Le Forme-Logos dell’innovazione Dialoghi con la AI
Nell'industrialismo classico, l'incongruenza tra le diverse leggi della meccanica e della dinamica non offre un archetipo invariante: le leggi della termodinamica e quelle dell'elettromagnetismo non sono ancora unificabili.
Negli ultimi anni, alcune realtà richiedono valutazioni rigorose per governare i fenomeni e per la prima volta, sono classificabili dinamiche subliminali e super-liminali dello spazio urbano: la tendenza del postindustriale introduce un'omologia tra l'infinitesimo dell'hardware ed i sistemi urbani e telematici.
Interpretazioni dello spazio e delle forme
L'approccio proposto trova eco nell'interpretazione deleuziana di “spazio liscio” e “spazio striato” ossia di spazi aperti alla creatività versus spazi normativi.
Lo spazio liscio è quello della potenza informale e della variazione continua, quello striato è il territorio organizzato e grigliato dalla codificazione mentre la nozione di nexus esprime le relazioni concrete che definiscono l’estensione di Whitehead: le metamorfosi di Plescia sono processi di transizione tra questi due stati come analogamente avviene nel passaggio tra de-territorializzazione e ri-territorializzazione.
Nel pensare al reale come divenire, forma in trasformazione, molteplicità connettiva Deleuze costruisce una macchina concettuale filosofica, le metamorfosi plesciane utilizzano gli strumenti della topologia e della semiotica catastrofica nel considerare l’innovazione come un processo che attraversa stabilità e metastabilità.
Deleuze e Whitehead
In questa visione, il divenire è ciò che consente di pensare l'innovazione non come progresso lineare ma come intensificazione qualitativa: ovvero in termini di campo, di metamorfosi e di trasformazione radicale mentre in Deleuze è un divenire continuo tra virtuale e attuale.
Whitehead ne fa la chiave di volta della realtà: per cui ogni fatto è processo, ogni ente è evento e Serres fa propria una visione della conoscenza come fluire, come passaggio permanente, dove scienza, arte e filosofia sono canali di mutazione.
In particolare, la “piega” deleuziana non è un semplice elemento geometrico ma diventa un motore ontologico del divenire un dispositivo morfogenetico, come lo è l'ombelico parabolico, che funge da principio generativo di metamorfosi dei media e che può essere letto come una figura deleuziana di passaggio tra segmenti molari e flussi molecolari, il riferimento è la “catastrofe” nel contesto di deterritorializzazione e molteplicità (Deleuze-Guattari, Millepiani).
Il pensiero di Deleuze-Guattari illumina risonanze e divergenze tra i due pensatori che, pur partendo da discipline diverse, condividono una visione processuale, anti-rappresentativa e ontogenetica del reale (Millepiani, L'Anti-Edipo, La piega, Differenza e ripetizione).
Gli autori tutti offrono, ciascuno a proprio modo, un’ontologia della mutazione che converge su un reale come un campo di forze dove lo spazio non è contenitore, ma forma in metamorfosi, la tecnologia non è strumento ma evento, la conoscenza non è rappresentazione ma costruzione e relazionale del nuovo.
Le forme-logos dell’innovazione
Il lavoro di Plescia si rivolge alla Teoria delle Catastrofi di Thom, nata come formalizzazione matematica, con un ampliamento nell'esplorazione dei salti qualitativi nei sistemi dinamici che vengono considerati come morfologie semantiche spaziali tramite l'articolazione di una tassonomia e un modello di classificazione topologica dell'innovanza spaziale e tecnologica che si dispiega in una spirale catastrofica - ordinata da piega, cuspide e farfalla - e rivolge particolare attenzione agli ombelichi iperbolici e parabolici visti come archetipi della transizione nei sistemi tecnologici e urbani: gli ombelichi diventano “forme-logos” dell’innovazione.
La concezione dinamica per cui ogni fase della spirale è sia stabilità che transizione è un richiamo al virtuale di Deleuze come piano delle potenzialità che si attualizzano attraverso gli eventi.
La nozione di metastabilità nei sistemi urbani e tecnologici evoca le biforcazioni nei sistemi dissipativi: l’isteresi, le soglie, i passaggi irreversibili sono concetti condivisi con I. Prigogine.
In particolare, i momenti di biforcazione e isteresi, punti di senso tra forme perdute e forme future richiamano l’idea di E. Jabès e P.Celan che il significato emerga nei vuoti tra le strutture.
Nel modello catastrofico proposto le singolarità sono punti di biforcazione strutturale ed ogni punto può diventare origine di una singolarità trasformativa, un possibile vettore di innovazione morfologico: richiamano sia la nozione deleuziana della singolarità come evento intensivo, pre-individuale, non rappresentabile, sia l’evento whiteheadiano in cui ciò che accade è sempre un’unità irriducibile di relazioni.
L'archetipo dell'ombelico parabolico
In quasi tutte le scienze si incontrano numerose applicazioni della teoria di Thom, con riferimento prevalente alla geometria delle prime catastrofi elementari cuspidali: piega, cuspide, farfalla, coda di rondine invece risultano trascurati gli ombelichi, in particolare l'archetipo dell'ombelico parabolico permette un modello di classificazione dell'innovanza tecnologica nello spazio ed è capace di descrivere l'omologia tra i livelli strutturalmente stabili e metastabili attraversati dal chiasma spaziale.
L'ombelico, sebbene sia la catastrofe più complessa, è l'unico che possiede i requisiti necessari quando il processo in esame richiede la costruzione di un modello sofisticato per descrivere l'invarianza della dinamica del medium: sorgente via plesso destinazione.
La transizione del messaggio
“Il medium è il messaggio” di M. McLuhan trova una formalizzazione topologica nell'ombelico catastrofico, vero e proprio medium che produce e cattura informazione.
L’archetipo dell’ombelico parabolico rappresenta il medium che metabolizza il messaggio, ne produce altri e diventa, a sua volta. messaggio in un ciclo continuo: è la teoria della genesi dei media come trasformazioni morfologiche.
In più l'archetipo dell'ombelico iperbolico descrive la sintesi tra un liminare e il successivo ovvero rappresenta la metamorfosi del messaggio in medium, del medium in messaggio che cattura altri messaggi per trasformarsi ancora in medium che metabolizza il messaggio per essere metabolizzato dal messaggio.
In Plescia la transizione del messaggio in medium e viceversa è una spirale catastrofica: i media sono dispositivi attraversanti, ibridi, in grado di catalizzare innovazione laddove Deleuze vede in ogni mediazione una macchina astratta ovvero una struttura che genera, connette, ricombina e disconnette flussi semiotici, energetici, materiali.
Il medium in Plescia è un vettore catastrofico - come lo è l'assemblaggio deleuziano - un punto d'intensità che collega eterogeneità, il medium è forma-messaggio e il messaggio è forma-medium: un continuo scambio di ruolo che avviene in strutture spiraliformi.
Le sequenze del messaggio
- La formazione del messaggio, l'apparizione del medium, la cattura del messaggio dall'attante medium via plesso;
- l'ombelico iperbolico medium metabolizzante il messaggio, biforcazione del messaggio con una parte convogliata nel morfismo iperbolico e l'altra fluttuante e generante il liminare successivo: punto di sintesi, medium attraversante l'archetipo generativo verso il plesso dell'archetipo successivo;
- ellittico strutturalmente stabile fin nella superficie inferiore della fase metastabile, entrata nell'isteresi d'innovazione nella quale supera l'apertura del bec-à-bec desiderante nuovi messaggi catastrofici;
- la sintesi tra il messaggio fluttuante preesistente e il messaggio derivante dalla morfogenesi del medium (la sequenza del parabolico ovvero morfogenesi dei media).
Il punto di sintesi
I punti di identità sono le fasi di significanza trasformativa: l'apparizione del medium coincide, nella sua fase di evoluzione, con la parte inferiore della piega.
Il punto di sintesi coincide con la connessione a spirale tra varietà piega e varietà cuspide: il passaggio del medium dal campo generativo al campo cuspidale successivo è la metamorfosi del messaggio nella diramazione biforcazionale, l'una metabolizzata dal medium iperbolico l'altra fluttuante e generativa della cuspide.
Le varietà
Per analizzare la classificazione dell'innovazione tecnologica nello spazio, si propone una sequenza di varietà logico-topologiche: si inizia da un liminare elementare e si addiviene ad una forma intermedia più complessa per terminare con forme via via astraenti variabili spazio-temporali.
Si ottiene una successione simmetrica rispetto alla varietà baricentrica: ad una varietà stabile segue una semi-stabile secondo le fasi: piega - cuspide - piega - coda di rondine - piega - farfalla - piega - cuspide - piega.
Le varietà sono connesse tra loro in due modi: connessione semplice, tra varietà che confinano lungo un cammino continuo; connessione a sezione di spirale, tra varietà che si incontrano secondo una regola di evoluzione di spirale lungo un cammino regolare.
La spirale catastrofica che ordina le forme tecnologiche e comunicative in sequenze trasformative ricorda l'evoluzione creatrice di Bergson.
Le varietà infinitesimali che generano e accolgono catastrofi, evocano l'ἄπειρον, illimitato, indeterminato, infinito, di Anassimandro, come fondo indefinito dal quale emergono e si dissolvono le forme.
Il concetto di identità locale tra varietà diverse e la loro sovrapposizione strutturale richiama la non-località e l’indeterminazione della meccanica quantistica di Heisenberg.
Il chiasma spaziale e la spirale catastrofica
Il modello spiraliforme e chiasmatico di Plescia richiama l' ordine implicato e l'entrelacement delle onde spazio-temporali di D. Bohm.
Il chiasma spaziale di Plescia è un nodo rizomatico, un punto in cui varietà distinte condividono un'identità locale: il reale non è dato ma continuamente riscritto da traiettorie di trasformazione che possono essere pensate geometricamente e topologicamente.
Il “chiasma spaziale” funge da struttura di invarianza che attraversa hardware, software, officine, sistemi urbani, comunicazioni fino allo spazio interplanetario.
Il chiasma spaziale di Plescia è un “nodo” serresiano evoca infatti lo spazio di Serres che è un campo instabile attraversato da flussi, contaminazioni, biforcazioni e percorso da deviazioni, in cui ogni struttura si forma nei punti di passaggio.
Il Changing Lemma
La singolarità degli archetipi analizzati richiede tentativi di generalizzazione del Teorema classificazione di Thom, sia attraverso la rivalutazione di epiremi matematico-qualitativi sia con l'apporto del Changing Lemma.
Il Changing Lemma rappresenta un principio epistemico di trasformazione tra regimi di stabilità strutturale: è una generalizzazione dinamica che permette il passaggio da una singolarità all’altra (piega → cuspide → ombelico etc.) uno strumento per formalizzare i passaggi tra varietà morfogenetiche: è il luogo della connessione e della trasformazione come lo è il "diagramma" per Deleuze, è un'astrazione che rende conto della continuità tra modelli distinti: i suoi chiasmi spaziali sono configurazioni topologiche analoghe ai rizomi deleuziani.
Conclusione
Archeomorfie Spaziali dell’Innovanza Tecnologia, Produzione e Media è un tentativo di fondare un'ontologia dell'innovazione tecnologica attraverso gli strumenti della teoria delle catastrofi, della geometria differenziale con l'obiettivo di formalizzare la morfogenesi dell’innovazione nello spazio attraverso strumenti matematico-topologici.
Il ricorso alla topologia, alla singolarità, alla geometria differenziale si vuole delineare una semantica dell’innovazione come fenomeno spaziale e morfogenetico.
L'archerema rende rigorosa la classificazione del semantico e come dispositivo concettuale permette di articolare una stratificazione di varietà morfogenetiche - piega, cuspide, farfalla etc. - in un’organizzazione semantica dello spazio urbano e tecnologico: il modello è suscettibile di ulteriori approfondimenti, soprattutto per quanto riguarda l'impianto matematico-qualitativo del divenire, tecnologico, urbano e comunicativo tramite gli Epiremi ed il Changing Lemma.
In questa direzione si sta procedendo alla costruzione di un software prodromo di un'Archematica generalizzata dello spazio.
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