giovedì 30 maggio 2013

DAVID RUELLE Caso e caos: Boringhieri

                         
DAVID RUELLE Caso e caos


“L'età in cui i ragazzi strappano le ali alle farfalle e attaccano vecchie casseruole alla coda dei gatti” per Kolmorov è l'età mentale dei talenti matematici il cui sviluppo psicologico si arresterebbe proprio in concomitanza allo sbocciare della creatività scientifica. 


E' in ‘cotal compagnia’ che David Ruelle in Caso e caos, Boringhieri guida il lettore in una passeggiata attraverso 'la teoria dei giochi’, il ‘caos’, gli ‘attrattori strani’ e, giocando con lotterie, oroscopi, biglie, pulci e alla ‘dama alla polacca’, conclude: “il dilemma tra caos e determinismo è in gran parte un falso problema”.


Il suo filo di Arianna è proprio il ‘caso’ che attraversa la matematica e la fisica ma che risulta uno strumento utile anche nel campo delle evoluzioni storiche e dell'economia e che consente all'autore un'escursione sul “vero significato del sesso” per concludersi con un discorso sulla scienza verso cui i ricercatori manifestano una grande attrazione.


L'origine di questa pulsione è la “curiosità sessuale” sostiene Ruelle, ma cosa dire del fatto che, partendo da questa ‘curiosità’ gli scienziati “cominciano a risolvere enigmi poi fanno esperimenti che costano loro un pezzetto di dito ed infine rischiano di mettere in pericolo la sopravvivenza di tutti”?

Per David Ruelle “ordine, parsimonia, testardaggine” sono altri tratti caratteristici degli scienziati e soprattutto dei matematici e derivano, per Freud, dalla “predisposizione alla nevrosi ossessiva ed alla fase sadico-anale” ma sembrano essere elementi positivi in quanto permettono la rappresentazione delle regole in modo “preciso ed ordinato”.

Da Euclide a Hilbert, al fondo della ricerca matematica, è stata la speranza di poter decidere in ogni asserzione formulata in modo esatto, concernente i numeri interi, se essa fosse vera o falsa.

Ma, nel 1931, Gödel ottenne “il risultato concettuale più profondo dell'umanità nel corso del secolo XX” con il quale semplicemente mandò a gambe all'aria il disegno hilbertiano mostrando che “ci sono asserzioni formulate in modo esatto per le quali non si può dimostrare né che sono vere né che sono false”.

Il teorema di Kurt Gödel è il grimaldello della crisi della ragione classica, dei fondamenti e del soggetto.

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