giovedì 26 marzo 2020

GIACINTO PLESCIA: e-ACADEMY - 1998


 

L’ E-@CADEMY:

è un “E-think-tank-garage”, una task-force di invenzioni, intelligenze, fuori dal circuito istituzionale del sapere, che si colloca sul crinale delle scienze umane e scientifiche.

Un luogo che è un work-in-progress di idee, brevetti, ricerca allo scopo di reperire fondi nel campo delle applicazioni e per creare figure di alto profilo nel mondo della ricerca.



La task-force include i contributi di inventori, ricercatori che inviano le loro ricerche per la creazione di  questo luogo di eccellenza.
Attività: conferenze,seminari,pubblicazioni.

Riconoscimenti: E-@CADEMY: Medal and Prize

Send us your research

L’ E-@CADEMY:  è  un “E-scientific-park-lab”

Qqq cademy  
un punto di raccolta, di dialogo di tutte quelle idee, ricerche, intuizioni che non trovano interlocutori nelle istituzioni scientifiche.
Un luogo di valorizzazione e realizzazione di idee vincente sulla falsariga dell’esperienza dei garage americani.
Anche con lo scopo di creare nuova qualificata occupazione.
I ricercatori, gli aderenti si dedicheranno anche ai rapporti tra la cultura umanistica, artistica e scientifica: proprio la specializzazione dei saperi necessita  ogni sforzo, teorico e pratico, di dialogo e collaborazione.
E’ una vera e propria autostrada telematica con relativo sviluppo della teledidattica-telemedicina e del telelavoro.

L’ E-@CADEMY:

Al momento attuale, i membri dell’E-@CADEMY:  stanno esaminando la fattibilità del cablaggio di zone economicamente povere ed isolate come può considerarsi il sud Italia:

- si creerà un campus d'avanguardia che usufruirà di tutti i privilegi del luogo:
poca antropizzazione, buon equilibrio città-campagna, presenza di spazi, sicurezza, relax, tempo,  presenza già di poli di ricerca: università e centri privati che permettono un intervento nel campo delle biotecnologie, dell'agricoltura biologica.
 Dall’altra parte: la presenza di poli di ricerca privati ed universitari permettono   progetti di ricerca con un’mmediata ricaduta sul territorio in alcuni settori-chiave :
- la valorizzazione di siti archeologici, complessi agrituristici con anche interventi nel campo delle biotecnologia, dell'agricoltura biologica.
- sviluppo della teledidattica-telemedicina-telelavoro

I fruitori del complesso agrituristico avranno la possibilità di interagire con un vero e proprio museo virtuale dedicato alle civiltà del passato.
Un evoluzione dell'archeologia classica (che consiste nel semplice scavo, ritrovamento, reperibilità, catalogazione) tramite classificazione informatizzata dei giacimenti culturali: scheda inserita in un F.D., banca dati, visione multimediale sonora, visiva delle vestigia archeologiche e trasferimento in C.D. e/o in laser-disk.
Il C.D. sarà interattivo: si potrà interagire con esso e ricercare tutte le notizie e conoscenze possibili di una località, di un evento storico etc. a creare dei mondi ove immergersi totalmente attraverso caschi virtuali, virtual-room.
Si costruirà un software ad hoc tridimensionale, trasferibile in floppy-compact-laser-disk multimediale, si creeranno strumenti visuali (caschi, computer, teleconferenze etc) per poter coabitare con la civiltà antica per  sperimentare questi strumenti ed avere la possibilità  di rivivere quest'esperienza, attraverso forme di telematica via satellite, networks etc. al di là i confini fisici dei complessi agrituristici.
Il prodotto finito potrà essere ceduto, pubblicizzato attraverso un marketing mirato alle compagnie di viaggio e software con relative royalties.
Si prevedono:
-la commercializzazione via Internet dei prodotti del luogo: artigianato, giacimenti culturali, valorizzazione delle risorse turistiche, storiche, naturali, creazione delle seguenti figure: tecnici della promozione turistica, operatori agro-biologici, promozione imprenditoriale, esperti in telelavoro e reti civiche, architetti et similia per il recupero del patrimonio abitativo e per la salvaguardia del patrimonio artistico-archeologico.
-investimenti in formazione scientifica, tecnologica e risorse umane
-acquisizioni di attività preesistenti, ristrutturazioni, dotazioni di hardware e
-software  e supercomputer da  20  GB  anche per la gestione amministrativa di ricerca e produzione.
-infrastrutture viarie, igieniche, energetiche (energia alternativa)
-progetti di ricerca e formazione, laboratori etc...
£ 500 mld di investimenti previsti
1 unità lavorativa/1 mld

BREVETTI

1^ Brevetto

Per le località costiere si darà impulso allo sviluppo della cantieristica navale.
A tal fine:
si potrà immaginare un laboratorio ad hoc  per l'applicazione di fullereni metallici, mai ideati fin'ora, un applicazione dei carburi alluminici  (un elemento più leggero e più resistente tra i vari wiskers disponibili) per la "progettazione e costruzione di elementi o intere barche con materiali speciali e sperimentali: vetri metallici, carburi metallici, e fullerene"  
Una particolare adattabilità dei carburi metallici creerà una varietà mirata delle applicazioni: es. carburi alluminici per gli elementi della sovracoperta ed estremità di vertice, carburi ferrosi nell'estremità subacquee più sensibili alla stabilità, all'equilibrio e alla resistenza.
La progettazione, simulazione e verifica di fattibilità del brevetto sarà sostenuta da un hardware con miliardi di operazioni al secondo installato in un laboratorio di ricerche per la progettazione navale ed in parallelo utilizzabile per qualsiasi simulazione di realtà virtuali finalizzata alla formazione professionale, al gioco, alla teletrasmissione di dati e ricerche, ai sistemi telematici di bordo.

 2^ Brevetto

Ideazione del brevetto per una tecnologia al maser composta da un supercomputer da 20 giga ed un microscopio con tecnica interferometrica per la diagnostica biologica cellulare e la biofisica molecolare ed atomica.
Il brevetto MIA è una sinergia tecnologica acquisibile in parte ed inventabile attraverso l'integrazione tra un maser regolato da sistemi magnetici superconduttori ed un microscopio elettronico, con dettaglio atomico progettato seguendo una tecnica ottica interferometrica.
Sono individuabili discrasie rilievi, interferenze visive e sonore non percettibili con l'odierna strumentazione utilizzata per individuare le imperfezioni di costruzione dei floppy-disk .

La medesima tecnica applicata alla biologia e diagnostica medica può innovare in modo sorprendente quelle tecniche di visione utilizzate in medicina (Pet, Tac, Rmn) perchè si renderanno visibili non solo le dimensioni biologiche ma le anomalie molecolari ed atomiche.

Tale tecnologia sarà quindi utile sia per la ricerca scientifica con la mappatura dei geni statici, mobili e mutanti sia per la calcolabilità delle varietà mutagene dei virus sia per l'analisi sistematica e simultanea delle displasie biologiche.
Attraverso un'applicazione micronizzata delle fibre ottiche la diagnosi potrà raggiungere le più imperscrutabili regioni atomiche.
Oltre ad ottenere una più precisa e più veloce analisi diagnostica è già possibile immaginare un'applicazione diffusiva della tecnologia che potrebbe essere il principio di una terapia alle microonde.                                                                    


IN MARGINE ALLE PREVISIONI DEI BLACK HOLES VIRTUALI DI S. HAWKING  

Nell’estate del 1995 a Firenze, S. Hawking ha capovolto la visione del Black-Hole: da singolarità dello spazio implosivo del cosmo, a singolarità gettante energia continua ed antientropica nell’universo.
Quale paradigma si è eventuato?
Un modello spaziale dei Black-Hole virtuali dell’ipospazio nell’iperspazio temporale.
S. Hawking ha disvelato nell’abisso della spazialità relativistica einsteiniana, l’ipospazio soggoiacente che non è  un “nulla” o un “niente”, ma una “superentità” ipospaziale della topologia fluttuante.

Nel modello matematico proposto da Hawking, le parti stabili del Black-Hole s’immaginano instabili, per la nota teoria dell’indeterminatezza di Heisemberg: non si potrà mai sapere con assoluta precisione, pur disponendo della migliore “technè” futuribile, quale status possiedano le particelle elementari ai confini dello spazio vuoto degli eventi interni al Black Hole: se statico e perciò impermeabile a qualsiasi fenomeno di attraversamento quantico, o instabile ed “ek-statico” e pertanto vibrante di gettatezze singolari, strane o virtuali.
Tra le tante possibili o probabili o immaginarie o virtuali alcune omologhe e coerenti e simmetriche o asimmetriche o super-simmetriche: tant’è che nell’ipospazio soggiacente il Black -Hole, esisterà almeno una superstringa di particelle virtuali o superonde fotoniche o gravitoni, capace di attraversare l’orizzonte degli eventi da uno spazio-tempo ad un altro:
e, per simmetria, sarà anche non impossibile il chiasma ipospaziale della super-stringa cosmica per la quale getti quantici instabili e virtuali, se simmetrici, creeranno un campo gravimagnetico implosivo; se asimmetrici, un campo di fissione esplosivo estatico: genesi, dal “nulla” o dal “niente” o dal “nihil” cosmico, della materia o antimateria virtuale: singolarità dello spazio-tempo, cronotopie della relatività quantistica.
Sarà così?
Nessuno, forse per qualche secolo potrà rispondere a simile domanda cosmica; ma,
analizzando con maggior attenzione, il modello topologico di S. Hawking alcune illuminazioni per eventi fondamentali della fisica sono possibili.
Di tanti, sono qui enunciati solo alcuni, forse non d’immediata necessità temporale, ma in futuro, dotati di qualità virtuose essenziali.
Il chiasma ipospaziale del Black-Hole può essere immaginato stabile e statico o instabile ed estatico, o strutturalmente stabile ed estatico.
Le curvature graviquantiche dello spazio-tempo circondanti il B.H., si inabissano in singolarità ipospaziali virtuali: tali da creare una curvatura positiva circolare e simmetrica alla corrispondente biunivoca: una superstringa infinitesima e quantica di dimensioni prossime alla costante di Planck  (10 elevato –35).
La virtualità ipospaziale darà alla luce una stringa cosmica ove il flusso di materia o antimateria virtuale ellittica o spiralica, si configurerà quale campo soggiacente l’ipospazio del B.H. virtuale.
La superficie gravitazionale dell’universo s’increspa in negativo, secondo il ritmo dei numeri immaginari coniati da Hawking, fino a disvelare nell’ipospazio soggiacente il B.H.,  le superstringhe morfogenetiche del campo graviquantico: se simmetrico implodente, se a spin asimmetrici virtualmente aggettante nuova energia nell’universo, tanto da generare nuovi, o in passato, big-bangs.

Per super-simmetria la stringa ipospaziale s’inabisserà nell’ipercronotopia, tanto da convergere verso la simmetria vicina, o lontana, anni luce.
Si eventuerà un chiasma ipospaziale, morfogenesi virtuale del B.-H. e di altri multiversi singolari o strani o immaginari.
Se la scienza non ci inganna, e le riflessioni di Hawking sono dense di pregnanza e salienza, siamo di fronte ad un evento della visione del chosmos sconvolgente e paradigmatica al tempo stesso, capace di relegare a particolarità divertenti, tutte le teorie precedenti.
Ma anche pregnante talmente da disvelare modelli nuovi, utili per dispiegare gli eventi immaginati da Hawking e svelare salienze inaudite ed ancora inimmaginabili.
L’isteresi del chiasma virtuale potrà essere numerizzata attraverso la cuspide topologica.
Là si disvela un modello metabolico cosmico che s’eventua dal nulla, o dal nihil, virtuale ma che forma un chiasma a stringa immaginaria, e in generale un ipospazio virtuale immaginario.
Sarà quella morfogenesi cronotopica a stabilizzare un campo gravi-quantico estatico o pregnante di gravità quantistica.
In quella supersimmetrica singolarità, i due B.H. saranno, forse, eternamente intangibili, statici, o supergravità delle cronotopie periferiche, ma generanti un campo ipospaziale comunicante e fluttuante e aggettante materia ed antimateria, particelle virtuali e strane, galassie e universi.
Per conferire rigorosità e bellezza ad un simile modello di singolarirà virtuale ipospaziale, è possibile inscrivere quel paradigma descritto con i numeri immaginari in varietà topologiche o meglio in trivarietà.
Il doppio chiasma ipospaziale del B.H. virtuale, sarà una bivarietà ove s’inabissano le polarità estreme ed inferiori, quando le pareti del B.H. si disvelassero instabili, indeterminate ed ekstatiche.
La bivarietà virtuale immaginata da Hawking si inabissa nell’ipospazio d’un toro topologico attraversando una stringa cosmica, anch’essa formata da una bivarietà topologica.
Nella supersimmetria immaginata da Hawking, la doppia bivarietà toroidale si disvela quale singolarità virtuale del chiasma topologico.
Ma quel che appare alla nostra visione non è altro che una composizione frattale della trivarietà, ove i B.H. possono disporsi nella più assoluta libertà nella cronotopia universale, senza alcuna stabile coessenzialità temporale e spaziale, tale da far apparire i B.H. singolarità uniche e inequivocabilmente distinte nell’universo, ma in realtà ben inserite nel campo graviquantico attraverso l’ipospazio virtuale di Hawking.
Se quel paradigma è pregnante in macro nel cosmo, sarà altrettanto nel micro, tant’è che non sarà tanto difficile immaginare stringhe nella micro regione di Planck, ma supersimmetriche alla ipospazialità di Hawking.
Sarà bene riflettere sulla cronotopia virtuale creata dal B.H. di Hawking è ben disvelata dal modello topologico della trivarietà.
Più in generale e con sensibilità più numerica o geometrica o algebrica, è possibile immaginare il B.H. immerso in un ipercubo, o in cubo cuspidale, ove si disvela la differenza e la proporzione armoniosa tra le aree del B.H. e gli ipospazi della superstringa graviquantica.
In un ipercubo s’inabissa il B.H. con la sua ben nota supersimmetria, ma giacchè l’implosione della cronotopia incurva relativisticamente lo spazio-tempo circostante, l’ipercubo si metabolizzerà in un cubo cuspidale topologico, ove la singolarità supersimmetrica del B.H. si dispiega ellittica ed in coessenza con la superstringa chiasmale ipospaziale.
Il B.H. incurva lo spazio-tempo con curvatura negativa, mentre la completezza è disvelata
Ove la differenza e l’armonia con la singolarità chiasmale della superstringa gravi-quantica ipospaziale è ben evidenziata.
Qui è generale la geometria, o la matematica o la logica o algebra, della differenza, giacchè è disvelabile la proporzione numerica tra i B.H. e la superstringa ipospaziale della cronotopia graviquantiva.
Qualora, infine, i B.H. s’eventuassero all’interno delle superstringhe cosmiche contigue creanti il campo gravi-quantico di Hawking, il modello topologico assumerebbe una generalità completezza e rigorosità insuperabili; ma qui solo un fugace accenno sarà possibile.
Anche intuibile?
La trivarietà è attraversata, nell’assenza vuota della stringa chiasmale, da eventi singolari generati da B.H. virtuali indeterminati e strani.
Nella topologia gli eventi si gettano dall’interno della stringa ipospaziale della trivarietà, e appaiono quali singolarità statiche, stabili ma creati dal nulla saliente, instabile e dalla ek-staticità del vuoto del nihil. 
IL CHAOSMOS 
Esiste una discrasia o un vuoto o un intervallo, o un niente, o un nulla, o una tabula rasa, o un “apeiron” tra la regione della topologia fluttuante, o di Planck e la cronospazialità immaginaria di Hawking: o se si desidera tra Wheeler e la teoria delle supercorde di Veneziano, al presente evoluta in teoria delle varietà o membrane di Scheroh, Schwarz,Khuri, Minasian, Lu,Duff, Witten, Howe, Howe, Kellogg, Hull,Townsend, Polchinsky, Dirichlet, Banks, Shenker, Susskind e altri.
Se quella assenza interpretativa non esistesse, si penserà che qualcuno abbia risolto il principio di indeterminazione.
Ma così, non ci sarebbero più problemi di cromodinamica quantica, o supergravitazionale o relativistica.
Esiste invece tra la dimensione  10 - 35   e la 10- 18, ove si calcola l’unificazione di tutte le interazioni fondamentali,una mondità o un cosmo infinitesimo o un chaos, meglio un chaosmos infinito, tutto da esplorare.
Forse lì non c’è  il nichilismo assoluto , non regna l’instabilità fluttuante del tempo e della spazialità, ove il principio di indeterminatezza si svela quale principio ermeneutico o d’interpretanza catastrofica.
Si potrà invece classificare una varietà topologica che disveli un’area, ove fluttuino singolarità metastabili,interpretabili con una nuova ermeneutica quantistica, o se non si creasse suscettibilità, una vera e propria  ontologia quantica.
Là nella dimensione metastabile, compresa tra il 10- 18 ed il 10- 33, vigerà sempre ed eternamente il principio di indeterminatezza, ma sarà presente, o apparentemente assente,l’ermeneutica dell’interpretanza morfogenica, o morfologica od ontologica.
C’è un chiasma di interagenza tra le due o tre mondità: la stabile o cronotopica immaginaria; la instabile, fluttuante e chaotica; la metastabile e metamorfica od ontologica, ove si svela la morfologia dell’ermeneutica quantica.
Lì le singolarità si eventuano in trivarietà a densità assoluta o relativa.
Quando gli eventi virtuali trovano una morfogrnesi chaosmica in sé, la loro metastabilità si disvelerà in una trivarietà a curvatura positiva o negativa, genesi di eventuale materia, o energia, o antimateria.
La morfogenesi subquarkica è l’evento metastabile che genera più interessere: se si desidera interpretare la sua morfologia dinamica superficiale, l’ermeneutica coinciderà con le teorie delle supercorde o delle membrane, ove le dimensioni energetiche sono eventuabili con la supersimmetria quantistica o graviquantica; se invece si immergesse la sonda nell'intimità chaosmica della varietà, scelta trinitaria per consentire una simmetria con gli eventi graviquantici, si disvelerà la mondità autentica della ontologia quantica.
La  trivarietà vuota, nella sua spazialità topologica, è abitata dall’orbita di un superquark, o gluone, o gravitino, o leptone, o neutrino virtuale nel toroide di destra, sinistra, centro; ma anche nella spazialità animata nucleare si eventueranno presenze vuote, o nulle, o neutre, o virtuali, o immaginarie.
La loro morfologia sarà super simmetrica ai graviquark o fotogluoni, ma con incastri inifitesimi ed infiniti dalla dimensione 10- 18  fino alla topologia fluttuante del 10- 35. Si è in presenza di varietà supersimmetriche virtuali ed immaginarie e metastabili, supergravitazionali, le quali si  eventuano nel nucleo eccentrico animato della trivarietà del subquark, o subgluone, o subgravitone declinabili e classificabili con un ermeneutica quantica in: morfoquarks, o ontoquarks, o archiquarks infinitesimi o chaosmici: ove sarà impredicibile ed imprevedibile l’essenza ontologica, ma previsibile ed interpretabile l’essenza morfologica e topologica, tanto da eventuare, anche una possibile epistemologia o modellistica matematica computabile, ma, già da ora  l’assenza di una ontologia quantica.
Là si disvelerà l’essere chaosmico infinito ed infinitesimale degli arkquarks: essenze virtuali ed immaginarie della cronotopia supersimmetrica delle trivarietà metastabili, nella dimensione di Gödel, prossime  e comprese tra la dimensione di 10- 18 e quella di 10- 33. Al di là , o se si desidera al di sopra, della regione instabile di Planck o al di qua, o al di sotto, della regione stabile o iperstabile del tempo immaginario di Hawking, c’è l’area metastabile e chaosmica virtuale ed immaginaria di Gödel, ove s’eventuano le varietà dell’ermeneutica quantica, o graviquantica, interpretabile e classificabile con l’ontologia quantica.
Le singolarità morfogeniche disvelano modelli di arquarks orbitanti intorno ad eccentrici ontoquarks: supersimmetrici e dimensionalmnte sinestetici, si danno quale fondatezza degli eventi virtuali ed immaginari metastabili,interpretabili quali prodromi delle superstringhe, o supergravità,supercorde, o membrane unificanti le interagenze fondamentali, oppure potranno essere la morfogenesi degli eventi disvelati nelle dimensioni dell’alterità chaosmica: buchi neri, sinergie delle cronotopie, solitoni virtuali, tempo immaginario originario, metastabilità topologica della regione fluttuante di Planck.
Lì, nell’universo, si presenteranno quali singolarità infinite; nella  microfisica quali physis infinitesima.
Le presenze di ontoquarks nell’animato vuoto eccentrico degli archiquarks, o  la loro assenza, eventueranno i modelli supersimmetrici dei gravifotoni o dei leptoni, la loro carica elettromagnetica, la super gravità o gravità quantica e l’interagenza debole-forte.
Dentro la monade trivarietà è possibile fermarsi nell’interpretanza superficiale o dimensionale, o, se si desidera, è consentito inoltrarsi nella ermeneutica ontologica della physis, fin là ove disvelasse l’instabilità assoluta o il chaos fluttuante di Planck.
Quelle singolarità metastabili chaosmiche, potranno essere, più formalmente, dei vari attrattori quantistici o attanti quantici. Meglio: gli  arkquarks possono essere attrattori quantistici, prossimi alla teoria  della supergravità o superstringhe, o supercorde, o supermembrane supersimmetriche o alle teorie della grande unificazione delle interazioni fondamentali, là ove sarà vigente il principio d ‘indeterminatezza, ma la cui morfologia sarà interpretabile con l’ermeneutica quantistica; l’ontoquark potrà essere, invece, l’attante quantico, strano o chaosmico, che dà alla luce le singolarità metastabili dal nulla, eternamente instabile, del kaos di Planck lì vigerà, come sempre, l’indeterminatezza, ma la morfogenesi topologica, virtuale e immaginaria, può essere passibile d’interpretanza con l’ontologia quantica.La sinestesia tra l’attante e l’attrattore chaosmici, o strani, o virtuali, o immaginari, darà senso all’essere degli eventi morfogenici metastabili: quando le orbite topologiche della trivarietà saranno abitate dagli ontoquarks e le trisfere animate   eccentriche vuote, l’attante arkquark disvelerà le interegenzeleptoniche,gravimagnetiche, neutriniche,gluoniche,fotoniche.
Qualora le orbite della trivarietà topologica si presentassero vuote, mentre le eccentriche animate trisfere abitate singolarmente, o totalmente, o parzialmente dagli ontoquarks, l’attante arquark svelerà le supersimmetrie nucleari dell’interagenza forte, le forze elettrodeboli, i fenomeni polari, i paradossi della quinta antigravità o supergravitazionali, le singolarità chaosmiche dei buchi neri aggettanti e dissipanti raggi fotonici.
Si è in presenza d’una ermeneutica quantistica, utile per creare il sintagma delle interagenze fondamentali ma anche si eventuerà la morfogenesi primigenia della  ontologia quantica della physis animata.

DESCRIZIONE DI UN POSSIBILE O VIRTUALE PROGETTO DI

SUPERCORDE, SUPERSTRINGHE, SUPERSFERE, SINGOLARITÀ CUSPIDALI FULLERENICHE
                                                                                                          
Tutte le invenzioni, le innovazioni, le tecnologie, i brevetti, i paradigmi epistemici, le teorie scientifiche in un preciso momento si trovano di fronte al loro paradosso esistenziale: essere trascese da un'eventualità migliore e quindi inoltrarsi verso il loro viale del tramonto, oppure sopraggiungere  limiti insormontabili di applicabilità, costi, prospettive, oneri, fiscalismi, codici delimitanti, autorità etiche o estetiche o ecologiche o teologiche dei varii
fondamentalismi o ideologiche delle sfere d'influenza cosmiche.
Quando si è di fronte a simili paradossi, l'invenzione tecnologica o evolve verso orizzonti eccelsi, o sarà destinata a testimoniare la sua effimera presenza in un bel parco o museo di archeologia industriale e, chissà, in futuro, postindustriale.
La sorte delle fibre ottiche silicee non sfugge a quelle bronzee leggi delle magnifiche esistenze e progressive delle civiltà post-industriale: è sufficiente richiamare a grandi linee le concause fondamentali, convergenti e contemporanee.
Il limite del diametro delle fibre ottiche al silicio, sia pure drogate ed incrementate nella densità dai laser più recenti, contiene inscritto in sè solo un valore millimetrico.
Al di là non sarà possibile procedere: sia per la lunghezza d'onda fotonica, sia per la interferenza, o per l'attrito, o l'essenza dei media teletramessi.
Fin quando i cavi venivano installati nelle profondità marine, o nelle subsidenze omogenee e prive di archeositi preesistenti, l'economia delle attività intraprese consentì lo sviluppo e la
teleconnessione spaziale, ma in presenza di regole e vincoli e codici e canoni e fiscalità ed etiche ed estetiche e teologismi e ideologismi, tutt'ora vigenti in quasi tutte le aree
metropolitane.
Quella titanica intrapresa già soffre di ritardi, esosità, rigidità, antiflessibilità, enormità di risorse da investire, programmare, reperire, incompatibili con l'equilibrio costo-beneficio.
Se poi si aggiunge l'eventuarsi della naturale concorrenza satellitare, senza cavi, senza fili, senza fibre, senza scavi, senza vincoli spaziali, se non quelli dell'etere: la tecnica silicia delle microfibre ottiche già fa sorgere i limiti oggettivi del suo sviluppo, della sua evoluzione, della sua riproducibilità, delle sue potenzialità, quasi in contemporanea con il suo, relativo, albeggiare nella telematica globale.
Si consolerà, in futuro, con l'essere una coadiuvante o un'ancella di invenzioni telematiche eteree, quasi fosse stata solo l'anello di congiunzione tra la telefonia ramificata e la teletrasmissione analogica delle antenne archeologiche obsolete, e di là dall'evidenziarsi del sistema di satelliti globali telematici e televisivi?
Forse l'enigma potrà essere risolto solo nel salto di qualità dell'essenza delle fibre ottiche: sia verso una migliore economicità, sia verso una maggiore capacità di flusso telematico, sia verso una più incisiva concorrenzialità relativa all'etere, attraverso una consolidata e più stabile affidabilità tecnologica.
Molte sono le ricerche vigenti in più laboratori del pianeta, molti i progetti, le invenzioni, i brevetti, le innovazioni: senza distogliere l'attenzione o criticare o minimizzare quelle intraprese, l'unica alterità che  appare la candidata migliore per eventuare un futuro di assoluta preminenza, pare sia l'applicazione del fullererene nelle fibre ottiche.
Qui, sia consentito descrivere un'eventuale o virtuale o possibile disegno di un progetto tecnologico per la sperimentazione e la costruzione seriale di fibre ottiche al fullerene: nella forma della purezza o del drogaggio o delle archetipalità criptabili, ma sempre in perfetta supersimmetria e con la cronodinamica quantistica.
L'omaggio che i nobel R.Samlley,R.Curl e H. Kroto offrirono all'immaginifico architetto R.B.Fuller non fu solo nominale per le geodiche applicate al carbonio sferico, ma anche strutturale: così come fu possibile comporre i moduli triangolari per le più ardimentose edificazioni, sarà possibile articolare le molecole sferiche, simili al diamante, per progettare e costruire materiali superconduttori, wafers per microchips, farmaci mirati, televisori ultrapiatti, micropellicole per video, ed altri, ma anche, per il nostro progetto, fili o tubi coassiali, resistenti a tensioni e avvolgibili con grande facilità denominati: buckytube o buckyfiber.
Da quelle fibre carboniche o di grafite sferiche è iniziata la ricerca per progettare fibre ottiche al fullerene.
La formula più semplice per costruire le fibre con molecole sferiche, derivante dalla grafite polarizzata tridimensionalmente, è quella di immaginare una seriale composizione supersimmetrica con la cromodinamica quantistica, utile per lasciarsi attraversare da una singolarità, quasi solitonica, di raggio laser.
Le ricerche in campo sperimentale consentono di intrappolare, con microlaser all'arseniuro d'alluminio, supercorde fotoniche pari a quasi un quinto di micrometro cubo, con una struttura di almeno dieci stati fotonici.
Più recentemente sulla scia di ricerche di Bragg, poi di Krauss, De La Rue, Wendt, Vawter, Yokoyama, Gourley, Meade, Winn, Weisburch ed altri,  singoli atomi di bario possono essere disposti per selezionare solo una decina di fotoni utili e teletramessi, con l'ausilio di un intervallo proibito fotonico e con un reticolo esagonale di singolarità connesse, liberanti dei fori allineabili in archetipali cavità laser.
La dimensione infinitesima possibile sarà, così, prossima ad un ventesimo di micrometro cubo, con velocità di propagazione fotonica contemporanea e simultanea di più ventimila segnali, in una singola fibra ottica.
Ma quello che dovrà essere sperimentato sarà ancora più sorprendente.
Si immagini di simulare, ancora virtualmente, una superstringa fullerenica lineare, archetipo di una possibile fibra ottica: la dimensione prossima alla molecolare sferica consentirà la trascendenza di onde fotoniche, supersimmetriche alla cromodinamica quantistica, nel numero superiore ai ventimila segnali sperimentali.
Fin qui nulla di eccezionale: ma qualora si immaginasse di costruire, con una modale singola sfera fullerenica, un campo cromodinamico supersimmetrico alle valenze della elettromagnetica gabbia di Faraday, l'interazione fotonica dei segnali in fibra ottica si moltiplicherebbe per sessanta.
La cifra della completezza si approssimerà verso il superamento del milione di supercorde fotoniche simultanee, in una singola superstringa sferica fullerenica.
Il percorso dei fotoni in fullereni tridimensionali, allineati in fibre ottiche:
mentre la superonda fotonica percorre le mitiche sessanta valenze geodetiche, ricombinata supersimmetricamente, in una gabbia cronodinamica quantistica.
L'iperstabilità della sfera fullerenica consentirà di selezionare e decostruire superonde fotoniche, classificabili con tutta la gamma della luce visibile ed invisibile.
Ma, all'inizio del nuovo millennio, nessuno potrà interdire le potenzialità immaginarie di simile sviluppo epistemico e tecnologico.
Giacchè, le sfere molecolari fullereniche consentono di criptare se stesse per supersimmetria o criptare archetipi e singolarità isologiche e topologiche.
Una supersfera carbonica cripta la connessione di sfere inscritte e simmetriche, moltiplicado le varietà e le cifre dei possibili segnali simultanei di una fibra ottica al fullerene:
Lì il percorso fotonico sarà prossimo ai tremilioni di supercorde contemporanee, inscrivibili e criptabili all'interno di una fibra ottica a grafite tridimensionale, tanto per restare nella dimensione infinitesima, miliardesima.
Altrimenti la supersimmetria è riproducibile verso l'infinitesimo milionesimo, ma la capacità tecnica si disvelerà poco formidabile per le altre alternative eteree.
Più pregnante, invece, si svelerà il modello archetipale criptante singolarità cuspidali: vi è delineata una eventuale supersfera attanziale: lì la trivarietà fotonica decostruirà e dispiegherà le varietà della cronodinamica quantistica, moltiplicando le possibilità simultanee delle superstringhe fullereniche, animata da singolarità cuspidali decostruenti e selezionanti  quasi singoli solitoni, almeno in teoria progettuale.
La novità sarà, in quel modello, costruire le ipersfere criptanti varietà cuspidali semplici o, in futuro, più complesse.
Mentre le molecole sferiche più classiche vengono prodotte attraverso l'interazione elettromagnetica delle polarità di grafite, pressate con elio, evaporanti carbonio, il quale si rideposita in fuliggine fullerenica e tridimensionale, poliedrica e platonica; per le varietà cuspidali topologiche è necessario immaginare una gabbia di Faraday a curvatura negativa capace di creare singolarità increspate in un toroide topologico o in una trivarietà a tricuspide.
La decostruzione fotonica fullerenica a differenza di tutte le possibili altre fibre ottiche presenti nella tecnologia globale, si può immaginare intelligente, giacchè la sua varietà infinitesimale, la più semplice, consente di variare almeno la cromodinamica quantistica dei tre colori fondamentali, con valenze di operatività computazionali.
In termini epistemici: si è in presenza di una technè con-fusiva dei tre hard-ware essenziali della telematica: il computer, il laser, le fibre ottiche: una delle parti possiede in sè la funzionalità isologica e simmetrica delle altre,  con molti vantaggi nella velocità e affidabilità.
Ma le innovazioni possibili non sono previsibili: altre già si presentano con evidenza, se solo si volesse ricercare con risorse  adeguate: la struttura fullerenica può dare alla luce superstringhe in fibra ottica, appena delineate, ma anche, per supersimmetria quantistica cromodinamica, supercorde di fibre ottiche semplici e complesse.
Le supersfere fullereniche allineate rigorosamente e stabilmente in almeno due file di superstringhe, formano delle buche cuspidali decostruenti intelligentemente le supercorde fotoniche laserizzate: sono le supercorde semplici.
La presenza di quella decostruzione fotoniche fullereniche moltiplica la simultaneità dei segnali, in contemporanea nella fibra ottica di almeno il doppio.
Si può facilmente calcolare, teoricamente, che la fibra ottica al fullerene di supercorde, supersfere e superstringhe ricombinate e supersimmetriche in completa cromodinamica quantistica può svolgere quasi una decina di milioni di operazioni in simultanea a velocità fotonica.
Nessuna altra technè, nè eterea, nè silicia, nè superconduttiva metallica o ceramica, consentirà mai quei risultati e quei traguardi.
Di più: se si immagina la singolarità, genesi delle supercorde fullereniche, avvolta da una gabbia di Faraday, tetracuspidale, la quale, a sua volta, cripti una varietà topologica al fullerene cuspidale, inscritta in una ipersfera  i confini tra fibre ottiche e i microcomputers fullerenici diverrebbero labili, giacchè ogni frammento del sistema telematico funzionerà come se fosse un microchip fotonico al fullerene.
Innalzando, ai vertici dell'inaudito, l'intelligenza sistemica delle fibre ottiche fullereniche.
Qui è possibile solo enunciare quella che potrà essere la telematica del nuovo millennio: la supercorda fullerenica, in interazione con la superstringa e le ipersfere e le singolarità cuspidali, darà alla luce al primo sistema intelligente di fibre ottiche, capace di compiere simultaneità operative, ma anche e soprattutto decostruire la supercorda fotonica per computare, analizzare, scegliere, impartire, decidere, segnalare et similia, in sè e per sè, senza l'ausilio del software centralizzato e distante  chissà dove.
Una flessibilità armoniosa e intelligente possibile, grazie alle supercorde criptate nel vuoto delle tetracuspide, e non solo nella vuota geodetica molecolare classica, delle supercorde ottiche complesse.
Lì nell'infinitesimo abissale di miliardesimi potenziali al negativo, la decostruzione fotonica confinerà con le aureee regole e il codice della cromodinamica quantistica: ove in simultanea si scambiano miliardi di segnali laserizzati, in contemporanea, criptati nel vuoto delle singolarità cuspidale delle supercorde fullereniche, convogliate e composte dalla supergabbia cromomagnetica di Faraday.
Nessuna altra tecnè è capace di sostituire, con identica funzionalità, mille volte le attuali tecnologie silicee o eteree: della telematica nella sua completezza: i cavi, fibre, display, tubi catodici, microchips, satelliti, sensori, antenne paraboliche, superconduttori ceramici e metallici, sistemi intelligenti di software e hardware .
Tant'è che potrà sorgere quasi spontaneamente, una domanda: ma le supercorde fullereniche saranno ancora fibre ottiche, sia pur complesse e intelligenti, o si è in presenza di nuovi e più completi telematici microchips, dispiegati nelle superstringhe del sistema, in siti nevralgici, ad immagine e somiglianza della biologia nervosa dell'essere umano?
Ci sia consentito di lasciare l'ultima e ardua e sorprendente sentenza al futuro.

MODELLI CHAOSMICI NELL’INTERMITTENZA QUANTICA

C’è un futuro, sia pure virtuale o immaginario, per la ricerca di modelli topologici rigorosi, dell’ontologia della completezza per le singolarità chaosmiche: in micro nella regione di Planck, nel macro nella temporalità immaginaria astrofisica.
I modelli kaosmici dell’intermittenza delle singolarità virtuali immaginarie cronotopiche, astrofisiche sono ancora criptati nell’indicibile, ma con la ricerca in corso ci sarà la possibilità di eventuare più che una microfisica quantica, forse la differenza ontologica di un’ontofisica chaosmica.
La fisica attuale, anche quantistica, è ancora fondata sulla metafisica classica.
Né le superstringhe, o le superonde, sfuggono al paradigma influente dell’imperativo
categorico della volontà di potenza dell’essere dell’entità astrofisica ilemorfica.
Non c’è ancora al meno un’ermeneutica dell’ontologia dell’indeterminatezza della differenza tra l’esserci e il nulla, il virtuale immaginario delle cronotopie e i chiasmi o i creodi intermittenti varietà ontologiche, ontoattanziali, ontoduttive, ontocreative.

L’indeterminatezza tra il vuoto virtuale ed immaginario dell’astrofisica e le intermittenze attanziali ontomorfiche, o ontocreodali, o ontochiasmiche eventuerà l’isteresi elastica della temporalità immaginaria o virtuale quale varietà ontologica della spazialità pregnante o disvelante la topologia kaosmica: in qualità di grundseyn o abgrundseyn, abisso o fondatezza, delle singolarità quantiche o immaginarie astrofisiche.
L’indeterminatezza anche nella Gestell l’impianto la stabilità strutturale nella regione di Planck eventua attanze virtuali intermittenti o creodattanti, o kaosmattanze, o iconoattanze, o varietattanze, interattanze, intelattanze sublimi, o morfoattanze, oltre le ilemorfie metafisiche classiche o quantiche dell’astrofisica.

Obiettivi

La fisica ontologica dell’intermittenza virtuale, immaginaria, ontologica ritroverà la sua
fondatezza, o grundseyn, nell’indeterminatezza della Gestell di Planck, o Gestellseyn, giacchè lì il vuoto quantico kaosmico e fluttuante si eventuerà in vuoto virtuale o vuoto immaginario. ontogenesi ontoatttante, ontoinduttiva delle cronotopie immaginarie, virtuali, ontologiche.
La ricerca sui modelli topologici dalle varietà ontologiche del vuoto intermittente, quali singolarità kaosmiche, è il motivo prioritario della progettualità: sia raggiunta con modalità classiche studi, laboratori, workshop, sia attraverso un portale virtuale completamente dedicato ai modelli chaosmici di un futuro già presente, o di un futuro già gettato nel campo chaosmico dell’astrofisica supergravitazionale.

Programma

Il futuro presente dei modelli chaosmici dell’intermittenza ontoattante, ontoduttiva, ontoweg
che si svela nel sentiero ontologico ritrova la sua fondatezza nella Gestell di Planck, o
ontogestell, o ottogestellseyn, l’impianto dell’essere nella physis.
La ricerca sui modelli di fisica ontologica ci consente di essere nel futuro o di essere già nel futuro possibile ed immaginabile.
O almeno essere in relatività con il kaosmos ontologico, è ineludibile, perciò, prioritariamente una decostruzione della fisica imperativa della volontà di potenza categorica metafisica
dell’astrofisica, per contemplare l’ascolto della risonanza ontologica dell’intermittenza della Gestellseyn chaosmica.
Quale ricerca ontologica della presenza ontologica dell’intermittenza ontoattante che si decripta, si disvela dalla Gestellseyn del campo virtuale ed immaginario kaosmico.
Quale evento ontologico del Gestellseyn virtuale o immaginario l’alterità ontologica si getta nel campo ontogenico dell’essere aldilà del vuoto quantico, oltre il vuoto virtuale, oltre il nulla del tempo immaginario astrofisico supergravitazionale.
Nell’increspatura del nulla ontologico s’eventua l’intercuspide, intelcuspide, hyntercuspide singolare dell’alterità che getta la presenza del futuro immaginario.
Le intersingolarità, o intelsingolarità, interboliche, interllitiche, intercreodali,
intelchiasmatiche consentono la contemplazione ontologica delle intervarietà kaosmiche sublimi, abissali, immaginarie, virtuale, virtuose, catastrofiche.
L’interkatastasi delle varietà ontologiche dà senso alle intelstringhe, o alle interonde, o hynterwawe, o meglio ontowawe, ontogenesi dell’ontoage, ontage, presenza del tempo, quale futuro immaginario, oltre l’essere già stato futuro virtuale che si getta nel campo del futuro ontologico.
Soltanto lì il futuro è l’essere in tempo, quale essere in luce, perché è già in  relatività con l’essere nell’evento per essere l’evento dell’essere mondo, quale essere il kosmo, o meglio essere il kaosmos, essere il tempo, essere spazio, essere la stabilità, essere Gestellseyn della physis, così s’eventua la sua instabilità prima che strutturale ontologica, poi virtuale e immaginaria,sempre in intelrelatività ontologica dell’essere ontovarietà chaosmica dell’hynterland, dell’essere in campo quale anfibologia ontologica, o ontologia anfibologica,
interbolica, ontobolica dell’essere intermondo ontologico.
Quale presenza futura dell’essere in relatività con l’isteresi virtuale, immaginaria,kaosmica, ontologica, ontoattante, ontoduttiva, in palinsenso,nuovo senso,della palinfisica: ontopoiesis che si disvela dal nulla quantico: ontoemittenza immaginaria dall’essere mondo kaosmico, da virtualità in essere ad alterità in essere, quale presenza del futuro in essere.

Metodo

Il sentiero che ci fa essere futuro in essere è il wegseyn kaosmico: il sentiero dell’essere
kaosmico, solo il modello ontologico ci svela l’essenza attraverso un percorso classico workshop, studi e ricerche, ma soprattutto attraverso un portale virtuale quale nuova agorà noematica, là ove ricercatori di tutto il pianeta interagiranno per la completezza del modello ontologico chaosmico, ontoemittente l’oltrequantica.
Per garanzia di continuità il portale virtuale raccoglierà interpretazioni, donazioni, fondi, ma si farà anche garante di sponsors per cattedre convenzionate in Italia, Europa, America, mondo.

Descrizione della Ricerca

Il modello ontologico dell’intermittenza chaosmica del Gestellseyn eventuerà la differenza ontologica tra l’intermittenza virtuale l’intermittenza del nulla e l’intermittenza dell’essere al di là dell’indeterminatezza dell’intermittenza quantica astrofisica, supergravitazionale.
Nel Gestellseyn l’evento è ancora nello spazio immaginario criptato, nel tempo criptato dello spazio chaosmico e la sua intermittenza sarà solo virtuale o nichilista.
La presenza del futuro s’eventua solo con la decriptazione dell’intermittenza dell’essere mondo dell’alterità, prima virtuale poi immaginaria.
Cronotopia criptata ontomittente l’essere in libertà d’essere.
L’ontologia dell’evento l’ermeneutica ed il modello dell’eventuarsi dell’essere in libertà ma in relatività kaosmica, quale isteresi delle cronotopie kaosmiche.
Lì l’indeterminatezza delle intermittenze astrofisiche virtuali o virtuose e immaginarie
eventueranno l’increspatura della Gestellseyn: l’intermittenza virtuale si getta dalla stabilità criptata all’instabilità disvelante, ma la sua durata è preda dell’eterno ritorno
dell’intermittenza immaginaria che getta l’instabilità eternante presente nella stabilità abissale criptata nell’abgrundseyn ontologico.
Purtroppo, astrofisicamente, quelle varietà temporali risentono ancora della visione paradigmatica della temporalità metafisica dell’imperativo categorico della volontà di potenza, progressiva o nichilista, declinanti anche modelli virtuali o immaginari del caos o dell’universo, nell’astrofisica o nella microfisica supergravitazionale, verso l’interpretazione epistemica imponente.
Il futuro nell’oggi, presente assentemente, eventua già un’ermeneutica della temporalità quale varietà dell’essere intermittente nell’ontofisica, nel mondo della physis, attraverso la
svelatezza kairologica il tempo opportuno, occasionale, casuale, eventuale ma non necessario, e la temporalità chaosmologica, ove cosmo e kaos sono implementati nella micro
nell’astrofisica: il kaos è Gestellseyn del kosmo ed il cosmo è Gestellseyn intermittenza del chaos.
Il futuro che si eventua, già nel presente, disvela così una Gestellseyn della temporalità sgombra, libera dalla visione metafisica progressiva o nichilista, abitante anche la quantistica planckiana o l’astrofisica quale varietà del tempo immaginario ontologico trascendente, in qualità d’isteresi topologica fluttuante intermittente: sia nel tempo virtuale, sia in quello immaginario, sia anche nell’ontologia del tempo del kairoseyn o kaosmoseyn .
Il modello ontologico del chaosmoseyn, dell’essere chaosmico nella temporalità ontologica innova e disvela le qualità criptate nella temporalità immaginaria, virtuale, in relatività intermittente con la spazialità ontologica della radura, libera dalle categorie metafisiche scorie dei paradigmi influenti, o meglio influenzanti dell’astrofisica supergravitazionale.
Il modello ontologico del chaosmoseyn eventua nel presente il futuro che non c’era o che abitava, criptato, il tempo metafisico, quantico, virtuale o immaginario progressivo o nichilista, quale eterno ritorno della volontà di potenza kategorica imperativa influente dell’essere preda dell’entità declinante l’adeguatezza ilemorfica dell’astrofisica
supergravitazionale.
Il futuro che si presenta sempre quale chaosmoseyn ontologico libera dalla categorica volontà di potenza, dell’imperativa metafisica influente, si eventua anche nel virtuale immaginario quantico in qualità decriptante la singolarità dispiegante l’ontovarietà temporale kairologica nel mondo nella micro e astrofisica della supergravità quantica.
La singolarità ontologica si presenta nel futuro presente quale mondo ontofisico, e il mondo s’eventua quale singolarità dell’essere intermittenza del kaosmoseyn ontomorfico: il mondo è sempre in relatività con la singolarità dell’essere che abita ontologicamente, nel futuro che s’eventua già nel presente, il mondo dell’essere chaosmico.
Il futuro che non c’era s’eventua nel presente delle singolarità chaosmiche quale
intermittenza del chaos nel cosmo, e del cosmo, dell’armonia del mondo, della supergravità quantica supersimmetrica del chaos: la simmetria, clonante, replicante che è morfogenesi del caos micro e supergravitazionale quantico dell’astrofisica e dell’implosione
supergravitazionale.
La singolarità  caosmica che si presenta nel futuro sarà evento ontologico dell’intermittenza virtuale ed immaginaria kairologica e catastrofica dell’ontofisica, quale gestellseyn, impianto, struttura cronotopica, dell’essere in libertà che abita poeticamente la physis.

Descrizione del Programma

Il futuro che non c’era si presenta nella new-epochè quale intermittenza delle singolarità chaosmiche del tempo ontologico.
I modelli micro e astrofisici virtuali ed immaginari supergravitazionali quantici saranno sgombrati dalle scorie della metafisica influente delle categorie di volontà di potenza imperativa dell’essere soltanto ilemorfiche, e, nel contempo disvelanti e decriptanti in libertà d’essere nel mondo ontofisico.
Il responsabile garantirà la completezza del sentiero progettale, il seynweg mentre la direzione scientifica eventuerà il futuro, che non c’era ancora, nel presente campo libero dell’ontofisica chaosmica.
Qui il clinamen chaosmico s’eventua sia nella morfogenesi vuota della singolarità microfisica, quale chaosmoseyn fluttuante nella Gestellseyn planckiana, sia nella temporalità immaginaria astrofisica hawkinghiana, sia nel kairoseyn della new-epochè.
Il clinamen ontologico della ontofisica chaosmica è metasimmetrico: nel senso che consente di attraversare la temporalità virtuale, immaginaria,kairologica,chaosmica,ontologica nel sentiero,seynweg, dell’essere nel campo della morfogenesi ontologica quale ontovarietà che si eventua in relatività all’essere in libertà nella physis.
La topologia fluttuante virtuale eventua nel presente il futuro immaginario, quale singolarità chaosmica della morfogenesi del vuoto quantico, intermittente la Gestellseyn.

MODELLI ONTOLOGICI E/O VIRTUALI DELLA SUPERSFERICA MOLECOLA CARBONIO: IL FULLERENE

La scoperta del carbonio sferico, fullerene presente in natura conferma la teoria premiata dai nobel ma fa sorgere anche nuove enigmi.
La ricerca dei modelli ontologici, nella struttura sferica del carbonio fullerenico, dovrà evidenziare le differenze e la completezza dell’impianto della Gestell per addivenire ad una più dispiegabile utilità tecnologica.
E possibile che ci sia una bistabilità strutturale nel fullerene naturale a differenza di quello artificiale.
Se così fosse il bistabile carbonio sferico scoperto in natura sarà più utile dell’altro per le applicazioni ottiche, fotoniche, quantistiche, laserzzabili.
Giacchè l’isteresi bistabile configurerà virtuali varietà fotoniche, quali stabili ikone della logica computerizzata quantica, supersimmetrica.
I modelli ontologici, studiati dalla presente ricerca, offriranno al mondo della scienza gli strumenti per valutare le novità e le innovazioni, per brevettare i possibili progetti di applicabilità tecnica: dalla fotonica, alla logica quantica, dalla memoria laserizzata al
l’interferometro spaziale catturante le superonde gravitazionali, dalla telematica classica e virtuale al laserfullerenico o telaser, dalle ricerche taxioniche, al microscopio laserizzato con nuvole sodio varieganti l’isteresi fullerenica, ontoattante, ontoduttiva.

Obiettivi

La ricerca sui modelli ontologici interpretanti la struttura la Gestell, l’impianto della bistabile molecola sferica del carbonio sarà svolta con metodo classico: studi, prove, laboratorio, ma anche, novità assoluta, con metodo virtuale.
Si progetterà un portale virtuale Internet completamente dedicato al fullerene.
Là tutti i ricercatori del pianeta potranno inviare le loro ricerche, studi, workshop ma anche donazioni, fondi documenti, quale garanzia di continuità.
Per raggiungere a progettare un modello ontologico della bistabilità dell’isteresi fotonica fullerenica.

Programma

L’analisi degli studi e delle ricerche classiche sul carbonio sferico sono ancora aldilà dall’offrire un modello della possibile bistabilità dell’isteresi fotonica, ontologia ineludibile per, l’offerenza al mondo scientifico utile per interpretare i fenomeni e le virtualità ancora enigmatiche, i dispiegamenti morfologici, topologici, immaginari,  iconici possibili teoreticamente ma, soprattutto e per lo più ontologicamente: qui si eventuerà una teoria ontologica della struttura morfologica del fullerene sferico ma anche attraverso tecniche di laser virtuale, di molecole del carbonio a fibre, a stringhe, a varietà topologicamente classiche, cuspidale, elittiche, iperboliche, paraboliche, metaboliche, ontoboliche, superellittiche, ipersferiche, iperelittiboliche,  ed altre eventuali, o virtuali, o immaginarie, o ontoiconiche o metaiconiche.
La tecnica di laser virtuale consentirà di progettare stabilità fullereniche con modelli
ontologici a varietà virtuale, o immaginaria, o ontoiconica utili per fibre ottiche, fibre telematiche, microchips, interferometri attraenti e rivelanti, onde supergravitazionali, componenti microtopologici per computers quantici, laser virtuali tachionici.
Inoltre la simulazione quantica  di una nuvola di sodio instabile inside, insita, interiore, animata all’interno della sfera topologica fullerenica o delle supervarietà cuspidali, o ellittiche, o metaboliche consentirà di sperimentare l’ontologia dell’isteresi virtuale, attraverso un laser virtuale morfologico, il quale si stabilizzerà in icone quantiche eventuanti una logica modale o ontologica, o ermeneutica utile per interpretare a velocità tachionica  l’ontologia della verità, i paradossi indicibili ed indecidibili, le logiche godeliane complesse antinomie ontologiche della logica computerizzata, aporie ontologiche della logica modale, attanziale, ontoattante, caotica chaosmica, intenzionale, ermeneutica, ontoduttiva, ortogonale, categoriale, nichilista, ontosofica.

Metodo

Tecniche virtuale e di laboratorio con il laser quantico consentiranno la progettazione e la decostruzione morfologica, iconologica ed ontologica di fullerenw,strutturalmente stabile, in fibre, in sferepoliedriche, in supervarietà cuspidali, ellittiche, iperboli metaboliche,
ipersferiche ontoboliche.
La dinamica interna fluttuante ed indeterminata della nuvola sodio instabile inserita virtualmente o in laboratorio, fotonica otakionica consentirà di creare raggi laser ultravioletti coerenti morfoiconici, ontomorfici, onticonici con isteresi interferometrica decostruenti metavarietà topologiche chaosmiche.
Le topologie fluttuanti consentiranno la decostruzione dei laservirtuali ultravioletti quantici con archetipi iconici di isteresi modale o ontologica per declinare verità, o disvelatezze, altrimenti indicibili, indecidibili, indeterminate,chaosmiche.
Sia le morfologie iconiche sia quelle sperimentali in laboratorio saranno fruibili da tutti nel portale virtuale interamente dedicato al fullerene ontologico, ontoattante.
Nel portale Internet, tutti i ricercatori del pianeta interessati in videowebcam, in telematica virtuale interagiranno in studi, ricerche, workshop.
Ma il portale virtuale consentirà anche la raccolta di documenti, donazioni, fondi
indispensabile per la continuità e l’innovazione nei brevetti, nei progetti, nelle
sponsorizzazioni di cattedre convenzionate in Italia, Europa, America.

Descrizione della Ricerca

Prioritariamente la ricerca sarà orientata verso la progettazione e la decostruzione di fibre ottiche fullereniche attraversate da laser quantici ultravioletti giacchè quei brevetti possono trovare acquirenti nel mercato virtuale e così consentire un ritorno di fondi, donazioni, sponsors utili per la continuità e l’innovazione ineludibile in un mondo in continua mutazione, evoluzione, cambiamenti sconvolgimenti.
Ma già nella progettualità virtuale e virtuosa del portale Internet è possibile eventuale metavarietà consentite dalla morfologia topologica fluttuante, ontoattante,  del fullerene ontologico, delle isteresi quantiche dei laservirtuali dalle varietà ontologiche declinanti morfologie iconiche fotoniche o tachioniche, ontoduttive, decostruttive per interpretare verità, disvelatezze ontologiche oltrechè quelle ortogonali altrimenti idicibili, paradossali,  antinomiche, indecidibili, indeterminate, chaosmiche, solo poetanti.
Quelle ricerche, quei brevetti, quelle innovazioni virtuali ed ontologiche ontoattanti consentiranno computer quantici fotonici, tachionici ultraveloci ma anche iconelaser criptanti e decriptanti segnali ultravioletti thera virtuali oltrechè o se si vorrà anzitutto e per lo più sarà consentita la sperimentazione fullerenica dei fenomeni ultrafotonici con laserfullerenici a supersimmetria, per esperimenti interferometrici spaziali o virtuali.
Inoltre il telelaser, o telaser virtuale, generato dalle topologie fluttuanti animate dei fullereni ontologiche darà senso, o intersenso, alle logiche ermeneutiche delle verità nei sensori e microchips o nell’interferometro quantico in sintesi s’eventueranno, nel corso del tempo, creodi virtuali fullerenici, o ontocreodi, o iconocreodi, o morfocreodi attraversati da telaser virtuali quantici, fotonici, takionici i quali consentiranno la progettazione e decostruzione di ontoisteresi morfogeniche teraveloci per microchips, fibre e computers fotonici, quantici virtuali, telesarizzabili in hynterlaser, in  intelaser.
Le risonanze delle ontoisteresi virtuali consentiranno ontologie di verità per laser chaosmici, per interferometri con chiasmi fotonici, virtuali ed ontologici interattanti, interattanziali quali interattanze delle isteresi ontochiasmali chaosmiche.
L’ontogenesi delle ontoicone fullereniche telaser consentiranno intervarietà degli intelchiasmi intervioletti o intelvioletti, tali da eventuare, in un prossimo futuro, esperimenti innovativi microfisici del laser di Bessel-Mugnai attraverso il fullerene ipersferico, ontoattante metasferico o supersferico, ontoduttivo.

IL KAIRÒS IL TEMPO ONTOLOGICO

In piena new-epokè è indifferibile intraprendere una sintagmatica analisi dell’ontologia del tempo.
Al di là delle varie interrogazioni nel nuovo millennio è entrato in crisi sia l’eterno ritorno del nichilismo sia lo spirito del tempo idealista sia la progressiva, saliente ed imperativa categorica dell’illuminismo classico tecnico telematico.
In campo permane l’ermeneutica temporale decostruente oppure variabile o varietà l’ontologia del tempo del pensiero poetante.
Nel sentiero ininterrotto che conduce alla radura della diradanza dello spazio e del tempo si eventua la nuova epochè del nuovo millennio: sulle macerie del moderno e del postmoderno del progressismo e dell’eterno ritorno del nulla, quale Koinè, tempo opportuno tempo ontologico tempo poetante che svela l’essenza dell’ inter-essere, quale physis che abita poeticamente il mondo quale koineseyn essere koinè essere tempo poetante dell’inter-essere.

Obiettivi

La ricerca sull’ontologia del tempo ontologico o kairologico ci svela il sentiero dell’essere in campo  nella topologia dell’essere, quale spazio del tempo della nuova epochè.
Si cercherà di comprendere se quell’evento temporale, oltre a sottrarre dall’oblio l’essenza dell’essere ed ad attuare il superamento dell’eterno ritorno nichilista, o dello spirito del tempo idealista, o il progressismo imperativo categoriale dell’illuminismo tecno teleteologico sappia anche offrire o gettare la fondatezza dell’essere poetante in qualità, almeno virtuale o immaginaria, di ontologia, ermeneutica, ma soprattutto di nuovo epistemè del sapere, o almeno quale nuovo modello della mathesis della scienza

Programma

La ricerca filosofica sull’ontologia del tempo è indifferibile di fronte agli eventi dell’essere della epistemè, della technè e della physis.
Il tempo progressivo irreversibile ha lasciato il campo al tempo immaginario, negativo, neghentropico nell’astrofisica, nella microfisica quantica il tempo è stato lasciato alla reversibilità di un futuro anteriore che non c’era.
Non c’è ancora né nell’epistemologia, né nella mathesis una teoria che sappia non solo offrire l’adeguatezza necessaria classica della verità temporale, ma soprattutto e per  lo più getti la fondatezza per una interpretazione ermeneutica dell’ontologia del tempo dell’essere nella physis, nel mondo, nell’universo ontologico, congruente e coniugato con una mathesis topologica: dalla topologia dell’essere nel mondo alla topologia del tempo ontologico questo sarà il programma dispiegato in due biforcazioni classica e virtuale.
Il programma classico sarà incentrato sulla differenza ontologica della temporalità: nell’epistemè, nella technè, nella mitopoiesi, nella fenomenologia, nell’intenzionalità, nella physis, nel pensiero poetante, nell’immaginario, nella telematica, nella tecnologia.
Mentre il programma virtuale sarà attuato attraverso la creazione di un portale Internet, completamente dedicato all’ontologia del tempo, ove le diverse varietà interpretanti disveleranno, nel sentiero del tempo, l’essenza del tempo ontologico.

Metodo

Il sentiero che porta il tempo ontologico, aldilà delle interpretazioni classiche e metafisiche o epistemiche nichiliste o teontologiche eticheggianti, è stato interrotto all’origine del pensiero poetante, l’oblio non ha più senso o il senso dell’oblio si è dissipato.
Nella nuova epochè del nuovo millennio è indifferibile riprendere il sentiero interrotto, per giungere liberi da imposizioni retroattive al futuro del tempo ontologico che non c’era, o non c’e’ ancora, ma si eventuerà perchè c’è nell’essenza dell’essere, quale sua varietà, e c’è stato nel pensiero poetante o nella poesia pensante.
Il percorso, il metodo, per gettare l’essenza del tempo ontologico aldilà dell’oblio o aldilà del bene e del male della techne nichilista o dell’episteme onteologica della volontà di potenza dell’essere dell’ente sarà classico e virtuale.
La ricerca classica comprende tutte le interpretazioni, intuizioni, pensieri poetanti sul tempo ontologico.
La ricerca virtuale farà uso di un portale Internet completamente implementato nel variegato mondo del pensiero temporale
Lì tutti i ricercatori entreranno in interazione nell’agorà telematica virtuale per confutare e disvelare l’essenza del tempo ontologico.

Descrizione della Ricerca

La ricerca della filosofia ontologica sull’essenza del tempo quale varietà dell’essenza
dell’essere, è stata dispiegata nel novecento dal pensiero poetante.
Nella new-epochè del nuovo millennio è indifferibile intraprendere la ricerca dell’essenza del tempo ontologico quale dispiegamento della varietà dell’essere nel mondo, ma anche quale varietà dell’essere nella physis o meglio quale varietà della physiseyn, la natura poetante dell’essere poetante.
Di là dall’essere ancora intrapresa sintagmaticamente si è però in presenza di eventi poetanti nell’episteme quali le teorie sul tempo immaginario relativo e reversibile, le teorie chaosmiche, le topologie della stabilità strutturale, le topologie fluttuanti o seynpoiesis o poieiseyn che gettarono la luce nella radura sgombra dell’imperativo categorico della volontà di potenza del nulla.
La seynpoiesis o poieseyn, l’essere poetante del tempo, libera il pensiero dall’imposizione solo calcolante e quantitativa della temporalità per eventuare nella diradanza del vuoto virtuale l’essenza del tempo immaginario, fondato sulla varietà della topologia del tempo dell'essere.
Un modello ontologico di compresenza delle diverse varietà sarà gettato nella ricerca filosofica del nuovo millennio.
Anche attraverso un portale virtuale sarà al centro di ermeneutiche ed interpretazioni tutti i ricercatori provenienti dalle più differenti formazioni culturali e scientifiche potranno interagire per valutare il bene o il male o l’aldilà, per trascendere o creare quel consenso virtuale prodromo del nuovo senso del tempo ontologico, quale varietà differenziale della topologia fluttuante dell’essere nella physis o nella natura poetante immaginaria.
 Il portale virtuale, pertanto, promuoverà anche sponsorizzazioni di cattedre convenzionate in Italia in Europa, in America dedicate alla filosofia del tempo ontologico.

Descrizioni del Programma

Il responsabile di ricerca sarà il garante della completezza dell’intrapresa filosofica classica e virtuale.
Entrambi i sentieri ininterrotti di ricerca seguiranno una direzione progettuale volta ad interpretare le intenzionalità epistemiche ermeneutiche e topologiche dell’essenza del tempo ontologico quale varietà dell’essere nella physis immaginaria o physiseyn, natura poetante dell’essere poetante.
Il portale virtuale realizzato attraverso la risultante concorsuale di tre intraprese Internet
indipendenti l’una dall’altra sarà il sito di raccolta di documenti, donazioni, studi, ricerche fondi, interpretazioni, suggerimenti interamente enucleabili intorno all’essenza del tempo ontologico.
In futuro, però, la ricerca si evolverà verso dispiegamenti dipendenti dalla comunità virtuale interattivamente globale nel frattempo il portale sarà garanzia di sponsors per cattedre convenzionate in Italia Europa America desiderose di intraprendere ricerche sull’essenza del tempo o ontologico quale varietà dell’essere nella pyhsis immaginaria o nella topologia fluttuante dell’essere poetante.

STORIA DELL' ICONA ICONOCLASTIA E PALINSESTI

Mai come nel nuovo millennio è indifferibile una storia sistematica e sintagmatica delle icone.
Si è gettati nel mondo delle immagini e dell'immaginario, e poco si sa perchè c’è in atto quotidianamente una guerra di iconoclastia, simbolica, virtuale, telematica telecratica.
Forse è giunto il momento di svelare le radici di quegli eventi, la storia, e l'ermeneutica del fenomeno millenario.
L'evento più illustre della storia è l'iconoclastia nell'auge dell'impero bizantino.
ma c’è una paleostoria di quell'evento tutta da ricostruire attraverso l'interpretazione della storia, dei palinsesti, stili, simboli, miti, magie, teologie, iconocrazie.
L'icona sorge quale immagine che cura il riposo nell'aldilà degli eroi e dei semidei che abitano ancora il mondo dei viventi, pur essendo nell'altro mondo.
Il palinsesto successivo fu l'icona della santità che apre il sentiero dell'infinito o dell'aldilà, a chi crede e vive nell'aldiqua.
La credenza nella volontà di potenza e dell'eterno ritorno degli dei e degli eroi o del deus ex-machina  generò il culto della icono-crazia, della potenza virtuale e taumaturgica delle icone.
Per contrasto, la distruzione simbolica o virtuale delle icone conferì all'artefice decostruttivo iconoclasta la medesima potenza di immagine, nell'immaginario mitico ed eroico, la storia dell'evento dell'iconoclastia della iconocrazia nell'auge e nel tramonto dell'impero bizantino è la tematica principale della ricerca, la quale si dispiegherà anche nella paleogenesi e nella palingenesi dell'ontologia dell'icona.
Non si comprenderà mai la dinamica decostruttiva dei palinsesti iconici, se non si disvelerà la congruenza tra l'essenza dell'essere e la volontà di potenza imperativa categorica dell'ente quale simulazione, imitazione, idea della iconocrazia che si alterna all'iconoclastia.
Due squadre concorrenti si attiveranno per raccogliere documenti, donazioni, fondi, reperti, studi e ricerche, mentre tre intraprese virtuali progetteranno un portale virtuale interamente dedicato alla storia dell'icona, ove si configureranno i workshops, i seminari, le doxa, il portale promuoverà anche sponsorizzazioni per cattedre convenzionate di storia dell'icona, in Italia, in Europa, in America.

Obiettivi

La ricerca di storia dell'icona si incentra soprattutto e per lo più sull'evento dell'iconoclastia e iconocrazia nell'auge e tramonto dell'impero bizantino perchè si eventuano le modalità del palinsesto, decostruzione e idealizzazione delle icone, quale volontà di potenza dell'imperativo categorico dell'immagine dell'aldilà che fonda nell'immaginario dell'aldiquà, l'aristocrazia teologica, etnica, etica, i prodromi e le differenze nel tempo e nello spazio, dall'Anatolia all'occidente, nei millenni protostorici fino alla fine della storia bizantina, saranno ricostruiti attraverso un portale virtuale: con due squadre in campo di ricerca e tre intraprese virtuali progettanti ma concorrenti. 

Programma

La storia dell'iconocrazia versus iconoclastia in alterità alla storia dell'iconoclastia versus l'iconocrazia è di là dall'essere narrata.
Ma la semplice storicizzazione dell'evento principale nel corso dell'impero bizantino, non svela  il perchè in precedenza l'alternanza si eventuò nel mito, nei simboli, nella teologia, nei saperi, nella technè, nell'arte ,nell’etica, nell'etnica, nell'idea se non si evidenzia la differenza ontologica, non sarà possibile comprendere il sentiero storico che ci porterà alle attuali antitesi delle teleiconoclastie o teleiconocrazie.
L'iconoclastia non è mai stata un nichilismo dell'icona, ma sempre una nuova iconocrazia simbolica, anche quando l'immagine verrà sostituita da un simbolismo astratto, da una cifra, da un'ideogramma, dalla lettera, dalla geometria astratta, giacchè l'alternanza ad una volontà imperativa categorica viene attuata attraverso l'eterno ritorno della volontà di potenza,
categorica, transvalutativa solo dall'immaginario dell'essere dell'ente, mai si eventua l'essenza dell'inter-essere poetante, quale immagine che abita poeticamente il mondo.
La storia del nichilismo iconoclasta è sempre la storia della iconocrazia della technè: la quale decostruisce e distrugge la struttura dell'immagine preesistente e ricrea il palinsesto
dell’eterno ritorno dell'essere dell'ente, quale idea che si impone nella categoria imperante.
Anche la sublimità infinita dell'icona rinvia ad un aldilà, simulante la volontà di potenza dell'aldiqua.
Solo l'eventuarsi nell'icona quale immagine ortogonale ed ortodossa del sacro, dell'aporia, del paradosso, dell'antinomia della “differenza ontologica” quale traccia, segnavia, assentemente presente o presentemente assente, dell'ermeneutica della disvelatezza della physis dell'essere  si evidenzia l'icona originaria che fonda l'inter-essere, quale icona che abita poeticamente il mondo.

Metodo

Attraverso l'analisi classica dell'alternanza iconoclasta-iconocrazia nell'auge e nel tramonto dell'impero bizantino, si innoverà anche il metodo alla ricerca storica della palingenesi e morfogenesi nei palinsesti dell'icona, grazie ad un progetto di portale virtuale.
Lì due squadre in campo concorrenti devolveranno donazioni, documenti, referti, studi, ricerche, fondi, suggerimenti, intuizioni per offrire a tutti i ricercatori di storia del pianeta uno strumento utile e facile di cura e conservazione catalogazione e sistemazione di tutte le icone storiche autentiche dipinte dagli artisti.

Descrizione della Ricerca

La storia dell'icona è rilevante non solo per ricostruire classicamente il conflitto iconoclasta ma anche per comprendere la nuova epochè caratterizzata dall'eterno ritorno della
teleiconoclastia versus la teleiconocrazia.
Grazie all'analisi storica classica e virtuale dell'evento nell'impero bizantino, l'alternanza iconoclastia-iconocrazia, nei palinsesti si presenterà quale volontà imperativa della potenza categorica dell'essere dell'ente, il quale decostruisce ed oblia l'essenza dell'icona dell'essere poetante che abita la physis.
Il fenomeno è presente nei miti di transizione simbolica già nelle civiltà sumeriche, ittite, egizie, minoiche, micenee: le loro icone distrutte e ricostruite aleggiano nell'eterno ritorno del sublime nell'immagine e nell'immaginario del sacro, nel templare e nel sacrilego: non solo nella archetipale guerre iconoclaste durante l'auge e il tramonto dell'impero bizantino ma anche nella rinascenza, nella modernità, nella post modernità dominata dalle icone virtuali, nella nuova epochè della teleikonocrazia.
Sarà perciò non solo utile per gli storici, ma indispensabile per la civiltà delle immagini del nuovo millennio, comprendere le dinamiche e le guerre teologiche o etniche fondate sulla volontà di potenza imperativa dell'iconocrazia, quale iconoclastia dei vinti, a loro volta alternanza della iconoclastia dei vincitori.
Per apprendere dagli errori le strategie dell'iconocrazia imperante sotto le spoglie dei miti, degli eroi, dei simboli teologici, etici, etnici ma anche per evidenziare nell'oblio, assentemente presente, l'eventuarsi dell'inter-essere che abita poeticamente il mondo.

Progetto di ricerca

Il responsabile della ricerca è la garanzia delle intenzionalità della completezza del programma di ricerca classico e virtuale attraverso un portale internet.
Lì due squadre in campo raccoglieranno tutti referti documenti donazioni fondi studi ricerche segnalazioni possibili e immaginabili da tutto il pianeta per offrire a tutti i ricercatori del mondo la fruibilità dei risultati in tempo reale.
Il direttore scientifico di ricerca getterà la fondatezza teorica dei modelli progettuali per le tre intraprese virtuali concorrenti per la realizzazione del  portale virtuale.
La continuità attraverso il portale internet consentirà la sponsorizzazione di cattedre convenzionate di storia delle icone in Italia, in Europa ed in America.

STORIA DELL'IDENTITA'

Mai come in questa epoca storica è indispensabile ed indifferibile una storia autentica dell'identità: in tutti i sensi, identità dell'essere, dell'esserci, della persona, dell'essere nel mondo, nella storia, nell'ethos, nel tempo, nell’ethnos, nella cultura, nella civiltà, nella new-economy, nella techne, nella psiche, nell'arte, nellla scienza trasgenica, nella nuova era nella nuova epoche' nel futuro dell'identità dell'essere.
Prevale ancora una visione genetica o trans-genetica dell'identità, ma la sua autenticità è sempre più indebolita da emergenze nuove e metamorfosi impreviste ed indeterminabili di là da trovare una fondatezza certa, stabile e perdurante nel tempo: anzi quella forma o formula di identità è genesi, forse la principale, di contrasti, conflitti, di vere guerre di transgenetica di religione, etiche ed etniche.
La ricerca di storia dell'identità dovrà ricostruire il senso dell'esser-se, ma anche dell'essere in libertà, dell'esserci nel tempo e nel mondo, quale garanzia della seynpoiesis della creazione o invenzione creativa dell'essenza ontologica dell'essere.
La stessa koinè, il linguaggio comune o il senso comune, ha in sè significati ed interpretazioni talmente controverse da non essere una fondatezza stabile dell'dentità dell'esserci se viene considerata quale paradigma dell'esse-se, infiniti paradossi e varietà si possono evidenziare quale antitesi confutanti.
E cosi' anche per l'ethos, il sacro, il mito e tante altre varietà quali  il luogo, il sacro, il mito e tante altre variegabilità quali il luogo, la topica, la patria, l'imperativo categorico, la nazione, i confini naturali, il locale, il globale, l'armonia delle arti le antitesi e i paradossi della fonè, la trasgenica, la clonazione.
Si può sintetizzare così il senso generale, da dispiegare con argomenti più precisi nel corso della ricerca, quando l'identità si affida all'essere delle entità prevale nella storia con la sua naturale volontà di potenza, ma quella scelta si avvia già al tramonto e all'oblio: si eventua l'esserci nella mondanità per abbandonare l'essenza dell'essere ontologico.
L'unico che può fondare, senza crisi cicliche da eterno ritorno.
L' inter-essere della seynpoiesis dell'essere poetante.
La ricerca storica cercherà di rintracciare quelle eventualità nella storia, nella nuova genesi dell'dentità dell'interesse poetante: attraverso l'analisi di una sintesi mirabile tra koinè, ethos, ethnos, tecnè, psychè, mito e religione, connessi in un'unica morfogenesi dell'essere nel mondo: gli etruschi nelle loro origini, nel Rinascimento, nella palinstoria dell'inizio del nuovo millennio.
Lì tutte le fenomenologie dell'identità etnica si intersecano con gli eventi dell’identità dell'esser-sè, nell'essenza dell'inter-essere.
Il cammino nel sentiero ininterrotto della morfogenesi storica degli etruschi dimostrerà e ci mostrerà l'inconsistenza di modelli d'identità fondati solo sulla genetica transgenica, clonazione etica  ma soprattutto e per lo più disvelerà l'interessere dall'oblio millenario, per gettarlo nel campo della topologia dell'essere poetante o seynpoiesis.

Obiettivi

Gli obiettivi della ricerca storica dell'identità sono semplici, ma sempre obliati nel tempo e sempre emergenti nel prossimo futuro, come individuare criteri condivisibili per stabilire l'identità dell'essere in questo mondo in continua evoluzione e trasformazione o dissoluzione e tramonto: giacchè solo da lì sarà possibile intraprendere il sentiero interrotto che dall'essere ci porterà al diritto, alla giustizia, alla costituzione dell' identità locale o globale.

Programma

Attraverso l'analisi del sentiero ininterrotto della storia dell identità morfogenica degli etruschi si eventuerà il sorgere e l'oblio, la rinascenza e il tramonto della storia interetnica, interkoinè intersacra, intemitica, interetica quale modello dell'interesse poetante.
La seynpoiesis è l'unica immagine virtuale disvelante l'essenza dell’identità al di là delle comode facili e consuete interpretazioni mutevoli, paradossali, alimentanti e foriere di conflitti, guerre, olocausti, fondate sulla clonazione etica, la trasgenica mitica, l'interkoinè sacra, la morfogenesi ideale, la technè topologica, la globalità sentimentale, la volontà di potenza dell'essere dell'ente quale entità dell'essere solo per sé, o dell'esserci nella mondanità.

Metodo 

Il sentiero dell'identità dell'essere, laseynweg o wegseyn, quale evento della seynpoiesis del
l essere poetante, quale metodo, quale sentiero che va al di là e si getta al di là della clonazione etica e trasgenica è qui esposto nei suoi esordi quale ontologia, ermeneutica e solo infuturo, epistemè, dell'interessere poetante.
La storia dell'identità esordirà con la paleostoria o storia delle origini dell'evento e dell’oblio, dell'essere ontologico, per svelare perché prevalse invece la clonazione etnica ed etica prima del Rinascimento.
Solo in quell'evento storico si disvelò l'inter-essere nella technè o nell'estetica quale identità dell'essere poetante, per poi lasciare il campo, di nuovo, alla prevalenza della trasgenia topica della volontà di potenza dell'essere dell'ente.
Da pochi anni invece si presenta una gettatezza dell'essere identità, una discesa in campo della storia della seynpoiesis quale sentiero interrotto o assentemente presente che ci porterà nel sentiero che svela l’al di là dell' identità poetante.

Descrizione della Ricerca

La ricerca biennale di storia dell'identità sarà articolata in due sentieri ininterrotti che si biforcano: il prioritario classico riunificherà la storia dell'esserc-sé dell'etnia etrusca, suffragata anche dagli studi genetici dell'epistemologia prevalente, l'altro sentiero virtuale ci condurrà oltre attraverso l'ausilio di uno strumento interattivo telematico.
Nel primo anno di attività tre diverse intraprese virtuali in concorso e in concorrenza, ci offriranno un portale Internet interagente, interamente  vocalizzato, alla ricostruzione della storia dell'identità: innanzitutto i ricercatori di tutto il mondo potranno offrire le loro interpretazioni, donazioni, fondi, studi e ricerche, ma nel corso del tempo il modulo virtuale potrà essere l'archetipo per altre ricerche e per altri desiderosi d'intraprendere il medesimo sentiero in altri luoghi o località significanti.
Due squadre scenderanno in campo, simmetriche e concorrenti, ma interconnesse nel portale virtuale della storia dell'identità: le due squadre racconteranno ed interpreteranno la storia classica e virtuale dei siti e delle subsidenze dei luoghi mitici e dei  sentieri interrotti dell'essere poetante e dell'oblio che sottrae la presenza assentemente presente, dell'identità etrusca.
I siti dell'origine della koinè della technè del mito in interazione con la morfogenesi etica ed etnica dell'identità in cammino nei sentieri del tramonto e della rinascenza attraverso l'inter-essere poetante, quale estetica che fonda l'etica e da senso alla nuova epochè morfogenetica.
Il responsabile della Ricerca sulla Storia dell’Identità garantirà il percorso biennale il quale sarà coordinato dal direttore di ricerca.
Le due squadre simmetriche ma concoirrenti scenderanno in campo per raccogliere i referti ed interpretare i siti di origine le subsidenze di oblio,assentemente presente e rinascenze della nuova epochè, valuteranno documenti accoglieranno donazioni, fondi, studi e ricerche
Le tre intraprese virtuali offriranno il migliore portale di ricerca di storia dell’identità là ove intergiranno le squadre in campo al fine di offrire un software valido per ricerche future un libro con video e laser-disk per la divulgazione una continuità stabile di ricerca capace di sponsorizzare cattedre convenzionate nelle università europee ed americane incentrate sulla storia dell’identità.

ONTOLOGIA NICHILISTA

Il futuro della libertà che ci chiama dall’evento della new-epochè, quale interessere poetante che si getta nel caosmos dell’alterità differenziale eristica si dà prioritariamente in origine quale nichilismo ontologico.
Il programma  classico di ricerca svelerà l’ermeneutica dell’ontologia nichilista del pensiero poetante e mitico alla valenza decostruente della technè, fino all’attuale nichilismo ontologico.
Il programma virtuale consentirà la creazione di un portale internet, ove seminari telematici, interattivi nella globalità eventueranno la storia ontologica e poetante del nulla, ma soprattutto e per lo più l’ontologia poetante del nichilismo.
E’ ineludibile in presenza della metafisica influente, soprattutto nella sua varietà virtuale ed immaginaria, una storia ontologica e poetante del nichilismo, ma solo se quel sentiero consentirà di inoltrarsi oltre nel futuro della ontosofia nichilista, quale vuoto ontologico della temporalità e spazialità che si eventua eristicamente nell’essenza dell’essere poetante al di là dell’imperativo categorico del vuoto, quale alterità nichilista della ilemorfica paradigmatica, o della paradossalità indicibile, o della abissalità temporale, cosmica spaziale, esistenziale, mistica, magica, mitica, il nulla ontologico o il nichilismo poetante si eventua quale abgrunseyn nell’ontophysis nell’ontopoiesiseyn, nella gestellseyn, nella fondatezza ontosofica dell’essere quale eriseyn del nichilseyn, essere nel nulla, quale vuoto caosmico, radura abissale del nulla in essere.
Il nulla ontologico e poetante si presenta virtualmente non solo quale alterità all’essere o alla volontà di potenza ilemorfica, imperativa o ortogonale, immaginaria ed inferenziale, infinita nella sua logica calcolante della metafisica influente e paradigmatica, paradossale
dell’indicibile koinè caosmica, ma soprattutto e per lo più quale abissalità poetante
nell’ontologia dell’essere.
L’abisso ontologico nel vuoto poetante caosmico si svela quale eristica ontosofica nell’essenza dell’essere, nella sua fondamentale esistenza, nell’evento del nulla abissale che dà senso all’interessere caosmico.
L’isteresi transfinita increspa il vuoto ontologico, ma la sua varietà è fondata sul nulla che si eventua nella radura poetante, quale abgrundseyn caosmico dell’eriseyn dell’essere nulla che consente all’essere la disvelatezza ontologica, attraverso la catabolia del clinamen del nulla.
Il nulla caosmico si dà nell’abisso transfinito dell’essere per consentire al futuro dell’essere di eventuare la sua svelatezza ontosofica.

Obiettivi

L’indeterminatezza ontologica del nulla si eventua nel futuro della presenza dell’essere caosmico.
Il nichilismo ontologico si svela nel nichilismo classico del mitico nichilismo poetico, in origine quale nichilismo teologico, poi quale nichilismo etico ed estetico.
Ma quell'orizzonte e tramonto si installa sempre e comunque nell’imperativo categorico della metafisica volontà di potenza paradigmatica influenzante il pensiero, la storia, il tempo, la koinè, l’estetica, la fisica, la psichè.
Nella new-epokeseyn  il nulla s’eventua nella fondatezza ontologica dell’essere poetante, quale vuoto ontosofico che si dà catabolicamente nella pregnanza caosmica del clinamenseyn abissale.
La compresenza nella gestellseyn, nella fondatezza dell’essere e del mondo, nella physiseyn dell’ontologia del nulla se per un verso non consente mai una interpretazione finita dei pensieri fondanti il senso e l’essenza, dall’altro consente alla libertà ed alla verità di eventuarsi disvelandosi sempre oltre la temporalità ortogonale, al di là del tramonto dei miti metafisici della tecnè, in una ermeneutica infinita della psichè, o meglio nella ermeneutica transfinita della psikeseyn.
Quale fondo abissale senza fondatezza, o con fondamento nullo, o con fondatezza vuota nichilista, senza ilemorfie presistenti, il nulla ontologico si può svelare nella libertà poetante, nella verità ontologica, nella psicheseyn ontosofica,onirica,sognante: nella  sua essenza pregnante catabolica, nel clinamenseyn ellittico, iperbolico, metabolico, ontobolico, delle ontovarietyà caosmiche.
Al di là del nulla attivo della technè, quale motore e fondamento della storia della volontà di potenza imperativa categorica e oltre il nichilismo passivo idealista, poetico, calcolante della mathesis e del metodoseyn il nulla ontosofico si eventua nel futuro della fondatezza dell’essere quale nichilseyn: paradoxa e alterità della radura caosmica pregnante dell’essere nel nulla e del nulla nell’essere poetante.
Nichilseyn del gestellseyn e del clinamenseyn caosmico: solo così il nulla non si dà mai quale oggetto da interpretare, nè essere da contemplare, ma gegenseyn contro essere, essere che si presenta di fronte senza mai essere l’essere, l’essenza della fondatezza dell’essere.
Il nulla ontosofico è il futuro della gegenseyn che si eventua nell’essere nel mondo, nella psychèseyn, nella physiseyn caosmica.
La presenza pregnante della nichylseyn nella fondatezza dell’essere consente all’essere poetante di sottrarsi sempre e facilmente dall’influenza metafisica imperativa della volontà di potenza categorica, paradigmatica, epistemica, politechnè.
Di più e di meglio la stessa wirkyng si eventua nel futuro dell’essere caosmico sempre quale wirkyngseyn o, in alterità abissale, vertiginosa, onirica, sognante, poetante, quale wiekyngnikylseyn essere nella influenza del nulla, essere il nulla influente.
Il wyrkyngnikylseyn consente d’essere influenti senza la metafisica influente, giacchè annichilisce l’influenza e l’essenza della metafisica del tempo e della technè, ma consente anche la presenza pregnante dell’influenza poetante o wyrkyngseyn.
La wyrkyngnikylseyn non solo decostruisce nel tempo la volontà di potenza metafisica influente del sapere, nella mathesis, nella psykè, ma soprattutto e per lo più, e per il meglio, annichilisce l’influenza del paradigma categorico, imperativo, metafisico sulla fondatezza dell’essere e della ontophysiseyn della psykeseyn, nella masthesiseyn caosmica, nell’ontosofia poetante.

Programma

Il programma classico eventuerà il suo futuro programma virtuale quale wirkyngseyn, influenza della gettatezza dell’essere presente nella pregnanza influente del nulla
wyrkyngnikyl che annichilisce l’influenza della metafisica categorica sull’ontologia poetante dell’essere, del mondo, della physis, della mathesiseyn, della psykeseyn, della aletheyaseyn della politekneseyn dell’ontosofiaseyn caosmica.
Così come esiste una noetica nichilista influente si eventuerà una noematica nichilista annichilente l’influenza metafisica paradigmatica, epistemica, quale sentiero futuro dell’influenza ontologica wirkyngnikyl del seynweg.
La differenza ontologica tra l’influenza metafisica e l’ontologia  influente si eventua nella differenza nichilista: non solo e non tanto quale differenza alterità tra l’essere ed il nulla, ma di più e di meglio quale differenza ontosofica poetante tra la metafisica categoriale e l’ontologia del gegenseyn, nel senso di radura vuota, libera, d’essere sempre, eternamente, indeterminatezza del wirkyngnikylseyn, controessere pregnante dell’evento dell’essere che si svela nella fondatezza dell’essenza dell’essere caosmico, poetante.
Il nichilismo ontologico non è un semplice contro movimento dell’eterno ritorno della volontà di potenza imperativa categorica della metafisica influente paradigmatica, epistemica della politechnè noetica, ma soprattuto e per lo più, o per il meglio, è il contro sentiero del controessere in controsenso nel chiasma indissolubile del gegenweg nel gegenseyn dell’influenza annichilente del wirkyngnichilseyn.
Il gegenseyn non è semplicemente la supersimmetria speculare, virtuale o immaginaria, della wirkynseyn, ma è il chiasma dell’ontologia nichilista, quale controessere che si eventua nella fondatezza dell’essere e si svela quale radura vuota e caosmica del wirkyngnichilseyn dell’influenza poetante dell’ontosofia nichilista.
Il gegenweg del gegenseyn del wirkyngnichilseyn si eventua nel vuoto poetante, lasciato libero dal tramonto della metafisica influente e dalla crisi del nichilismo della volontà di potenza della politechnè o anche dall’abbandono mitico del mondo delle divinità originarie, iconoclaste e iconocrazie, o se si desidera dalla debolezza della noetica virtuale post moderna in quel vuoto ontologico il sentiero del controessere si presenta nel futuro   dell’ontosofia del wirkyngseyn.
Il programma  di ricerca, classico e virtuale, prevede di eventuare, finalmente, alla mondanità la differenza del nichilismo non solo e non tanto quale contromovimento speculare supersimmetrico della metafisica della volontà di potenza categorica,ma quale controcanto, controimmagine, controimmaginazione topologica dell’essere poetante caosmico.
La gegenseyn, ontosofia nichilista, si eventua nel futuro quale gegenihil dell’icona,gegenikona, ma nel presente abita già la gegenbild e la gegenbildung: la controimmagine della
controimmaginazione controimmaginaria essenzialmente.
Il gegenseyn quale nichilismo ontologico è il controtempo, la controtemporalità immaginaria attante nell’abisso cosmico il mondo dell’essere.
Il controtempo è l’evento del vuoto cosmico, gegenseyn, quale ontovarietà abissale
morfoattante del controspazio caosmico.
Il gegenseyn è la controspazialità nichilista dell’abgrundseyn ottoattante e formattante il senso del mondo della physiseyn: quale abisso dell’isteresi del vuoto ontologico.
Il gegenseyn, il nulla ontologico, e la formattanza dell’abisso immaginario della physis nichilista.
Ma soprattutto e per lo più, il nichilismo ontologico è la controfondatezza, la gegengrund, che mai s’eventua né nell’abisso, né nel grundseyn, ma solo nel vuoto ontologico, quale gegengrund del nulla ontologico.
Il nulla si eventua quale gegenoesiseyn, quale gegenpsykeseyn, gegenaletheyaseyn.
E la noetica che annulla, annichilisce la svelatezza ontologica e le impone l’imperativo categorico dell’eterno ritorno al niente.
La gegenoesiseyn annulla la differenza poetante, la differenza ontosofica, la libertà ontologica d’essere al di là del nichilismo della volontà di potenza della metafisica influente, wirkyng del nulla, influenza nichilista, wirkyng del niente gegenwirkynseyn controessere influente, influenza del controessere annichilente la differenza poetante dell’ontosofia.
Il gegenseyn annulla anche l’eventualità dell’esserci quale nichilismo del daseyn, gegenseyn: controesserci che annichilisce l’esistenza, la vivenza, la poiesiseyn.
Anzi il gegenseyn si eventua abissalmente quale gegendasein, esserci mai più, mai esserlì, esser quà, esser là, essere nella vivenza animata della mondità.
Il nichilismo del gegendasein si getta nella vivenza animata, quale gegencreodoseyn, quale controcreodo antiesistenza, antiesserci, antiesserlì, antiesserlà: vuoto ontopoietico della differenza poetante, virtuale o immaginaria, dell’essere ontosofico.
In gegendasein annulla l’evento della differenza ontosofica dell’essere poetante.

Metodo

Il sentiero che si dà nel metodoseyn eventua la libertà di ricerca sia nel programma classico, sia nel programma virtuale, d’interpretanza dell’ontologia nichilista.
La libertà di interazione virtuale nel portale internet consentirà a tutto il pianeta di presentare le proprie idee, donazioni, studi, fondi, in permanenti seminari telematici, o in cattedre sponsorizzate, convenzionate dal portale virtuale.

Descrizione della Ricerca

Il nichilismo occidentale, del tramonto, è l’evento della fine del millennio che dà identità alla mondità, anzi il nichilismo, poetico o teologico, è il contro-evento, il gegenrereignis, del tramonto della civiltà globale.
Il gegeneregnis quale evento della gegenseyn si presenta prioritariamente quale gegendasein, nichilismo dell’esserci,esistenziale.
Ma in futuro la sua essenza ontologica sarà del nichilismo mondano. quale evento della gegenereigniseyn.
L’influenza del gegenereigniseyn nel mondo inizia nell’epoca classica, ma la sua volontà di potenza metafisica influente si eventua nell’imperativo paradigmatico categorico dell’epistemè: quale gegenwirkyngseyn, evento dell’influenza del nichilismo millenario.
Il nichilismo ontologico si può così eventuare quale controvalore, controvalenza del wertseyn, gegenwert.
La controvalenza nichilista, gegenwert, dell’esserci è il gegendasein, quale volontà di potenza dell’eterno ritorno ilemorfico nel tempo, nel mondo, nella vivenza, nella physis, nella verità, nella storia del millennio occidentale al tramonto.
Il nichilismo ontologico è la controvalenza dell’essere la gegenwertseyn dell’essere valenza poetante.
La gegenwertseyn si eventua nella storia metafisica del mondo nel nichilismo classico, al tramonto, del gegenwertdasein: esserci della controvalenza dell’eterno ritorno del nulla.
La storia del bimillennio ha eventuato però una controvalenza, gegenwert del gegendaseyn, controesserci nichilista che ci è dato quale fondamento dell’occidente al tramonto e gegengrundseyn: controfondatezza dell’essere valenza.
Il nichilismo ontologico si presenta perciò, contemporaneamente, nel fondamento dell’esserci occidentale tramontante, grundsein, e nella sua paradoxalità, gegengrund: controfondatezza annullante la valenza del mondo dell’essere.
L’ontologia nichilista si eventua nel presente tramonto sia nelle fondamenta della metafisica influente, sia nella controfondatezza, gegengrund, che annulla la valenza del grundaseyn, quale volontà di potenza della vivenza, della verità, della storia del mondo.
La grundseyn è la controvalenza del gegengrund, ma anche l’imperativo categorico della metafisica della gegengrundaseyn: anzi negli ultimi secoli quella volontà di potenza si  è presentata quale sinergia del grundaseyn e supersinergetica, o meglio gegenesinergetica, del gegendaseyn il nichilismo quale volontà di potenza della gegensinergetica, controsinergetica, del controesserci.
L’ontologia del nichilismo è la sinergetica dell’essere che non c’è, nel mondo che non c’è, nella physis che non c’è: quale gegendasein, controesserci del grundseyn, fondatezza che non c’è.
La sinergetica del nulla con valenza che non c’è, in un’ etica dei valori cosmologici che non c’è più, né mai più ci sarà, se non nell’eterno ritorno del niente, quale gegendasein,
controfondamento: gegengrundaseyn dell’essere valenza che non c’è più, né mai più ci sarà, né di qua, né di là.
Il nichilismo ontologico è lo spazio di influenza, nichilismo influente, della metafisica dell’essere che non c’è: gegenseyn, quale sinergetica della volontà di potenza categorica dell’esserci che non c’è più, né mai ci sarà: la spazialità influente, ma anche la temporalità di influenza, del gegendasein quale grundaseyn.
Fondamento che non c’è più che si dà quale temporalità dell’eterno ritorno del nulla, spazio influente della volontà di potenza sinergetica nichilista, virtuale o immaginaria, del cosmo che si dà quale mondo del niente.
Il nichilismo soggiorna nell’essere al potere della potenza, abita l’essere al potere della synergetica, quale abisso senza fondo dell’essere che non c’è, o si presenta solo quale esserci gegenseyn, gegengrundseyn del grundaseyn.
La metafisica della volontà di potenza si presenta come imperativo categorico del sistema dei valori, ma nel contempo nell’eterno ritorno nichilista, quale sinergetica dell’essere al potere della potenza del nulla, del controessere, del gegenseyn, quale grundaseyn del mondo e della storia dell’esserci.
Ma l’essenza autentica del nichilismo occidentale, tramontante, e l’incompletezza, o la logica, la ragione, la razionalità, il calcolo, la computerazione, la formattanza dell’essenza dell’incompletezza, quale sinergetica del nichilismo ontologico.
L’incompletezza nichilista nella sua valenza abissale decostruisce non solo l’essere, ma anche la metafisica della volontà di potenza, la metafisica sinergetica, e la metafisica dell’essere al potere della potenza del nulla. questa sua autenticità d’incompletezza ontologica e poetante, virtuale ed immaginaria, crea spazio al vuoto, alla radura alla spazialità libera di tutto e libera dal niente, libera soprattutto dal nulla annichilente.
L’incompletezza ontologica nichilista è libertà di creatività, nel senso di creare lo spazio libero dal nulla.
Ma il creare spazio del nichilismo ontologico non è solo morfoattanza della libertà dell’essere valenza della sinergetica, sia pure quella fondata sulla velocità del dasein d’essere presente, di soggiornare nella noetica, semmai è soprattutto e per lo più la creatività spaziale dell’essere poetante, che gioca negli spazi vuoti del nulla per eventuare il suo gioco creativo di libertà d’essere.
Anzi il gioco creativo dell’essere è proprio quello d’eventuare in tutti gli spazi, e con tutti i tempi, l’incompletezza metafisica del nichilismo, la sua sinergetica dissipatrice delle valenze e dei fondamenti.
Quando il nichilismo, per esserci, uccide il suo dio, c’è sempre un dio che salverà l’essere, giacchè il killer nichilista non conosce, non sa dell’esistenza della fondatezza dell’essere.
La grundseyn si sottrare alla morte del dio, ucciso dal nichilismo, imperante e trionfante, e si salva dal tramonto del nichilismo e dalla fine della storia, perché la sua essenza, il suo orizzonte, il suo destino sono al di qua ed al di là del nichilismo classico, poetico, moderno, ontologico.
La grundseyn non abita il futuro nichilista della morte di dio, giacchè la sua gestellseyn e la suo clinamenseyn si eventuano al di là del soggiorno e del tramonto della metafisica della volontà di potenza, quale sinergetica del nichilismo.
Il nichilismo muore con la morte del suo dio, ma l’essere non è il dio del nichilismo.
La teoclastia nichilista non decide mai il destino e la sorte dell’essere, ma solo del grundaseyn, giacchè la grundseyn si è sotratta ed abita sempre l’al di qua e l’al di là del futuro che il nichilismo non conosce.
Il nichilismo teoclasta non è, e non sarà mai seynklasta, se mai è stato ed è, forse sarà ancora nel suo tramonto, soltanto daseinklasta: killer del grundaseyn.
Il dio è morto e anche la metafisica è morta, così come la sua influenza sulla filosofia dell’occidente, sull’epistemè, sulla mathesis sull’ermeneutica: in quel tramonto metafisico muore anche il nichilismo classico, poetico, etico, globale, cosmico, universale.
Solo la risonanza di quella catastrofe catabolica nichilista: echeggia ed aleggia, al tramonto della metafisica nichilista quale ontologia nichilista che decostruisce la valenza dei fondamenti e transvaluta, calcolante, le supervalenze etiche ed estetiche della vivenza del grundaseyn.
In quell’abisso immaginario al tramonto virtuale soggiorna il gioco creativo del grundseyn, il quale crea spazio nel vuoto ontologico del nichilismo metafisico, sinergetico, dissipante, e si eventua nel futuro quale clinamenseyn influente: wirkyngseyn metabolico dell’ontoisteresi dell’ontovarietà creodoseyn, quale chiasmaseyn che, nel  presente, abita il caosmoseyn poetante.
Il nichilismo e’ morto e solo l’ontosofia ci puo’ salvare.
Soltanto l’ontopoiesiseyn ci puo’ salvare dalla morte della metafisica nichilista influente.
Solo l’essere-valenza che s’eventua al tramonto del nichilismo metafisico e crea spazio nel vuoto ontologico, fa il suo gioco e si fa gioco della declinante influenza nichilista, puo’ salvare il mondo e la sua physis dalla catastrofe sinergetica della volonta’ di potenza dell’eterno ritorno del nulla.
Il dio del nulla e’ morto e niente ostacola piu’ l’evento della nuova epoche’ della ontologia poetante.
Il dio nichilista e’ morto e nulla osta l’ontologia della liberta’ ontosofica.
Il dio metafisico e’ morto e nulla ostacola piu’ che il vuoto ontologico, la radura dell’essere sia abitata, nel cui sentiero interrotto si eventui la liberta’ dell’al di la’ ontopoietica.
Sopra tutti i tramonti nichilisti c’e’ l’ontopoiesiseyn, sopra tutti i tramonti metafisici c’e’ l’essere poetante che si da’, sopra tutti tramonti del dio che muore c’e’ la grundseyn che si disvela nella liberta’ della nuova epoche’.
Qui ed ora si eventui almeno quella liberta’ di ricerca, altrimenti il tramonto della metafisica nichilista annullera’ anche la liberta’ ontologica poetante.
Abita il futuro nichilista della morte di dio, giacche’ la sua gestellseyn e il suo clinamenseyn si eventueranno al di la’ del soggiorno e del tramonto della metafisica della volonta’ di potenza, quale sinergetica del nichilismo.
Il nichilismo muore con la morte del suo dio, ma l’essere non e’ il dio del nichilismo.
La teocrazia nichilista non decide mai il destino e la sorte dell’essere, ma solo del grundaseyn, giacche’ la grundseyn si e’ sotratta ed abita sempre l’al di qua e l’al di la’ del futuro che il nichilismo non conosce.
Il nichilismo teoclasta non e’, e non sara’ mai, seynklasta, se mai e’ stato ed e’, forse sara’ ancora suo tramonto, soltanto daseynklastia: killer del grundaseyn.
Il dio e’ morto ed anche la metafisica e’ morta, cosi’ come la sua influenza sulla filosofia dell’occidente, sull’episteme’, sulla mathesis, sull’ermeneutica: in quel tramonto metafisico muore anche il nichilismo classico, poetico, etico, globale, cosmico, universale.
Solo la risonanza di quella catastrofe katabolica nichilista, echeggia ed aleggia, al tramonto, della metafisica nichilista: quale ontologia nichilista che decostruisce la valenza dei fondamenti, e transvaluta, calcolante, la supervalenze etiche ed estetiche della vivenza del grundaseyn.
In quell’abisso immaginario al tramonto virtuale soggiorna il gioco creativo del grundseyn, il quale crea spazio nel vuoto ontologico del nichilismo metafisico, sinergetico, dissipante, e si eventua nel futuro ma, affinche’, quel destino si compia, si completi, cosi’ come l’essere ha abbandonato gli enti alla propria sorte, e i superenti  all’esserci solo nell’al di la’, sul sentiero simile a quello degli dei che ci hanno abbandonati, nella nuova epoche’ l’essere dovra’ avere anche il coraggio, e la liberta’, di abbandonare il nulla, il niente, il nichilismo, la metafisica nichilista della sinergetica volonta’ di potenza.
Solo quando l’essere abbandonera’ al proprio destino tramontante il nulla, niente ostacolera’ piu’ l’evento della svelatezza dell’ontosofia kaosmica.
Soltanto quando l’ontopoiesiseyn eventuera’ l’eleuthanasia del nichilismo metafisico influente, l’essere si liberera’ dal nulla per svelarsi nell’ontosofia.
La nuova epoche’ non sara’ altro che la thanasia del nichilismo poetico, classico, autentico, moderno, metafisico, sinergetico, teologico, etico, estetico: quale thanaseyn: essere la morte nel nichilismo: thanaseyn del nulla.
Essere per la morte del nichilismo metafisico sinergetico.
Il nichilismo si eventua nel presente nella sua essenza, quale creativita’ che lascia libero lo spazio ove abita l’ontologia poetante.
Il programma classico si installera’ in quella liberta’ di ricerca, invece il programma virtuale si dispieghera’ in un portale interattivo globale, ove seminari virtuali, donazioni, fondi, cattedre convenzionabili creeranno lo spazio della liberta’ di ricerca sull’ontologia nikilista.
L’eclisse del nichilismo metafisico sinergetico lascia libero lo spazio, lascia il vuoto ontologico libero, lascia la radura libera d’essere valenza ontosofica kaosmica.
L’eclisse del dio nichilista metafisico sinergetico lascia libero lo spazio ontologico, il vuoto poetante, la radura ontosofica dell’essere kaosmico.
La nuova epoche’ si eventua nel futuro dell’abitare nell’eclisse, nel tramonto, nel nichilismo metafisico sinergetico, per svolgere la presenza del gioco creativo dell’essere.
Il quale crea il suo gioco libero, per liberare lo spazio dal nulla: decostruisce nell’eclisse l’annullamento dell’influenza sinergetica metafisica nichilista.
L’incompletezza creata nell’eclisse della metafisica nichilista classica, lascia libero il campo per il gioco creativo dell’essere kaosmico, ontosofico, poetante.

ONTOPHYSISEYN

La ricerca scientifica, ermeneutica, ontologica sulla presenza futura del ontophysiseyn, sull'ontofisica
dell'essere in relatività col tempo e lo spazio ontologico, libero d'essere pensiero poetante e di abitare poeticamente il mondo, il campo della radura, ove s'eventua l'essenza dell'essere poetante.
L'oblio della physis, nel corso dei secoli, completato nell'implosione del pensiero ontologico, non è mai stato implementato, nella singolarità catabolica dello spazio-tempo, nell'eternità.
Anzi la supergravità di quel vuoto ha gettato la singolarità caosmica negli eventi della physis, quale pensiero poetante libero dalle implosioni cosmiche, disvelanti la presenza del futuro che non c'era nell'ontophysiseyn, quale Gestellseyn della topologia fluttuante dell'essere poetante: seynpoiesi o poiesiseyn.
Nel corso del tempo l'ontophysiseyn non ha eventuato l'evidenza della sua telepresenza, giacchè la sua risonanza caosmica è stata obliata, nella telelatenza implosiva della volontà di potenza, dell'imperativo categorico, dell'essere solo entità ilemorfica.
Soltanto nella topologia fluttuante, subsidenza della Gestell planckyana, la topologia della
seynpoiesi si è gettata, assentemente presente, nel caosmoseyn fluttuante quale Gestellseyn della singolarità caosmica, o monade caosmica, o singolarità poetante, o monade poetante, o monadeseyn della Gestell di Leibniz, quale subsidenza della Gestell di Planck.
La gestellseyn di Leibniz, infinitesimamente nella presenza assente della telelatenza, nell'oblio, nella lethè, soggiorna nel futuro anteriore e si eventua nel caosmos, quale monadeseyn della topologia fluttuante dell'essere nella ontophysiseyn.

Obiettivi

L'obiettivo prioritario è di una chiarezza assoluta, sottrarre la presenza, assente e tele latente, dell'evento caosmico della physiseyn dall'oblio implementato dalla volontà di potenza della categoria imperativa, relativa alla supergravità quantica, implodente la risonanza caosmica dell'ontophysiseyn.
Giacchè quell'implosione, quella telelatenza non fu mai nè assoluta, nè eterna, anzi la super gravità quantica, paradossalmente, eventua, nella sua catabolia cosmica singolarità cosmiche infinitesime, quale eventi fluttuanti della Gestellseyn, le quali, nel sentiero del tempo, nel seynweg della temporalità ontologica disveleranno l'essenza della presenza della physiseyn, sottraendo per attanza strana, aporetica, antinomica, paradossale, il mondo dell'essere dal mondo del vuoto, per troppo tempo preda dell'oblio.
La risonanza dell'ontopresenza quale singolarità gettata dall'implosione cosmica della supergravità quantica, si eventua nell'indeterminatezza ontologica della physiseyn.
Il principio di indeterminatezza non eventua solo l'ontopresenza della topologia fluttuante e virtuale nella Gestell infinitesima, ma si eventua anche nelle varietà cosmiche, o meglio nelle ontovarietà caosmiche.
Qui l'indeterminatezza ontologica disvela le singolarità caosmiche della topologia virtuale fluttuante dell'ontophysiseyn, di là dal rivelare la loro completezza e ontoattanza creodale, chiasmica, ellittica, parabolica, ontobolica, catastrofica, gestellseyn della differenza ontologica della poiesiseyn.

Programma

L'indetermittenza ontologica nella singolarità virtuale, fluttuante, topologica, caosmica della risonanza gettata dall'ontologia dell'indeterminatezza del seynweg del Gestellseyn, del sentiero nell'essenza del caosmo, eventuerà il futuro ontopresente nell'implosione supergravitazionale della latenza imperativa categorica quale ontomonade infinitesima, virtuale della physiseyn.
Il clinamen ontologico dell'intermittenza caosmica,o meglio dell'ontomittenza virtuale
ed immaginaria dell'ontopoiesiseyn, getta la singolarità caosmica quale topologia fluttuante,
virtuale della Gestellseyn della monadeseyn infinitesima, libera dall'implosiva latenza, supergravitazionale dell'imperativo categorico della volontà di potenza della metafisica influente, anche nella gravità quantistica e sempre in relatività con l'ontophysiseyn.
Se la metafisica influente ha dispiegato la sua volontà di potenza imperativa, categorica,anche nella gravità quantica, perpetuando la latenza e l'oblio della topologia caosmica ontologica, proprio da quel campo s'eventua il clinamen del futuro poetante, quale intermittenza dell'indeterminatezza ontologica.
Nel campo morfogenico dell'indeterminatezza anche la metafisica influente implosiva della volontà di potenza categorica, dissolve, dissipa la sua imperatività, prioritaria, paradigmatica e getta nel mondo la paradossalità dell'emittenza ontologica del clinamen la declinanza dell'ontophysiseyn.
L'indeterminatezza ontologica getta nel campo morfologico la presenza, nella latenza, nell'oblio, della singolarità dell'ontologia caosmica della physiseyn.
La metafisica influente, implosiva ed annichilente, ha gettato nell'oblio e nella latenza  con la sua volontà imperativa categorica della potenza, l'essenza ontofisica, ma non ha mai lasciato prevalere il vuoto ontologico.
Anzi l'influenza metafisica si è infranta, frantumata, frattalizzata nell'indeterminatezza quantica, lasciando libero il campo virtuale ed immaginario, quale vuoto ontologico ove s'eventua il futuro che non c'era; ma la sua presenza abitava poeticamente, soggiornava nell'ontologia caosmica.
L'implosione della metafisica, influente, nichilista, imperativa, categorica getterà sul campo  caosmico la singolarità dell'evento di una nuova ontologia influente anche nell'epistemè, nei modelli ontologici, nella topologia fluttuante della Gestellseyn, nella monadeseyn  infinitesima?
La presente ricerca ontofisica dovrà disvelarne tutte le virtualità possibili ed immaginabili sia attraverso la classica ricerca della verità ontologica, sia con la progettazione di un portale virtuale interamente dedicato all'ontophysiseyn.
Il vuoto classico o il nulla classico, o l'implosione cosmica o quantica supergravitazionale non ha creato il vuoto ontologico, anzi la presenza del vuoto quantico virtuale e/o immaginario ha disvelato la presenza nella latenza, nell'oblio, nella lethè, del vuoto caosmico  quale ontologia de vuoto dell'ontofisica influente ed intermittente la risonanza del Gestellseyn, in relatività con la monade virtuale o immaginaria o monadeseyn.
E' l'isteresi ontologica del vuoto caosmico che si getta nell'intermittenza della risonanza ontophysiseyn, in relatività con la seynpoiesi.
L'isteresi del vuoto ontologico si eventua quale monadeseyn virtuale o immaginaria, della singolarità ontologica dell'ontovarietà caosmica.
La ricerca consentirà di abitare poeticamente il futuro che non c'era nel presente dell'intermittenza ontologica del clinamen, virtuale o immaginario della singolarità: ontogenesi dell'isteresi, quale increspatura caosmica del vuoto ontologico, libero dalla metafisica influente dei paradossi categorici, imperativi, adeguanti la fisica alla volontà di potenza  della supergravità dell'essere dell'entità ilemorfica.
L'isteresi virtuale o immaginaria, consentirà d'abitare il vuoto ontologico: in relatività alla libertà d'essere nel caosmos dell'ontofisica nella presenza del futuro sgombro dalle scorie dell'influenza metafisica e libero d'essere in relatività con l'ontologia influente dell'ontofisica, virtuale, immaginaria, caosmica.

Metodo

Il sentiero classico che ci consente d'abitare nel presente il futuro sarà coadiuvato dal metodo virtuale: un portale Internet accogliente, ospitale, in libertà d'essere attraente per donazioni, studi, ricerche, fonti, anche attraverso un numero verde, ove da tutto i globo si dispiegherà il consenso dell'abitare il futuro nella nuova epochè nel presente.
Il portale virtuale di ontophysiseyn consentirà agli sponsors di stipulare convenzioni per
cattedre in Italia, Europa, America, mondo.

Descrizione della ricerca

La ricerca di ontophysiseyn consentirà al presente d'abitare il futuro della nuova epochè.
Il principio di indeterminatezza ontologica ci consente di interpretare il vuoto ontologico
sia quale varietà del vuoto quantico sia quale ontovarietà del vuoto caosmico: in quell'evento la caosmicità del vuoto dà senso all'intermittenza ontologica del clinamen caosmico.
Il clinamen fluttuante nella topologia ontologica dell'essere caosmico abita l'essenza del  virtuale e dell'immaginario sia spaziale quantico, sia temporale supergravitazionale.
Il clinamen ontologico quale intermittenza del vuoto caosmico consente di abitare la topologia ontologica fluttuante dell'ontophysiseyn, la quale si getta nel mondo virtuale quantico e nell'immaginario supergravitazionale in relatività con l'ontologia influente piuttosto che influenzabile dalla metafisica della volontà di potenza categorica dell'ilemorfia imperativa.
La libertà di ricerca in relatività con l'ontologia caosmica fluttuante consentirà d'abitare
la libertà della nuova epochè, quale futuro che non c'era ancora ma che si presenta già quale
clinamen ontologico dell'ontophysiseyn.
Il clinamen caosmico abita l'indeterminatezza del gestellseyn planckiano e leibniziano.
Anzi l'uno è in relatività con l'altro, in intermittenza caosmica quale clinamen fluttuante
ontologico che abita sia il futuro virtuale sia il presente immaginario supergravitazionale
quantico.
Il gestellseyn virtuale ed immaginario planckiano abita il gestellseyn ontologico delle sin
golarità fluttuanti topologiche delle monadiseyn leibnziane.
Ma per indeterminatezza ontologica si eventuano le intermittenze ontologiche del gestellseyn
virtuale caosmico delle monadiseyn leibnziane nel gestellseyn, nei sentieri, nelle cronotopie,
nelle seynweg quantiche.
L'indeterminatezza ontologica crea ed eventua il clinamen caosmico dell'intermittenza dell'interseynweg, dei sentieri dell'essere che si biforcano ma gettano nel caosmo virtuale ed immaginario i plessi, i plessiseyn, dei chiasmiseyn, dei creodiseyn, dell'ontofisica, della nuova epochè abitata poeticamente nel presente dal futuro ontologico.
La ricerca in ontofisica consente almeno di disvelare la risonanza che abita ancora poetica mente la gestellseyn fluttuante topologica dell'essere virtuale ed immaginario caosmico.
La risonanza dell'ontopresenza che abita il futuro evento dell'ontofisica che non c'era si getta oltre la metafisica influente dell'imperativo categorico della volontà di potenza ilemorfica supergravitazionale, in relatività con la presenza del clinamen ontologico intermittente: clinamenseyn.
I sentieri del quale, i seynweg, nel vuoto ontologico gettano la gestellseyn nell'ontovarietà della temporalità e spazialità ontologica quale nuova epochè e topologia fluttuante caosmica influente: libera dalle scorie dell'implosione nichilista, aldilà della volontà di potenza della metafisica, influenzante le categorie imperative della quantistica.
L'ontofisica eventua la nuova epochè che abita la ontopresenza ontologica della topologia fluttuante caosmica, della sinesteseyn, quale sinestesia dell'essere in relatività con la libertà d'essere ontologia influente nel tempo ontologico, nello spazio virtuale, immaginario, caosmico.
Il clinamen ontologico abita le intersingolarità virtuali, immaginarie, caosmiche, ontoboliche dal micro della gestellseyn alla risonanza dell'ontofisica cosmica supergravitazionale quantica,dal macro quale attanza nichilista che s'eventua nell'ontovarietà in relatività con l'ontologia influente, annichilente la metafisica influenzate, libera dall'imperativo categorico della volontà di potenza paradigmatica, sgombra dalle ilemorfie obsolete dello spazio e del tempo, giacchè solo evento della topologia fluttuante caosmica dell'ontologia dell'interessere nella ontophysiseyn.
La gestellseyn fluttuante caosmica abita il futuro nel presente dell'interessere, in relatività con l'ontofisica, in sinestesia con l'ontologia influente che disvela e s'eventua gettata dall'ontosinestesia dell'interessere fluttuante, caosmico, virtuale,virtuoso,immaginario, poetante in ontosinestesia con la sinpoiesiseyn.
L'ontologia influente dell'ontofisica abita il futuro nel presente della ontosinestesia dell'interessere nella gestellseyn fluttuante, caosmica, virtuale, immaginaria, seynpoetante, ma s'eventua esclusivamente in relatività con l'ontosinestesia dell'interessere nell'ontofisica influente ,virtuale, virtuosa, immaginaria. caosmica.
Il futuro che abita la presente ricerca è l’evento dell’ontofisica caosmica virtuale, immaginaria in relatività con l’ontosinestesia dell’interessere fluttuante nella gestellseyn planckiana, in sinestesia con l’indeterminatezza ontologica della subsidenza dell’ontovarietà leibniziana quale ontomonadeseyn che si disvela nel clinamen ontologico.
La ricerca classica dell’ontologia influente, libera dalle scorie delle categorie imperative della volontà di potenza della metafisica influenzante i paradigmi della supergravita’ quantica, si svolgerà in sinestesia con la ricerca virtuale attraverso un portale internet interamente dedicato all’ontophysiseyn.
Quale garanzia di continuità ed in relatività globale con tutte le ricerche del pianeta che desiderano entrare in interazione, attraverso workshop, donazioni, studi, fondi, azioni, il portale virtuale, oltre ad istituire un numero verde, promuoverà sponsors per cattedre convenzionate in Italia, Europa, America, mondo.

STATO ETICO E STATO ESTETICO

Chi per primo eventuò la parola originaria della “differenza ontologica” tra stato etico e stato estetico fu Schiller.

Altri profetizzarono prima ma nessuno aprì il sentiero che conduce al di la’ dello stato etico, inventato dal mito platonico e dalle categorie aristoteliche.
Anche la volonta’ di potenza dell’essere dell’ente appare quale eterno ritorno al di là del bene e del male, nel grande stile del tragico, quale ebbrezza impetuosa dell’entusiasmo dell’essere abitati dal divino, ma si rivela sempre quale teologia o al meglio una ontoteologia che si inoltra nel sentiero per interrompere il cammino sulla soglia, ancora in preda all’oblio dell’assentemente presente.
Solo il pensiero di Schiller e il coevo del pensiero poetante del poeta che fondò, di nuovo, il palinseyn, il senso dell’essere che abitò poeticamente il mondo, anche quando gli dei, i miti, gli eroi, la technè,l’etica, lo stato, l’epistemè, il sapere, la ragione, la scienza, la religione, il senso comune, il progresso, la volontà di potenza, l’eterno ritorno del nulla ci hanno abbandonato, e l’essere si è sottratto dal mondo, per la sua cura nell’oblio, solo quell’evento, rammemorato nell’ultimo secolo dell’ultimo millennio, disvelò alla mondanità “la differenza ontologica” tra senso estetico e stato etico.
Ormai nelle prime ore del nuovo millennio una nuova epochè ci svela e disvela al mondo quell’eventualita’ differenziale. di qua del campo lo stato estetico dell’ascolto della presenza dell’essere, di là lo stato etico impositivo dell’eterno ritorno del medesimo nulla.
Soltanto la ricerca filosofica che dispiega il sentiero interrotto dello stato estetico lascia libero l’essere d’essere evento della radura della physis, quale essere poetante in libertà che getta la fondatezza del seynpoiesis nello stato estetico, che dà senso al mondo.

Obiettivi 

La ricerca sulla “differenza ontologica” tra stato etico e stato estetico oltre ad intraprendere una sistematica e sintagmatica ermeneutica dell’evento, cercherà di evidenziare quelle questioni fondamentali all’origine del dilemma della nuova epochè del terzo millennio.
Se ancora si vorrà imporre con la volontà di potenza lo stato etico per lasciare l’evento dell’essere nell’oblio, o se, finalmente, è il momento ,il tempo opportuno, il kairòs, di gettare l’essere nel mondo per eventuare il fondamento della physis  dell’essere che si dà quale stato estetico fondante anche l’ethos di stato, senza mai essere, più, un’estetica di stato, ma sempre e comunque l’estetica dell’essere che si dà, in autentica libertà d’essere.

Programma

Il programma di ricerca filosofico oltre ad una ermeneutica  dello stato etico, interpretabile quale dispiegarsi di uno stato etnico o stato teologico o dell’imperativo categorico o della volontà di potenza, cercherà di evidenziare l’eventuarsi sin dall’origine dello stato estetico quale mettersi in ascolto dello schiudersi, nella radura della temporalità dell’essenza dell’essere poetante, attraverso l’analisi di tre eventi della civiltà di un’etnia nel sentiero del kairòs, si disvelerà un percorso ontologico dell’essenza dello stato estetico.
Già nella paleostoria della civiltà etrusca lo stato estetico si eventuò quale fondatezza dello stato etico, nel Rinascimento quella gettatezza si sottrasse all’oblio, si gettò al di la dell’essere assentemente presente ma lo stato etico non tardò a prevalere di nuovo e per lungo tempo sia quale stato teologico, sia quale stato razionale o ragione di stato, sia quale illuminismo etico tecnico e scientifico.
Solo con l’evento della nuova epochè dell’immagine e dell’immaginario, o dell’ontologia dell’ikona, lo stato estetico ritorna a gettarsi nel mondo al di là dello stato ortogonale, quale stato etico della ragione di stato, dell’imperativo categorico, della volontà di potenza dell’essere dell’ente sull’essenza dell’essere poetante, lo stato  s’eventua nella nuova epochè quale stato sublime che si dà al mondo quale etica sublime della seynpoiesis, dell’essere che abita poeticamente lo stato o dell’essere che abita lo stato poetico, in qualità di stato sublime dell’essere.

Metodo

Il metodo della ricerca filosofica sulla “differenza ontologica” tra stato etico e stato estetico sarà anfibologico: un campo classico ove le varie interpretazioni saranno valutate, confutate, disvelate; e un campo virtuale innovativo in quanto per la ricerca filosofica: si getterà in campo virtuale un portale filosofico telematico in Internet: là tutti i ricercatori, studiosi, semplici curiosi entreranno in interazione per scambiare opinioni, doxa, teorie, ermeneutica, workshops, seminari, eventi, mostre, dibattiti, studi, ricerche, donazioni, fondi, documenti inediti per ricreare l’agorà telematica globale del pianeta: solo così dall’oblio l’essenza dell’essere si svelerà al mondo quale gettatezza dello stato estetico che abita poeticamente e ontologicamente il mondo.

Descrizione Ricerca


Oltre la ricerca classica si eventuerà una ricerca fondata sui nuovi strumenti telematici: in particolare tre diverse intraprese virtuali, concorrenti ed in competizione qualitativa, offriranno il migliore portale di filosofia possibile.
Inizialmente verrà incentrato sui temi della ricerca stato etico versus stato estetici, ma in futuro potrà essere veicolo virtuale per tutti i ricercatori filosofici in qualunque luogo del globo fossero situati e di qualsiasi aspetto filosofico vogliamo studiare.
 Anche perchè il portale virtuale raccoglierà attraverso due squadre competitive e competenti tutte le donazioni possibili da documenti, studi, ricerche, fondi, referti, doxa, interpretazioni, intuizioni, immagini, immaginario.
Solo così nella nuova epochè sarà possibile offrire un quadro complesso e complessivo della ricerca filosofica sullo stato estetico, quale disvelamento dell’interessere che cura la physis e dà fondatezza all’ethos, liberandola della ortogonalità dell’imperativo categorico e della volontà di potenza dell’essere dell’ente.
Giacche’ mentre lo stato etico trova la sua fondatezza nella ragione di leggitimità di stato, nella volontà imperativa della potenza autorevole e categoriale dell’interesse di classe, lo stato estetico fonda la sua natura d’essere, la physis essenzialmenmte sul consenso dell’interessere che cura il disvelarsi dell’ontologia della libertà poetante, quale interessere che abita poeticamente il mondo della natura.

rogramma di Ricerca 


Il responsabile dell’Unità di Ricerca è il garante del percorso progettato ed intrapreso nei tempi e nelle modalità.
Il Progettista è anche il Direttore Scientifico dell’Intrapresa la quale offrira’ un portale virtuale di filosofia, incentrato sulle valutazioni ed interpretazioni dello Stato Etico al tramonto ed il nascente Stato Estetico fondato sul consenso e il disvelarsi della libertà quale interessere che abita poeticamente il mondo.
Il portale virtuale risultante dalla migliore competenza di tre intraprese virtuali in concorso, raccoglierà: documenti, donazioni, fondi, studi, ricerche, sponsorizzazioni, cattedre dedicate al libero dispiegarsi degli studi sullo stato estetico nascente nella nuova epochè.

ONTOSOFIA
Non esiste una ricerca filosofica d’ontosofia.
La storia ci narra solo alcuni eventi di metà millennio fa pare sia stato R.Goclenio il primo, poi Clauberg, quindi J. H.Alsted e J.Mikraelis a coniare quell’ossimoro che sa di pensiero poetante ontologia del sapere? Ontologia poetante?
Ontologia dell’essere sono tutte interpretazioni possibili ed immaginabili, dal pensiero poetante dell’ottocento e novecento ci giunge l’indicazione di un sentiero ininterrotto il seynweg, il sentiero dell’essere nella radura sgombra vuota libera da imperativi categorici della volontà di potenza del pensiero solo calcolante l’adeguatezza onteologica.
Pare così che l’ontosofia sia la sublime estasi del pensiero poetante mai stato o eternamente ritornante verso il nulla.
Anzi l’ontosofia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la physis, abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici quali il deus ex machina e quindi meccanici.
E’ indispensabile intraprendere di nuovo gli studi e le ricerche filosofiche di ontosofia, giacchè nel nuovo millennio della new-epochè tutte le forme di sapere, anche le ontologiche ermeneutiche, hanno dimostrato i propri limiti.
L’epistemè è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non dà fondatezza né alla nuova epistemologia, né alla mathesis virtuale, né alla physis immaginaria, né alla temporalità ontologica.
Solo il pensiero della disvelatezza resiste nella sua ontologia fondata sull’essenza dell’essere nel mondo, ma la sua origine non dispiega la sua pregnanza oltre il pensiero poetante, per raggiungere anche i sentieri interrotti  della physis poetante, e quindi anche la technè, la physis dell’essere animati e la topologia fluttuante dell’inter-essere.
Può l’ontosofia raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla libera luce dell’evento poetante dell’essere?
E’ inevitabile perciò intraprendere il sentiero interrotto dell’ontosofia che ci porta all’ascolto dell’intermittenza dell’esser poetante, che si disvela nella radura o nel campo della physis dell’inter-essere animato.

Obiettivi

La ricerca filosofica del sentiero interrotto dell’ontosofia, quale ontologia poetante della disvelatezza del physiseyn che si eventua nell’intermittenzadel pensiero poetante o della poesia filosofica o poesia pensante è ineludibile nella nuova epochè del nuovo millennio.
Anzi la nuova epochè sarà proprio caratterizzata dall’eventuarsi, dopo un millenario oblio della radura ove si dà la gettatezza dell’essere, libero dall’imperativo categorico della volontà di potenza dell’epistemè, solo calcolante e adeguante l’essere dell’ente.
L’obiettivo prioritario della ricerca ontosofica e lasciar libero l’essere in campo anzi in tutti i  campi del sapere e del pensierto poetante.
Fra tutti e per lo più l’ontosofia dà senso all’ontologia poetante nella varietà ontologica, lasciando al declino la logica calcolante della epistemè dissipativa in piena crisi di sapere e di volontà di potenza

Programma

La ricerca filosofica degli eventi intermittenti dell’ontosofia sarà anche classica storia dei saperi poetanti, ermeneutica dei poeti sapienti, ma soprattutto virtuale, quindi per lo più virtuosa.
E’ ineludibile la creazione di un portale virtuale ove tutte le virtù poetanti e pensanti o ontopensanti interagiranno per rintracciare nel mondo globale il sentiero interrotto che ci porta alla radura ove si eventuerà l’essenza dell’inter-essere poetante, virtuoso, immaginario ancora virtuale.
Oltre la differenza ontologica c’è la differenza ontofisica che non c’era prima e ed ora c’è, quale futuro dell’essere poetante o seinpoiesis o poiesiseyn.
Nella nuova epochè si eventuerà la differenza ontosofica nel pensiero poetante?
Ci sarà nel futuro dell’essere un sentiero, seinweg, ed una radura ove s’eventua la liberta’ ontosofica dell’inter-essere poetante?
Lì nella pregnanza della radura l’essere poetante si dà alla luce, qual sentiero topologico kaosmico che eventua l’ontosofia della physis poetante o physiseyn.
L’ontosofia, a differenza dell’ontologia classica, e questa e l’essenza della differenza ontosofica dà fondatezza alla mathesis, alla physis dell’epistemè,alla technè attraverso la differenza ontosofica dell’inter-essere poetante o seynpoiesis o poiesiseyn.
La fondatezza ontosofica della mathesis si dà alla luce quale disvelatezza dell’ontosofia della verità: l’ontosofia della mathesis è palingenesi palinmathesis, o palinepoche della physis o della palinphysis.
La palinpyhsis quale radura vuota, libera e poetante dell’inter-essere ontosofico si disvelerà cosi sia per la technè sia per l’epistemè. per la technè quale palintechnè della nuova epoche o pali  poetante che dà senso e fonda la radura e il sentiero che svela l’essere il palinseyn poetante, per l’epistemè quale pensiero poetante che si da quale nuovo senso dell’inter-essere della palintecnè ,oltre l’ortogonalità, oltre l’ adeguatezza ,oltre l’intenzionalità, oltre l’imperativo categorico della volontà di potenza calcolante il nulla dell’essere dell’ente, oltre l’ermeneutica oltre la mathesis algebrica, oltre la technè del Gestell impositiva, oltre la metafisica della temporalità progressiva ed irreversibile, oltre l’eterno ritorno del nichilismo della technè ,oltre la ontologia classica, ma ancora necessaria solo per disvelare all’essere ed al mondo la nuova epochè dell’ontosofia.

Metodo

Il sentiero, il metodo, il seynweg che condurrà l’ontosofia verso la radura, sgombra, libera dalle scorie della volontà di potenza dell’imperativo categorico della technè vittima del pensiero calcolante oltre la classica decostruzione ermeneutica dell’ ontologia storica, là ove la seynpoiesis possa disvelare la sublimità dell’inter-essere sarà oltre che classico anche virtuale, classico giacchè si dovrà interagire con le trascorse teorie storiche fondamentali, virtuale perché si progetterà un portale internet interattivo ove tutte le sapioenze globali entreranno nel mondo dell’ontosofia.
Il portale virtuale sponsorizzerà anche cattedre convenzionate in tutto il pianeta oltre che promuovere con mostre, workshop virtuali il senso della ricerca filosofica raccoglierà così donazioni, studi, ricerche, fondi per intraprendere al meglio ed in continuità il sentiero il seynweg interrotto un portale di interweg  per il seynweg dell’ontosofia della poiesiseyn

Descrizione della ricerca

La ricerca filosofica della nuova ontosofia avrà quale priorità la libertà dell’essere poetante nel mondo e nella physis poetante: eleuterseyn o seyneleuter in qualità d’essere libertà poetante dell’inter-essere.
E’ ineludibile nella nuova epochè del nuovo millennio intraprendere il sentiero interrotto laseynweg che ci conduce all’ascolto dell’intermittenza poetante dell’inter-essere o seypoiesis.
Gli eventi intermittenti della poiesiseyn si gettano nel campo e nella radura per sgombrare prioritariamente le scorie e lasciare libertà di campo all’evento dell’inter-essere poetante nelle eleuterseyn la libertà d’essere nell’ essere in physis poetante abitante poeticamente la physiseyn.
L’intermittenza dell’inter-essere assentemente presente o presentemente assente, nell’ontologia classica o poetante, abitò già nell’origine  nella technè, quale arte prima che tecnologica, nella mathesis quale topologia della qualità prima di diventare solo pensiero calcolante, algebrico, poliedrico e cabalistico, nella epistemè quale essere alla mano, saper fare poetico prima di statizzarsi nell’impianto della volontà di potenza dell’imperativo categorico della struttura valorizzante solo la produzione.
Il ritorno al futuro dell’ontosofia disvelerà una altro possibile, virtuale, sentiero sia nella mathesis sia nella technè, sia nella epistemè lasciate dall’ontologia classica al naufragio ed al nichilismo senza orizzonte, né fine, né senso, né futuro, né salvezza, è ineludibile
intraprendere sintagmaticamente la ricerca ontosofica giacchè l’ontologia classica ha eluso la fondatezza della mathesis, epistemè, tecnè mentre nella nuova epochè quelle varietà rischiano di imporre di nuovo le loro imperanti volontà di potenza:dall’imperativo categorico del pensiero calcolante della technè, o anche la decostruzione ermeneutica e fin’anche l’ontologia classica, là ove il pensiero poetante non sappia disvelare tutta la sua sublime seynpoiesis.
Ma perché neanche l’ontologia classica ha disvelato i dispiegamenti, sia pure intermittenti dell’interessere nella physis poetante?
La nascente ontosofia può rispondere a quell’enigma eventuando nel campo nella radura dell’inter-esssre poetante l’ontologia della libertà o l’ontosofia della libertà o la seyneleuter o eleuterseyn dell’attanza poetante, prima dell’attanza immaginaria nella physis e dell’attanza virtuale virtuosa nella  mathesis technè, epistemè.
Quale increspatura cuspidale o omphaloseyn del vuoto, lasciato libero dalla dissipazione nichilista della volontà imperativa di potenza kategorica s’eventua, l’attanza dell’inter-essere poetante che dà senso all’attanza immaginaria chaosmica e per consenso o intersenso o intesenso all’attanza virtuale della mathesiseyn o teleseyn o tecneseyn,
L’ontosofia è l’ascolto dell’intermittenza poetante dell ontoseyn, dell’essere in essere, dell’essere, in attanza poetante nella pyhsis poetante e nel chaosmo poetante quale chaosmoseyn, essere nell’abisso del chaosmos, nell’abgrundseyn,quale fondatezza del grundseynpoetante.
Il grundseyn o fondatezza dell’essere nell’abgrundseyn poetante si dà nell’ontologia poetante quale ontosofia dell’ontoseyn poetante che libera il sentiero della trascendenza poetante, nel chaosmos,,poetante, nella pyhsis poetante, nell’essere in libertà poetante. quale sublimità poetante dell’ontoseyn, disvelante l’ontosofia; quale libertà poetante di pensare l’essere in libertà, giacchè l’ontodsofia è la libertà del pensiero poetante di pensare l’essere in essere libertà poetante.

Descrizione del Programma

Il responsabile di ricerca sarà il garante della completezza del programma e del progetto della direzione di ricerca sia della ricerca classica sia della virtuale attraverso il portale Internet interamente dedicato allo studio dell'ontosofia i ricercatori del pianeta potranno interagire inviare le loro interpretazioni, doxa , studi, ermeneutiche, pensieri poetanti in completa libertà di pensiero requisito ineludibile per intraprendere l’ascolto delle intermittenze poetanti dell’essere in libertà  di pensiero poetante, il portale virtuale raccoglierà donazioni, studi, ricerche, fondi, documenti ma si farà anche garante di sponsors di cattedre in Italia e nel mondo.

ONTOLOGIA DELLE CATASTROFI CAOSMICHE.

La libertà di ricerca abita il futuro dell’evento della ontologia delle catastrofi chaosmiche in sinestesia con il pensiero della topologia dell’interessere, i quali si presentano già nella noematica transfinita dell’isteresi dell’ontovarietà ontoattante, nell’ortogonalità virtuale, frattale ed immaginaria, nichilista, caosmica la presenza stabile nel mondo della technè delle teorie del caos, delle supercorde, delle varietà, degli interfrattali consentono di intraprendere la ricerca dei modelli di singolarità ontologici generali: dalle semplici  alle complesse o ontoplesse, o plexontologiche stabilità singolari, attanziali, strane, virtuali, immaginarie, creodali, chiasmiche, kaosmiche.

Obiettivi

Il futuro della ricerca si presenta quale ontologia delle singolarità caosmiche.
Il futuro del mondo è abitato dal chaos, giacchè il chaos è il mondo, ed il cosmo è chaos.
Il chaos abita il futuro del momdo, del cosmo dell’universo virtuale, metafisico, immaginario.
Il caos mondano è assentemente presente nel cosmo della metafisica influente supergravitazionale, ma anche nella topologia fluttuante quantica o nella temporalità immaginaria, nichilista.
Ma il caos abita l’essere e la verità quale essere nella svelatezza caosmica della topologia in essere fluttuante catastrofica è ancora presente assentemente nei modelli della mathesis morfologica, ilemorfica, virtuale, calcolante, intenzionale, categorica.
E la gettatezza dell’essere chaos nel mondo e del mondo, ma anche sempre essere chaos in essere che la sinestesia dei modelli caosmici e catastrofici presenteranno nell’evidenza ontologica, essere nel caosmos, quale ontologia del modello della verità della mathesiseyn disvelante la topologia fluttuante caosmica dell’essenza dell’essere.

Programma

Il futuro della libertà del mondo è l’essere caosmico. quale presenza di quel futuro dell’essere nel caosmos d’essere nella mondanità immaginaria e virtuale caosmica, la libertà di ricerca dell’essenza dei modelli ontologici della catastrofe della topologia caosmica fluttuante da disvelarsi nella versione classica workshop, donazioni, studi e nella versione virtuale attraverso un portale interattivo accogliente seminari virtuali, fondi, sponsors.
Il portale virtuale promuoverà cattedre convenzionate in Italia, Europa, America, mondo a garanzia di continuità di ricerca, anche attraverso un numero verde.
La libertà di ricerca abita il futuro della libertà dell’essere nel caosmos.
Ma l’essere nel caosmos non è ancora nel futuro, né nel presente della ricerca: la libertà si eventua nella ricerca solo se la ricerca lascia libero l’essere d’essere nel mondo della mondanità caosmica.
Ci sarà futuro nella ricerca solo se nel presente si eventuerà la nuova epochè quale modello ontologico della topologia fluttuante dell’essere caosmico nel virtuale nell’immaginario nichilista nella catastrofe dell’essere della gettattezza della svelatezza della verità nell’ontologia della libertà prioritariamente libertà di ricerca del senso dell’essere caosmico l’ontologia della libertà ritrova la sua essenza nell’essere abitata dalla ricerca della libertà di ricerca dell’essere caosmico
I modelli dell’essere nel caosmos e del caosmos dell’essere si eventuano poeticamente nella seynpoiesi, in relatività con la topologia della poiesiseyn ma l’essenza dell’essere caosmico fluttuante, poetante, immaginario, evento dell’essere si svela nell’ontologia della verità catastrofica.
Solo la teoria della stabilità topologica, o nella topologia fluttuante della gestellplanckiana, o nella temporalità  immaginaria nichilista, o nella virtualità caotica della technè, o
nell’ontologia poetante si presenta quale futuro assentemente presente l’essenza del modello poetante del caosmos catastrofico.
Qui invece si eventuerà l’ontologia influente della mathesiseyn della gestellseyn
dell’ontopoiesiseyn, quale ontosofia dei modelli catastrofici dell’essere caosmico.
La ricerca classica eventuerà prioritariamente le singolarità ontologiche da dispiegare sia nella mathesis quali singolarità vituali superfrattali o iperfrattali o metafrattali sia nella ontofisica immaginaria supergravitazionale quantica.
Ma la ricerca ontologica si eventuerà nella libertà di ricerca delle singolarità ontologiche della topologia fluttuante caosmica: soprattutto e perlopiù nella ricerca della libertà ontologica d’essere singolarità caosmica, ontovarietà ontocreodale, ontocuspide, ontochiasmale, ontocatastrofe.

Metodo

La libertà di ricerca ontologica dei modelli catastrofici si eventuerà nel futuro del sentiero dell’essere nel caosmos, quale seinweg, metodo che svela il futuro al di là, oltre, ma anche nel presente della ricerca classica e soprattutto per lo più, di più e di meglio virtuale, attraverso un portale interattivo accogliente donazioni, studi, fondi, sponsors quale garanzia di continuità e di libertà.

Descrizione della Ricerca

Il futuro della libertà si eventua nel presente nella libertà di ricerca della libertà ontologica, quale essenza dell’essere nel caosmos.
I modelli ontologici dell’ontologia della libertà caosmica abitano, ancora assentemente presenti, le ormai classiche topologie dell’essere nella mathesis, nel virtuale, nell’immaginario nichilista quantico fluttuante, nell’ontologia poetante, nella topologia delle singolarità catastrofiche.
Il futuro della ricerca dell’ontologia della liberà di ricerca si presenta anzitutto e per lo più o di più e di meglio nella libertà di riceca dell’ontoseynpoiesis sia nella mathesiseyn, sia nella physiseyn sia nell’ontosofia dell’essere caosmico.
Il modello ontologico disvelante quella completezza è presente nelle singolarità ontologiche della topologia fluttuante caosmica, quale svelatezza della physiseyn, in relatività ontologica con la poiesiseyn.
La fondatezza ontologica delle singolarità caosmiche abita nel presente quale teoria dei dispiegamenti dell’ontovarietà creodali, chiasmali, cuspidali.
La libertà di ricerca delle ontovarietà caosmiche eventuerà l’ontologia delle catastrofi dell’essere nel cosmo, quale poiesiseyn fluttuante topologicamente nel physiseyn.
La differenza ontologica tra la metafisica influente del caos virtuale o immaginario e l’ontologia dei modelli caosmici si eventua nel futuro della libertà di ricerca della catastrofi ontologiche della physiseyn, in relatività sinestetica con la seynpoiesi: quali ontomorfie morfogeniche delle ontovarietà creodali, chiasmiche, cuspidali, ellittiche, iperboliche, metaboliche, ontoboliche
La verità abitò nella metafisica influente dell’episteme nei millenni che ci hanno abbandonato, nel futuro nella nuova epochè la verità si svelerà nell’ontologia della libertà di ricerca quale topologia della libertà d’essere fluttanza caosmica negli eventi dei modelli ontologici delle singolarità ontoboliche, ontochiasmiche, ontocreodali, delle ontovarietà.
Nel chiasma tra la topologia del’interessere poetante e la topologia fluttuante caosmica si eventua la morfoattanza, quale morfogettatezza dell’isteresi della seynpoiesis transfinita della catastrofe ontologica.
Il tramonto della metafisica influente dell’epistemè eventua la libertà di essere la catastrofe poetante.
La morfoattanza dell’ontomorfia dell’isteresi della poiesiseyn si eventua nel vuoto immaginario virtualmente, fluttuante, sgombro e libero dalle scorie e dalle storie della metafisica influente dell’episteme categorica imperativa quale decostruzione della catastrofe ermeneutica nel presente del futuro della catastrofe ontopoietica.
Nella catastrofe immaginaria la morfoattanza si getta quale ontomorfia creodale delle ontovarietà, per eventuare il futuro della catastrofe seynpoietica nel presente della catastrofe caosmica poetante.
Il vuoto, la radura della catastrofe ontologica eventua la ontoattanza della catastrofe ontopoietica dell’interessere poetante, quale presenza nella nuova epochè della futura ontopoiesiseyn della catastrofe poetante caosmica.
La catastrofe ontologica si eventua nel presente quale futuro poetante della catastrofe ontosofica dell’interessere caosmico.
Il futuro della libertà si eventuerà nella newepochè quale presenza ontopoietica della catastrofe ontosofica caosmica.
La libertà ontologica dell’essere abita nel futuro della libertà ontosofica quale presenza della libertà poetante d’essere nella catastrofe della radura ove s’eventua l’essere catastrofico, caosmico, ontopoietico, poiesiseyn.
La libertà poetante è l’essere abitati dalla catastrofe ontosofica.
Il pensiero poetante della libertà ontologica s’eventua nel futuro quale presenza dell’ontopoiesiseyn della catastrofe ontosofica dell’interessere caosmico.
Solo la catastrofe ontologica può salvare la libertà poetante quale ontologia della libertà di ricerca dell’interessere, in relatività con l’evento caosmico della catastrofe della radura illuminante della libertà ontosofica.
L’ontologia poetante della catastrofe ontosofica è già essere nel futuro della libertà di ricerca che si eventua, al di là della semplice o simmetrica,  supersimmetrica adeguatezza dei modelli catastrofici della physis, nella sinestesia ontologica del pensiero poetante della catastrofe ontosofica che si presenta all’orizzonte nel tramonto della metafisica influente, epistemica, dell’imperativo categorico della volontà di potenza nichilista, quando si presenta quel tramonto quell’abisso, l'abgrundseyn si eventua, l’essere nell’oblio abissale nella libertà di ricerca che è già futuro dell’avvento della catastrofe ontosofica della fondatezza,  grundseyn caosmica dell’essere in libertà.

Descrizione del programma
Il futuro della libertà si eventua nella libertà di ricerca dell’ontologia delle catastrofi caosmiche.
Nel presente le singolarità caosmiche delle morfoattanze delle ontovarietà si disveleranno nella ricerca classica o virtuale, attraverso un portale interattivo accogliente donazioni, studi, fondi.
Il portale virtuale garantirà la continuità di ricerca, anche attraverso un numero verde e la sponsorizzazione di cattedre convenzionate in Italia, Europa, America, mondo sull’ontologia delle catastrofi caosmiche.

ONTOLOGIA NICHILISTA

Il futuro della libertà che ci chiama dall’evento della new-epochè, quale interessere poetante che si getta nel caosmos dell’alterità differenziale eristica si dà prioritariamente in origine quale nichilismo ontologico.
Il programma classico di ricerca svelerà l’ermeneutica dell’ontologia nichilista del pensiero poetante e mitico alla valenza decostruente della technè, fino all’attuale nichilismo ontologico.
Il programma virtuale consentirà la creazione di un portale internet, ove seminari telematici, interattivi nella globalità eventueranno la storia ontologica e poetante del nulla, ma soprattutto e per lo più l’ontologia poetante del nichilismo.
E’ ineludibile in presenza della metafisica influente, soprattutto nella sua varietà virtuale ed immaginaria, una storia ontologica e poetante del nichilismo, ma solo se quel sentiero consentirà di inoltrarsi oltre nel futuro della ontosofia nichilista, quale vuoto ontologico della temporalità e spazialità che si eventua eristicamente nell’essenza dell’essere poetante al di là dell’imperativo categorico del vuoto, quale alterità nichilista della ilemorfica paradigmatica, o della paradossalità indicibile, o della abissalità temporale, cosmica spaziale, esistenziale, mistica, magica, mitica, il nulla ontologico o il nichilismo poetante si eventua quale abgrunseyn nell’ontophysis nell’ontopoiesiseyn, nella gestellseyn, nella fondatezza ontosofica dell’essere quale eriseyn del nichilseyn..essere nel nulla, quale vuoto caosmico, radura abissale del nulla in essere.
Il nulla ontologico e poetante si presenta virtualmente non solo quale alterità all’essere o alla volontà di potenza ilemorfica, imperativa o ortogonale, immaginaria ed inferenziale, infinita nella sua logica calcolante della metafisica influente e paradigmatica, paradossale dell’indicibile koinè caosmica, ma soprattutto e per lo più quale abissalità poetante nell’ontologia dell’essere.
L’abisso ontologico nel vuoto poetante caosmico si svela quale eristica ontosofica nell’essenza dell’essere, nella sua fondamentale esistenza, nell’evento del nulla abissale che dà senso all’interessere caosmico.
L’isteresi transfinita increspa il vuoto ontologico, ma la sua varietà è fondata sul nulla che si eventua nella radura poetante, quale abgrundseyn caosmico dell’eriseyn dell’essere nulla che consente all’essere la disvelatezza ontologica, attraverso la catabolia del clinamen del nulla.
Il nulla caosmico si dà nell’abisso transfinito dell’essere per consentire al futuro dell’essere di eventuare la sua svelatezza ontosofica.

Obiettivi

L’indeterminatezza ontologica del nulla si eventua nel futuro della presenza dell’essere caosmico.
Il nichilismo ontologico si svela nel nichilismo classico del mitico nichilismo poetico, in origine quale nichilismo teologico, poi quale nichilismo etico ed estetico.
Ma quell'orizzonte e tramonto si installa sempre e comunque nell’imperativo categorico della metafisica volontà di potenza paradigmatica influenzante il pensiero, la storia, il tempo, la koinè, l’estetica, la fisica, la psichè.
Nella  new-epokeseyn  il nulla s’eventua nella fondatezza ontologica dell’essere poetante, quale vuoto ontosofico che si dà catabolicamente nella pregnanza caosmica del clinamenseyn abissale.
La compresenza nella gestellseyn, nella fondatezza dell’essere e del mondo, nella physiseyn dell’ontologia del nulla se per un verso non consente mai una interpretazione finita dei pensieri fondanti il senso e l’essenza, dall’altro consente alla libertà ed alla verità di eventuarsi disvelandosi sempre oltre la temporalità ortogonale, al di là del tramonto dei miti metafisici della tecnè, in una ermeneutica infinita della psichè, o meglio nella ermeneutica transfinita della psikeseyn.
Quale fondo abissale senza fondatezza, o con fondamento nullo, o con fondatezza vuota nichilista, senza ilemorfie presistenti, il nulla ontologico si può svelare nella libertà poetante, nella verità ontologica, nella psicheseyn ontosofica, onirica, sognante: nella  sua essenza pregnante catabolica, nel clinamenseyn ellittico, iperbolico, metabolico, ontobolico, delle ontovarietyà caosmiche.
Al di là del nulla attivo della technè, quale motore e fondamento della storia della volontà di potenza imperativa categorica e oltre il nichilismo passivo idealista, poetico, calcolante della mathesis e del metodoseyn il nulla ontosofico si eventua nel futuro della fondatezza dell’essere quale nichilseyn: paradoxa e alterità della radura caosmica pregnante dell’essere nel nulla e del nulla nell’essere poetante.
Nichilseyn del gestellseyn e del clinamenseyn caosmico: solo così il nulla non si dà mai quale oggetto da interpretare, nè essere da contemplare, ma gegenseyn contro essere, essere che si presenta di fronte senza mai essere l’essere, l’essenza della fondatezza dell’essere.
Il nulla ontosofico è il futuro della gegenseyn che si eventua nell’essere nel mondo, nella psychèseyn, nella physiseyn caosmica.
La presenza pregnante della nichylseyn nella fondatezza dell’essere consente all’essere
poetante di sottrarsi sempre e facilmente dall’influenza metafisica imperativa della volontà di potenza categorica, paradigmatica, epistemica, politechnè.
Di più e di meglio la stessa wirkyng si eventua nel futuro dell’essere caosmico sempre quale wirkyngseyn o, in alterità abissale, vertiginosa, onirica, sognante, poetante, quale wiekyngnikylseyn essere nella influenza del nulla, essere il nulla influente.
Il wyrkyngnikylseyn consente d’essere influenti senza la metafisica influente, giacchè annichilisce l’influenza e l’essenza della metafisica del tempo e della technè, ma consente anche la presenza pregnante dell’influenza poetante o wyrkyngseyn.
La wyrkyngnikylseyn non solo decostruisce nel tempo la volontà di potenza metafisica influente del sapere, nella mathesis, nella psykè, ma soprattutto e per lo più, e per il meglio, annichilisce l’influenza del paradigma categorico, imperativo, metafisico sulla fondatezza dell’essere e della ontophysiseyn della psykeseyn, nella masthesiseyn caosmica, nell’ontosofia poetante.

Programma

Il programma classico eventuerà il suo futuro programma virtuale quale wirkyngseyn, influenza della gettatezza dell’essere presente nella pregnanza influente del nulla wyrkyngnikyl che annichilisce l’influenza della metafisica categorica sull’ontologia poetante dell’essere, del mondo, della physis, della mathesiseyn, della psykeseyn, della aletheyaseyn della politekneseyn dell’ontosofiaseyn caosmica.
Così come esiste una noetica nichilista influente si eventuerà una noematica nichilista annichilente l’influenza metafisica paradigmatica, epistemica, quale sentiero futuro dell’influenza ontologica wirkyngnikyl del seynweg.
La differenza ontologica tra l’influenza metafisica e l’ontologia influente si eventua nella differenza nichilista: non solo e non tanto quale differenza alterità tra l’essere ed il nulla, ma di più e di meglio quale differenza ontosofica poetante tra la metafisica categoriale e
l’ontologia del gegenseyn, nel senso di radura vuota, libera, d’essere sempre, eternamente, indeterminatezza del wirkyngnikylseyn, controessere pregnante dell’evento dell’essere che si svela nella fondatezza dell’essenza dell’essere caosmico, poetante.
Il nichilismo ontologico non è un semplice contro movimento dell’eterno ritorno della volontà di potenza imperativa categorica della metafisica influente paradigmatica, epistemica della politechnè noetica, ma soprattuto e per lo più, o per il meglio, è il contro sentiero del controessere in controsenso nel chiasma indissolubile del gegenweg nel gegenseyn dell’influenza annichilente del wirkyngnichilseyn.
Il gegenseyn non è semplicemente la supersimmetria speculare, virtuale o immaginaria, della wirkynseyn, ma è il chiasma dell’ontologia nichilista, quale controessere che si eventua nella fondatezza dell’essere e si svela quale radura vuota e caosmica del wirkyngnichilseyn dell’influenza poetante dell’ontosofia nichilista.
Il gegenweg del gegenseyn del wirkyngnichilseyn si eventua nel vuoto poetante, lasciato libero dal tramonto della metafisica influente e dalla crisi del nichilismo della volontà di potenza della politechnè o anche dall’abbandono mitico del mondo delle divinità originarie, iconoclaste e iconocrazie, o se si desidera dalla debolezza della noetica virtuale post moderna in quel vuoto ontologico il sentiero del controessere si presenta nel futuro   dell’ontosofia del wirkyngseyn.
Il programma di ricerca, classico e virtuale, prevede di eventuare, finalmente, alla mondanità la differenza del nichilismo non solo e non tanto quale contromovimento speculare supersimmetrico della metafisica della volontà di potenza categorica, ma quale controcanto, controimmagine, controimmaginazione topologica dell’essere poetante caosmico.
La gegenseyn, ontosofia nichilista, si eventua nel futuro quale gegenihil dell’icona, gegenikona, ma nel presente abita già la gegenbild e la gegenbildung: la controimmagine della
controimmaginazione controimmaginaria essenzialmente.
Il gegenseyn quale nichilismo ontologico è il controtempo, la controtemporalità immaginaria attante nell’abisso cosmico il mondo dell’essere.
Il controtempo è l’evento del vuoto cosmico, gegenseyn, quale ontovarietà abissale morfoattante del controspazio caosmico.
Il gegenseyn è la controspazialità nichilista dell’abgrundseyn ottoattante e formattante il senso del mondo della physiseyn: quale abisso dell’isteresi del vuoto ontologico.
Il gegenseyn, il nulla ontologico, e la formattanza dell’abisso immaginario della physis nichilista.

Metodo

Il sentiero che si dà nel metodoseyn eventua la libertà di ricerca sia nel programma classico, sia nel programma virtuale, d’interpretanza dell’ontologia nichilista.
La libertà di interazione virtuale nel portale internet consentirà a tutto il pianeta di presentare le proprie idee, donazioni, studi, fondi, in permanenti seminari telematici, o in cattedre sponsorizzate, convenzionate dal portale virtuale.

Descrizione della Ricerca

Il nichilismo occidentale, del tramonto, è l’evento della fine del millennio che dà identità alla mondità, anzi il nichilismo, poetico o teologico, è il contro-evento, il gegenrereignis, del tramonto della civiltà globale.
Il gegeneregnis quale evento della gegenseyn si presenta prioritariamente quale gegendasein, nichilismo dell’esserci, esistenziale.
Ma in futuro la sua essenza ontologica sarà del nichilismo mondano. quale evento della gegenereigniseyn.
L’influenza del gegenereigniseyn nel mondo inizia nell’epoca classica, ma la sua volontà di potenza metafisica influente si eventua nell’imperativo paradigmatico categorico
dell’epistemè: quale gegenwirkyngseyn, evento dell’influenza del nichilismo millenario.
Il nichilismo ontologico si può così eventuare quale controvalore, controvalenza del wertseyn, gegenwert.
La controvalenza nichilista, gegenwert, dell’esserci è il gegendasein, quale volontà di potenza dell’eterno ritorno ilemorfico nel tempo, nel mondo, nella vivenza, nella physis, nella verità, nella storia del millennio occidentale al tramonto.
Il nichilismo ontologico è la controvalenza dell’essere la gegenwertseyn dell’essere valenza poetante.
La gegenwertseyn si eventua nella storia metafisica del mondo nel nichilismo classico, al tramonto, del gegenwertdasein: esserci della controvalenza dell’eterno ritorno del nulla.
La storia del bimillennio ha eventuato però una controvalenza, gegenwert del gegendaseyn, controesserci nichilista che ci è dato quale fondamento dell’occidente al tramonto e gegengrundseyn: controfondatezza dell’essere valenza.
Il nichilismo ontologico si presenta perciò, contemporaneamente, nel fondamento dell’esserci occidentale tramontante, grundsein, e nella sua paradoxalità, gegengrund: controfondatezza annullante la valenza del mondo dell’essere.
L’ontologia nichilista si eventua nel presente tramonto sia nelle fondamenta della metafisica influente, sia nella controfondatezza, gegengrund, che annulla la valenza del grundaseyn, quale volontà di potenza della vivenza, della verità, della storia del mondo.
La grundseyn è la controvalenza del gegengrund, ma anche l’imperativo categorico della metafisica della gegengrundaseyn: anzi negli ultimi secoli quella volontà di potenza si è presentata quale sinergia del grundaseyn e supersinergetica, o meglio gegenesinergetica, del gegendaseyn il nichilismo quale volontà di potenza della gegensinergetica, controsinergetica, del controesserci.
L’ontologia del nichilismo è la sinergetica dell’essere che non c’è, nel mondo che non c’è, nella physis che non c’è: quale gegendasein, controesserci del grundseyn, fondatezza che non c’è.
La sinergetica del nulla con valenza che non c’è, in un’etica dei valori cosmologici che non c’è più, né mai più ci sarà, se non nell’eterno ritorno del niente, quale gegendasein,
controfondamento: gegengrundaseyn dell’essere valenza che non c’è più, né mai più ci sarà, né di qua, né di là.
Il nichilismo ontologico è lo spazio di influenza, nichilismo influente, della metafisica dell’essere che non c’è: gegenseyn, quale sinergetica della volontà di potenza categorica dell’esserci che non c’è più, né mai ci sarà: la spazialità influente, ma anche la temporalità di influenza, del gegendasein quale grundaseyn.
Fondamento che non c’è più che si dà quale temporalità dell’eterno ritorno del nulla, spazio influente della volontà di potenza sinergetica nichilista, virtuale o immaginaria, del cosmo che si dà quale mondo del niente.
Il nichilismo soggiorna nell’essere al potere della potenza, abita l’essere al potere della synergetica, quale abisso senza fondo dell’essere che non c’è, o si presenta solo quale esserci gegenseyn, gegengrundseyn del grundaseyn.
La metafisica della volontà di potenza si presenta come imperativo categorico del sistema dei valori, ma nel contempo nell’eterno ritorno nichilista, quale sinergetica dell’essere al potere della potenza del nulla, del controessere, del gegenseyn, quale grundaseyn del mondo e della storia dell’esserci.
Ma l’essenza autentica del nichilismo occidentale, tramontante, e l’incompletezza, o la logica, la ragione, la razionalità, il calcolo, la computerazione, la formattanza dell’essenza
dell’incompletezza, quale sinergetica del nichilismo ontologico.
L’incompletezza nichilista nella sua valenza abissale decostruisce non solo l’essere, ma anche la metafisica della volontà di potenza, la metafisica sinergetica, e la metafisica dell’essere al potere della potenza del nulla. questa sua autenticità d’incompletezza ontologica e poetante, virtuale ed immaginaria, crea spazio al vuoto, alla radura alla spazialità libera di tutto e libera dal niente, libera soprattutto dal nulla annichilente.
L’incompletezza ontologica nichilista è libertà di creatività, nel senso di creare lo spazio libero dal nulla.
Ma il creare spazio del nichilismo ontologico non è solo morfoattanza della libertà dell’essere valenza della sinergetica, sia pure quella fondata sulla velocità del dasein d’essere presente, di soggiornare nella noetica, semmai è soprattutto e per lo più la creatività spaziale dell’essere poetante, che gioca negli spazi vuoti del nulla per eventuare il suo gioco creativo di libertà d’essere.
Anzi il gioco creativo dell’essere è proprio quello d’eventuare in tutti gli spazi, e con tutti i tempi, l’incompletezza metafisica del nichilismo, la sua sinergetica dissipatrice delle valenze e dei fondamenti.
Quando il nichilismo, per esserci, uccide il suo dio, c’è sempre un dio che salverà l’essere, giacchè il killer nichilista non conosce, non sa dell’esistenza della fondatezza dell’essere.
La grundseyn si sottrare alla morte del dio, ucciso dal nichilismo, imperante e trionfante, e si salva dal tramonto del nichilismo e dalla fine della storia, perché la sua essenza, il suo orizzonte, il suo destino sono al di qua ed al di là del nichilismo classico, poetico, moderno, ontologico.
La grundseyn non abita il futuro nichilista della morte di dio, giacchè la sua gestellseyn e la suo clinamenseyn si eventuano al di là del soggiorno e del tramonto della metafisica della volontà di potenza, quale sinergetica del nichilismo.
Il nichilismo muore con la morte del suo dio, ma l’essere non è il dio del nichilismo.
La teoclastia nichilista non decide mai il destino e la sorte dell’essere, ma solo del grundaseyn, giacchè la grundseyn si è sotratta ed abita sempre l’al di qua e l’al di là del futuro che il nichilismo non conosce.
Il nichilismo teoclasta non è, e non sarà mai seynklasta, se mai è stato ed è, forse sarà ancora nel suo tramonto, soltanto daseinklasta: killer del grundaseyn.
Il dio è morto e anche la metafisica è morta, così come la sua influenza sulla filosofia dell’occidente, sull’epistemè, sulla mathesis sull’ermeneutica: in quel tramonto metafisico muore anche il nichilismo classico, poetico, etico, globale, cosmico, universale.
Solo la risonanza di quella catastrofe catabolica nichilista: echeggia ed aleggia, al tramonto della metafisica nichilista quale ontologia nichilista che decostruisce la valenza dei fondamenti e transvaluta, calcolante, le supervalenze etiche ed estetiche della vivenza del grundaseyn.
In quell’abisso immaginario al tramonto virtuale soggiorna il gioco creativo del grundseyn, il quale crea spazio nel vuoto ontologico del nichilismo metafisico, sinergetico, dissipante, e si eventua nel futuro quale clinamenseyn influente: wirkyngseyn metabolico dell’ontoisteresi dell’ontovarietà creodoseyn, quale chiasmaseyn che, nel  presente, abita il caosmoseyn poetante.
Il nichilismo e’ morto e solo l’ontosofia ci puo’ salvare.
Soltanto l’ontopoiesiseyn ci puo’ salvare dalla morte della metafisica nichilista influente.
Solo l’essere-valenza che s’eventua al tramonto del nichilismo metafisico e crea spazio nel vuoto ontologico, fa il suo gioco e si fa gioco della declinante influenza nichilista, puo’ salvare il mondo e la sua physis dalla catastrofe sinergetica della volonta’ di potenza dell’eterno ritorno del nulla.
Il dio del nulla e’ morto e niente ostacola piu’ l’evento della nuova epoche’ della ontologia poetante.
Il dio nichilista e’ morto e nulla osta l’ontologia della liberta’ ontosofica.
Il dio metafisico e’ morto e nulla ostacola piu’ che il vuoto ontologico, la radura dell’essere sia abitata, nel cui sentiero interrotto si eventui la liberta’ dell’al di la’ ontopoietica.
Sopra tutti i tramonti nichilisti c’e’ l’ontopoiesiseyn, sopra tutti i tramonti metafisici c’e’ l’essere poetante che si da’, sopra tutti tramonti del dio che muore c’e’ la grundseyn che si disvela nella liberta’ della nuova epoche’.
Qui ed ora si eventui almeno quella liberta’ di ricerca, altrimenti il tramonto della metafisica nichilista annullera’ anche la liberta’ ontologica poetante.
Abita il futuro nichilista della morte di dio, giacche’ la sua gestellseyn e il suo clinamenseyn si eventueranno al di la’ del soggiorno e del tramonto della metafisica della volonta’ di potenza, quale sinergetica del nichilismo.
Il nichilismo muore con la morte del suo dio, ma l’essere non e’ il dio del nichilismo.
La teocrazia nichilista non decide mai il destino e la sorte dell’essere, ma solo del grundaseyn, giacche’ la grundseyn si e’ sotratta ed abita sempre l’al di qua e l’al di la’ del futuro che il nichilismo non conosce.
Il nichilismo teoclasta non e’, e non sara’ mai, seynklasta, se mai e’ stato ed e’, forse sara’ ancora suo tramonto, soltanto daseynklastia: killer del grundaseyn.
Il dio e’ morto ed anche la metafisica e’ morta, cosi’ come la sua influenza sulla filosofia dell’occidente, sull’episteme’, sulla mathesis, sull’ermeneutica: in quel tramonto metafisico muore anche il nichilismo classico, poetico, etico, globale, cosmico, universale.
Solo la risonanza di quella catastrofe katabolica nichilista, echeggia ed aleggia, al tramonto, della metafisica nichilista: quale ontologia nichilista che decostruisce la valenza dei fondamenti, e transvaluta, calcolante, la supervalenze etiche ed estetiche della vivenza del grundaseyn.
In quell’abisso immaginario al tramonto virtuale soggiorna il gioco creativo del grundseyn, il quale crea spazio nel vuoto ontologico del nichilismo metafisico,sinergetico, dissipante, e si eventua nel futuro ma, affinche’, quel destino si compia, si completi, cosi’ come l’essere ha abbandonato gli enti alla propria sorte, e i superenti  all’esserci solo nell’al di la’, sul sentiero simile a quello degli dei che ci hanno abbandonati, nella nuova epoche’ l’essere dovra’ avere anche il coraggio, e la liberta’, di abbandonare il nulla, il niente, il nichilismo, la metafisica nichilista della sinergetica volonta’ di potenza.
Solo quando l’essere abbandonera’ al proprio destino tramontante il nulla, niente ostacolera’ piu’ l’evento della svelatezza dell’ontosofia kaosmica.
Soltanto quando l’ontopoiesiseyn eventuera’ l’eleuthanasia del nichilismo metafisico influente, l’essere si liberera’ dal nulla per svelarsi nell’ontosofia.
La nuova epoche’ non sara’ altro che la thanasia del nichilismo poetico, classico, autentico, moderno, metafisico, sinergetico, teologico, etico, estetico: quale thanaseyn: essere la morte nel nichilismo: thanaseyn del nulla.
Essere per la morte del nichilismo metafisico sinergetico.

Descrizione del Programma

Il nichilismo si eventua nel presente nella sua essenza, quale creativita’ che lascia libero lo spazio ove abita l’ontologia poetante.
Il programma classico si installera’ in quella liberta’ di ricerca, invece il programma virtuale si dispieghera’ in un portale interattivo globale, ove seminari virtuali, donazioni, fondi, cattedre convenzionabili creeranno lo spazio della liberta’ di ricerca sull’ontologia nikilista.
L’eclisse del nichilismo metafisico sinergetico lascia libero lo spazio, lascia il vuoto ontologico libero, lascia la radura libera d’essere valenza ontosofica kaosmica.
L’eclisse del dio nichilista metafisico sinergetico lascia libero lo spazio ontologico, il vuoto poetante, la radura ontosofica dell’essere kaosmico.
La nuova epoche’ si eventua nel futuro dell’abitare nell’eclisse, nel tramonto, nel nichilismo metafisico sinergetico, per svolgere la presenza del gioco creativo dell’essere.
Il quale crea il suo gioco libero, per liberare lo spazio dal nulla: decostruisce nell’eclisse l’annullamento dell’influenza sinergetica metafisica nichilista.
L’incompletezza creata nell’eclisse della metafisica nichilista classica, lascia libero il campo per il gioco creativo dell’essere kaosmico, ontosofico, poetante.

ONTOERISEYN

E’ ineludibile la libertà di ricerca sull’ontologia eristica, o sull’eristica ontologica, ottoattante, o caosmica, o ontosofica, giacchè né il pensiero ontologico classico, né l’ontologia moderna sono riusciti ad eventuare la chiarezza della disvelatezza che si presenta nell’ereigniseyn quale futuro dell’eriseyn, dell’eristica dell’essere poetante, o dell’eristica ontosofica dell’interessere caosmico.

Obiettivi

Il futuro dell’eristica non può essere più la semplice sottrazione o oblio, o latenza, o nascondere,  o assenza della presenza dell’essere nel tempo, sia pure ontologico, in alterità all’evento della verità disvelante, ma dovrà essere di più  e di meglio: l’ontologia, o l’ontosofia dell’eriseyn, quale evento caosmico dell’interessere poetante.
L’ontoeriseyn si eventua già nella presenza dell’abisso e della fondatezza dell’interessere ontosofico: quale eristica dell’abgrundseyn in alterezza paradossale, inaudita, indicibile, con la grundseyn poetante, o ontopoiesiseyn.
Solo la svelatezza, la verità ontosofica, della eriseyn eventuerà la libertà ontologica dell’interessere poetante, caosmico nell’abgrundseyn, nell’abisso, e nella grundseyn, nella fondatezza ontosofica della seynpoiesis.
La stessa differenza ontologica della metafisica influente, epistemica dell’imperativo categorico della volontà di potenza, con la ontologia classica, fondamentale o poetante, non disvela più l’evento della seynpoiesis, anzi rischia di soccombere di fronte all’ortogonalità supersimmetrica dell’adeguatezza con la physis.
Nella nuova epochè o si è capaci di disvelare l’essenza dell’ontoeristica, o si è destinati a soccombere all’eterno ritorno della metafisica, nascosta sotto le spoglie affascinanti del virtuale frattale o dell’immaginario nichilista.
Il futuro dell’eriseyn si presenta classicamente quale pensiero poetante che ci viene incontro improvvisamente, ma per lo più si eventua attraverso un portale virtuale accogliente tutte le donazioni, studi, fondi, seminari virtuali globali, a garanzia della continuità della ricerca e della libertà di ricerca, anche con sponsors per cattedre convenzionate in Italia, Europa America, mondo.

Programma

Il sentiero della libertà il seynweg, eventua molteplici ontomorfie dell’eriseyn qui solo le fondamentali sono gettate alla presenza del pensiero ontologico: soprattutto e per lo più quelle che non sono sfuggite alla contemplazione poetante o alla poesia filosofica, solo perché sottratte dall’oblio, dalla latenza millenaria della disvelatezza dell’essere, eventi perciò di una paradossalità già vigente nell’ontologia classica, perdurante nella moderna.
C’è una paradossalità ontologica, meglio un paradoxa ontosofico, che mai si è eventuata nella contemplazione ontologica classica e contemporanea, ma che è sempre stata presente nel futuro anteriore, come lo sarà nel profondo futuro dell’essenza dell’essere poetante.

Forse solo nelle iconoseyn, immagini, libere dell’essere ontopoiesi si sono disvelate: prioritaria fu la differenza ontologica, nel seno dell’essere, dell’ontoeriseyn tra la gestellseyn e il clinamenseyn. 
La fondatezza dell’interessere poetante e la gettatezza morfoattante dell’isteresiseyn quale ontovarietà ontobolica caosmica.
Ambedue gli eventi sono presenti nel sentiero, seynweg anfibologico virtuoso e virtuale dell’ontoseyn: a volte si disvelano nella differenza ontosofica, altre volte abitano la stessa radura topologica fluttuante
nell’indeterminatezza ontologica dell’interessere poetante.
Ma nella gestellseyn, la metastabilità ontologica, non fosse presente nel contempo e nella stessa spazialità anche la seynisteresi del clinamen ontologico, sia l’una che l’altra non sarebbero più l’ontovarietà dell’eriseyn, ma solo la differenza ilemorfica della metafisica del mondo, categorica ed epistemica.
C’è perciò nell’essenza dell’eriseyn un’ontovarietà caosmica, fluttuante, stabile ed instabile,
virtuale ed immaginaria, ontologica ed ontosofica, di là dall’essere completamente contemplata e paradossalmente mai presente nel pensiero ontologico classico, ma che si disvela solo nell’ontoicona dell’arte della libertà poetante.
Casualità kairologica o altro non si sa.
Certo è che per eventuarsi, quale gestellseyn, la fondatezza della stabilità della physis, del mondo, dell’essenza dell’essere si deve presentare nella sua grundseyn caosmica, stabile ed instabile, fluttuante, dinamica, indeterminata, infinita, ma soprattutto e per lo più quale evento della sua paradossalità eristica in qualità di isteresi ontologica nella seynklinamen ontovarietà, morfoattante, catastrofica.
Solo allora la fondatezza dell’essere evento si svela all’interessere del mondo e della contemplazione poetante: soltanto quando il grundseyn si svela dall’abgrunseyn, quale isteresiseyn del clinanamenseyn, nella radura vuota e libera per essere eriseyn paradossale della gestellseyn, a sua volta ontoeriseyn della paradossalità della seynisteresi del clinamen poetante.
Nei millenni l’unica ontomorfia che si è lasciata abitare dall’eriseyn paradossale è l’iconoseyn poetante ontosofica dell’interessere, nell’ontovarietà dell’arte caosmica: nelle origini del mitoseyn, nel rinascimento fiammingo-italiano, nella poesia ontosofica teutonica, nel romanzo ricerca dell’ultimo secolo dell’ultimo milllennio.

Metodo

Il sentiero che dà il metaodoseyn della eriseyn sarà classico e virtuale.
I seminari telematici visibili in tutto il mondo consentiranno alla globalità scientifica di offrire le loro idee, donazioni, fondi nel portale virtuale, anche attraverso un numero verde, quale garanzia di continuità e libertà di ricerca, il portale internet sponsorizzerà cattedre convenzionate in Italia, Europa, America mondo.
Il metaodoseyn della eriseyn è il sentiero, seynweg, che dall’abisso ontologico e poetante infinito e indeterminato, si eventua ed abita l’abgrundseyn della gestellseyn quale grundseyn, fondatezza ontosofica metastabile, virtuale ed immaginaria, fluttuante della clinamenseyn, la morfogettatezza dell’isteresiseyn dell’interessere poetante che si svela, ancora soltanto,
nell’iconaseyn dell’ontopoiesiseyn dell’ontosofia dell’ontovarietà partadossali anche nel tempo, nella spazialità, nel mondo, nell’essenza della decostruzione contemplativa dell’essere classica e contemporanea.
L’ontoeriseyn abita il sentiero poetante dell’evento quale alterità dell’interessere ontosofico dell’abgrundseyn nella gestellseyn paradossale, indicibile, indeterminata, transfinita, virtuale, immaginaria, kaosmica, nel futuro anteriore della fondatezza poetante del grundseyn
disvelante il metaodoseyn dell’isteresiseyn della morfogettatezza: quale morfoattanza della clynamenseyn eristica poetante.

Descrizione della Ricerca

Il futuro eristico dispiega la semplice presenza della differenza ontologica nell’interessere poetante, le differenze non si eventuano solo tra l’essere e la mondanità, tra la verità e la  physis, tra il pensiero calcolante dell’epistemè della metafisica influente e il pensiero poetante, tra il sentiero dell’identità e  quello che conduce nell’alterità, ma di più e meglio si svelano nella stessa essenza dell’essere, dell’aletheyaseyn nella physiseyn, nella gestellseyn  e soprattutto nell’ontopoiesiseyn in relatività con la mathesiseyn.
L’eristica svela la differenza poetante ontosofica nell’essenza dell’essere ontologico, quale ontoisteresi transfinita che dà senso e ontovarietà al tempo. allo spazio, alla gestell,
all’abgrundseyn ed alla grundseyn, all’abisso e alla fondatezza del clinamenseyn, in qualità di morfoattanza ontobolica della differenza dell’interessere caosmico.
L’eriseyn è la differenza ontosofica quale ontologica poetante, dell’interessere fluttuante, virtuale ed immaginario, abissale e fondante, ontofisico e disvelante la verità delle singolarità dell’essere gestellseyn, grundseyn in alterità delle singolarità dell’essere caosmico del clinamenseyn, abgrundseyn, abissale, l’ontoeristica e la differenza ontosofica dispiegante la differenza ontologica, giacchè si disvela anche nell’essenza abissale dell’essere caosmico, quale singolarità catastrofica dell’indeterminatezza dell’interessere sempre, eternamente, transfinitamente gestellseyn e clinamenseyn in alterità paradossale, ma nella qualità della alternante fondatezza.
Nella differenza ontosofica l’eriseyn si getta nell’abgrunseyn dell’interessere caosmico
poetante,nell’abisso  della fondatezza: nella grundseyn del gestellseyn fluttuante, quale morfoattanza delle singolarità elittiche, iperboliche, metaboliche, cataboliche, caosmiche, ontoboliche, chiasmali, creodali, nell’ontopoiesi fluttuante dell’interessere abissale la differenza ontosofica si svela quale gestellseyn, qualora la singolarità si getta nella sua ontomorfia dell’ontovarietà catabolica, ontobolica ellittica, ma nello stesso istante,
infinitesimo, la sua morfogettanza si eventua nell’eriseyn, quale paradossalità del clinamen nell’ontovarietà iperbolica, metabolica, chiasmale, ontocreodale.
L’ontosofia eristica è la differenza ontosofica che si eventua nell’interessere poetante nel futuro anteriore, quale presenza paradossale dell’indeterminatezza fluttuante, abissale, caosmica, nella gestellseyn della fondatezza e nel clinamemseyn della morfogettanza dell’isteresiseyn ontovarietà, ontopoietica.
Il programma classico di ricerca consente l’eventuarsi, nel futuro anteriore dell’ontologia poetante la differenza eristica; il programma virtuale si disvelerà nel portale internet accogliente idee, donazioni, analisi, studi, workshop virtuali, seminari virtuali, fondi, sponsors, numero verde, cattedre convenzionate di ontoeriseyn quale ontosofia dell’indeterminatezza della differenza ontologica poetante dell’interessere fluttuante caosmico.
L’ontosofia dell’indeterminatezza eristica si eventua nell’essenza della differenza dell’interessere poetante della libertà ontosofica.
Il sentiero che si getta nella libertà ontosofica del programma di ricerca classico e virtuale, dell’eriseyn  eventua il futuro della nuova epochè quale differenza caosmica abissale, immaginaria, prioritaria anche se sempre in relatività alla differenza ontologica.
Priva di essere l’essere nel mondo che si eventua in alterità al nulla, l’essere si disvela nella sua topologia fluttuante, nella radura abissale, l’abgrundseyn dell’eristica ontosofica della differenza caosmica, ove singolarità poetanti si gettano per eventuare, prioritariamente, il gestellseyn, poi il clinamenseyn, quale ontomorfia e ontovarietà temporale e nello spazio del tempo, epokeseyn, tempo ontologico e tempo ontosofico dell’essere caosmico.
L’eristica ontosofica e’ il futuro dell’ontovarietà del tempo caosmico.

Descrizione del Programma

L’evento della libertà di ricerca abita l’ontoeristica dell’essere caosmico e si dispiega nel programma classico donazioni, idee, workshop e nel programma virtuale: portale internet a garanzia di continuità, numero verde, fondi, sponsors per cattedre convenzionate, seminari virtuali garantiti dal responsabile globale e dal direttore progettuale della libertà di ricerca scientifica.
Il portale virtuale sarà lo strumento del pensiero creativo del futuro della libertà di ricerca sull’ontoeriseyn: essere in libertà caosmica, quale fondatezza della differenza ontosofica dell’interessere poetante.

ONTOMATHESIS: METAONTOLOGIA DELLA FONDATEZZA DELLA MATEMATICA

La crisi si dei fondamenti al di là della fortuna tecnica di alcune teorie frattali, virtuali, immaginarie è ancora presente nel futuro della mathesis,  ma nessuno si è inoltrato nel sentiero interrotto della crisi della fondatezza della matematica.
Il sentiero che abita il futuro della presente ricerca il  seynweg eventuerà la crisi ontologica della mathesis, in relatività con la ricerca della verità ontologica, o svelatezza, dell’essere al di là dei paradigmi della metafisica influente dell’imperativo categorico della volontà di potenza.
Il futuro abita nel presente sia il pensiero ontologico, sia l’indicibile paradosso godeliano della fondatezza metaontologica della ontomathesiseyn: la mathesis dell’esssere quale disvelatezza della verità ontologica, altri saranno felici delle magnifiche sorti virtuali della matematica, senza sottrarre nulla a quella presente epoca, è giunto il tempo ontologico dell’evento della new epochè, quale onthomathesiseyn della fondatezza ontologica della verità disvelata delle matematiche.

Obiettivi

Il futuro che abita la presente ricerca si eventuerà in un sentiero classico workshop, studi, donazioni ed in un sentiero virtuale attraverso un portale Internet ove si svolgeranno perenni seminari virtuali sull’onthomathesiseyn.
La metaontologia della mathesis si disvelerà quale ontosinestesia del pensiero ontologico e poetante della poiesiseyn, in relatività con la crisi della fondatezza ontologica godeliana.
Sia consentita la libertà di ricerca in assenza di ontosinestesie nella new epochè ineludibili:
nel futuro che non c’è che non c’è ancora è presente la sinestesia, e differenza, tra fondatezza rigorosa della verità e fondatezza ontologica della disveletezza.
Né il pensiero poetante, né il pensiero ontologico dell’ultimo millennio hanno eventuato quella disvelatezza, ma nelle ontoincrespature fluttuanti si getta la libertà di ricerca della fondatezza ontologica della verità, in relatività con l'episteme’ assiomatica paradigmatica, quale nuova ontologia influente per gettare l’intersenso dell’inter-essere della fondatezza ontologica, in ontosinestesia con la fondatezza virtuale, immaginaria, kaosmica.

Programma

La fondatezza ontologica abita il futuro nella presenza della fondatezza virtuale, immaginaria, kaosmica quale modello ontologico del dicibile della koinè ontologica eventuante i paradossi ontologici, ma gettante, oltre la verità ortogonale, i paradossi dell’adeguatezza categorica imperante paradigmatica.
Non si può eventuare un mondo in un biennio se nessuno riuscì nell’intrapresa nei tre secoli dell’ultimo millennio: ma l’inizio del futuro qualcuno da qualche parte dovrà svelarla nel presente, altrimenti il parakleta rimarrà criptato, obliato per altri tre millenni.
Qui il futuro abita il presente nell’essenza della fondatezza ontologica, o meglio dagli eventi godeliani è possibile dispiegare una metaontologia della fondatezza della ontomathesiseyn.
Quale completezza della fondatezza non sarà sufficiente solo una fondazione ortogonale, noetica, imperativa, categorica, modale adeguata all’inferenza della volontà di potenza paradigmatica  sia per l’infinita’ degli eventi che sfuggono o che rimangono nell’oblio, sia per la disvelatezza dell’essere ontologico che eventua la fondatezza ontologica della verità, ma anche della stessa fondatezza virtuale della technè frattali, sia della fondatezza immaginaria della temporalità, sia soprattutto e per lo più per l’eventuarsi della fondatezza kaosmologica fluttuante topologica, intuita dallo stesso Godel, poco prima dell’al di là, con le sue teorie kaosmiche degli universi transfiniti, ma sinestetici nella temporalità ontologica.
La presenza della fondatezza kaosmica virtuale immaginaria quali varietà dell’ontomathesis abita il futuro dei dispiegamenti dei modelli del dicibile quale koinè della verità del senso della disvelatezza, dell’evento dei paradossi dell’isteresi transfinita, ontoattante, dell’intenzionalità noetica e noematica ontologica, al di la’ delle possibili eventuali future qui è presente la singolarità della prova ontologica godeliana, disvelante l’essenza della fondatezza metaontologica in relatività con la seynpoiesis, piuttosto che influenzata dalla fenomenologia dell’intenzionalità inerente la modalità noetica.

Metodo

La libertà di ricerca consentirà di eventuare sia il percorso classico workshop, studi, donazioni sia il sentiero virtuale attraverso il portale Internet interamente dedicato all’ontomathesiseyn, il portale virtuale consentirà la libertà di ricerca e la continuità attraverso fondi, i seminari virtuali telepresenze telematiche, il primo sentiero lasciato interrotto, ma che va oltre la sua prova ontologica, da Godel eventuerà la fondatezza dell’inter-essere metaontologica sia nel virtuale, sia nell’immaginario sia nel kaosmico della seynpoiesis.
L’altro sentiero si biforcherà verso la prova ontologica godeliana e quello del pensiero poetante della verità ontologica.
Il sentiero che eventua l’oltre si fonda sulla paradossalità ontologica dei fondamenti, ma anche sull’isteresi transfinita, quale evento dell’inter-essere nel sentiero del virtuale ortogonale all’immaginario.

Descrizione della Ricerca 

Il futuro che si eventua nel presente della new epochè consente la libertà di ricerca sull’essenza dell’ontomatesiseyn quale grundseyn dell’ontologia della matematica.
L’ontologia godeliana nel futuro anteriore può essere in ontosinestesia con il pensiero ontologico poetante, quale seyngrund fondatatezza in relatività con l’inter-essere: attraverso il sentiero della metaontologia kaosmica transfinita in qualita’ d’isteresi dell’ortogonalità virtuale e immaginaria.
La sinestesia tra il pensiero ontologico e l’ontologia godeliana della mathesiseyn eventua la disvelatezza della verità ontologica al di là della paradossalità indicibile e oltre l’intenzionalità noetica fenomenologica, anzi l’ontomathesiseysn svela l’essenza della noematica ontologica in relatività con la fondatezza dell’inter-essere, la noesiseyn, l’ontologia noematica dell’inter-essere, la grundseyn della noesiseyn la fondatezza dell’ontologia noematica consentono la libertà di ricerca virtuale, immaginaria, kaosmica della verità della mathesiseyn la libertà del noesiseyn dei modelli ontologici, la libertà del dicibile ontologico quale koinesiseyn,
ontopoiesiseyn che si dà al mondo e all’essere nell’intermittenza dell’isteresi transfinita dell’ontopoiesiseyn.
L’ontoisteresi che abita i transfiniti ancora ortogonali del virtuale e dell’immaginario disvela il transfinito ontologico della mathesiseyn, quale grundseyn fondatezza noematica del koinesiseyn, del dicibile poetante oltre la paradossalità dell’indicibile categorico dell’imperativo dell’inferenza intenzionale noetica.
Al di là dell’intenzionalità della mathesis noetica calcolante si getta l’istetesi del transfinito ontologico dicibile poeticamente nella seyngrund della noesiseyn, quale koinesiseyn che abita il futuro nella libertà del presente grundseyn in qualita’ di metaontologia della sinestesia della fondatezza della noematica dell’interessere poetante.
La noesiseyn si getta nell’abgrundseyn, nell’abisso dell’essere, quale futuro in libertà d’essere la koinesiseyn poetante dalla mathesiseyn, oltre la metafisica influente dei paradigmi epistemici categorici della noetica, al di là dell’intenzionalità fenomenica, per essere libertà di ricerca del transfinito caosmico, quale ontoisteresi del virtuale e immaginario ancora vincolati all’ortogonalità del tempo frattale.
Il modello chaosmico noematico della fondatezza, grundseyn, si eventua nel futuro transfinito ontologico, quale intermittenza della ontovarietà dell’isteresi transfinita in qualità di singolarità ontologica chaosmica dell’attanza poetante transfinita diagonale del virtuale e dell’’immaginario ancora noeticamente ortogonali dell’intenzionalità frattale.
L’attanza della noesiseyn abita il futuro nel presente della gettatezza dell’intermittenza della grundseyn quale sinestesia della ontologia godeliana e l'ontopoiesiseyn  della disvelatezza poetante della koinesiseyn.
La libertà di ricerca del futuro della mathesiseyn si presenta al mondo prioritariamente quale noematica ontologica godeliana poetante, la quale consente la grundseyn in qualità di transfinito caosmico in intermitezza d’isteresi dell’ortogonalità virtuale ed immaginaria ancora nichilista, la noematica godeliana ontologica annulla, annichilisce la paradossalità categoriche della metafisica influente noetica, ed eventua il sentiero della sinestesia con il pensiero poetante, quale ontopoiesiseyn della grundseyn della koinesiseyn  per disvelare la aletheiaseyn sia la verità dell’inter-essere oltre l’ iperfrattale, o superfrattale, oltre che l’interimmaginario internichilista cosmico.
L’ontologia godeliana della libertà di ricerca futura si presenta prioritariamente quale noematica della grundseyn della verità dell’inter-essere, aletheyseyn al di là dei paradossi virtuali, immaginari, noetici della metafisica influente epistemica dell’imperativo categorico della volontà di potenza ilemorfica.
La noematica ontologica godeliana si getta nell’abgrundeseyn dell’indicibile quale nuova epochè della koinesiseyn in relatività con il pensiero dell’interessere ontopoiesiseyn.
L’ontomathesiseyn s’eventua nel futuro alla presenza della libertà del pensiero dell’inter-essere caosmico, quale noematica ontologica godeliana in sinestesia con il pensiero dell’interessee poetante seynpoiesis della grundseyn, per la nuova epochè della koinesiseyn disvelante la mathesiseyn della aletheyaseyn.
La noesiseyn godeliana, quale ontologia della fondatezza della noematica del pensiero dell’inter-essere caosmico si eventua nel futuro della libertà di ricerca in qualità di isteresi transfinita della aletheyaseyn della ontologia della verità dell’interessere poetante, koynesiseyn.
Soltanto la noematica ontologica godeliana può salvare la verità dell’abisso annichilista solo la noesiseyn godeliana può salvare la libertà di ricerca, classica e virtuale, attraverso un portale Internet ove si svolgeramnno seminari telematici dall’indicibile per eventuare l’aletheysen del pensiero dell’inter-essere caosmico quale intermittenza dell’ontomathesiseyn della nuova epochè, solo la mathesiseyn godeliana può salvare la libertà della verita’.

Descrizione del Programma

Il futuro che abita la libertà di ricerca della fondatezza della mathesis si presenta quale ontologia godeliana, attraverso la noematica che si eventua nell’isteresi transfinita della metafisica influente, paradigmatica, dell’imperativo categorico virtuale ortogonale all’immaginario nichilista.
La libertà di ricerca della ontomathesiseyn abita il futuro della noematica godeliana e si presenta classicamente attraverso seminari, donazioni, studi e virtualmente attraverso un portale internet di teletrasmissione telematiche di seminari virtuali.
Il portale virtuale darà voce ed ascolto alla libertà di ricerca e garantirà la continuità attraverso fondi e sponsors di cattedre convenzionate dedicate all’ontomathesiseyn godeliana quale pensiero dell’inter-essere dell’ontoevento della fondatezza della verità in Italia, Europa ed America.

FONDAMENTA DI STORIA DELL’ESSERE

Nessuno ha mai immaginato di eventuare la storia della fondatezza dell’essere.
I grandi del pensiero, e della storia, hanno solo pensato alla storia del destino dell’essere.
Qui si vorrà lasciare libero il campo alla ricerca, almeno delle fondamenta essenziali della storia dell’essere, quale storia della sua fondatezza ontologica: grundseyn.
C’è solo un pensiero dell’ontologia poetante, che ha percorso il sentiero, della storia del grundaseyn.
Ma nessuno ha ancora eventuato il sentiero, il seynweg, del grundseyn, abgrundseyn, quale abissale fondatezza della poiesiseyn, della physiseyn, dell’aletheyaseyn, del gestellseyn, della ikonaseyn, dell’ontosofia dell’essere caosmico.
Non è più consolante affidarsi all’origine della storia con la visione classica., giacchè l’essere, pur venendo alla presenza libero dalla metafisica, già si eventua nella sua latenza e velatezza esistenziale, nichilista, teologica, etica, estetica.
Le origini del grundseyn non si limitano al pensiero poetante miceneo, ma affondano la loro abissalità almeno nell’archeosofia minoica, e oltre, aldilà dell’indeterminatezza ermeneutica, interpretante essenzialmente il sentiero che dall’ikonaseyn si eventua nel grundseyn e nell’abgrundseyn della gestellseyn, caosmica poetante.
Solo quella dimensione storica ci offrirà il senso autentico della fondatezza dell’essere, nel tempo e nello spazio della storia dell’essere.
Eventuare quella differenza, consente di intraprendere il sentiero interrotto del perché si scelse l’ontologia dell’essere e si abbandonò, nella mitopoiesiseyn, l’ontosofia dell’essere poetante.
La scelta micenea, della fondatezza dell’essere ontologico, consentì la continuità dell’essere ontosofico, almeno nella sacralità mitopoietica, ma condusse alla latenza, alla sottrazione, all’abisso, alla katabolia immaginaria, l’essenza della grundseyn.
Da quella epochè si eventuò la metafisica dell’essere, la sua ermeneutica, la epistemè, la mathesisis, la technè, il nichilismo, la noetica, l’etica, l’estetica.
Ma l’incompletezza ontosofica fu consentita solo nella paradossalità archeosofica.
Un vantaggio per gli storici, ma anche per i posteri?
Le attuali eristiche sulla verità, esula storia della verità, sono solo un debole aleggiare di quel che ci attende nel nuovo millennio, quando le ermeneutiche delle identità, le interpretanze infinite delle bioetiche, le iperboliche virtualità dell’epistemè, annulleranno tutti i paradigmi consolanti della storia presente dell’essere, per lasciare il campo, vuoto o libero, dalle sinergetiche dissipanti, dell’ontologia dell’essere: solo allora la domanda originaria eventuerà il senso della differenza ontosofica.
Qui la libertà di ricerca ci consente di eventuare solo la presenza delle fondamenta del grundseyn, in futuro è ineludibile intraprendere tutta la storia dell’essere, dall’archeosofia, all’ontosofia, all’ontologia, all’ermeneutica, alla metafisica, all’epistemè, alla mathesis, alla epochè storica dell’essenza della physiseyn, gestellseyn, poiesiseyn.

Obiettivi

Il futuro della libertà di ricerca si eventua nella libertà di ricerca della storia dell’essere ontologico: la libertà d’essere, dell’essere, storia disvelata dopo millenni di storia kriptata nel dasein, nella vivenza, nell’etica, nella politeia, nella psychè, nella patria, nella ecosfera, nel mondo.
Solo nell’origine l’essere si svelò ontosofico, poi il sentiero, la seynweg, si eventuò ontologico per divenire metafisico,per accadere nella vivenza fisica, psicobiologica, etica, estetica.
Ma quel clinamen iniziale, prima d’essere criptato e latente, si eventuò nel tempo,  ancora indeterminato, e nello spazio,forse individuato nell’area minoica che da Cnosso si irradiò nell’Europa, nella Anatolia, nel kiengi  orientale.
La prioritaria ricostruzione delle fondamenta dell’essere può eventuarsi nel futuro della sua storia, almeno perchè il campo di ricerca è ben delineato: è presente nel seynweg quale topologia dell’essere, ancora senza cronologia, e soprattutto, o purtroppo, senza kairologia: o meglio si può iniziare solo con la sicurezza della temporalità di latenza, giacchè permane kriptata la temporalità di svelatezza, quale libertà di physiseyn eleuteronseyn della poiesiseyn: storia della libertà dell’essere, storia dell’essere in libertà.
Si è in presenza di una storia che non c’è dell’essere che c’è sempre stato, prima della storia, e di una storia che c’è dell’essere che non c’e’, o non c’e’ mai stato, o si è eventuato solo nella sua assenza presente, quale dasein, esserci, vivenza, mondo.
La nuova epochè sarà tale solo se ci sarà libertà di cerca dell’essere che c’è, e di una storia che ancora non c’è.
La differenza ontologica tra la nuova storia e le altre passate, possibili, eventuali, virtuali, virtuose, immaginarie, mitiche, misteriche, enigmatiche, rigorose, bellicose e che mentre lì l’essere è assente e kriptato, qui l’essere finalmente si disvela nella sua physiseyn ontopoietica, caosmica, poetante di una storia che non c’è, ma che è indispensabile, ineludibile, indifferibile, per esserci una storia dell’essere dopo la storia senza essere, senza l’essere.

Programma

Il programma di storia che non c’è dell’essere che c’è, sarà classico e virtuale, per consentire a tutti i protagonisti globali di esserci nel gettare le fondamenta della storia dell’essere poetante.
Nel gettare,almeno, le fondamenta della storia che non c’è ,per poi proseguire in continuità e in libertà la storia della libertà d’essere che non c’è, mai stata, forse neanche nell’origine della archeologia o archeosofia mitopoietica dell’essere caosmico.
Ma si possono gettare le fondamenta della storia, che non c’è, dell’essere solo se le fondamenta sono state già gettate dall’essere, e se quelle fondamenta sono state gettate già kriptate,latenti, o se sono state gettate alla luce, per poi essere custodite, sottratte, curate, velate, conservate: chi per primo eventuò la storia dell’essere è convinto che quella storia sia, contemporaneamente, dell’essere, dell’esserci, del nulla e del niente, del mondo e del pensiero.
Il futuro del sentiero che getta le fondamenta della storia ontopoietica dell’essere poetante ci svelerà percorsi imprevedibili e differenti, che solo la libertà di ricerca, sulle fondamenta gettate della storia dell’essere, consentirà l’interpretanza ontologica o ontosofica.
La risonanza della storia che non c’è è presente nella storia dell’essere che c’è assentemente, kriptato, latente, e quella storia, pur eventuandosi all’inizio, non è mai passato, è sempre presente non solo nella memoria, ma nell’essenza dell’essere, nella sua gestellseyn.
Perciò per gettare la fondatezza della storia dell’essere, che non c’è, è prioritario disporsi all’ascolto non solo di un passato archeologico, o addirittura giurassico, ma soprattutto e per lo più di un presente: la presenza futura dell’essere ontopoiesiseyn, quale ontosofia dell’ikonaseyn.
L’unica storia autentica è la storia che non c’era.
La storia dell’essere poetante, ontopoietico,e la storia del destino, del tempo, dello spazio, del mondo, della physis, della verità, del kaosmos, ma quale storia pensata, studiata, o interpretata è stata l’unica storia che non c’era.
La storia che non c’era dell’essere che c’è, ma solo kriptata, latente, occulto, ma custodito, curato, conservato, sottratto all’incuria della storia che non c’è più.
La decostruzione della storia che non c’è eventua il futuro della storia dell’essere, che non c’era, e ora, qui, c’è, almeno nel programma di ricerca classico e virtuale.
La decostruzione metafisica dell’essere, e il suo sottrarsi dalla storia della mondità, o il suo kriptarsi per custodire la sua essenza, ha gettato nel mondo una storia frattale: storia dell’esserci, del mondo, della provvidenza divina, nella nuova epokè invece quella storia che non c’era s’eventua in relatività alla storia dell’essere e alla sua svelatezza, oltre l’inferenza calcolante, al di là dell’adeguatezza teologica, di là dall’ortogonalità della mathesis, della physis, dell’etica, dell’estetica.
L’enigma, il mistero, prioritario è risonante al pensiero poetante leibniziano: perchè si eventuò solo la storia dell’esserci, la metafisica quale storia del dasein, del mondo, del tempo, del cosmo e mai la pre-valenza della storia dell’essere ontologico, men che mai la storia dell’essere ontosofico?
Perché c’è solo la storia che non c’è, nel senso dell’essere poetante, ontopietico, e non c’è mai la storia dell’essere che c’è?
E ci può essere nel futuro una storia dell’essere che non c’era?
Qui almeno si gettano le fondamenta della ricerca, e della libertà di ricerca, della storia dell’essere, che non c’era, ma ci può essere, anzi c’è, se solo si dà libertà d’essere ricerca di libertà della decostruzione, ermeneutica, interpretanza dell’ikononaseyn, dell’icona della storia dell’essere, quale fondatezza, grundseyn, del gestellseyn: della gettatezza delle fondamenta della storia che non c’era.
Gettare le fondamenta della storia che non c’era significa eventuare nella radura, nel vuoto ontologico, nella metafisica nichilista, nella singolarità immaginarie cosmiche delle kronotopie negative, nella topologia dell’essere quelle ikoneseyn che gettano la grundseyn nell’isteresiseyn  del klinamenseyn, quale gestellseyn della physiseyn dell’ontopoiesiseyn nella storia dell’essere, che non c’era nella noetica, ma che che ora è libera d’esserci, d’esser qui, d’esser aldilà del kriptabile, del latente, della dimenticanza, dell’assenza storica della verità.
L’abbandono della storia dell’essere o meglio l’abbandono storico dell’essere nella storia dà il senso della storia del passato.
Nella nuova epochè la storia dell’essere non sarà mai abbandonata, anzi nella storia che non c’era è la storia dell’essere poetante che mai più ci abbandonerà.
Gettare le fondamenta della storia dell’essere significa perciò essere gettati nella storia che non c’era, dall’evento della gettatezza della storia dell’essere: è l’essere che ci getta nella storia, mai la storia, che non c’è più, a gettare l’essere.
Solo quando l’essere ontologico getterà le fondamenta della storia, la storia che non c’era si disvelerà: sarà la prevalenza dell’essere sulla mondità, dell’essere poetante sulla storia metafisica tramontante, dell’essere ontosofico sulla storia che non c’è più o è finita, eclissata, terminata, senza più tempo e spazio.
Le fondamenta della storia dell’essere si fanno spazio, creano lo spazio, giocano negli spazi, negli interstizi, nel vuoto ontologico, nella radura illuminante, nella topologia fluttuante quale gestellseyn del grundseyn della storia che non c’era, ma ora qui, là, aldilà,c’è.
E’ quella la differenza ontologica tra la fondatezza della storia dell’essere, che non c’era, e le altre storie storiche che ci sono state. ma sono al tramonto alla fine della storia, alla storia della loro fine.
Tramonto della storia senza fine, tramonto senza fine della loro storia.
Il sentiero, seynweg, interrotto che svelò all’essere la sua storia non può più essere la sia pure autentica complessa ermeneutica ontologica della presenza, assenza, sottrazione, o della svelatezza, latenza o della radura topologica, giacchè per esserci quella varietà temporale esenziale, cosmica e mondana dell’essere dura almeno eventuato la sua grundseyn e abgrundseyn e si sarà evidenziato nella physiseyn quale ikonaseyn dell’ontopoiesiseyn, per essere stabilità fluttuante, gestellseyn caosmica.
Il sentiero ontosofico che eventua quella storia dell’essere si presenta al pensiero poetante con quell’essenza dell’essere ontologia poetante che dall’abissalità immaginaria si getta nella fondatezza, dall’abgrundseyn alla grundseyn, per eventuarsi fluttuante nella gestellseyn, ma che si evidenzia all’essere pensante quale ikonaseyn della physiseyn caosmica.
C’è una storia, che non c’era, del sentiero poetante della storia dell’essere in seynweg.
La storia che non c’era del seynweg ontosofisico è la nuova epochè della storia che non c’era, senza fine al fine d’essere la storia dell’essere che non c’era.
Ma ora c’è almeno nella progettualità di ricerca, libera dalla storia tramontante.
La storia dell’essere ci libera dalla fine della storia e aleggia già nella presenza della nuova epochè della storia.

Metodo

Il metaodoseyn della storia dell’essere che non c’era sarà il seynweg, il sentiero classico, ma anche il seynweg virtuale.
Il seynweg classico aleggerà nel progetto, nei brevetti, nelle ermeneutiche ontologiche della topologia storica dell’essere: la storia senza fine che libera la storia dal suo tramonto, la storia si libera della sua fine.
Il sentiero virtuale si eventuerà nel portale interattivo ove donazioni, fondi, seminari,
telematici, cattedre convenzionate interagiranno per presentare alla mondità della nuova epochè la storia dell’essere, che non c’era mai stata, ma che aleggiava nell’abisso e nella fondatezza caosmica della physiseyn della ikonaseyn senza fine, né tramonto.
Il metodoseyn della storia senza tramonto è il seynweg della storia, che non c’era, dell’essere senza fine storia della nuova epochè.

Descrizione della Ricerca


La storia dell’essere, che non c’era: senza tramonto, né fine si eventua nell’ontologia poetante, ma aleggia nel seynweg, nel sentiero dell’iconaseyn che getta la fondatezza della storia dall’abisso, abgrundseyn  al grundseyn della gestellseyn della physiseyn  caosmica, fluttuante, immaginaria, virtuale, ontosofica.
La storia dell’essere si getta nella storia dell’icona dell’essere che non c’era, ma che   aleggia senza fine, né tramonto dall’archeosofia mitopoietica all’evento della nuova  epochè.
La storia dell’essere che non c’era è la storia che eventua il sentiero, il seynweg che, dall’abisso, abgrundseyn, si getta nell’icona, quale storia poetante dell’essere che non c’era, ma aleggia senza fine e senza tramonto nell’iconaseyn, quale grundseyn, fondatezza della gestellseyn della storia dell’essere ontologico.
La storia poetante dell’essere, che non c’era, eventua la storia dell’essere ontologico, ma soprattutto e per lo più la storia che non c’era dell’essere ontosofico, quale iconaseyn dell’essere poetante senza fine, né tramonto della sua storia che non c’era.
Il clinamenseyn ontopoietico che s’eventua dall’abgrundeseyn quale iconaseyn della grundseyn è la storia poetante dell’essere senza fine, senza tramonto, senza eclisse, quale disvelatezza della sua physiseyn proprio nell’epochè della fine della storia tramontante, mai più eclissante però la storia ontosofica dell’essere che non c’era.
Per gettare il sentiero nella storia poetante dell’essere, è prioritaria la differenza ontologica dell’essere in luce dell’ontopoiesiseyn: prima d’essere in luce quale storia ontologica dell’essere di fronte, dell’essere dinanzi, dell’essere davantispecularmente, simmetricamente, quale adeguatezza ortogonale supersimmetrica, gegenseyn, nulla, niente, nichilismo metafisico la storia dell’essere si eventua quale iconaseyn in luce senza fine, né eclissi, né entropia dissipante, né tramonto.
La sola autentica verità che nessuno ancora abbia pensato, o poetato la fine, o il tramonto, della storia dell’essere quale iconaseyn di fronte all’inflazione degli storici della fine della storia, è già essenziale per eventuare la storia che non c’è senza l’angoscia del tramonto, della fine, dell’eclisse, della catastrofe caosmica.
Anzi l’aleggiare, non solo nella mitopoiesi archeosofica giurassica, ma qui ed ora quale presenza poetante della storia dell'essere, che non c'era è garanzia di fondatezza, stabilità, metastabilità, ontopoiesiseyn, continuità, gestellseyn, impianto ontologico, grundseyn, physiseyn, svelatezza poetante, aletheyaseyn, verità ontosofica.
La storia dell’essere poetante s’eventua dall’abisso caosmico e dal vuoto ontologico
lasciato libero dalla fine della storia, dal tramonto della storia, dall’eclisse della storia entropica dissipante della metafisica nichilista.
Dall’abgrundseyn caosmico la metastabilità fluttuante della gestellseyn della storia dell’essere che non c’era, si presenta nel futuro quale iconaseyn della fondatezza, grundseyn, della physiseyn ontopoietica della storia senza fine, senza tramonto senza eclisse.
La storia dell’essere è la misura di tutte le storie, sia di quelle che ci sono, sia di quelle che non sono, o non ci sono più, o sono finite, o sono tramontate, eclissate: la storia dell’essere è la misura della storia, sia di quella che c’è, sia della storia che non c’è.
La misura della storia che non c’è è la storia dell’essere poetante, prima d’eventuarsi ontologico, e perciò è la storia dell’essere ontosofico: al di là della fine della storia metafisica, nichilista, sinergetica, dissipante, oltre il tramonto e l’eclisse della storia che, ancora, c’è.
La storia che non c’è è pregnante nella storia che c’è, sia pure declinante, alla fine, al tramonto: la pregnanza della storia che non c’è è la storia dell’essere poetante che
gioca negli spazi liberi, negli spazi vuoti, nelle radure ontologiche abissali per eventuarsi storia autentica dell’essere.
La pregnanza della storia dell’essere si presenta nel futuro oltre l’eclisse della fine della storia, oltre il tramonto della storia che c’è, quale icona della storia che non c’è, ancora, ma che sempre c’è stata quale iconaseyn, icona dell’essere ontologico, icona ontopoietica, icona poetante, icona ontosofica.
La prioritaria differenza ontologica derivante da quella interpretanza storica è l’ermeneutica della storia eventuata solo come storia del mondo, al massimo quale storia dell’essere nel mondo, esserci, ma mai nessuno ha pensato di disvelare la pregnanza ontosofica della storia poetante dell’essere ontopoiesiseyn, che si getta nel campo della storia che non c’è, ancora, quale iconaseyn della fondatezza, grundseyn della physisen.
Sul tramonto della storia quale storia del mondo, o solo dell’esserci, si eventua sia l’eclisse, la fine della storia mondiale globale, ma anche e soprattutto la nuova epochè della storia, che non c’era, dell’essere poetante che getta nel campo della storia tramontante la fondatezza della storia dell’icona dell’ontopoiesiseyn.
Anche la stessa storia del mondo, nella nuova epochè eventuata dalla storia dell’essere che non c’era, si presenta nella sua varietà di là dall’essere ancora dispiegata ed interpretata: dalla più semplice storia del mondo virtuale alla più completa storia del mondo immaginario, alla più difficile storia del mondo caosmico, alla più essenziale storia del mondo, quale physis ontopoietica poetante.
La varietà della storia del mondo non è altro che l’ontovarietà, in relatività con la storia dell’essere ontologico.
Tutti gli eventi, ora interpretati solo quale storia del mondo dell’esserci, potranno essere invece interpretati quale storia del mondo virtuale, immaginario, caosmico, metastabile, fluttuante, topologico, ontopoietico anche la storia quale eterno ritorno nello schema del chaos della vivenza, troverà la sua fondatezza ontologica solo in relatività alla gettatezza dell’iconaseyn al chaos, al cosmo, al mondo, alla storia senza il fondo.
Gettare le icone al chaos, o meglio al chaosmos è il senso ontologico della storia dell’essere che non c’era: solo l’icona dell’essere che si getta nel campo caosmico del mondo può eventuare il senso della storia senza fine, senza fondo, senza tramonto, senza eclisse.
L’icona del chaosmos è la gettatezza degli eventi eristici della storia dell’essere.
La storia dell’icona dell’essere non significa semplicemente una eristica della storia del mondo o uno schema ortogonale dell’adeguatezza del chaos del mondo, ma la svelatezza dell’epochè della storia dell’essere in relatività con le ikoneseyn della storia che non c’era, ma che è stata sempre presente nell’essere caosmico, nella topologia dell’essere, nella metastabilità ontopoietica del mondo.
Ma se le idee sono una immagine degli enti e dell’esserci, e le categorie le immagini della noetica, quale fu l’icona dell’essere e quindi la sua storia?
L’iconaseyn è l’icona dell’essere solo nella topologia dell’essere, nella radura ontologica, nel vuoto immaginario in luce ove si getta, ma si dà l’essere ontosofico:la grundseyn della gestellseyn della physiseyn che s’eventua dall’abisso, abdrundseyn dell’ontopoiesiseyn:  la storia di quella morfogenesi ontobolica è la storia che non c’era, tutta ancora da studiare ricerare, liberare, disvelare.
La storia dell’icona dell’essere è la storia dell’essere in luce, nella luce, quale luce
dell’essere nel sentiero ininterrotto della storia dell’essere: giacchè la sua gestellseyn è anfibologica, o paradossale, oxymora: fondatezza abissale, abissalità fondante, impianto fluttuante, topologia fluttuante, vuoto ontologico, vuoto immaginario, abisso eventuante l’essere  in luce poetante.
L’icona che si svela dinanzi, di fronte all’essere, la gegenicanoseyn non si eventua mai contro l’essere, né in alterità né in simmetria, o supersimmetria, ma si presenta quale misura dell’essere poetante.
La gegenikonaseyn è lo spazio creato dall’essere nel vuoto ontologico, nella radura, quale ontovarietà sinestetica dell’essere valenza d’identità topologica caosmica.
La metastabilità dell’essere s’eventua nell’isteresi della gegeniconaseyn, l’isteresiseyn disvela la grundseyn ontopoietica.
La gegeniconaseyn è l’ontoikona dell’essere poetante: la storia dell’ontoicona poetante è la storia della nuova epochè dell’essere ontologico: l’ontoicona caosmica è l’ontosofia storica della fondatezza dell’essere, le fondamenta della storia dell’essere che si gettano nell’ontoicona della grundseyn ontopoietica.
Le fondamenta dell’ontoicona sono nella gegeiconaseyn: l’icona dell’essere che si eventua davanti, incontro, che viene alla luce, che si presenta di fronte alla noesiseyn.
Ma perché la grundseyn si eventua nella noesiseyn quale grundiconaseyn del Gegengrundseyn: fondatezza dell’essere in luce, sempre davanti al pensiero poetante?
Perché solo nell’icona l’interpretazione è infinita: soltanto nella gegeniconaseyn l’ermeneutica decostruttiva è senza fine, senza tramonto, senza eclissi, senza entropia  dissipante, senza nichilismo metafisico sinergetico, senza singolarità abissali immaginarie o virtuali nichiliste, senza vuoto ontologico, senza nulla implosivo nell’abgrund della Gegenseyn della dasein.
Solo così la storia dell’essere, quale iconaseyn può essere sempre in luce, davanti alla  noesiseyn quale radura fluttuante della gestellseyn, della gegengrundseyn che si eventua nel futuro della nuova epochè, quale clinamenicona senza frattalità temporali, nel sentiero ininterrotto, seynweg della storia dell’essere: seynwegicona o iconaweg, quale sentiero dell’icona o icona del sentiero al di là del tramonto, dell’eclisse, della fine della storia.
La fondatezza della storia dell’essere si fonda sulla libertà di ricerca della noesiseyn di pensare ed abitare l’iconaseyn nel sentiero senza fine, né tramonto, né eclisse della  decostruzione ermeneutica dell’iconaweg, quale gegengrundseyn che si dà, getta,disvela eventua nella storia, nel campo storico, nella epochè della storia, la libertà di fondare senza fondamenti un fondamento: inventare la libertà della libera fondatezza del pensiero poetante della ikonaseyn ontosofica, ontopoiesiseyn della grundseyn della storia dell’essere.
Il fondare senza la presenza dei fondamenti metafisici ideali, o nichilisti, o categorici, o paradigmatici, epistemici, o sinergetici, o frattali, o ortogonali, senza il tramonto della fine della storia, senza l’eclisse implosiva cosmica, la gettatezza della fondatezza della storia dell’essere poetante in luce e in libertà, in verità d’essere l’iconaseyn dell’essere ontologico, in relatività con l’essere ontosofico.
La storia dell’essere è l’eterna risonanza dell’eterno ritorno dell’essere icona ontopoietici: winderseyn del wiederseyn: risonanza del ritorno nel futuro in luce, in libertà, in verità dell’essere poetante nel sentiero della iconaseyn: widerseyndel seynweg dell’eterno, dell’infinito wiederseyn della fondatezza della storia dell’essere.
Risonanza ontologica dell’infinito ritorno, wiederseyn nel sentiero della storia dell’essere: seynweg ove la widerseyn poetante eventua la nuova epochè: del wiederseyn, dall’eterno ritorno della libertà d’essere storia poetante.








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