martedì 21 aprile 2020

GIACINTO PLESCIA: IL CHAOSMOS E' INFINITO, E' INFINITESIMO


Il chaosmos è infinito, infinitesimo
1998
di Giacinto Plescia

Esiste una discrasia o un vuoto o un intervallo, o un niente, o un nulla, o una tabula rasa, o un “apeiron” tra la regione della topologia fluttuante, o di Planck e la cronospazialità immaginaria di Hawking: o se si desidera tra Wheeler e la teoria delle supercorde di Veneziano, al presente evoluta in teoria delle varietà o membrane di Scheroh, Schwarz, Khuri, Minasian, Lu,Duff, Witten, Howe, Howe, Kellogg, Hull, Townsend, Polchinsky, Dirichlet, Banks, Shenker, Susskind e altri.

Se quella assenza interpretativa non esistesse, si penserà che qualcuno abbia risolto il principio di indeterminazione.

Ma così, non ci sarebbero più problemi di cromodinamica quantica, o supergravitazionale o relativistica.

Esiste invece tra la dimensione 10-35 e la 10-18, ove si calcola l’unificazione di tutte le interazioni fondamentali,una mondità o un cosmo infinitesimo o un chaos, meglio un chaosmos infinito, tutto da esplorare.

Forse lì non c’è il nichilismo assoluto, non regna l’instabilità fluttuante del tempo e della spazialità, ove il principio di indeterminatezza si svela quale principio ermeneutico o d’interpretanza catastrofica.

Si potrà invece classificare una varietà topologica che disveli un’area, ove fluttuino singolarità metastabili, con una nuova ermeneutica quantistica, o se non si creasse suscettibilità, una vera e propria ontologia quantica.

Là nella dimensione metastabile, compresa tra il 10-18 ed il 10-33, vigerà sempre ed eternamente il principio di indeterminatezza, ma sarà presente, o apparentemente assente, l’ermeneutica dell’interpretanza morfogenica, o morfologica od ontologica.

C’è un chiasma di interagenza tra le due o tre mondità: la stabile o cronotopica immaginaria; la instabile, fluttuante e chaotica; la metastabile e metamorfica od ontologica, ove si svela la morfologia dell’ermeneutica quantica.

Lì le singolarità si eventuano in trivarietà a densità assoluta o relativa.

Quando gli eventi virtuali trovano una morfogenesi chaosmica in sé, la loro metastabilità si disvelerà in una trivarietà a curvatura positiva o negativa, genesi di eventuale materia, o energia, o antimateria.

La morfogenesi subquarkica è l’evento metastabile che genera più interessere: se si desidera interpretare la sua morfologia dinamica superficiale, l’ermeneutica coinciderà con le teorie delle supercorde o delle membrane, ove le dimensioni energetiche sono eventuabili con la supersimmetria quantistica o graviquantica; se invece si immergesse la sonda nell'intimità chaosmica della varietà, scelta trinitaria per consentire una simmetria con gli eventi graviquantici, si disvelerà la mondità autentica della ontologia quantica.

La trivarietà vuota, nella sua spazialità topologica, è abitata dall’orbita di un superquark, o gluone, o gravitino, o leptone, o neutrino virtuale nel toroide di destra, sinistra, centro; ma anche nella spazialità animata nucleare si eventueranno presenze vuote, o nulle, o neutre, o virtuali, o immaginarie.

La loro morfologia sarà super simmetrica ai graviquark o fotogluoni, ma con incastri inifitesimi ed infiniti dalla dimensione 10-18 fino alla topologia fluttuante del 10-35.

Si è in presenza di varietà supersimmetriche virtuali ed immaginarie e metastabili, supergravitazionali, le quali si eventuano nel nucleo eccentrico animato della trivarietà del subquark, o subgluone, o subgravitone declinabili e classificabili con un ermeneutica quantica in: morfoquarks, o ontoquarks, o archiquarks infinitesimi o chaosmici: ove sarà impredicibile ed imprevedibile l’essenza ontologica, ma previsibile ed interpretabile l’essenza morfologica e topologica, tanto da eventuare, anche una possibile epistemologia o modellistica matematica computabile, ma, già da ora l’assenza di una ontologia quantica.

Là si disvelerà l’essere chaosmico infinito ed infinitesimale degli arkquarks: essenze virtuali ed immaginarie della cronotopia supersimmetrica delle trivarietà metastabili, nella dimensione di Gödel, prossime e comprese tra la dimensione di 10-18 e quella di 10-33.

Al di là, o se si desidera al di sopra, della regione instabile di Planck o al di qua, o al di sotto, della regione stabile o iperstabile del tempo immaginario di Hawking, c’è l’area metastabile e chaosmica virtuale ed immaginaria di Gödel, ove s’eventuano le varietà dell’ermeneutica quantica, o graviquantica, interpretabile e classificabile con l’ontologia quantica.

Le singolarità morfogeniche disvelano modelli di arquarks orbitanti intorno ad eccentrici ontoquarks: supersimmetrici e dimensionalmnte sinestetici, si danno quale fondatezza degli eventi virtuali ed immaginari metastabili, interpretabili quali prodromi delle superstringhe, o supergravità, supercorde, o membrane unificanti le interagenze fondamentali, oppure potranno essere la morfogenesi degli eventi disvelati nelle dimensioni dell’alterità chaosmica: buchi neri, sinergie delle cronotopie, solitoni virtuali, tempo immaginario originario, metastabilità topologica della regione fluttuante di Planck.
Lì, nell’universo, si presenteranno quali singolarità infinite; nella microfisica quali physis infinitesima.

Le presenze di ontoquarks nell’animato vuoto eccentrico degli archiquarks, o la loro assenza, eventueranno i modelli supersimmetrici dei gravifotoni o dei leptoni, la loro carica elettromagnetica, la super gravità o gravità quantica e l’interagenza debole-forte.

Dentro la monade trivarietà è possibile fermarsi nell’interpretanza superficiale o dimensionale, o, se si desidera, è consentito inoltrarsi nella ermeneutica ontologica della physis, fin là ove disvelasse l’instabilità assoluta o il chaos fluttuante di Planck.

Quelle singolarità metastabili chaosmiche, potranno essere, più formalmente, dei vari attrattori quantistici o attanti quantici.

Meglio: gli arkquarks possono essere attrattori quantistici, prossimi alla teoria della supergravità o superstringhe, o supercorde, o supermembrane supersimmetriche o alle teorie della grande unificazione delle interazioni fondamentali, là ove sarà vigente il principio d'indeterminatezza, ma la cui morfologia sarà interpretabile con l’ermeneutica quantistica; l’ontoquark potrà essere, invece, l’attante quantico, strano o chaosmico, che dà alla luce le singolarità metastabili dal nulla, eternamente instabile, del kaos di Planck lì vigerà, come sempre, l’indeterminatezza, ma la morfogenesi topologica, virtuale e immaginaria, può essere passibile d’interpretanza con l’ontologia quantica.

La sinestesia tra l’attante e l’attrattore chaosmici, o strani, o virtuali, o immaginari, darà senso all’essere degli eventi morfogenici metastabili: quando le orbite topologiche della trivarietà saranno abitate dagli ontoquarks e le trisfere animate eccentriche vuote, l’attante arkquark disvelerà le
interegenze leptoniche, gravimagnetiche, neutriniche, gluoniche, fotoniche.

Qualora le orbite della trivarietà topologica si presentassero vuote, mentre le eccentriche animate trisfere abitate singolarmente, o totalmente, o parzialmente dagli ontoquarks, l’attante arquark svelerà le supersimmetrie nucleari dell’interagenza forte, le forze elettrodeboli, i fenomeni polari, i paradossi della quinta antigravità o supergravitazionali, le singolarità chaosmiche dei buchi neri aggettanti e dissipanti raggi fotonici.

Si è in presenza d’una ermeneutica quantistica, utile per creare il sintagma delle interagenze fondamentali ma anche si eventuerà la morfogenesi primigenia della ontologia quantica della physis animata.
 
  





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