’interazione dell’impianto supersimmetrico strutturale.
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