La crisi che stiamo vivendo è stata sovente rappresentata come un fenomeno naturale imprevedibile: un terremoto, uno tsunami.
Oppure come un incidente capitato a un sistema, quello finanziario, che di per sé funzionava perfettamente.
In realtà è stata il risultato di una risposta sbagliata, di ordine finanziario, che la politica ha dato al rallentamento dell'economia reale in corso da lungo tempo.
Luciano Gallino, Il colpo di Stato di banche e governi
L'attacco alla democrazia in Europa
2013 Passaggi Einaudi pp. 352 € 19,00 ISBN 9788806213404
E non, come afferma Bruxelles, il prodotto del debito eccessivo che gli Stati avrebbero contratto a causa della crescente spesa sociale.
Al contrario è stato favorito lo sviluppo senza limite delle attività speculative dei grandi gruppi finanziari.
Avere lasciato il potere di creare denaro per nove decimi alle banche private è un difetto che sta minando alla base l'economia.
E questo con la complicità dell'intero sistema politico e finanziario (la Bce, la Fed, la Banca d'Inghilterra, i fondi speculativi e quelli sovrani, i governi e la Commissione europea).
Poche decine di migliaia di individui, i responsabili, contro decine di milioni di vittime.
Senza contare che per rimediare ai guasti del sistema finanziario le politiche di austerità stanno generando pesanti recessioni: nell'intento di proseguire con ogni mezzo la redistribuzione della ricchezza dal basso verso l'alto in atto da oltre trent'anni.
Il tracollo finanziario di questi anni non è dovuto a un incidente del sistema: né tantomeno al debito pubblico che gli Stati avrebbero accumulato per sostenere una spesa sociale eccessiva.
È il risultato dell'accumulazione finanziaria perseguita ad ogni costo per reagire alla stagnazione economica di fine secolo.
È indispensabile riportare la finanza al servizio dell'economia reale, anzitutto creando occupazione: senza lavoro non c'è crescita.
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