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giovedì 21 gennaio 2021

GIACINTO PLESCIA: EPISTEMICA DELL'OPERA D'ARTE on beepworld

GIACINTO PLESCIA Ontologia dell'opera d'arte. Il bello tra nodi, nastri e singolarità per una morfogenesi topologica dell'arte

JOHANNES VERMEER LA RAGAZZA CON UN ORECCHINO PERLA STAMPA FINE ART IN CANVAS DA 24 POLLICI 12x16inch 


Solo l’opera d’arte ci può salvare? Solo il mito dell’opera d’arte può salvare il mito delle muse della poiesis o dell’ontopoiesis?
Ma l’arte è anche la salvezza del musagete, quale essere divinità che si dà all’arte o dà all’arte la fondatezza del mito? 

https://gpdimonderose.beepworld.it/


O che disvela con l’arte l’ontologia ontopoietica dell’opera dell’esser-arte-nella mondità come nella mondanità, o esser-arte-per-la-morte dell’arte…
https://frame-frames.blogspot.com/2020/10/giacinto-plescia-blog-on-beepworld.html?m=1


Già nelle origini della ermeneutica poetica la mimesis disvela la fondatezza della physis: aldilà della classicità simulativa, imitativa, clonante, tautologica, la mimesis quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista, con gli occhi l’essere che si disvela nella sua Physis.



Indice dei Contenuti
  • La Mimesis
  • L’Ontologia della Physis
  • L’Ontologia, l’Epistemica dell’Opera d’Arte e della Physis
  • L'Ontologia della Physis dell’Opera d’Arte e la Spazialità Topologica
  • Il Sentiero, il Meta-Odos
  • L'Opera d’Arte prima della Tecnica e la Matesis
  • La Gestell dell’Opera d’Arte e l’Ontologia della Physis Classica
  • L’Ontologia dell’Opera d’Arte e la Templarità dell’Essere nella Physis 
  • L’Arte-per-la-Mondanità e la Temporalità Templata
  • L’Ontologia dell’Esser-Arte quale Gestell 
  • L’Originalità dell’Opera d’Arte e la Dettattura Epistemica dell’Essere dell’Ente 


  • La Mimesis

E’ l’esserci che com-prende contemplando l’eventuarsi della Physis dell’essere, della natura dell’essere, dell’essere-nella-mondità.

E’ la mimesis del disvelarsi dell’essere poetante…o l’ontologia dell’icona della Physis quale ontologia dell’ikona dell’essere nel mondo.

  • L’Ontologia della Physis 

Ontologia della Physis che si disvela nel mondo quale spazialità immaginaria nella radura immaginaria ove s’eventua quale opera d’arte immaginaria… anzi l’ontologia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la Physis.

Ontologia della Physis, non la imita o la modella o la ricorda, la divela quand’era abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica.

  • L’Ontologia, l’Epistemica dell’Opera d’Arte e della Physis

E’ indispensabile intraprendere gli studi e le ricerche dell’ontologia dell’opera d’arte, giacché nel nuovo millennio tutte le configurazioni del sapere epistemico, ma anche le ontologie, Ontologia della Physis ermeneutiche, hanno evidenziato i propri confini aldiqua dell’essere-opera-d’arte, per concentrarsi solo sull’ontica, sulle entità narrate o sulle superentità ontoteologiche.

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L’epistemica dell’opera d’arte si è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza né alla nuova epistemica, né alla matesis virtuale, né alla Physis.

Ontologia della Physis immaginaria, né alla temporalità ontologica, men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’opera d’arte.

Solo il pensiero della disvelatezza resiste, o persiste nella sua re-esistenza, sostenuto dalla sua struttura ontologica fondata sull’essenza dell’essere-opera-d’arte-nel-mondo-per-la-morte.

Ma la sua origine, o originalità o singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del pensiero poetante che contempla poeticamente l’opera d’arte o la interpreta infinitamente nella temporalità kairos-logica piùttosto che cronologica.

Per raggiungere anche i sentieri interrotti della Physis Ontologia della Physis poetante dell’opera d’arte e quindi anche la fondatezza non tecnica della teknè, o il fondamento non epistemico dell’epistemica, la Physis, Ontologia della Physis dell’opera d’arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’essere animati, aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le fondamenta nella radura, nel vuoto quantico epistemico, della topologia fluttuante dell’essere opera d’arte che si dà alla mondità per inter-essere o inter-esserci opera d’arte dell’essere animato che getta quale icona dell’essere-nel-mondo-della-morte-dell’arte.

  • Ontologia della Physis dell’Opera d’Arte e la Spazialità Topologica

Può l' Ontologia della Physis dell’opera d’arte raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla spazialità topologica sgombra dalle temporalità epistemiche o anche ermeneutiche, per approdare alla libera luce senza fondo, senza fondale, senza fondamenti epistemici, senza grund ma solo ab-grund, abissi ove l’evento dell’ikona poetante dell’essere possa abitare poeticamente quale opera d’arte dell’essere-poetante?

E’ inevitabile intraprendere perciò il sentiero interrotto dell’ontologia dell’opera d’arte la quale ci porterà all’ascolto dell’intermittenza dell’essere-poetante-poeticamente-opera-d’arte-nel-corso-della-temporalità-immaginaria, ma anche delle temporalità kairoslogiche o kronoslogiche che si disvelano nella radura illuminante del kaosmos o nel campo morfogenico della Physis dell’interessere o dell’interesserci animato dell’opera d’arte.

  • Il Sentiero, il Meta-Odos

Il sentiero, il meta-odos, il metodo, il seynweg che condurrà l’Ontologia della Physis dell’opera d’arte verso la radura, sgombra, libera dalle scorie della volontà di potenza come opera dell’arte o della tecnè dell’imperativo categorico dell’epistemica tecnica vittima del pensiero calcolante, clonante, simulante, imitante, mimetico, quale mimesis dell’arte;

ma anche oltre la classica decostruzione ermeneutica dell’ontologia storica privilegiante l’essere inanimato dell’arte o il superente ontoteologico, per abitare il vuoto ontologico là ove la seinpoiesis, l’ontopoiesis, possa disvelare la sublimità dell’interessere o interesserci opera d’arte dal classico alla temporalità virtuale.

La ricerca filosofica della nuova ontologia dell’opera d’arte avrà quale priorità la libertà dell’essere poetante nella mondità e nella Physis Ontologia della physispoetante: in qualità d’essere libertà poetante dell’interessere o dell’interesserci nell’opera d’arte nel corso del tempo.

E’ ineludibile nella nuova epoche del nuovo millennio intraprendere il sentiero interrotto, la seinweg che ci conduce all’ascolto dell’intermittenza poetante dell’opera d’arte nel suo eventuarsi quale ikona dell’interessere o interagenza dell’interesserci dell’ontopoiesis o della seinpoiesis.

Gli eventi intermittenti dell’ontopoiesis dell’opera d’arte si gettano nel campo morfogenico e nella radura ontologica per sgombrare prioritariamente le scorie e lasciare libertà di campo topologico all’evento dell’ikona dell’essere quale opera dell’arte dell’interessere o dell’interesserci abitante poeticamente la Ontologia della physisphysis, la natura, dell’opera d’arte.

Senza la libertà dell’essere opera d’arte quale libertà dell’essere nell’essere in physis Ontologia della Physis poetante l’interessere non può abitare poeticamente la Physis Ontologia della Physis dell’opera d’arte, la natura ontologica, la struttura ontologica dell’arte.

L’intermittenza dell’interagenza dell’interessere o interesserci assentemente presente o presentemente assente, nell’ontologia classica o poetante, abitò già nell’origine la tecnè o meglio nell’ontologia della tecnè ovvero nell’ontologia dell’opera d’arte.

  • L'Opera d’Arte prima della Tecnica e la Matesis

L'opera d’arte prima dell’evento della tecnica, quale arte prima d’essere opera tecnologica dell’arte sia nella progettuali che nella poetica, sia nella gestell, quale struttura ontologica dell’opera d’arte che nella morfogenesi della configurazione ikonica o immaginante.

Ma l’ Ontologia della physis dell’opera d’arte si disvelò assentemente presente anche nella matesis trasfigurante l’arte in tecnè, quale topologia dell’essere o interagenza dell’interessere o interesserci nella mondità prima di fossilizzarsi in epistemica del pensiero calcolante inanimato che contempli onticamente solo le entità della mondanità o le superentità delle ontoteologie conflittuali per le egemonie fondamentalistiche o relativistiche, clonanti metafore narrative algebriche, poliedriche, cabalistiche, iconoclastiche innanzi tutto quali artefici di roghi dell’icona dell’essere nel mondo o evento dell’ikona dell’essere nell’opera d’arte.

  • La Gestell dell’Opera d’Arte e l’Ontologia della Physis Classica

Il luogo ove storicamente quegli eventi si evidenziano è la gestell dell’opera d’arte quale epistemè dell’essere alla mano, saper fare poetico, interagenza poetante che si dà, si getta nell’impianto, nella struttura Ontologia della physisontologica abitandole poeticamente…successivamente quella eventualità mondana decade in volontà di potenza attanziale, attraente, attuante, attrattoriale, imperativa categoricamente di una superentità mondana, valorizzante storicamente solo ontoteologie mitiche fondamentali solo epistemicamente ed ermeneuticamente frattali e sferiche.

Il ritorno al futuro dell’ontologia dell’opera d’arte disvelerà un altro possibile, virtuale, sentiero ininterrotto attraversante sia la matesis Ontologia della physis topologica dell’essere-opera-d’arte, sia la tecnè epistemica imperativa della volontà di potenza mondana dionisiaca o apollinea che si desideri, sia l’epistemè abbandonata dall’Ontologia della Physis classica al naufragio e al nihilismo senza orizzonte, senza fondale, né fine, né senso, né futuro, né salvezza.

E’ ineludibile intraprendere sintagmaticamente la ricerca, giacché l’ontologia Ontologia della physis classica ha eluso la fondatezza non matematica della matesis, la fondatezza non logica del logos, la fondatezza non mitica del mitos, la fondatezza non epistemica dell’epistemè, la fondatezza non tecnica della tecnè, la fondatezza non artigianale o seriale dell’opera d’arte: proprio nell’epoca ove quelle varietà superontiche rischiano di imporre le loro imperanti volontà di potenza ontoteologica fondamentali sta.

Purtroppo per gli artefici dell’oblio dell’ontologia dell’opera d’arte quella presenza strisciante si dispiega nelle fondamenta dell’imperativo categorico del pensiero calcolante della tecnè, ma anche nella decostruzione ermeneutica e fin’anche nell’ontologia Ontologia della physis classica, o là ove il pensiero poetante non sappia disvelare tutta la sua sublime poiesis quale opera d’arte dell’ontopoiesis dell’interagenza dell’essere poetante.

Ma perché neanche l’Ontologia della physis classica ha disvelato i dispiegamenti, sia pure intermittenti, dell’interesssere o dell’interesserci dell’opera d’arte nella Physis Ontologia della physis poetante.

0ntologia dell’esser-arte ontology-art ontologia-art ontologia della physis dell’arte…il venir-fuori-dalla-velatezza è l’essere dell’opera, il disvelarsi di una nuova morfia della Physis, di una sagomatura della natura animata dell’essere, di una templarità dell’ikona della Physis dell’essere.

  • L’Ontologia dell’Opera d’Arte e la Templarità dell’Essere nella Physis

L’ontologia dell’opera d’arte è la templarità dell’immagine dell’essere nella Physis, o morfia templare quale supersimmetria dell’ikona della Physis dell’essere.

Il disvelarsi dell’aletheia ontologica è il venire alla luce, il darsi alla luce, la gettanza che si dà alla luce nella radura vuota e libera della templarità dell’ikona della Physis dell’essere, quale morfica templare dell’immagine dell’essere nella Physis.

Il venir fuori della disvelatezza discoprente la templarità dell’ikona della Physis ontologica dell’essere.

È la templarità della radura vuota, del luogo ove abita poeticamente l’essere che disvela l’ikona della Physis o l’immagine dell’aletheia dell’essere, quale topologia poetante o quale ontopoiesis o quale ontoikona dell’essere nella Physis.

È l’ontoykona dell’essere che getta le fondamenta, si getta e si de-costruisce nella radura luminosa della Physis e si eventua in morfie templari dell’immagine della Physis dell’essere e si disvela all’esserci quale gegenstand, sempre di fronte, dell’ikona ontologica della destinanza dell’essere.

L’ontoykona ama disvelarsi nella radura luminosa della Physis dell’essere quale opera dell’essere arte per l’arte del’esseRe o per essere l’aletheia dell’essere quale evento nell’opera d’arte.

L’opera d’arte ama nascondersi nell’opera dell’essere ontoykona della Physis per eventuarsi quale svelatezza nel gegenstand della topologia templare dell’immagine dell’essere.

Ma perché l’ontoykona si eventua sempre quale opera d’arte dell’essere più tosto che evento del nulla o del niente?

Ma perché la differenza ontologica lascia all’epistemica la destinanza delle entità mondane e cura, custodisce l’aletheia della Physis dell’essere quale templarità ikonica della topologia ontologica dell’essere.

È la Physis templata che si eventua quale opera d’arte sia nella ontocronia che nella ontokairosia: nell’ontocronia dell’essere dell’entità, nella ontokairosia dell’essere evento della singolarità originaria dell’opera d’arte.

  • L’Arte-per-la-Mondanità e la Temporalità Templata

Ontologia della Physis spesso è compresente sia l’ontocronia della Physis della mondità che l’ontokairosa singolarità dell’essere o meglio nell’opera d’arte è assentemente presente l’una o presentemente presente l’altra nella stessa radura luminosa dell’onto-topia dell’essere opera dell’arte o ontopia-dell’arte o ontopia dell’ikona o dell’imago dell’essere o topologia ontologica dell’onto-ikontopia.

È quella la differenza ontologica della temporalità e templaticità dell’opera d’arte: mentre la ontocronia si eventua solo nella Physis mondana o dell’esserci, l’ontokairosia si dà, si eventua solo nell’essere-opera-d’arte.

Attenzione qui si discopre la differenza anche nell’opera fatta a mano, immagine o suono o voce che sia, il manufatto dell’esserci- ontokronia e quello dell’essere-ontokairosia: il primo si adegua alla temporalità delle entità mondane senza discoprirne l’ontologia della Physis, la temporalità templata invece disvela sempre e per sempre l’ontokairos dell’ontoykona dell’essere-arte-per-l’essere prima d’essere arte-per-il-mondo o essere arte-per-esserci…ah come si farà a comprendere?

L’arte per esserci o l’arte-per-la-mondanità privilegia sempre e comunque l’ontologia del presente: si adegua alla verità epistemica del mondo senza chiedere nulla di più, giacché la sua ermeneutica è finita con l’ontokronia dell’ontica o dell’esser-solo-entità-del-mondo, anzi solo entità ontica di questo mondo senza alcuna onto-topia, ma solo utopia o ditopia.

Lì l’essere-arte-per-essere è custodita nell’oblio o nascosta nella Physis epistemica del mondo o nella mitica origine dell’esserci.

Ma l’ontologia dell’ontopia dell’ontikona si sottrae dalla ontokronia per abitare poeticamente la radura luminosa della templata-ontokairosa dell’essere-arte-per-l’essere che si getta nella Physis della mondità ma che si differenzia sempre nella sua interpretanza infinita, quale ermeneutica ontologica dell’essere arte per l’essRe.

Qui l’impianto, la ge-stell dell’ontologia dell’opera d’arte si eventua sempre quale templarità dell’ontoikona ontopica ontopoietica, anzi la gestell, la struttura ontologica, è l’ontikona templata dell’essere opera d’arte dell’esseRe, di più è la destinanza dell’ontopoiesis dell’ikona che apre il sentiero ininterrotto nella radura vuota ontologica.

  • L’Ontologia dell’Esser-Arte quale Gestell 

L’ontologia dell’esser-arte si disvela nell’essere-la-radura, lichthung-sein, quale gestell della radura della destinanza dell’essere: lì nella spazialità vuota la struttura ontologica dell’esser-arte soggiorna poeticamente quale ikona ontopica della ontokairosia.

L’essere-la-radura quale destinanza sia del grund sia dell’abgrund dell’esser-arte, sia fondamento sia abisso dell’ontologia dell’opera d’arte: lì quel che appare quale eristica epistemica si eventua quale kaosmica-ontikona dell’aldiqua e dell’aldilà.

  • L’Originalità dell’Opera d’Arte e la Dettattura Epistemica dell’Essere dell’Ente 

Solo così si comprende l’originalità dell’opera d’arte, giacché la sua destinanza ontologica non subisce mai la dettattura epistemica dell’essere dell’ente perché quella eventualità si dispiega solo nell’ontokronia e mai nell’ontokarosia: può essere tangente alla tecnè, tecnica, ma mai decostruire l’essere-arte ontopica.

Nell’origine dell’opera d’arte l’ontokairosia dell’ontoikona si eventua per sempre senza più essere ontokronia epistemica dell’essere-entità: l’opera d’arte non è più abbandonata dall’essere… gli dei sono fuggiti dall’opera d’arte ontoteologica, ma non l’essere dell’arte quale ontikona della gestell ontologica.

Perciò l’ontologia dell’opera d’arte non sarà mai una semplice estetica dell’esserci o dell’essere-entità ontokronica, giacché i sensi sono dispiegamenti dell’esserci e possono solo percepire le entità ontiche, mai l’essere si disvela ai sensi sempre si discopre solo all’interessere ontokairoslogico.


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