I presocratici, si pongono le prime domande sulla physis cioè sulla natura e ne cercano i principi: Anassimandro, Eraclito, Democrito, Empedocle sono fisici, certo non nel senso moderno ma gli iniziatori indiscussi della ricerca sulla natura del mondo.
“E' saggio intuire tutto è uno e l'uno è tutto” e va considerato l'“unire ciò che è completo e ciò che non lo è, ciò che è concorde e ciò che è discorde, ciò che è in armonia e ciò che è in contrasto” per Eraclito e per la Gestalt “il tutto è più che la somma delle sue parti” cioè, secondo la fisica quantistica, la struttura ovvero il tutto, conforma le parti, gli oggetti.
Siamo ad “una visione dell’universo dialettica e eraclitea, di un mondo eterno teatro della battaglia tra «logoi», tra archetipi” anche per Thom infatti “al fondo del logos eracliteo della nostra anima, strutture simulatrici di tutte le forze naturali esterne agiscono”.
E’ dynamis il polemos in Eraclito, in Anassagora agisce la discordia, e l’energheia in Aristotele; la dimensione 'dinamica' e metamorfica è presente anche nel mito che è una singolarità all’interno di spazi topologici, un sistema autopoietico come il caos.
Filosofia e fisica: i cambi di paradigma
L'intreccio di fisica e filosofia è evidente nei presocratici https://it.wikipedia.org/wiki/Presocratici e i rapporti esistenti tra la nuova scienza, il sapere filosofico e le teorie scientifiche sono trascese da cambi di paradigma: come fa Anassimandro di Mileto che “allievo di Talete, ebbe per primo l'audacia di disegnare l'ecumene su una tavoletta”, e afferma che “la terra è un sasso nello spazio”, sul niente ovvero nello spazio vuoto e non sull'oceano come voleva il suo maestro.
Per Anassimandro il “tempo è ciò che determina la generazione, la distruzione e l'esistenza dei mondi” ed il “principio degli esseri è l’illimitato, l'apeiron da dove infatti gli esseri hanno l'origine” quell'apeiron che Rovelli considera un'“entità teorica” modernissima nell'osservazione naturalistica, siamo ad un capovolgimento paradigmatico che porterà alla fisica contemporanea.
La rivoluzione scientifica di Anassimandro, nel corso dell'Officina matematica di Emma Castelnuovo, viene illustrata da Carlo Rovelli in questo video
Se l'atomismo di Leucippo, Democrito, Epicuro, Lucrezio Galilei, Descartes, Gassendi e gli infiniti mondi di Giordano Bruno percorrono la nuova fisica e la concezione corpuscolare della materia, la scienza, per naturale 'predisposizione' è critica di ogni conquista e soprattutto di ogni forma di dogmatismo e rimette in discussione tutto ciò che il pensiero e la prassi trovano essere un paradigma non più conforme alle conoscenze via via acquisite infatti “il dubbio è fondamentale per tutto. La scienza nasce perché si mettono in dubbio le certezze” (Rovelli).
Occorre andare “fuori dalla via battuta” perchè nelle “opinioni dei mortali, non c’è una vera certezza... le cose essendo tutte in ogni senso” (Parmenide).
Lucrezio e Seneca: ex apertis in obscura
“Non le vediamo tutte le cose né tanto grandi quanto sono, ma la nostra vista si apre la via per investigare e getta le fondamenta per la verità, in modo che la ricerca passi da ciò che è evidente a ciò che è oscuro (nec omnia nec tanta visimus quanta sunt, sed acies nostra aperit sibi investigandi viam et fundamenta vero iacit, ut inquisitio transeat ex apertis in obscura)” Seneca.
Se “gli occhi non possono vedere il principio di tutte le cose” per noi le vede è Lucrezio, il poeta della scienza, nel “De rerum natura” il cantore della natura in ogni suo aspetto dagli uomini agli animali, alla terra con le sue acque e gli astri e gli infiniti mondi.
La costruzione del poema-mondo, il verso, la filosofia, vanno ad investigare la realtà e portare alla luce le cose oscure e il mistero che la natura occulta all'intelletto.
Bisogna andare al di là del visibile perché “l'universo, oltre i limiti di questo nostro mondo, è infinito, la mente vuole sapere che cosa vi sia al di là, fin dove essa riesce a spingersi con la sua intelligenza”.
Nessuno è un microcosmo isolato in sé stesso “l'immagine dell’uomo come microcosmo riflesso del macrocosmo conserva il suo valore: chi conosce l’uomo conoscerà l’universo” (Thom in “La Teoria delle catastrofi”).
La mente e lo sguardo di Lucrezio affondano lo sguardo oltre la superficie delle cose e vedono già il vuoto ricordano l'indeterminazione di Heisenberg e Planck, prefigurano la teoria dei molti mondi prima di Giordano Bruno e della meccanica quantistica e di Hugh Everett III e DeWitt.
Un invito ad “uscire dallo stato di minorità” a travalicare le Colonne d'Ercole come fa l'Ulisse di Dante che invita a “considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” ed il poema di Lucrezio è una creazione filosofica e poetica e fisica ante litteram grandiosa tanto quanto la Divina Commedia.
Lucrezio, filosofia e fisica per Ivano Dionigi
La poesia, la filosofia, il cosmo, la natura e le cose si dispiegano in una struttura e in un modello grammaticale-fisico per Ivano Dionigi che in “Lucrezio. Le parole e le cose” disvela il corpo del poema “un cosmo vero e proprio” anzi sembra “prendere forma un divenire caosmico grazie alla filologia, la quale ordina il molteplice, domina il caos”.
"De rerum natura" di Lucrezio per Ivano Dionigi
L'isomorfismo tra parole e cose appartiene all'epicureismo e “la corrispondenza della terminologia atomistica e linguistica, in quanto tutti i termini concurcus, motus, ordo et positura sono grammaticali. Questa compresenza dell'uno e del molteplice, del medesimo e del diverso, del codificato e del nuovo... annuncia un nuovo mondo ↔ linguistica, che porta all'isomorfismo, al voler far combaciare vocabolo e oggetto significato ↔ significante ordine linguistico ↔ ordine cosmico: reversibilità e convertibilità di ordine “fisiologico” e ordine “filologico”.
Per Dionigi in Lucrezio “l'assimilazione tra verba et res annulla il divario tra poesia e filosofia, aprendo la strada della successiva divulgazione scientifica” e “il “distaccamento”, l'”accostamento”, il “mutamento” degli atomi convertono la natura delle cose nello stesso modo in cui l'”omissione”, l'”aggiunta”, il “mutamento” delle lettere convertono l'identità delle parole... per scoprire e chiarificare i meccanismi del mondo atomico....l'invisibilità degli infinitesimi: ut potius multis communia corpora rebus multa putes esse, ut verbis elementa videmus”.
Le epistemologie instabili
Nel Simposio di Platone l’amore, Eros, è figlio di 'bisogno' e 'povertà', 'penìa' e 'poros', è mancanza e desiderio generati anche dal taglio del cordone ombelicale: il 'nodo' rompe la simbiosi con la madre e crea una 'mancanza' rappresentata dal vuoto del “toro” (riferimento platonico, ante litteram, alla topologia).
Nella psicoanalisi topologica di Lacan legami e separazioni sono costitutivi dell’inconscio: qui l'analisi si innesta a quella delle superfici: dal nastro di Möbius alla teoria dei nodi.
Nelle geometrie non euclidee lo spazio è un 'corpo in trasformazione', non solo la materia ma noi stessi siamo costituiti di particelle elementari e non esistono solo elettroni, protoni e neutroni, le particelle bosoniche e i fermioni sono creati dalle vibrazioni delle stringhe di Gabriele Veneziano e si presentano di dimensioni più infinitesimali dei quark e sono all'origine dell'universo: oltre agli elettroni e ai quark, c'è un altro livello di struttura, piccoli filamenti di energia vibrante che sono “piegati”, arrotolati in una configurazione descrivibile attraverso una geometria dei 'nodi', 'tori', 'nastri','anelli' che Leopardi anticipa quando scrive in “questo globo ove l'uomo è nulla, sconosciuto è del tutto”, quei “nodi quasi di stelle” sono un riferimento, ante litteram, alla teoria dei nodi, alla topologia ed i versi “le nostre stelle o sono ignote, o cosi paiono... un punto di luce nebulosa” richiamano l'astrofisica: non a caso, adolescente, scrisse la “Storia dell'astronomia”.
Le teorie della fisica, della geometria, della sociologia, dell'economia, della matematica e della biologia sono rette da epistemologie instabili e fluide https://www.treccani.it/enciclopedia/la-seconda-rivoluzione-scientifica-introduzione-fisica-e-filosofia-della-scienza-all-alba-del-xx-secolo_%28Storia-della-Scienza%29/
Per parafrasare Shakespeare: ci sono più cose nella poesia, nella filosofia e nella scienza, che in cielo e in terra infatti “la scienza e l'arte hanno in comune il fatto di riconoscere che la realtà è un insieme più complesso di quello che possiamo vedere” (Rovelli).
Quantistica relazionale: la realtà e gli oggetti per la filosofia e la fisica
Per Lucrezio “tutto si trasforma” come conferma la quantistica che affonda lo sguardo nell'ignoto, nelle trasformazioni della natura, accompagna e illustra i segreti di questo strano mondo che ricordano le avventure di Alice nel paese delle meraviglie.
Quella sorta di superbia isolazionistica e di silenzio ontologico degli oggetti vengono meno grazie alla quantistica che li fa incontrare ed interagire.
Dalla solitudine dell'oggetto alla relazione, dal singolo punto di un ricamo alla magnificenza dell'opera compiuta: un salto paradigmatico.
Per la meccanica quantistica non esiste uno stato d'essere degli oggetti: nel profondo della materia gli oggetti non esistono separati: la realtà, la materia è 'altra', è quantistica.
La realtà è un tessuto di relazioni che, in modi differenti, intercorrono sia tra gli oggetti sia nel sociale e da individuo ad individuo: i fenomeni non sono la somma di elementi singoli e la natura presenta un'organizzazione a noi invisibile, è strutturata come totalità: una teoria sconvolgente, una rivoluzione più che copernicana.
Si afferma la concezione della conoscenza come relazione che avvicina Lucrezio a Carlo Rovelli e René Thom ad Aristotele perchè esiste una “potenza coesiva, relazionale” in “L’Antériorité ontologique du continu sur le discret: synektike dynamis” e una priorità ontologica del continuo sul discreto.
Le particelle costitutive della materia
“ La fisica si occupa solo di quanto possiamo dire della natura, la quantistica si pone la domanda 'quale particella vede un'altra?' e della proposizione 'ci sono eventi e non enti' ovvero si chiede quali siano le interazioni delle particelle elementari nella materia, nella realtà della natura” (Bohr) e la risposta è che l'elettrone esiste nel relazionarsi con altri elettroni: è la fisica quantistica relazionale di Rovelli che si misura col pensiero filosofico https://frame-frames.blogspot.com/2022/07/fisica-e-filosofia.html in “Helgoland”https://frame-frames.blogspot.com/2022/09/helgoland-di-carlo-rovelli.html
La meccanica quantistica ha profondamente rimesso in discussione le nostre pretese di conoscere la realtà ovvero la materia perché, in realtà, della realtà (non è un gioco di parole) conosciamo solo una parte e cioè le particelle che, per giunta, si divertono a presentarsi e rapportarsi in modi singolari e inspiegabili.
Non solo le particelle non sono oggetti ma non si sa neanche quale spazio, occupino infatti sullo stato delle particelle possiamo solo (per parafrasare il poeta) pronunciarci in termini probabilistici e solo nel misurarle ne veniamo a conoscenza infatti lo spin di un elettrone non è conoscibile prima della misura: “lo stato che si misura non è preesistente ma è creato nel momento della misurazione” (Faggin) ovvero siamo in balia delle onde non dell'oceano ma della probabilità.
E' impossibile conoscere contemporaneamente posizione e velocità di un atomo: interviene il principio di indeterminazione e va a confliggere con le nostre pretese di precisione ed oggettività relativamente allo stato di un sistema.
Nella dimensione quantistica ogni misurazione va a cambiare ciò che viene misurato: l'osservatore gioca un ruolo fondamentale in quanto il punto di vista dell'osservatore interviene nel processo e modifica la realtà osservata infatti in base al principio di indeterminazione di Heisenberg per 'vedere' un micro oggetto dobbiamo agire su di esso con strumenti, che modificano le condizioni del sistema: il soggetto non è “esterno” ai fenomeni studiati osservatore e oggetto osservato sono inscindibili mentre il teorema di Kurt Gödel, le geometrie non euclidee e la meccanica quantistica ci costringono a dire che la realtà non è tutta in quella che vediamo o pensiamo.
Le particelle e l’entanglement
Due particelle, se in un primo momento vengono a relazionarsi tra loro, continuano a mantenere una connessione anche quando si ritrovano separate infatti nel misurare l'una, persistendo la distanza tra loro, anche l'altra viene ad essere investita di questa misurazione.
Di conseguenza le due particelle sono 'entagled' e rappresentano uno unico stato quantistico ovvero due particelle sono una sola particella.
La fisica quantistica ha dimostrato, sia teoricamente sia per via sperimentale, l'esistenza di quel entanglement che ha capovolto, come la teoria copernicana a suo tempo, la precedente visione della natura.
La causalità in cui si crede nella nostra quotidianità si mostra illusoria e possiamo archiviarla: ce lo impone, in modo perentorio l’entanglement https://www.treccani.it/enciclopedia/entanglement/
Resta senza alcuna spiegazione il fenomeno della 'non località' per cui una particella resta correlata ad un'altra senza aver avuto 'contatti' con quest'ultima ovvero misurare una particella comporta che un'altra faccia proprio lo stesso valore anche se ne è 'distante'.
L'entanglement quantistico è paragonabile all'indecidibilità del teorema di incompletezza di Gödel in matematica ed al principio di indeterminazione di Heisenberg che hanno determinato un cambio di paradigma che vale in matematica, fisica e meccanica quantistica ovvero non solo per le scienze naturali ma per il pensiero e si può ben dire che la crisi dei fondamenti è più che... profonda anche in fisica.
Il cosmo nelle sue strutture fondamentali si esprime, per la nuova fisica, secondo stati di collegamenti ovvero di entanglement
La filosofia e la fisica: tra ipotesi e indeterminatezza: i fisici... metafisici
L'universo ha il 95% di materia oscura così denominata perché non la si vede se non indirettamente per via della gravità e non è certa neanche l'esistenza dei buchi bianchi ovvero potrebbero essere esistiti per una frazione di tempo per poi essersi dissolti: evidentemente anche la meccanica quantistica naviga in acque non limpide.
L'enigma della quantistica si dispiega su molti piani: permette la nascita della tecnologia in cui siamo immersi ed apre alla comprensione ad eventi e fenomeni della natura prima incomprensibili ma che pone domande fondamentali non ancora spiegabili.
I fisici non possono affermare di essere meno 'evanescenti' dei filosofi che non sarebbero avvezzi alla rigorosità infatti parlano di entità che si ipotizzano esistenti ma di cui non sanno l'esistenza e non sanno come e quando la dimostreranno: i fisici sono metafisici?
Sic stantibus rebus c'è da chiedersi che ne è della concezione e definizione di spazio-tempo: tutto è rimesso in discussione.
Cos'è ed esiste ancora una realtà oggettiva? La realtà è quella che sperimentiamo nel mondo macroscopico o è quella del mondo quantistico?
Verità e interpretazioni: filosofia fisica classica e quantistica
Se la fisica classica è deterministica e non spiega della nostra dimensione fenomeni complessi ad esempio gli stati meteorologici ci soccorre la quantistica che entra di prepotenza nella realtà macroscopica in cui siamo gettati.
La cifra sia della fisica classica sia della quantistica è che ammettono una teoria con diverse interpretazioni o altrimenti detto, se includiamo nella definizione di una teoria anche la sua interpretazione, due diverse teorie descrivono gli stessi fenomeni.
La meccanica quantistica presenta una definita struttura formale e conferma empirica, tuttavia conserva aperte una serie di questioni: dalla 'teoria dei molti mondi', alla 'teoria della riduzione dinamica' e alla 'teoria della decoerenza'.
Ognuna di queste interpretazioni ci dice qualcosa di diverso su come è fatto il mondo descritto dal formalismo quantistico.
Quali rapporti esistono tra il nostro mondo macroscopico e quello infinitamente piccolo delle particelle elementari dove vige l'indeterministica?
Esistono due realtà, a quanto pare. E qual è la natura della natura?
La domanda sulla verità di una proposizione come “l’elettrone ha una traiettoria ben definita” secondo alcune interpretazioni avrà una risposta negativa, secondo altre interpretazioni una risposta positiva.
E’ aperta la domanda: quali sono i rapporti tra la verità della proposizione e l’interpretazione scelta.
La risposta dipende dall’interpretazione scelta.
I paradigmi delle teorie della verità e le scuole di pensiero logiciste e fenomenologiche del ‘900, le ermeneutiche imposte dalla technè: bioetica, telematica, astrofisica, l’ontologia, l’ontopoiesis, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale, la physis immaginaria, il pensiero calcolante, la technè sono i nuovi orizzonti del pensiero.
La coscienza per la filosofia e la fisica quantistica
Il mondo invisibile, quello microscopico, è simile a quello macroscopico ed è impensabile che la dimensione psichica esuli da questa dimensione.
Infatti la nuova fisica ci consegna un modo inedito di concepire il tempo e lo spazio e, ora, anche la coscienza.
In che modo la coscienza umana si rapporta alla fisica quantistica?
“Lo studio della coscienza non può prescindere dalle acquisizioni delle neuroscienze sui “neuroni specchio”: il cervello non è solo un fascio di neuroni: esiste “all’interno di un organismo”.
Il corpo è il nostro punto di vista sul mondo: parola e mimica mostrano come agli organi del corpo corrispondono le emozioni, il corpo parla: è lo “schema corporeo” di Merleau-Ponty.
Nel sonno, per Husserl, inconscio e memoria sono momenti ove non si è presenti a sé e si è, nel contempo, con il mondo.
La memoria di sé, ontologica-in/visibile, è il chiasma proustiano: il sogno è un chiasma sonno-corpo-passività-sogno pensante ed essere corpo pensato.
I modelli topologici e quantistici di mente
Dopo il mito https://www.giacintoplescia.it/il-mito-la-nascita-degli-dei/ e i presocratici, l'era moderna conosce i paradigmi di Thom e Petitot: un modello topologico di mente basato su teoria delle catastrofi e delle biforcazioni, degli attrattori di sistemi dinamici non lineari, stringhe e superstringhe di Veneziano https://frame-frames.blogspot.com/2022/08/dal-mito-al-cosmo-delle-stringhe-forma.html
Per Penrose la mente non è riconducibile alla computazione, unifica così relatività e meccanica quantistica, il fisico colloca la coscienza negli interstizi tra le due dimensioni della fisica classica e di quella quantistica.
Non sono certo interstizi senza niente dentro infatti presentano il vuoto quantistico che ha una sua reale consistenza, di conseguenza il nostro corpo e, segnatamente, il cervello è costituito da vuoto quantistico.
Il 'cocktail' di Penrose è più che singolare: c'è un tantino di vuoto ovvero quello di Planck meglio conosciuto come “schiuma”, naturalmente quantistica, una dose di relatività quindi di spazio-tempo e materia-energia.
In tal modo Planck con la sua formula '10-33 cm.' insidia la fama dell' 'E = mc2' di Einstein.
Ma senza i microtuboli non si dà coscienza ed è in essi che l'entaglement vive e genera la consapevolezza di sé stessi.
Per Penrose meccanica quantistica e relatività generale vanno a incrociarsi ed unificarsi nel cervello: è la teoria conosciuta come “spin network”.
Roger Penrose, nei suoi studi sul sistema neuronale, ha formulato la tesi della coscienza quantistica in quanto i neuroni presentano i microtuboli attraverso cui alimentano le cellule, la loro è una struttura frattale, come per esempio il cavolo romano, ove si ottiene la stessa figura cioè la forma o lo schema in ogni parte e all'infinito, dove si sviluppano processi di stampo quantistico e la coscienza seguirebbe le regole vigenti nella meccanica quantistica.
Il fisicalismo e il riduzionismo affrontano lo studio e descrivono egregiamente il cosmo e la natura ma si mostrano incapaci di indagare e capire la coscienza ovvero “i suoi aspetti semantici” fa presente Federico Faggin per cui la fisica quantistica descrive l'interiorità del mondo e la nostra coscienza.
“Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa” se fossero riducibili a paradigmi meccanicisti?
La scienza non spiega come il cervello produce i 'qualia' pertanto le teorie fisiche classiche non descrivono tutta la realtà.
La coscienza tra filosofia e fisica: Eraclito e Federico Faggin
Le proposizioni di Federico Faggin https://frame-frames.blogspot.com/2022/10/irriducibile-di-federico-faggin.html riprendono le tesi di Eraclito “è la medesima realtà il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli mutando son questi: il πόλεμος è padre di tutte le cose” ed hanno un impianto che conduce all'olismo https://www.giacintoplescia.it/teoria-delle-catastrofi-fisica-e-olismo/
“Qualsiasi forma deve la sua origine ad un conflitto... “noi stessi siamo e non siamo, tutto scorre tutto si muove ... non si può scendere due volte nel medesimo fiume... non si può toccare due volte una sostanza nel medesimo stato, a causa dell'impetuosità del mutamento, si disperde e si raccoglie, viene e va” pertanto, per conoscere la materia, è necessario “unire ciò che è completo e ciò che non lo è, ciò che è concorde e ciò che è discorde, ciò che è in armonia e ciò che è in contrasto”.
“La nostra esperienza interiore che è” un atto “privato in continua evoluzione... va oltre qualsiasi descrizione: il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio” attengono unicamente alla “coscienza di un sé”.
“La coscienza è la capacità di conoscere attraverso un’esperienza fatta di 'qualia', cioè mediante le sensazioni e i sentimenti che portano con sé il significato di ciò che si conosce: la capacità di conoscere esiste prima della conoscenza” e “gli enti fondamentali” della realtà sono “essere enti coscienti simili alle monadi di Leibniz”(Faggin).
“La coscienza è un fenomeno quantistico ossia è uno stato ben definito, uno stato privato conoscibile solo dal sistema che è in quello stato” presenta tipicità proprie dello stato puro quantistico, la coscienza e la mente in “Irriducibile: coscienza e natura” di Faggin sono un unicum pertanto non sono riconducibili ad alcun logaritmo.
C. de Morais Smith, fisico teorico dell'Università di Utrecht, e Xian-Min Jin dell'Università di Shanghai hanno studiato i movimenti delle particelle quantistiche all'interno del cervello e la ricerca promette ulteriori sviluppi per lo studio della mente e dell'universo.
La nuova teoria del MOI https://frame-frames.blogspot.com/2023/02/coscienza-fisica-e-filosofia-il-moi.html apre nuovi varchi alla comprensione della coscienza e della quantistica.
Il tempo: S. Agostino, Einstein, Gödel, Hawking. Il cambio di paradigma della “loop quantum gravity”
Per Agostino https://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_d%27Ippona il tempo è impensabile al di fuori di ciò che accade nelle tre dimensioni del tempo “futurum, praesens, praeteri-tum...né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro... il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l'attesa.”
Permanenza e cambiamento sono nel tempo di S. Agostino e in quello spazializzato-matematico di Kant.
La rivoluzione concettuale sul tempo inizia con Agostino per il quale “i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro... questi tre tempi esistono nell'animo e non altrove” e arriva con la nuova fisica nello spazio-tempo di Einstein in "Modelli matematici per la gravità quantistica" in 8th Italian Conference on General Relativity and Gravitational Physics : Cavalese (Trento) https://frame-frames.blogspot.com/2020/04/giacinto-plescia-modelli-matematici-per.html
Il tempo assoluto newtoniano ha il contraltare nello spazio-tempo di Einstein che è relativo allo stato di moto di un sistema ed alla curvatura dello spazio: è dinamico.
La relatività generale archivia il concetto di tempo assoluto e come conseguenza fondamentale i quanti del campo gravitazionale abbandonano lo spazio e vanno ad abitare la dimensione e i momenti in cui si relazionano tra loro.
Lo spazio-tempo è il campo gravitazionale è il lascito indiretto della relatività ed è proprio la nascita della gravità quantistica a loop che si basa sul concetto di tempo relazionale.
Siamo in uno spazio granulare e 'non continuo' occupato da quanti piccolissimi e di dimensione 'finita': la meccanica quantistica è pertanto 'discreta' ma non nel senso che rispetta la privacy, sia detto per alleggerire il discorso, ma nel senso della fisica.
Gli universi transfiniti di Gödel https://it.wikipedia.org/wiki/Kurt_G%C3%B6del sono increspatura dynamica dello spazio-tempo e l’ontologia del caos dispiega uno spazio-tempo con eventi indecidibili.
Hawking https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking coi numeri immaginari, elabora un modello topologico-metabolico dello spazio che forma un chiasma a stringa immaginaria: possibilità di una temporalità non lineare per Giacinto Plescia https://frame-frames.blogspot.com/2020/03/giacinto-plescia-to-shawking-about-14th.html in 14th International Conference General Relativity and Gravitation.
A suo tempo è intervenuto il “tempo immaginario” di Hawking, di conseguenza mentre la classica visione del tempo procede per spostamenti progressivi e lineari, come se fosse una freccia del tempo, l'evoluzione del “tempo immaginario” si dispiega nella superficie di una sfera, sorge da un polo “immaginario”, il nord, raggiunge l'equatore e si chiude in un polo, di linee congiungenti, “immaginario”: il sud.
Se si pongono le due diverse interpretazioni del tempo in relazione, si comprende come c'è una convergenza ma anche una biforcazione, nel percorso, incapace di una qualche stabilità certa.
- I buchi neri per Stephen Hawking
Scienza e techne hanno dimostrato come l'atomo sia non solo divisibile ma che non è l'ultimo elemento costituivo della natura, esistono la fisica delle particelle i quark ed i muoni, la materia oscura e il bosone di Higgs e dal momento che l'atomo di Democrito era l'elemento costitutivo del cosmo nulla vieta che sia equiparabile a quell'elemento primo che la nuova fisica indaga come la gravità quantistica ad anello e la QM relazionale di Carlo Rovelli che hanno al centro della teoria la questione del tempo e si confronta col lascito di S. Agostino“il tempo è una distensione che può essere indivisibile, divisibile in maniera finita o infinitamente divisibile”.
E' Roger Penrose https://it.wikipedia.org/wiki/Roger_Penrose cui è stato conferito il Nobel a introdurre il concetto delle reti a spin nella matematica, propone la sua teoria in "Buchi neri, cosmologia e singolarità spazio-temporali"
La “Loop Quantum Gravity” ovvero la gravità quantistica a loop di Rovelli apre alla possibilità di dare uno sguardo più approfondito ai buchi neri e nei fatti introduce un nuovo paradigma in fisica.
Rovelli innova la fisica nel campo della gravità quantistica e tenta di unificare la relatività generale di Einstein e la quantistica con Lee Smolin ha elaborato la cosiddetta rete di spin: analizza lo spazio tempo e la gravità in termini quantistici: un nuovo racconto della nascita della quantistica.
In gravità quantistica i loop sono quanti del campo gravitazionale e sono, per così dire, socievoli infatti amano relazionarsi ma tra loro e in questo processo l'uno si avvicina agli altri: si può dire che oltre che socievoli sono... social.
Carlo Rovelli, Smolin e Ashtekar sviluppano la gravità quantistica a loop partendo dai “Wilson loops” e risolvono una fondamentale equazione della quantistica quella di Wheeler-de Witt aprendo la strada alla teoria della gravità quantistica a loop.
Lo spazio fisico, è altro che un ricamo finissimo di quanti e, nell'ambito della gravità quantistica a loop, viene rappresentato come un insieme di stati o reti quantistici ovvero da uno spin network.
Lo studioso fa una ipotesi che è essa stessa una singolarità nella singolarità dei buchi neri: unifica la gravità con la quantistica pertanto lo spazio-tempo è quantizzato.
Il fisico precisa che si originano dei loop indivisibili che, ci si consenta un citazione scherzosa, sono come gli atomi indivisibili di Democrito mentre dopo Hiroshima e Nagasaki sappiamo che l'atomo è divisibile.
Lo studio dei buchi neri nel modello proposto da Hawking nella spazialità relativistica, l’ipospazio soggiacente è una “superentità” della topologia fluttuante e le parti stabili delle singolarità cosmiche s’immaginano instabili, per la teoria dell’indeterminatezza di Heisenberg: non si può conoscere lo status delle particelle elementari ai confini dello spazio vuoto.
Sui Buchi neri, le onde gravitazionali confermano Hawking https://ilbolive.unipd.it/it/news/buchi-neri-onde-gravitazionali
I buchi neri si nutrono di luce, materia e radiazioni e gli astrofisici hanno dimostrato la loro esistenza attraverso il campo gravitazionale con i suoi effetti sui movimenti dei corpi celesti e la dinamica da cui origina il buco nero non si esaurisce durante la formazione dello stesso ma prosegue anche oltre l'orizzonte degli eventi.
Ma andiamo per ordine, se mai sia possibile ordinare allo stato attuale delle conoscenze: i buchi neri sono stati stelle che alla fine del loro ciclo di vita si sono 'contratte' in virtù della gravità: al suo interno vive lo spazio-tempo curvato dalla gravità.
Se si ipotizzasse di avvicinarsi ai buchi neri, vedremmo il tempo scorrere lentamente ma è sempre meglio non provarci perché, come le sirene, essi catturano ogni oggetto che si trovi nelle loro vicinanze fino ad inglobarlo.
Il campo gravitazionale influenza gli oggetti celesti nel loro moto, e anche se i buchi neri non emettono luce è possibile 'vederli' o, per meglio dire, dedurre la loro presenza come è stato confermato sperimentalmente da Ligo e Virgo.
- I buchi bianchi per Carlo Rovelli
Rovelli prosegue il percorso di Hawking innovandolo audacemente e rovesciando la prospettiva.
All'interno del buco nero che l'energia raggiunge una densità massima da cui origina un meccanismo di rimbalzo rappresentabile con un fenomeno a tutti familiare di una palla che tocca terra solo che nell'entità buco nero si avvia un processo per cui la materia, la luce e le radiazioni fuoriescono: è in questo preciso istante che si forma il buco bianco https://frame-frames.blogspot.com/2023/03/carlo-rovelli-buchi-bianchi-dentro.html
Appena il buco nero oltrepassa il punto di singolarità ovvero il 'luogo' dove non esiste né il tempo né lo spazio (è il nulla, viene da pensare) c'è un rimbalzo e cambia direzionalità ecco il buco bianco che travasa all'esterno la materia con esiti pirotecnici infatti è come se una stella esplodesse nel mentre luce, radiazioni e materia vengono espulsi è la cosiddetta stella di Planck: “la stella che sprofonda nel buco nero, il rimbalzo, il buco bianco, fino a che tutto esce di nuovo”.
Se il buco nero ingloba la materia al suo interno, il buco bianco emette materia, informazione dunque infatti i buchi bianchi si comportano in direzione opposta dei buchi neri ovvero emettono getti di materia nello spazio circostante e qui il tempo va all'incontrario come dice Celentano in “Azzurro” e ci fa tornare al passato come la madeleine di Proust.
“Nel mondo dei buchi bianchi lo spazio e il tempo vanno ripensati” per Rovelli che ipotizza una temporalità che cambia direzione ovvero inizia una dinamica inversa per cui il buco nero diventa bianco ed emette informazioni, in sintesi il buco bianco non trattiene alcunché ma al contrario espelle materia: è il rimbalzo quantistico.
Sia i buchi neri sia i bianchi hanno una genitrice in comune ovvero la teoria della relatività ma mentre i primi catturano la luce e la materia all'interno dell'orizzonte degli eventi, mentre i buchi bianchi sono figli di quelli neri infatti “quando i buchi neri muoiono, diventano buchi bianchi” che sono solo ipotizzati, a livello teorico in virtù della simmetria tipica delle leggi in fisica in riferimento al tempo infatti dice Rovelli “non so se i buchi bianchi esistano veramente, non li ha ancora visti nessuno” (in “Buchi bianchi Dentro l’orizzonte”).
E' la matematica, le sue equazioni sull'inversione del tempo, e la relatività di Einstein a fare dei buchi bianchi sì degli oggetti ma, appunto, teorici.
Non abbiamo prove scientifiche di alcun genere sull'esistenza dei buchi bianchi che vivono solo nel campo delle teorie e delle ipotesi o meglio di un processo deduttivo in virtù del quale dal momento che in fisica vigono leggi simmetriche, in relazione al tempo, si deduce che esiste un buco nero esiterà un buco bianco.
Se pensiamo che un buco bianco come 'spessore' è l'equivalente di un capello ma “a differenza di un capello, non ha cariche elettriche quindi non interagisce con la luce: non si vede” allora la sua ricerca diventa improba.
- La dimensione metamorfica della natura e la teoria delle catastrofi di Renè Thom
In Eraclito il movimento vede l'alternarsi dei contrari: il freddo e il caldo, il giovane e il vecchio e dalla dialettica dei contrari prende forma l'armonia all'interno pur sempre del mutamento: “è la medesima realtà il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli mutando son questi: il πόλεμος è padre di tutte le cose”.
La realtà origina e si dispiega nella dynamis sia in Eraclito sia in Thom: “Ogni forma, ogni fenomeno originano da “una distinzione qualitativa dei modi di agire del tempo nelle cose e al conflitto che si dispiega nella natura” in Thom https://frame-frames.blogspot.com/2022/12/opera-omnia-di-rene-thom-cd-marc.html che riconosce in Eraclito il precursore della morfogenesi: la teoria delle catastrofi dice cerca di “ricollocare le intuizioni fondamentali del grande filosofo in un quadro geometrico e dinamico”.
“Qualsiasi forma deve la sua origine ad un conflitto” che si dispiega nella natura che in origine è abitata dal caos “un’idea preesistente alla distinzione, alla separazione, all’opposizione, un’idea dunque di indistinzione, di confusione fra potenza distruttrice e potenza creatrice, fra ordine e disordine, fra disintegrazione e organizzazione, fra Hybris e Dike” (Morin).
La teoria thomiana è una “teoria del dinamismo universale in cui ogni esistenza è l’espressione di un conflitto” si basa su modelli matematici qualitativi: la catastrofe origina da piccole variazioni che vanno a creare profondi e grandi cambiamenti.
Un paradigma dell'Essere nel caososmos e una decostruzione della physis sono proposti con nuovi modelli della teoria delle catastrofi, https://frame frames.blogspot.com/2022/09/lombelico-e-la-farfalla-oltre-thom.html da Giacinto Plescia https://frame-frames.blogspot.com/2022/02/giacinto-plescia-uninterpretazione.html con : il diadema, la sfera ombelicale, la sfera metaedrica, la diafarfalla, la tetradiafarfalla, la anfitetradiafarfalla, le anfittradiafarfalle che vedono scienza e tecnologia ricreare dinamicità spaziali eutopiche e distopiche oltre Thom.
La farfallacuspide inventa il nuovo, il metaedro conserva le vestigia, la tetrafarfallacuspide dispiega socialità individuali e collettive.
Catastrofe dal greco Καταστροϕή/καταστρέϕω sta per “capovolgere, rivolgimento, svolta rovesciamento, cambiamento di direzione” si riferisce al cambiamento di direzione della tragedia in Aristotele ed è un punto culminante e critico, il passaggio da una situazione positiva ad una improvvisa, imprevedibile, inesplicabile e, appunto, catastrofica.
Nella Poetica di Aristotele lo sciogliersi dell'intreccio, laddove il protagonista si rende consapevole del proprio stato, è una svolta rapida e improvvisa che è tipica delle catastrofi di cui parla Thom in riferimento alla rottura dell'equilibrio dei sistemi e della nascita di nuove forme e, appunto, della morfogenesi dal greco μορϕή sta per forma e genesi ovvero origine e nel suo significato etimologico indica qualsiasi processo che genera, modifica o distrugge forme o strutture ed è in tale accezione utilizzata da Renè Thom.
L'universo e le forme per la filosofia e la fisica
Gli oggetti, i fenomeni e le forme si manifestano in natura o in modalità statica come i sassi, o in modalità metaboliche come le nuvole e tutte subiscono cambiamenti di forma.
Le acque, le nuvole, le nubi, i sassi, sono lì davanti a noi con una loro consistenza, forma, stabilità eppure cambiano e si trasformano “non si può scendere due volte nel medesimo fiume” ammonisce Eraclito e aggiunge “non si può toccare due volte una sostanza nel medesimo stato, a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va, noi stessi siamo e non siamo, tutto scorre tutto si muove”.
Un sistema presenta continui cambiamenti e veri e propri improvvisi salti: si va da una evoluzione continua a un’altra.
L'immagine retinica di un oggetto varia in continuazione, tuttavia esso viene percepito come lo stesso oggetto finché le sue variazioni non lo perturbano troppo allora emerge una nuova forma.
La dimensione metamorfica, è registrata anche da espressionismo e futurismo.
L’universo è diviso in forme... una nuvola non ha la stessa consistenza di un blocco di marmo, la permanenza delle forme è legata alla natura del loro substrato che ha un ruolo di primo piano nel determinare il carattere di una forma.
Le forme hanno una struttura stabile che nel modificarsi attraversano un percorso a salti ovvero un percorso catastrofico.
Forme e figure cambiano se subiscono delle deformazioni, es. una tazza e una ciambella, ovvero due oggetti con un buco, per la topologia si equivalgono perché l'una si può trasformare nell'altra attraverso una deformazione.
Le forme hanno una loro dinamica e, accanto ai domini di stabilità, si osservano situazioni nelle quali piccole modifiche provocano grandi cambiamenti: l'immagine retinica di un oggetto varia in continuazione, tuttavia viene percepito come lo stesso oggetto finché le sue variazioni non lo perturbano troppo allora emerge una nuova forma ovvero si produce una catastrofe, un nuovo livello di stabilità strutturale del fenomeno: la morfogenesi affronta questi processi e non solo nel campo della natura infatti lo studio dei processi morfogenetici e della stabilità strutturale hanno avuto interessanti conseguenze scientifiche e filosofiche.
Materia e forma sono centrali in Aristotele: si distinguono, in un essere o oggetto, la sua esistenza, il suo “da-sein”, il fatto che l’essere occupi una certa porzione di spazio-tempo, e la sua essenza, vale a dire la totalità dei suoi aspetti, delle sue qualità.
“C’è qualcosa come un etere soggiacente che riempie tutto lo spazio. Una materia prima, avrebbe detto Aristotele” (Thom).
Il materialismo nella scienza consiste nel sostenere che l’esistenza precede l’essenza, mentre il modello della teoria delle catastrofi va contro questo assioma, perché presuppone che, in certa misura, l’esistenza sia determinata dall’essenza, dall’insieme delle qualità dell’essere.
- La quantistica, la topologia ed i nuovi materiali: il fullerene
Le traiettorie nello spazio geometrico, per la dinamica non lineare da Poincaré a Thom, sono stabili per un certo intervallo, fuori da esso si salta su traiettorie con una transizione rapida (biforcazione) e a volte discontinua ovvero nasce una catastrofe ed i punti catastrofici sono quelli nei quali accadono i cambiamenti qualitativi.
In topologia piccole modifiche provocano grandi cambiamenti: si produce una nuova forma: e le 'biforcazioni', 'catastrofi' e 'singolarità'.
La topologia destruttura ed innova la fisica: siamo ad un cambio di paradigma.
Infatti la fisica volge lo sguardo alla topologia per lo studio dei materiali: le forme e il loro status spaziale si è mostrato fecondo per la realizzazione di nuovi materiali, di chip innovativi e la nascita dei computer quantistici o meglio: siamo in una nuova fase della materia creata all'interno di un computer quantistico.
Thouless, Haldane e Kosterlitz, partono dalle scoperte del Premio Nobel K. von Klitzin che individuò il materiale topologico costituito da elettroni che vivono in due dimensioni spaziali, e tramite la topologia che entra nella fisica della materia ricevono i Nobel “per le scoperte teoriche sulle transizioni di fase topologiche e sugli stati topologici della materia”.
Le proprietà micro della materia ed il fullerene
Con la topologia hanno individuato le proprietà micro della materia, studi che hanno permesso di creare nuovi materiali in elettronica e per un utilizzo nell'informatica quantistica.
E' possibile produrre in laboratorio il grafene nonchè le applicazioni di questo nanomateriale anche in elettronica.
I cosiddetti reticoli moiré hanno mostrato il modello a farfalla che Hofstadter aveva ipotizzato: la struttura a nido d'ape del moirè è simile a quella del grafene.
E' il frattale ovvero uno schema che si riproduce uguale a sé stesso: è la farfalla di Hofstadter.
Realtà subatomiche e nanotecnologie consentono nuovi materiali subatomici quali il fullerene ed una nuova modalità di intendere la progettazione e l'abitare, non più fondati sulla conoscenza epistemica o ermeneutica ma un'interpretazione ontopoietica: un nuovo paradigma di concepire l’Essere stesso nelle sue trasformazioni nel “caosmos” (Giacinto Plescia).
La scoperta del carbonio sferico cioè il fullerene https://it.wikipedia.org/wiki/Fullereni, presente in natura, conferma la teoria premiata dai nobel ma fa sorgere nuovi enigmi
La ricerca dei modelli ontologici, nella struttura sferica del carbonio fullerenico, dovrà evidenziare le differenze e la completezza dell’impianto della 'gestell' per addivenire ad una più dispiegabile utilità tecnologica come dimostra il "Progetto di ricerca sul fullerene per il Dip.to di Architettura di Firenze" di Giacinto Plescia https://frame-frames.blogspot.com/2014/07/research-project-about-fullerenic-fiber.html
E' possibile che ci sia una bistabilità strutturale nel fullerene naturale, a differenza di quello artificiale: la bistabilità strutturale nel fullerene naturale orienta la progettazione di fibre ottiche fullereniche attraversate da laser quantici che danno vita a un sistema intelligente con le supercorde e superstringhe di Veneziano.
Se così fosse il bistabile carbonio sferico, scoperto in natura, sarà più utile dell’altro per le applicazioni ottiche, fotoniche, quantistiche, laserizzabili.
Giacché l’isteresi bistabile configurerà virtuali varietà fotoniche, quali stabili ikone della logica computerizzata quantica, supersimmetrica.
Modelli di supercorde fullereniche, superstringhe e singolarità daranno vita a un sistema intelligente con simultaneità operative.
Alla spiegazione scientifica deterministica, causale della fisica classica, alle traiettorie lineari si contrappongono forme inaspettate e fenomeni di cui non possiamo prevedere l’evoluzione a partire delle condizioni iniziali, in particolare: c'è un apeiron tra la topologia e le supercorde di Veneziano: la cronospazialità immaginaria di Hawking: un chaosmos d'interpretanza catastrofica.
Le teorie della complessità affermano, contro la spiegazione scientifica deterministica, che la realtà è un organismo, un nodo di relazioni dal comportamento disordinato, non prevedibile.
“Ci sono asserzioni formulate in modo esatto che non sono né vere né false” per Gödel mentre per Thom “la matematica rimette in discussione la possibilità di misurazione”.
- Conclusione
Le riflessioni sui fondamenti della filosofia, della fisica, della matematica, i problemi ontologici e fondazionali della meccanica quantistica, relative alla realtà subatomica, e le nanotecnologie si esprimono in una costruzione e decostruzione ontologica, ermeneutica ed epistemica della physis oscillante tra pratica ontologica: una nuova narrazione: un'interpretazione ontopoietica della natura che conduce per Giacinto Plescia dalla filosofia alla fisica https://www.giacintoplescia.it/giacinto-plescia-dalla-filosofia-alla-fisica/
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