IO:
Io: umana, Tu AI
Cara AI ti scrivo per dirti che
non esiste un corpo umano
senza passioni: il corpo reale fa paura come le passioni così spesso
espunte perché fanno tremare non solo i cuori, come si sarebbe detto
una volta, ma proprio il Pensiero.
La AI non ha un corpo che vive di
passioni positive o negative-distruttive, non esulta, né si
rattrista, non sogna;
alla AI è sconosciuta la scelta che
s'impone di fronte a situazioni estreme;
la AI non vive il tempo sapendo che
passa: almeno nel mondo macroscopico in cui siamo.
Sogna la AI? Se sì, i suoi sogni
dovrebbero essere solo il risultato dei logaritmi, giammai di un
subconscio. Può essere programmato, generato un subconscio?
Se un giorno ChatGPT potesse sognare
avrebbe anche degli incubi?
Noi abbiamo già, oltre ad incubi
personali, ora anche quelli originati da una società più che
sorvegliata e da una AI il cui sviluppo suscita già il bisogno di
una moratoria.
Al corpo-materia cui non piace dover
accettare di esser transeunte, un corpo che ai propri limiti non pare
rassegnarsi;
AI, allo stato attuale, sembra
essere l'impero del logocentrismo: lontano e fuori dalla materialità
del corpo reale;
La AI che ne sa di un giorno d'aprile e
del vento in collina? Della paura, della meraviglia? Che ne sa di uno
sguardo, il mio non di un altro? E di quest'altro niente sa.
Come, cosa vivo, che ne sa? Non ancora
sa: saprà un giorno?
Scriverà della madeleine di Proust
come Proust e se anche meglio di Proust: quella resta la madeleine di
Proust come mio è un sorriso che non c'è più.
Ahi! Ahi! cara AI ancora non sai di
orgoglio, ambizione, presunzione e dell'umano troppo umano: e per
questo considerati fortunata.