Le Teorie della complessità in fisica e filosofia
Le Teorie della complessità in fisica e filosofia disegnano un mondo dominato da un'instabilità permanente, caotica appunto; il senso della temporalità, in questa visione, avverte il declino sia della linearità sia della ciclicità. https://www.treccani.it/enciclopedia/caos-e-complessita_%28Enciclopedia-Italiana%29/
In questo contesto, non si ha alcun dispiegamento, però, di un'interpretazione verso altre forme della conoscenza e del sapere: il senso di questa congettura rimane sempre al di qua del senso caotico contemporaneo.https://www.amazon.it/Ontodynamis-Giacinto-Plescia-ebook/dp/B0961F3MFZ/ref=sr_1_13?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=giacinto+plescia&qid=1623567735&sr=8-13
La teoria del caos e le teorie della complessità in fisica ed in filosofia.
La seconda congettura,viene alla luce nella matematica con la teoria del caos.
C'è una qualche corrispondenza tra queste congetture e quel senso impalpabile appena descritto, si può stabilire una qualche connessione tra i vari sensi del "caos" e/o definire che cosa sia questo "senso del caos"? https://www.treccani.it/enciclopedia/tag/teoria-del-caos/.
Indice dei Contenuti
- Le Teorie della complessità in fisica e filosofia:
La teoria del caos e le teorie della complessità in fisica ed in filosofia.
- L'ontologia del caos e le teorie della complessità in fisica e filosofia
Il chaosmos
L'asimmetria dionisiaca
L'indecidibilità del chaos
L'osservatore e il chaos
Il senso del chaos
- L'Attratore Strano e le teorie della complessità in fisica ed in filosofia:
Il sapere ed il soggetto
- Dialogia tra ordine esterno e disordine interno:
La concezione kantiana
“L’a priori
L'empirismo logico
- Lo zeit-raum mozartiano, il chaosmos e le teorie della complessità in fisica e filosofia
La musica di Mozart
- Lo spazio-tempo
- Lo zeit-raum chaosmico
- L'abbandono delle grandi narrazioni:
La dialogia Apollo-Dioniso in Nietzsche
- La fusis e l'ontologia del chaosmos
- La nuova Temporalità:
Il "tempo assoluto" di Newton
Il prima ed il dopo
La durata e i cambiamenti
Il mutevole ed il tempo
Kant e Newton
La teoria della relatività di Einstein
Lo “spazio-tempo” e lo stato di moto
La crisi ontologica della Mathesis e Gödel
La fondatezza ontologica
La metaontologia della mathesis
Gödel e gli universi transfiniti quale singolarità
- Conclusione
L'ontologia del caos e le teorie della complessità in fisica e filosofia
Si evidenzia la necessità di stabilire una minima considerazione sull' "ontologia del chaos", sul senso in sè del "chaos", sulla sua influenza nella cultura ed in relazione alle teorie della complessità in fisica e filosofia.https://www.raicultura.it/scienza/articoli/2020/10/Giorgio-Parisi-e-la-fisica-della-complessita-ea2c5e91-9007-43dc-8ffc-3995b7852f9f.html
Il chaosmos
Joyce col suo ossimoro "chaosmos" https://it.wikipedia.org/wiki/James_Joyce volle definire un senso che fosse, nello stesso tempo, un "cosmos" non ordinato e non prevedibile; questa parola vuol dirci che l'antica distinzione tra ordine e disordine, tra cosmos e chaos, tra tempo ordinato e tempo disordinato, possono trovare un punto di fusione nell'essenza del chaosmos ovvero in un "cosmos" ove non regna più la simmetria apollinea ma fa da padrona l' asimmetria dionisiaca.
L'asimmetria dionisiaca
Nello stesso tempo quell' asimmetria dionisiaca non si trova però iscritta in una temporalità ben definita, con un orizzonte degli eventi, dei limiti ben evidenziati; tant'è che è impossibile uscire da quelli se non in una sorta di "de-lirio" e di "sub-limen" cioè di un andare oltre la linea dell'orizzonte e quindi in un altro mondo "chaos-cosmos".
L'indecidibilità del chaos
Il "chaos", quando lo si contrappone al cosmos diviene sinonimo di fenomeni incomprensibili, indecidibili; quando si trova un punto di fusione col cosmos "l'"ontologia del chaos" non fa altro che dispiegare luoghi e regioni dello “spazio-tempo” ove gli eventi appaiono disordinati, incomprenibili, indecidibili nel piccolo. https://scienzapertutti.infn.it/rubriche/un-libro-al-mese/2028-come-funziona-il-caos
L'osservatore e il chaos
Ma, in un secondo momento, per le teorie della complessità in fisica e filosofia, in una dimensione diversa appaiono in una prospettiva differente dalla precedente ma non per questo incomprensibili. Forse il "chaos" è compresente in tutte le dimensioni dell'universo ed appare incomprensibile per la razionalità, per il sapere ed il calcolo.
Ma quando l'osservatore lascia che il chaos vinca le sue battaglie in quella dimensionalità e si sposta verso una dimensione "altra", il chaos cessa di essere tale per rivelarsi nella sua armonia e bellezza simmetrica.
Il senso del chaos
Si può definire l'"ontologia del chaos" quale rappresentazione dell'essenza delle cose nella propria dimensione non delineata da nessuna cultura, razionalità, calcolo.
Perchè il "chaos" possa essere considerato un oggetto di osservazione, quindi, si dovrà trovare una soggettività visiva che ne delimiti l'orizzonte, il senso e la forma all'interno le teorie della complessità in fisica ed in filosofia.https://www.treccani.it/enciclopedia/caos-e-complessita_%28Enciclopedia-Italiana%29/
L'Attratore Strano e le teorie della complessità in fisica ed in filosofia
Per una classificazione delle varie tipologie caotiche, per le teorie della complessità in fisica ed in filosofia, immaginiamo un disco in cui sia incisa una musica infinita.
L'"attrattore strano" https://it.wikipedia.org/wiki/Attrattore_di_Lorenz sarà la forma regolare del chaos i cui confini e l'orizzonte degli eventi sono ben delineati, per esempio a forma di disco, ma di cui impossibile percepire e calcolare l'itinerario interno.
Il sapere ed il soggetto
Quando il sapere ha di fronte a sé la forma completa del disco può definire l'evoluzione complessiva, può dare qualche ordine al disordine.
Ma, in riferimento alle teorie della complessità in fisica e filosofia, lo stesso soggetto visivo, all'interno del disco, non riuscirebbe mai a stabilire un itinerario, un senso, una conoscenza, un ordine: si troverebbe in un classico "chaos".
Dialogia tra ordine esterno e disordine interno
In questa dialogia tra ordine esterno e disordine interno o viceversa, all'interno delle teorie della complessità in fisica e filosofia, c'è tutta l'essenza "dell'ontologia del chaos": è possibile rintracciare i prodromi di questo paradigma, nella monade leibniziana quale sfera contenente in sè il chaos e il cosmos; ovvero, nella monade c'è un succedersi di simmetria ed assimetria, di cosmos e chaos.
La concezione kantiana
Secondo questa prospettiva gli sviluppi compiuti relativamente ai fondamenti della geometria, della logica e della fisica matematica hanno condotto inevitabilmente a una profonda trasformazione della concezione kantiana dei principi sintetici a priori. https://it.wikipedia.org/wiki/Immanuel_Kant
“L’a priori”
Tali principi non potrebbero più essere concepiti come necessari, certi, non rivedibili. Ciò che viene negato è un modo di intendere “l’a priori”, non “l’a priori” in senso generale.
L'empirismo logico
Al contrario, molti hanno rimarcato l’adesione, da parte degli empiristi logici, ad una concezione relativizzata “dell’a priori”. “L’a priori” contestualizzato costituisce la base per quella che è stata definita una negazione “debole” del sintetico a priori kantiano.
Secondo questa interpretazione il carattere proprio dell’empirismo logico sarebbe da individuare nella tensione fra aspetti di tipo kantiano e aspetti riduzionistici.
Lo zeit-raum mozartiano, il chaosmos e le teorie della complessità in fisica e filosofia
Forse nel periodo musicale, nello "zeit-raum" mozartiano è già presente il "chaosmos". "Zeit-raum", nella sua originarietà, significa “spazio-tempo” ovvero il senso del periodo quale fu formulato in origine: "perì-odòs" limite intorno ad una strada, ad un sentiero.
La musica di Mozart
La musica di Mozart https://it.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_Amadeus_Mozart è la prima musica col senso dello "zeit-raum", del periodo che ha in sè una simmetria, rigorosità, completezza apollinea, cosmica ma che, nella sua essenza, al suo interno conserva e svela un disordine, un'asimmetria, una tonalità che va oltre l'ordine musicale esistente.
Lo "zeit-raum" sarà quindi, quale metafora del "chaosmos", lo spazio cosmico entro cui è possibile far soggiornare il tempo caotico e nel contempo il tempo cosmico, ove soggiorna lo spazio del chaos.
Lo spazio-tempo
Mentre nel cosmos spazio e tempo ci appaiono, sia nella fisica classica fino a Newton sia nella fisica einsteiniana e post,https://www.youtube.com/watch?v=YyDkpFUul2g come regolati da una legge e da una rigorosità calcolabile e nel contempo come se fossero governate da identiche leggi, sensi, forme.
Lo zeit-raum chaosmico
Nello "zeit-raum chaosmico" è possibile che lo spazio ed il tempo siano governati da una "differenza": tempo ordinato e spazio disordinato, tempo caotico e spazio cosmico.
Si potrebbe anche evidenziare una fenomenologia in cui una spazialità cosmica sia abitata da una temporalità caotica e viceversa.
Si potrà allora definire un "attrattore strano"avente una dimensionalità temporale caotica ed una dimensionalità spaziale cosmica e questa è una singolarità all'interno delle teorie della complessità in fisica ed in filosofia.
L'abbandono delle grandi narrazioni
La ragione classica si è trovata di fronte a questi fenomeni della scienza. Il pensiero filosofico, per riuscire a trovare un'interpretazione di questi fenomeni, è stato costretto ad abbandonare le grandi narrazioni.
Forse Nietzsche https://it.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Nietzsche con la sua dialogia Apollo-Dioniso, accennò a questa ipotesi, ma al di sotto delle complessità evidenziate dagli "attrattori strani" formulati da Lorenz.
La dialogia Apollo-Dioniso in Nietzsche
Del resto mai appare, nel pensiero nicciano, la presenza metaforica di una divinità che possieda gli elementi del dionisiaco e dell'apollineo quale essenza stessa della sua natura: lo “spazio-tempo” ove il "chaos" viene alla luce per generare mondi abitati da una caoticità imprevedibile ed indecidibile dove trovano dimora dei ed uomini quindi il dionisiaco, l'apollineo e l'umano che non è nè dionisiaco nè apollineo ma è l'uno e l'altro.
La fusis e l'ontologia del chaosmos
In principio il chaosmos è isologico con la fusis e, a sua volta, questa isologia è possibile interpretarla come un "attrattore strano" ove la fusis si evidenzia con un orizzonte, una forma, una formula rigorosa e completa ma che in sè possiede infiniti itinerari labirintici.
Per poter parlare della fusis, quale "ontologia del chaosmos", non è più possibile utilizzare il linguaggio che tutt'ora costituisce la nostra "koinè", perchè l'evidenziarsi del "chaosmos" quale "fusis", natura ha messo in crisi non solo le grandi narrazioni, ma anche l'essenza stessa del linguaggio.
La nuova Temporalità
Solo una nuova visione della temporalità può offrire nuovi orizzonti alla nostra riflessione; quale relazione, allora, intercorrerà tra temporalità caotica e/o immaginaria, "pensiero della differenza" e l'"ordine simbolico del mondo". Sperimentiamo il tempo come un passaggio continuo e inarrestabile da ciò che fu a ciò che è adesso ed ulteriormente a ciò che sarà.
Il "tempo assoluto" di Newton
Questo passaggio, quasi impercettibile, non significa che il tempo sia un'entità assoluta, la cosidetta teoria del «tempo assoluto», o vuoto, https://scienzapertutti.infn.it/concorso-oltre-repubblica-scuole/1955-lo-spazio-e-il-tempo assunta da Newton, poiché in realtà il tempo è una caratteristica derivata dal movimento: la «teoria relazionale» del tempo, seguita da Leibniz.
https://it.wikipedia.org/wiki/Gottfried_Wilhelm_von_Leibniz
Ogni mutamento contiene una dimensione irriducibile di successione di un “prima” e di un “dopo” ed è questa la temporalità nel suo momento originario, prima di ogni misurazione. Laddove c'è successione, c'è una forma di temporalità.
Da questo punto di vista, ogni fenomeno successivo produce un proprio tempo, ma a causa dell'intreccio tra gli esseri della natura, normalmente il prima e dopo di molti fenomeni si determina in rapporto a certe successioni standard.
Il prima ed il dopo
Il tempo quindi è l'ordine successivo “prima/dopo” tra gli eventi, nato dal movimento però, ciò che cambia permane sotto molti altri aspetti, per cui il tempo, in un senso più frequente del termine, è la «durata dell'essere mutevole».
Una durata sempre immersa nel cambiamento, dal momento che ogni essere naturale subisce costantemente trasformazioni interne e anche cambia a causa del mutamento continuo della natura circostante. https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/il-tempo-come-lo-vede-la-fisica
La durata e i cambiamenti
Così un ente dura il tempo di un'ora, di un giorno, di alcuni anni, in quanto permane nell'essere durante quel periodo o durata, che resta determinata proprio perché quel periodo è stato caratterizzato da alcuni cambiamenti e dai mutamenti nei fenomeni del cielo, in quelli terrestri, dei viventi.
Il mutevole ed il tempo
Se, per assurdo, non cambiasse mai nulla nel mondo e non ci fosse alcun riferimento, nemmeno esterno, ad una qualche successione di eventi, allora in quello strano stato non si darebbe un vero tempo.
A durare è ciò che è mutevole e, per questo motivo, le cose “a-temporali”, come sono i concetti astratti, per esempio i numeri, non "durano". Il tempo, in quanto dimensione non spaziale del moto, è suscettibile di essere quantificato.
Kant e Newton
Newton https://it.wikipedia.org/wiki/Isaac_Newton concepiva il tempo come assoluto, come un flusso uniforme e infinito, indipendente dalle cose, il quale tempo non era altro che un'idealizzazione pari a quella dello spazio assoluto e infinito.
Kant https://it.wikipedia.org/wiki/Immanuel_Kant seguì in un certo senso la stessa strada, solo che ridusse il tempo ideale newtoniano a un'intuizione a priori della sensibilità interna dell'uomo, introducendo così il dualismo tra il tempo psichico (quello della sensibilità interna) e il tempo assegnato ai fenomeni per inquadrarli nelle categorie del pensiero.
La teoria della relatività di Einstein
E' vero che il tempo astratto è costruito in parte dall'uomo quando misura la successione dei moti naturali il giorno, l'anno, in quanto tali sono entità di ragione fondate sulla realtà, ma altri aspetti del tempo sono ontologici e “pre-metrici” il futuro non è un ente di ragione.
La teoria della relatività di Einstein eliminò in maniera definitiva l'idea del tempo assoluto nella fisica. https://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Einstein
Lo “spazio-tempo” e lo stato di moto
Il tempo, lo “spazio-tempo” è relativo allo stato di moto di un dato sistema di riferimento, e nella teoria della relatività generale https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/fisica/La-fisica-moderna/La-relativita/La-relativit--generale.html il tempo è anche relativo alla intensità del campo gravitazionale, cioè alla curvatura dello spazio.
La crisi ontologica della Mathesis e Gödel
L'evento creativo dell'Essere sul tempo sarebbe in qualche modo pensabile soltanto in un modello di universo nel quale le linee dello “spazio-tempo” fossero quelle elaborate da Kurt Gödel: interpretazione ontologica della “pl-theory”? https://scienzapertutti.infn.it/rubriche/biografie/745-kurt-goedel
Lì si eventuerà la crisi ontologica della mathesis, in relatività con la ricerca della verità ontologica dell’essere al di là dei paradigmi della metafisica influente, ininfluente dell’imperativo categorico della volontà di potenza.
La fondatezza ontologica
Il futuro abita nel presente sia il pensiero ontologico, sia l’indicibile paradosso gödeliano della fondatezza metaontologica della mathesis: la mathesis dell’essere quale disvelatezza della verità ontologica, altri saranno felici delle magnifiche sorti virtuali della matematica, senza sottrarre nulla felici delle magnifiche sorti virtuali della matematica, senza sottrarre nulla a quella presente epoca, è giunto il tempo ontologico dell’evento della epochè, quale mathesis della fondatezza ontologica della verità disvelata delle matematiche.
La metaontologia della mathesis
La metaontologia della mathesis si disvelerà quale ontosinestesia del pensiero ontologico, in relatità con la crisi della fondatezza ontologica gödeliana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Kurt_G%C3%B6del
La fondatezza ontologica abita il futuro nella presenza della fondatezza virtuale, immaginaria, caosmica quale modello ontologico del dicibile della koinè ontologica eventuante i paradossi ontologici, ma gettante i paradossi dell’adeguatezza categorica imperante paradigmatica.
Gödel e gli universi transfiniti quale singolarità
Sia per l’infinità degli eventi che sfuggono, sia per la fondatezza virtuale della technè frattali, sia per la fondatezza immaginaria della temporalità, sia per l’eventuarsi della fondatezza caosmologica fluttuante topologica, intuita dallo stesso Gödel con le sue teorie degli universi transfiniti quale singolarità sulla curva del mondo, quale increspatura dynamica dello “spazio tempo” o l’infinita complessità di ogni singolarità dynamica e svolgendo le infinite ‘pieghe’.
Quale completezza della fondatezza non sarà sufficiente solo una fondazione imperativa, categorica.
Conclusione
In conclusione, si può evincere facilmente come dagli eventi gödeliani è possibile dispiegare una metaontologia della fondatezza della mathesis.
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