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martedì 17 marzo 2020

GIACINTO PLESCIA: Fondamenta di storia dell'essere CnrAgenzia2001



Consiglio Nazionale delle Ricerche Progetto COORDINATO - AGENZIA2001
codice: CNRC0148E1

Titolo del progetto

Fondamenta di storia dell'essere

3. Contesto nazionale ed internazionale della ricerca

Nessuno ha mai immaginato di eventuare la storia della fondatezza dell’essere.
I grandi del pensiero, e della storia, hanno solo pensato alla storia del destino dell’essere.  

Qui si vorrà lasciare libero il campo alla ricerca, almeno delle fondamenta essenziali della storia dell’essere, quale storia della sua fondatezza ontologica: grundseyn. 

C’è solo un pensiero dell’ontologia poetante, che ha percorso il sentiero, della
storia del grundaseyn.

Ma nessuno ha ancora eventuato il sentiero, il seynweg, del grundseyn, abgrundseyn, quale abissale fondatezza della poiesiseyn, della physiseyn, dell’aletheyaseyn, del gestellseyn, della ikonaseyn, dell’ontosofia dell’essere caosmico. 

Non è più consolante affidarsi all’origine della storia con la visione classica., giacchè l’essere, pur venendo alla presenza libero dalla metafisica, già si eventua nella sua latenza e velatezza esistenziale, nichilista, teologica, etica, estetica.

Le origini del grundseyn non si limitano al pensiero poetante miceneo, ma affondano la loro abissalità almeno nell’archeosofia minoica, e oltre, aldilà dell’indeterminatezza ermeneutica, interpretante essenzialmente il sentiero che dall’ikonaseyn si eventua nel grundseyn e nell’abgrundseyn della gestellseyn, caosmica poetante.
Solo quella dimensione storica ci offrirà il senso autentico della fondatezza dell’essere, nel tempo e nello spazio della storia dell’essere.
Eventuare quella differenza, consente di intraprendere il sentiero interrotto del perché si scelse l’ontologia dell’essere e si abbandonò, nella mitopoiesiseyn,
l ’ontosofia dell’essere poetante.

La scelta micenea, della fondatezza dell’essere ontologico, consentì la continuità dell’essere ontosofico, almeno nella sacralità mitopoietica, ma condusse alla latenza, alla sottrazione, all’abisso, alla katabolia immaginaria, l’essenza della grundseyn.
Da quella epochè si eventuò la metafisica dell’essere, la sua ermeneutica, la epistemè, la mathesisis, la technè, il nichilismo, la noetica, l’etica, l’estetica.
Ma l’incompletezza ontosofica fu consentita solo nella paradossalità archeosofica.

Le attuali eristiche sulla verità, esula storia della verità, sono solo un debole aleggiare di quel che ci attende nel nuovo millennio, quando le ermeneutiche delle identità, le interpretanze infinite delle bioetiche, le iperboliche virtualità dell’epistemè, annulleranno tutti i paradigmi consolanti della storia presente dell’essere, per lasciare il campo, vuoto o libero, dalle sinergetiche dissipanti, dell’ontologia dell’essere: solo allora la domanda originaria eventuerà il senso della differenza ontosofica.

4. Descrizioni obiettivi, programmi e metodologia della ricerca

Obiettivi

Il futuro della libertà di ricerca si eventua nella libertà di ricerca della storia dell’essere ontologico: la libertà d’essere, dell’essere, storia disvelata dopo millenni di storia kriptata nel dasein, nella vivenza, nell’etica, nella politeia, nella psychè, nella patria, nella ecosfera, nel mondo.

Solo nell’origine l’essere si svelò ontosofico, poi il sentiero, la seynweg, si eventuò ontologico per divenire metafisico, per accadere nella vivenza fisica, psicobiologica, etica, estetica.
Ma quel clinamen iniziale, prima d’essere criptato e latente, si eventuò nel tempo, ancora indeterminato, e nello spazio, forse individuato nell’area minoica che da Cnosso si irradiò nell’Europa, nella Anatolia, nel kiengi orientale.

La prioritaria ricostruzione delle fondamenta dell’essere può eventuarsi nel futuro della sua storia, almeno perchè il campo di ricerca è ben delineato: è presente nel seynweg quale topologia dell’essere, ancora senza cronologia, e soprattutto, o purtroppo, senza kairologia: o meglio si può iniziare solo con la sicurezza della temporalità di latenza, giacchè permane kriptata la temporalità di svelatezza, quale libertà di physiseyn eleuteronseyn della poiesiseyn: storia della libertà dell’essere, storia dell’essere in libertà.

Si è in presenza di una storia che non c’è dell’essere che c’è sempre stato, prima della storia, e di una storia che c’è dell’essere che non c’e’, o non c’e’ mai stato, o si è eventuato solo nella sua assenza presente, quale dasein, esserci, vivenza, mondo.

La differenza ontologica tra la nuova storia e le altre passate, possibili, eventuali, virtuali, virtuose, immaginarie, mitiche, misteriche, enigmatiche, rigorose, bellicose e che mentre lì l’essere è assente e kriptato, qui l’essere finalmente si disvela nella sua physiseyn ontopoietica, caosmica, poetante di una storia che non c’è, ma che è indispensabile, ineludibile, indifferibile, per esserci una storia dell’essere dopo la storia senza essere, senza l’essere.

Programmi

Il programma di storia che non c’è dell’essere che c’è, sarà classico e virtuale, per consentire a tutti i protagonisti globali di esserci nel gettare le fondamenta della storia dell’essere poetante.
Nel gettare, almeno, le fondamenta della storia che non c’è ,per poi proseguire in continuità e in libertà la storia della libertà d’essere che non c’è, mai stata, forse neanche nell’origine della archeologia o archeosofia mitopoietica dell’essere caosmico.

Ma si possono gettare le fondamenta della storia, che non c’è, dell’essere solo se le fondamenta sono state già gettate dall’essere, e se quelle fondamenta sono state gettate già kriptate, latenti, o se sono state gettate alla luce, per poi essere custodite, sottratte, curate, velate, conservate: chi per primo eventuò la storia dell’essere è convinto che quella storia sia, contemporaneamente, dell’essere, dell’esserci, del nulla e del niente, del mondo e del pensiero.

Metodologia della ricerca

Il metaodoseyn della storia dell’essere che non c’era sarà il seynweg, il sentiero classico, ma anche il seynweg virtuale.
Il seynweg classico aleggerà nel progetto, nei brevetti, nelle ermeneutiche ontologiche della topologia storica dell’essere: la storia senza fine che libera la storia dal suo tramonto, la storia si libera della sua fine.
Il sentiero virtuale si eventuerà nel portale interattivo ove donazioni, fondi, seminari, telematici cattedre convenzionate interagiranno per presentare alla mondità della nuova epochè.

5. Descrizione particolareggiata della ricerca.

La storia dell’essere, che non c’era: senza tramonto, né fine si eventua nell’ontologia poetante, ma aleggia nel seynweg, nel sentiero dell’icona seyn che getta la fondatezza della storia dall’abisso, abgrundseyn al grundseyn immaginaria, virtuale, ontosofica.

La storia dell’essere si getta nella storia dell’icona dell’essere che non c’era, ma che aleggia senza fine, né tramonto dall’archeosofia mitopoietica all’evento della nuova epochè.

La storia dell’essere che non c’era è la storia che eventua il sentiero, il seynweg che,dall’abisso,abgrundseyn,si getta nell’icona, quale storia poetante dell’essere che non c’era, ma aleggia senza fine e senza tramonto nell’iconaseyn,quale grundseyn, fondatezza della gestellseyn della storia dell’essere ontologico.

La storia poetante dell’essere, che non c’era, eventua la storia dell’es
sere ontologico, ma soprattutto e per lo più la storia che non c’era dell’essere ontosofico, quale iconaseyn dell’essere poetante senza fine, né tramonto della sua
storia che non c’era.

Il clinamenseyn ontopoietico che s’eventua dall’abgrundeseyn quale iconaseyn della grundseyn è la storia poetante dell’essere senza fine,
senza tramonto, senza eclisse, quale disvelatezza della sua physiseyn proprio nell’epochè della fine della storia tramontante, mai più eclissante però la storia ontosofica dell’essere che non c’era.

Per gettare il sentiero nella storia poetante dell’essere,è priorita ria la differenza ontologica dell’essere in luce dell’ontopoiesi seyn: prima d’essere in luce quale storia ontologica dell’essere di fronte, dell’essere dinanzi, dell’essere davanti specularmente, simmetricamente, quale adeguatezza ortogonale supersimmetrica,gegenseyn,nulla,niente,nichilismo metafisico la storia dell’essere si eventua quale iconaseyn in luce senza fine, né eclissi, né entropia dissipante, né tramonto.

La sola autentica verità che nessuno ancora abbia pensato, o poetato la fine,o il tramonto, della storia dell’essere quale iconaseyn di fronte all’inflazione degli storici della fine della storia, è già essenziale per eventuare la storia che non c’è senza l’angoscia del tramonto, della fine, dell’eclisse, della catastrofe caosmica.

Anzi l’aleggiare,non solo nella mitopoiesi archeosofica giurassica, ma qui ed ora quale presenza poetante della storia dell'essere,che non c'era è garanzia di
fondatezza,stabilità,metastabilità,ontopoiesiseyn,continuità,gestellseyn,impianto ontologico,grundseyn,physiseyn, svelatezza poetante,aletheyaseyn,verità ontosofica.

La storia dell’essere poetante s’eventua dall’abisso caosmico e dal vuoto ontologico lasciato libero dalla fine della storia, dal tramonto della storia, dall’eclisse della storia entropica dissipante della metafisica nichilista.

Dall’abgrundseyn caosmico la metastabilità fluttuante della gestellseyn della storia dell’essere che non c’era, si presenta nel futuro quale iconaseyn della fondatezza,grundseyn, della physiseyn ontopoietica della storia senza fine, senza tramonto senza eclisse.
La storia dell’essere è la misura di tutte le storie, sia di quelle che ci sono, sia di quelle che non sono, o non ci sono più, o sono finite, o sono tramontate, eclissate:la storia dell’essere è la misura della storia, sia di quella che c’è, sia della storia che non c’è.

La misura della storia che non c’è è la storia dell’essere poetante, prima d’eventuarsi ontologico, e perciò è la storia dell’essere ontosofico: al di là della fine della storia metafisica, nichilista, sinergetica, dissipante, oltre il tramonto e l’eclisse della storia che, ancora, c’è.

La storia che non c’è è pregnante nella storia che c’è, sia pure declinante, alla fine, al tramonto: la pregnanza della storia che non c’è è la storia dell’essere poetante che gioca negli spazi liberi, negli spazi vuoti, nelle radure ontologiche abissali per eventuarsi storia autentica dell’essere.

La pregnanza della storia dell’essere si presenta nel futuro oltre l’eclisse della fine della storia, oltre il tramonto della storia che c’è, quale icona della storia che non c’è, ancora, ma che sempre c’è stata quale iconaseyn, icona dell’essere ontologico, icona ontopoietica, icona poetante, icona ontosofica.

La prioritaria differenza ontologica derivante da quella interpretanza storica è l’ermeneutica della storia eventuata solo come storia del mondo, al massimo quale storia dell’essere nel mondo, esserci, ma mai nessuno ha pensato di disvelare la pregnanza ontosofica della storia poetante dell’essere ontopoiesiseyn, che si getta nel campo della storia che non c’è, ancora, quale iconaseyn della fondatezza, grundseyn della physisen.

Sul tramonto della storia quale storia del mondo, o solo dell’esserci, si eventua sia l’eclisse, la fine della storia mondiale globale, ma anche e soprattutto la nuova epochè della storia, che non c’era, dell’essere poetante che getta nel campo della storia tramontante la fondatezza della storia dell’icona dell’ontopoiesiseyn.

Anche la stessa storia del mondo, nella nuova epochè eventuata dalla storia dell’essere che non c’era, si presenta nella sua varietà di là dall’essere ancora dispiegata ed interpretata: dalla più semplice storia del mondo virtuale alla più completa storia del mondo immaginario, alla più difficile storia del mondo caosmico, alla più essenziale storia del mondo, quale physis ontopoietica poetante.
La varietà della storia del mondo non è altro che l’ontovarietà, in relatività con la storia dell’essere ontologico.

Tutti gli eventi, ora interpretati solo quale storia del mondo dell’esserci, potranno essere invece interpretati quale storia del mondo virtuale, immaginario, caosmico, metastabile, fluttuante, topologico, ontopoietico anche la storia quale eterno ritorno nello schema del chaos della vivenza, troverà la sua fondatezza ontologica solo in relatività alla gettatezza dell’iconaseyn al chaos, al cosmo, al mondo, alla storia senza il fondo.

Gettare le icone al chaos, o meglio al chaosmos è il senso ontologico della storia dell’essere che non c’era: solo l’icona dell’essere che si getta nel campo caosmico del mondo può eventuare il senso della storia senza fine, senza fondo, senza tramonto, senza eclisse.

L’icona del chaosmos è la gettatezza degli eventi eristici della storia dell’essere.
La storia dell’icona dell’essere non significa semplicemente una eristica della storia del mondo o uno schema ortogonale dell’adeguatezza del chaos del mondo, ma la svelatezza dell’epochè della storia dell’essere in relatività con le ikoneseyn della storia che non c’era, ma che è stata sempre presente nell’essere caosmico, nella topologia dell’essere, nella metastabilità ontopoietica del mondo. 

Ma se le idee sono una immagine degli enti e dell’esserci, e le categorie le immagini della noetica, quale fu l’icona dell’essere e quindi la sua storia?

L’iconaseyn è l’icona dell’essere solo nella topologia dell’essere, nella radura ontologica, nel vuoto immaginario in luce ove si getta, ma si dà l’essere ontosofico: la grundseyn della gestellseyn della physiseyn che s’eventua dall’abisso, abdrundseyn dell’ontopoiesiseyn: la storia di quella morfogenesi ontobolica è la storia che non c’era, tutta ancora da studiare ricerare, liberare, disvelare.

La storia dell’icona dell’essere è la storia dell’essere in luce, nella luce, quale luce dell’essere nel sentiero ininterrotto della storia dell’essere: giacchè la sua gestellseyn è anfibologica, o paradossale, oxymora: fondatezza abissale, abissalità fondante, impianto fluttuante, topologia fluttuante, vuoto ontologico, vuoto immaginario, abisso eventuante l’essere in luce poetante.

L’icona che si svela dinanzi, di fronte all’essere, la gegenicanoseyn non si eventua maicontro l’essere, né in alterità né in simmetria, o supersimmetria, ma si presenta quale misura dell’essere poetante.

La gegenikonaseyn è lo spazio creato dall’essere nel vuoto ontologico, nella radura,quale ontovarietà sinestetica dell’essere valenza d’identità topologica caosmica.
La metastabilità dell’essere s’eventua nell’isteresi della gegeniconaseyn, l’isteresiseyn disvela la grundseyn ontopoietica.
  
La gegeniconaseyn è l’ontoikona dell’essere poetante: la storia dell’ontoicona poetante è la storia della nuova epochè dell’essere ontologico: l’ontoicona caosmica è l’ontosofia storica della fondatezza dell’essere, le fondamenta della storia dell’essere che si gettano nell’ontoicona della grundseyn ontopoietica.
Le fondamenta dell’ontoicona sono nella gegeiconaseyn: l’icona dell’essere che si eventua davanti, incontro, che viene alla luce, che si presenta di fronte alla noesiseyn.

Ma perché la grundseyn si eventua nella noesiseyn quale grundicona seyn del gegengrundseyn: fondatezza dell’essere in luce, sempre davanti al pensiero poetante?
Perché solo nell’icona l’interpretazione è infinita: soltanto nella gegeniconaseyn l’ermeneutica decostruttiva è senza fine, senza tramonto, senza eclissi, senza entropia dissipante, senza nichilismo metafisico sinergetico, senza singolarità abissali immaginarie o virtuali nichiliste, senza vuoto ontologico, senza nulla implosivo nell’abgrund della gegenseyn della dasein.
  
Solo così la storia dell’essere, quale iconaseyn può essere sempre in luce, davanti alla noesiseyn quale radura fluttuante della gestellseyn, della gegengrundseyn che si eventua nel futuro della nuova epochè, quale clinamenicona senza frattalità temporali, nel sentiero ininterrotto, seynweg della storia dell’essere: seynwegicona o iconaweg, quale sentiero dell’icona o icona del sentiero al di là del tramonto, dell’eclisse, della fine della storia.

La fondatezza della storia dell’essere si fonda sulla libertà di ricerca della noesiseyn di pensare ed abitare l’iconaseyn nel sentiero senza fine, né tramonto, né eclisse della decostruzione ermeneutica dell’iconaweg, quale gegengrundseyn che si dà, getta, disvela eventua nella storia, nel campo storico, nella epochè della storia, la libertà di fondare senza fondamenti un fondamento: inventare la libertà della libera fondatezza del pensiero poetante della ikonaseyn ontosofica, ontopoiesiseyn della grundseyn della storia dell’essere. 

Il fondare senza la presenza dei fondamenti metafisici ideali, o nichilisti, o categorici,o paradigmatici, epistemici, o sinergetici, o frattali, o ortogonali, senza il tramonto della fine della storia, senza l’eclisse implosiva cosmica, la gettatezza della fondatezza della storia dell’essere poetante in luce e in libertà, in verità d’essere l’iconaseyn dell’essere ontologico, in relatività con l’essere ontosofico.
La storia dell’essere è l’eterna risonanza dell’eterno ritorno dell’essere icona ontopoietica: winderseyn del wiederseyn: risonanza del ritorno nel futuro in luce.

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