HUMANITIES:FILOSOFIA,LETTERATURA,ARTE,ARCHITETTURA,SOCIETÀ,COMUNICAZIONE:TOPOLOGIA,FISICA,FULLERENE

sabato 8 settembre 2018

   


PREMIO MECENATE SELF-PUBLISHING:

Narrativa, Poesia, Saggi, Fotografia, Pittura 

vinci UNA SETTIMANA A FIRENZE    




 
 
  

martedì 4 settembre 2018



 

   

  
CAPITOLO 23
LA LEGGE GENERALE DELL’ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA
1. DOMANDA CRESCENTE DI FORZA-LAVORO CHE ACCOMPAGNA L’ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE, EGUALE RIMANENDO LA COMPOSIZIONE DEL CAPITALE STESSO.

In questo capitolo trattiamo
-dell’influenza che l’aumento del capitale esercita sulle sorti della classe operaia:
il fattore più importante di questa indagine sono
-la composizione del capitale
-e le variazioni che subisce nel corso del processo d’accumulazione.
La composizione del capitale è da considerarsi in duplice senso:
dal lato del valore
essa si determina mediante la proporzione in cui il capitale si suddivide
in capitale costante ossia valore dei mezzi di produzione
e in capitale variabile ossia valore della forza-lavoro, somma complessiva dei salari;
dal lato della materia, quale essa opera nel processo di produzione, ogni capitale si suddivide in
-mezzi di produzione
-e in forza-lavoro vivente:
questa composizione si determina mediante il rapporto fra
-la massa dei mezzi di produzione usati
-e della quantità di lavoro necessaria per il loro uso.








CAPITOLO 20
DIFFERENZA NAZIONALE DEI SALARI

RIASSUNTO
Nel capitolo quindicesimo
ci siamo occupati
delle molteplici combinazioni provocate
da un variare della grandezza di valore assoluta o di quella relativa (ossia paragonata al plusvalore) della forza-lavoro,
mentre
la quantità dei mezzi di sussistenza, nella quale si realizza il prezzo della forza-lavoro,
poteva percorrere movimenti indipendenti o differenti dalle variazioni di questo prezzo;   




SEZIONE V
LA PRODUZIONE DEL PLUSVALORE ASSOLUTO
E DEL PLUSVALORE RELATIVO
CAPITOLO 14
PLUSVALORE ASSOLUTO E PLUSVALORE RELATIVO


RIASSUNTO
Nel capitolo quinto
il processo lavorativo in un primo tempo è stato considerato
astrattamente, indipendentemente dalle sue forme storiche, come processo che si svolge fra uomo e natura
vi si diceva:
«Se si considera il processo lavorativo, dal punto di vista del suo risultato,
-mezzo di lavoro e oggetto di lavoro si presentano come mezzi di produzione
- e il lavoro si presenta come lavoro produttivo»
«Questa definizione del lavoro produttivo,
come risulta dal punto di vista del processo lavorativo semplice
non è sufficiente per il processo di produzione capitalistico».
Ora dobbiamo svolgere ulteriormente questo argomento.
Finchè il processo lavorativo è processo individuale,
il lavoratore riunisce in sè tutte le funzioni, che più tardi si separano,
nell’appropriazione individuale di oggetti dati in natura per gli scopi della sua vita,
il lavoratore controlla sè stesso più tardi, egli viene controllato.
il processo lavorativo riunisce lavoro intellettuale e lavoro manuale
più tardi, questi si scindono fino all’antagonismo e all’ostilità:
il prodotto si trasforma da prodotto del produttore individuale
in prodotto sociale, prodotto comune di un lavoratore complessivo cioè di un personale da lavoro combinato
le cui membra hanno una parte nel maneggio dell’oggetto del lavoro:

lunedì 3 settembre 2018



 

CAPITOLO 13

MACCHINE E GRANDE INDUSTRIA: SVILUPPO DEL MACCHINARIO. DUPLICE ORIGINE DELLA MANIFATTURA. 


(da pag. 144 RIASSUNTO  4. LA FABBRICA.
All’inizio di questo capitolo
abbiamo considerato il corpo della fabbrica, l’articolazione del sistema meccanico
abbiamo visto poi
come il macchinario aumenti il materiale umano sottoposto allo sfruttamento del capitale mediante l’appropriazione del lavoro delle donne e dei fanciulli,
come esso confischi la vita dell’operaio mediante una estensione smisurata della giornata lavorativa,





   

CAPITOLO 6
CAPITALE COSTANTE E CAPITALE VARIABILE

CAPITOLO 7 
IL SAGGIO DEL PLUSVALORE  
IL GRADO DI SFRUTTAMENTO DELLA FORZA-LAVORO.

CAPITOLO 8
LA GIORNATA LAVORATIVA
I limiti della giornata lavorativa.

CAPITOLO 9
SAGGIO E MASSA DEL PLUSVALORE

SEZIONE IV
LA PRODUZIONE DEL PLUSVALORE RELATIVO

CAPITOLO 10
CONCETTO DEL PLUSVALORE RELATIVO

CAPITOLO 6

CAPITALE COSTANTE E CAPITALE VARIABILE


I differenti fattori del processo lavorativo prendono parte differente alla formazione del valore del prodotto:

l'operaio aggiunge nuovo valore all'oggetto del lavoro, mediante l'aggiunta della sua quantità di lavoro,
fatta astrazione dal contenuto determinato, dallo scopo e dal carattere tecnico del suo lavoro,
ritroviamo come parti costitutive del valore del prodotto i valori dei mezzi di produzione consumati:
es. nel valore del refe, i valori del cotone e del fuso.

il valore dei mezzi di produzione
viene conservato tramite il suo trasferimento nel prodotto
trasferimento avviene nel processo lavorativo durante la trasformazione dei mezzi di produzione in prodotto,

l'operaio non fa un lavoro duplice nello stesso periodo di tempo: non lavora
per un momento ad aggiungere un valore al cotone col proprio lavoro,
per un altro         a conservare il vecchio valore di questo,
ossia, il che è la stessa cosa
trasferire il valore del cotone che lavora e del fuso col quale lavora nel prodotto, che è il refe;
ma conserva il vecchio valore mediante la semplice aggiunta di nuovo valore.





        


SEZIONE II
LA TRASFORMAZIONE DEL DENARO IN CAPITALE

CAPITOLO 4
TRASFORMAZIONE DEL DENARO IN CAPITALE
LA FORMULA GENERALE DEL CAPITALE.


(RIASSUNTO dal CAP, 21

Nel quarto capitolo abbiamo visto che
per trasformare denaro in capitale non bastava che ci fossero la produzione e la circolazione delle merci, bisognava prima che si trovassero l’uno di fronte all’altro come acquirente e venditore
qua il possessore di valore ossia denaro,il possessore della sostanza che crea il valore;
qua il possessore di mezzi di produzione e di mezzi di sussistenza, il possessore di nient’altro che forza-lavoro: dunque il punto di partenza del processo di produzione capitalistico è stato
il distacco fra il prodotto del lavoro e il lavoro stesso,
fra le condizioni oggettive del lavoro e la forza lavorativa soggettiva.
Ma attraverso la semplice continuità del processo cioè attraverso la riproduzione semplice,
quel che all’inizio era solo punto di partenza
torna ad esser prodotto di nuovo
e viene perpetuato come risultato proprio della produzione capitalistica.)   

sabato 1 settembre 2018




    


CAPITOLO 3

IL DENARO OSSIA LA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI MISURA DEI VALORI.

Presuppongo che l'oro sia la merce denaro.

La prima funzione dell'oro consiste nel fornire, al mondo delle merci, il materiale della sua espressione di valore ossia nel rappresentare i valori delle merci
come grandezze qualitativamente identiche e quantitativamente comparabili
l’oro funziona come misura generale dei valori:   
in virtù di questa funzione l'oro, che è la merce equivalente specifica, diventa, in primo luogo, denaro.

Le merci non diventano commensurabili per mezzo del denaro.
viceversa, poiché
tutte le merci,
come valori sono lavoro umano oggettivato, quindi sono commensurabili in sé e per sé,





       



SEZIONE I

MERCE E DENARO

CAPITOLO 1

LA MERCE

I DUE FATTORI DELLA MERCE: VALORE D'USO E VALORE (SOSTANZA DI VALORE, GRANDEZZA DI VALORE).


La ricchezza delle società, nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico,
si presenta come una "immane raccolta di merci"
e la merce singola si presenta come sua forma elementare:
perciò la nostra indagine comincia con l'analisi della merce.
in primo luogo la merce è un oggetto esterno, una cosa che con le sue qualità
soddisfa bisogni umani di qualsiasi tipo materiali o no.
Ogni cosa utile, come il ferro, la carta, va considerata da un duplice punto di vista
secondo la qualità e secondo la quantità,
l'utilità di una cosa ne fa un valore d'uso:
è un portato delle qualità del