lunedì 7 aprile 2025

Il tempo: Presocratici, Bergson e Hawking

 

Il tempo  Bergson e il Tempo Immaginario di Hawking

Il tempo: Presocratici, Bergson e il Tempo Immaginario di Hawking 

1. Il Concetto di "Physis" e la Sua Evoluzione

Plescia: Il testo si concentra sull'evoluzione del concetto di "physis" (natura) a partire dalla filosofia greca fino alle concezioni contemporanee. L'autore evidenzia come la "physis" sia passata da un'idea di ordine e stabilità a una visione più caotica e dinamica.

Confronto con Filosofi:

Filosofi Presocratici: Plescia richiama l'antica concezione della "physis" dei filosofi presocratici come Talete, Anassimandro ed Eraclito, che cercavano l'arché (principio originario) della natura. Eraclito, in particolare, con la sua idea del divenire perpetuo ("panta rhei"), anticipa alcune delle nozioni di caos e cambiamento continuo presenti nel testo.

Aristotele: La concezione aristotelica della "physis" come principio intrinseco di movimento e cambiamento è un punto di riferimento importante. Aristotele vedeva la natura come ordinata e finalistica, in contrasto con la visione caotica che emerge nel testo di Plescia.

Heidegger: Plescia menziona esplicitamente Heidegger, il cui pensiero ha influenzato profondamente la sua analisi. Heidegger critica la metafisica occidentale per aver ridotto l'essere a semplice presenza, trascurando la dimensione del divenire e del tempo. La visione di Heidegger della "physis" come "evento" si avvicina alla concezione dinamica e processuale del testo.

2. Il Tempo e la Sua Concezione

Plescia: Il testo esplora diverse concezioni del tempo, dalla visione lineare e progressiva (Bergson, Heidegger) alla nozione di "tempo immaginario" di Hawking. L'autore sottolinea la crisi delle concezioni tradizionali del tempo di fronte alle scoperte della fisica contemporanea.

Confronto con Fisici e Filosofi:

Bergson: La metafora dello "srotolamento del passato verso il rotolamento del futuro" di Bergson rappresenta la visione lineare e continua del tempo, criticata nel testo.

Heidegger: La concezione del tempo come "essere-per-la-morte" e la sua analisi dell'esistenza (Dasein) influenzano la riflessione di Plescia sul tempo e sull'essere.

Hawking: La teoria del "tempo immaginario" di Stephen Hawking, che introduce una dimensione non lineare e complessa del tempo, è centrale nel testo. Plescia vede in Hawking una rottura con le concezioni tradizionali del tempo.


3. Il Caos e l'Assenza di Fondamento

Plescia: Il testo esplora il tema del caos, dell'instabilità e dell'assenza di certezze come caratteristiche dominanti del mondo contemporaneo. L'autore collega questa visione del mondo alla "crisi dei fondamenti" nella filosofia e nella scienza.

Confronto con Scienziati e Filosofi:

Teoria del Caos: I concetti della teoria del caos, come gli "attrattori strani" e la sensibilità alle condizioni iniziali, sono richiamati per illustrare la complessità e l'imprevedibilità dei fenomeni naturali e umani.

Gödel: Il teorema di incompletezza di Gödel è visto come un esempio della "crisi dei fondamenti" nella matematica, mostrando i limiti della ragione e della conoscenza.

Feyerabend: L'epistemologia anarchica di Feyerabend, che critica l'idea di un metodo scientifico unico e universale, è citata come espressione della relatività e dell'incertezza del sapere.

4. Il Mito e il "Logos"

Plescia: Il testo esplora il rapporto tra mito e "logos" (ragione), evidenziando come il mito possa ancora avere un ruolo significativo nel pensiero contemporaneo. L'autore analizza l'interpretazione nicciana del mito e la sua rilevanza per la comprensione dell'essere.

Confronto con Filosofi:

Nietzsche: L'analisi del mito di Nietzsche, in particolare la distinzione tra apollineo e dionisiaco, è centrale nel testo. Plescia riprende l'idea di Nietzsche del mito come forma di conoscenza non razionale ma profondamente significativa.

Colli: L'interpretazione di Giorgio Colli del mito greco, con la sua enfasi sull'enigmaticità e sulla dimensione mistica, influenza la riflessione di Plescia sul ruolo del mito nel pensiero contemporaneo.

Hawking: La teoria del "tempo immaginario" di Stephen Hawking, che introduce una dimensione non lineare e complessa del tempo, è centrale nel testo. Plescia vede in Hawking una rottura con le concezioni tradizionali del tempo.

L'autore discute come Stephen Hawking, con la sua teoria del "tempo immaginario", introduca una dimensione non lineare e complessa del tempo, rappresentando una rottura con le concezioni tradizionali del tempo.

Hawking e il "Tempo Immaginario"

Il testo sottolinea come Stephen Hawking abbia introdotto una concezione rivoluzionaria del tempo attraverso la sua teoria del "tempo immaginario". Questa teoria rappresenta una rottura con le visioni tradizionali del tempo, che lo consideravano lineare e unidirezionale.

Tempo Lineare vs. Tempo Immaginario: La visione classica del tempo, come quella di Newton, lo concepisce come una freccia che si muove inesorabilmente dal passato al futuro. Hawking, invece, propone un modello in cui il tempo può essere pensato come una dimensione spaziale, simile alle tre dimensioni dello spazio. In questo "tempo immaginario", le distinzioni tra passato e futuro si sfumano, e il tempo può essere concepito come finito ma senza confini.

Implicazioni Filosofiche: Questa concezione del tempo ha profonde implicazioni filosofiche. Mette in discussione le nozioni di causalità, determinismo e persino la natura della realtà stessa. Se il tempo non è semplicemente una linea retta, ma una struttura più complessa, la nostra comprensione dell'universo e del nostro posto in esso deve cambiare radicalmente.

Rilevanza nel Testo: Plescia vede in Hawking un pensatore che ha aperto la strada a una nuova ontologia, in cui il tempo non è più un parametro fisso ma una dimensione dinamica e complessa. Questo si collega al tema centrale del testo, che è l'esplorazione della "physis" (natura) come qualcosa di intrinsecamente caotico e in costante divenire.

Bergson e il Tempo come "Durata"

Il testo menziona anche la concezione del tempo di Henri Bergson, in contrasto con quella di Hawking.

Tempo Matematico vs. Durata: Bergson distingueva tra il tempo "spazializzato" della scienza, che è misurabile e divisibile, e il tempo vissuto della coscienza, che chiamava "durata". La durata è un flusso continuo e indivisibile di esperienza, in cui passato, presente e futuro si compenetrano.

Metafora dello Srotolamento: Plescia cita la metafora di Bergson dello "srotolamento del passato verso il rotolamento del futuro" per illustrare la visione lineare e progressiva del tempo. Questa immagine suggerisce un tempo che si dispiega in modo sequenziale, con un passato che si accumula e un futuro che si avvicina.

Critica nel Testo: Nel contesto del testo, la concezione di Bergson è presentata come parte della visione tradizionale del tempo che viene messa in discussione dalla fisica contemporanea e dalla filosofia post-moderna. Plescia sembra preferire la visione più dinamica e non lineare del tempo di Hawking, che si adatta meglio alla sua esplorazione della "physis" come processo aperto e imprevedibile.

In sintesi, il testo utilizza i concetti di tempo di Hawking e Bergson per illustrare il passaggio da una visione del tempo lineare e deterministica a una concezione più complessa e dinamica, in linea con la crisi dei fondamenti e l'emergere di una nuova ontologia della "physis".

L'autore affronta il rapporto tra mito e "logos" (ragione), evidenziando come il mito possa ancora avere un ruolo significativo nel pensiero contemporaneo ed analizza l'interpretazione nicciana del mito e la sua rilevanza per la comprensione dell'essere.

Approfondimenti

Confronto con Filosofi:

Nietzsche: L'analisi del mito di Nietzsche, in particolare la distinzione tra apollineo e dionisiaco, è centrale nel testo. Plescia riprende l'idea di Nietzsche del mito come forma di conoscenza non razionale ma profondamente significativa.

L'autore analizza e interpreta la teoria del "tempo immaginario" di Stephen Hawking, mettendola in relazione con temi filosofici più ampi. 

Il "Tempo Immaginario" di Hawking 

Plescia vede nella teoria del "tempo immaginario" di Hawking una rottura significativa con le concezioni tradizionali del tempo.

Rottura con la Linearità: La concezione classica del tempo lo vede come una linea retta che si estende dal passato al futuro. Hawking, con il "tempo immaginario", introduce una dimensione in cui il tempo può essere pensato come una coordinata spaziale. Questo elimina la distinzione netta tra passato e futuro e porta a una visione del tempo come qualcosa di finito ma senza confini.

Implicazioni Ontologiche: Per Plescia, questa visione del tempo ha profonde implicazioni per la nostra comprensione dell'essere (ontologia). Se il tempo non è lineare, ma una dimensione più complessa, ciò influisce sulla nostra comprensione della realtà, della causalità e del divenire.

Caos e Divenire: La teoria di Hawking si inserisce nel contesto più ampio dell'opera di Plescia, che esplora il tema del caos e del divenire nella "physis" (natura). Il tempo immaginario, con la sua non linearità e complessità, si adatta a una visione del mondo in cui l'instabilità e il cambiamento sono fondamentali.

Plescia utilizza la teoria del "tempo immaginario" di Hawking come punto di partenza per una riflessione filosofica sulla natura del tempo e dell'essere, in un contesto in cui le certezze tradizionali vengono messe in discussione.

In conclusione, il testo di Giacinto Plescia offre una riflessione complessa e articolata sull'ontologia della "physis", intrecciando filosofia e scienza per esplorare i temi del tempo, del caos, dell'assenza di fondamento e del mito. L'autore si confronta con una vasta gamma di filosofi e scienziati, da Eraclito a Hawking, per offrire una visione originale e provocatoria della realtà.




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