venerdì 11 aprile 2025

Dynamis, Autopoiesi e Physis

 

una mappa concettuale che visualizzi queste interconnessioni tra dynamis, autopoiesi e physis nel pensiero di Plescia.


Dynamis, Autopoiesi e Physis: Ontologia del Mito di Giacinto Plescia si configura come un'opera di pensiero poetante e filosofico-metafisico che intreccia concetti tratti da molteplici ambiti: ontologia, fisica, ermeneutica, teoria della complessità, mitologia e arte. Tra le sue pieghe si ritrovano, talvolta esplicitamente e più spesso implicitamente, i riferimenti a numerosi filosofi e fisici.


L’Autopoiesi mitica, come la definisce Giacinto Plescia, è una delle innovazioni concettuali più affascinanti e radicali del suo pensiero. Deriva da una rielaborazione poetico-filosofica della nozione biologica di autopoiesi, sviluppata da Humberto Maturana e Francisco Varela, e viene fusa con i concetti fondamentali della metamorfosi, della dynamis e della physis mitica.

Una selezione ragionata degli autori che hanno trattato o anticipato i temi presenti nel testo.

Filosofi

  1. Martin Heidegger

    • Tema: Differenza ontologicaEssere e Tempoopera d’arteGestellSeinwegradurapoetare come abitare l’essere.

    • Esplicitamente citato e centrale nella visione di Plescia, in particolare per il concetto di “Essere” come evento e disvelamento (aletheia).

  2. Friedrich Nietzsche

    • Tema: Volontà di potenzaeterno ritornosuperamento della metafisicadionisiaco e apollineo.

    • Compare nella critica alla teocrazia e nelle dinamiche della fondazione mitica.

  3. Platone

    • Tema: immagine del mondoontologia delle ideetemporalità platonicaepistemologia classica.

    • Richiamato nei riferimenti alla verità come aletheia e nella discussione sulla verità ontologica dell’opera d’arte.

  4. Aristotele

    • Tema: metabolècatarsitragediaontologiaphysis.

    • Citato esplicitamente nel passaggio sulla catastrofe come trasformazione e stabilità morfogenetica.

  5. Edmund Husserl

    • Tema: intenzionalitàfenomenologiaepochè.

    • Evocato nei passaggi sull’“Essere che ci viene incontro” e sulla messa tra parentesi della realtà oggettiva.


  1. Paul Ricoeur / Hans-Georg Gadamer

    • Tema: ermeneuticainterpretazioneepistemologia narrativa.

    • Richiamati nei riferimenti alla interpretanza ermeneutica e alla narrazione dell’ente.

  2. Emanuele Severino

    • Tema: eternità dell’esserenichilismotecnologia.

    • Presente implicitamente nella riflessione sull’essere che non tramonta e sull’errore della filosofia occidentale.

  1. Gilles Deleuze / Félix Guattari

    • Tema: metamorfosimolteplicitàrizomaintensitàcatastrofi.

    • Evocati nella visione metamorfica, caotica e complessa del mito.

  2. Jean-Luc Nancy / Maurice Blanchot

    • Tema: comunità inoperosaeventoassenzascrittura.

    • Impliciti nella riflessione sul “dis-velamento” e sul pensiero poetante come forma di comunità ontologica.

  3. Edgar Morin / Ilya Prigogine

    • Tema: complessitàcaosauto-organizzazione.

    • Ispirano i riferimenti al paradigma della complessità e alla dinamica non lineare.

Fisici e Matematici

  1. Werner Heisenberg

    • Tema: principio di indeterminazioneinterazione osservatore-sistema.

    • Citato direttamente nel testo a sostegno della natura instabile e trasformativa del mito.

  2. Albert Einstein

    • Tema: spazio curvorelativitàspazio-tempo.

    • Richiamato nel contesto della geometria del divenire e dello spazio come “corpo in trasformazione”.

  3. D'Arcy Wentworth Thompson

    • Tema: morfogenesiforma come processo biologicogeometria naturale.

    • Citato nel passaggio sulla forma non come dato ma come esito di metamorfosi topologiche.

  4. Henri Poincaré

    • Tema: dinamica non lineareteoria del caosbiforcazioni.

    • Figura chiave nella riflessione sulla instabilità e imprevedibilità dei sistemi complessi.

  5. René Thom

    • Tema: teoria delle catastrofimorfogenesisingolarità.

    • Citato come riferimento per la comprensione degli eventi improvvisi nella trasformazione del mito.

  6. Carlo Rovelli

    • Tema: fisica quantisticatempo emergenterelazionalità.

    • Evocato nei passaggi sulla relazionalità del conoscere e la critica al tempo lineare.

  7. Niels Bohr

    • Tema: complementaritàlimiti della conoscenza oggettiva.

    • Presente implicitamente nei riferimenti alla dualità e all’indecidibilità del reale.

  8. Roger Penrose / Stephen Hawking

    • Tema: spazi singolaribuchi neriinfinitoentropia.

    • Affiorano nei riferimenti all’abisso, alla singularità e alla crisi dell’ontologia classica.

  9. David Bohm

    • Tema: ordine implicatototalità non separabilerealtà come processo.

    • Sotteso nella visione olistica e fluida del mito.

  10. Teoria delle stringhe (Edward Witten et al.)

    • Tema: multidimensionalitàvibrazione delle particellegeometria topologica.

    • Citata nei paragrafi sulla geometria dei nodi, dei nastri e sulle forme arrotolate della realtà.

Una mappa sinottica o una tabella comparativa dei concetti chiave dell'Ontologia del Mito di Giacinto Plescia con quelli di filosofi e fisici

La tabella evidenzia le corrispondenze e le divergenze tra le idee plesciane e quelle di altri pensatori:

Concetto Plesciano

Autore Correlato

Corrispondenze

Divergenze

Dynamis (potenza originaria e trasformativa)

Aristotele

Concetto di "dynamis" come potenza in atto

Plescia estende il concetto alla dimensione mitica e cosmica

Apeiron (infinito indefinito)

Anassimandro

L'apeiron come principio originario

Plescia lo integra con la nozione di clinamen e dynamis

Clinamen (deviazione casuale)

Lucrezio

Deviazione atomica che permette il libero arbitrio

Plescia lo interpreta come forza creativa nel mito

Ontodynamis (essere in divenire)

Heidegger

Essere come processo di disvelamento

Plescia enfatizza l'aspetto dinamico e mitico dell'essere

Physis (natura in trasformazione)

Eraclito

Tutto scorre, il divenire costante

Plescia lo collega alla dynamis e alla morphogenesis

Mathesis (conoscenza attraverso il numero)

Pitagora

Armonia e ordine attraverso i numeri

Plescia la vede come espressione della dynamis nel mito

Ontologia del mito (mito come struttura ontologica)

Platone

Mito come mezzo per esprimere verità filosofiche

Plescia lo considera fondamento dell'essere e della conoscenza

Temporalità ontologica (tempo come evento)

Heidegger

Tempo come estasi dell'essere

Plescia lo integra con la physis e la dynamis

Spazio topologico (spazio come struttura dinamica)

Leibniz

Spazio come relazione tra oggetti

Plescia lo vede come manifestazione della dynamis

Autopoiesi mitica (mito come sistema auto-creante)

Maturana e Varela

Sistemi viventi come autopoietici

Plescia applica il concetto al mito e alla physis

Queste tabelle offrono una panoramica delle intersezioni tra il pensiero di Plescia e quello di altri autori, evidenziando come l'Ontologia del Mito si inserisca in un dialogo filosofico e scientifico più ampio.




Analisi del pensiero di Anassimandro, Lucrezio, Aristotele, Heidegger e un approfondimento di Leibniz sul concetto di spazio come relazione. Ogni autore viene analizzato sia nella sua visione originaria sia in relazione ai temi affrontati da Giacinto Plescia nell’Ontologia del Mito.

mappa concettuale generata per sintetizzare i rapporti tra il pensiero di Plescia e quello dei filosofi selezionati.

Anassimandro – Il principio come Apeiron

Pensiero:

  • Apeiron = illimitato, indefinito, indeterminato. È il principio originario di tutte le cose.

  • Da esso tutto nasce e a esso tutto ritorna secondo necessità.

  • La giustizia cosmica regola il passaggio da un opposto all’altro (es. caldo/freddo, secco/umido).

In relazione a Plescia:

  • Plescia recupera l’apeiron come principio di fluttuazione, instabilità e transizione mitica.

  • Il mito si configura come un campo aperto, un luogo di metamorfosi e latenza, in analogia con l'apeiron come generatore cosmico.

  • La Physis mitica plesciana non è delimitata o ordinata ma si autodispiega da un “oltre”, simile all’apeiron.

Lucrezio – Il Clinamen e la libertà nel cosmo

Pensiero:

  • Nella sua opera De Rerum Natura, Lucrezio spiega il mondo attraverso l’atomismo epicureo.

  • Introduce il concetto di clinamen: una deviazione casuale degli atomi che rompe la necessità deterministica e rende possibile la libertà.

  • Il clinamen è l’origine della libertà e della creatività nel mondo.

In relazione a Plescia:

  • Il concetto di clinamen è centrale nella ontodynamis plesciana come forza che devia, che rompe l’equilibrio, che innesca trasformazioni mitiche.

  • La catastrofe morfogenetica (nel senso di Thom) è un evento clinamico che cambia il paradigma.

  • Il mito, come il clinamen, è l’irruzione dell’imprevisto, il divenire che sfugge all’ordine logico.

Aristotele – La Metabolè e la forma in atto

Pensiero:

  • Introduce il concetto di metabolècambiamentotrasformazione.

  • Distingue tra dynamis (potenza) e energeia (atto): ogni ente passa dalla potenza all’atto.

  • La catarsi tragica è anch’essa una forma di trasformazione, che coinvolge lo spettatore.

In relazione a Plescia:

  • La metabolè è vista da Plescia come evento metamorfico della Physis mitica.

  • L’ontologia plesciana è processuale: non ci sono entità statiche ma strutture che evolvono secondo leggi della morfogenesi.

  • Anche la tragedia, come in Aristotele, diventa un modello di passaggio tra stati, ma elevato a fenomeno cosmico-mitico.

Heidegger – EssereRadura e Gestell

Pensiero:

  • L’essere non è un ente, ma ciò che permette agli enti di apparire.

  • La radura (Lichtung) è lo spazio di apertura dove l’essere si dis-vela.

  • La Gestell è l’impianto della tecnica moderna, che riduce il mondo a fondo disponibile.

  • La Differenza ontologica è quella tra l’essere e gli enti.

In relazione a Plescia:

  • Plescia si muove dentro Heidegger: recupera la radura, la Gestell, l’Essere come evento.

  • Tuttavia, va oltre, verso una ontopoiesi mitica: l’arte e il mito non solo disvelano l’essere, ma lo generano, lo mettono in atto poeticamente.

  • L’essere è dinamico, fluttuante, kairologico (legato al tempo del “momento opportuno”).

Leibniz – Lo Spazio come relazione tra oggetti

Pensiero:

  • Per Leibniz, lo spazio non è assoluto (come per Newton), ma relazionale.

  • Spazio = insieme delle relazioni tra gli oggetti.

  • Non esiste uno spazio “vuoto” o “contenitore”, ma solo la disposizione degli oggetti in relazione gli uni agli altri.

  • Questa concezione è coerente con la sua monadologia: il mondo è composto da monadi (centri di percezione), ognuna con la propria prospettiva sul tutto.

In relazione a Plescia:

  • Plescia fa riferimento alla geometria topologica e alla teoria della complessità come spazio dinamico e relazionale.

  • Lo spazio mitico non è un “luogo fisso” ma una rete di relazioni tra simboli, immagini, eventi: un nodo che si modifica nel tempo.

  • La topologia dell’Essere in Plescia richiama la relazionalità leibniziana, ma la arricchisce con la dimensione del vuoto cosmico, dell’abisso (abgrund) e della singolarità poetante.

In sintesi

Autore

Concetto chiave

Ruolo nel pensiero plesciano

Anassimandro

Apeiron

Origine dell’instabilità mitica e metamorfica

Lucrezio

Clinamen

Deviazione creativa nella struttura del mito

Aristotele

Metabolè

Modello morfogenetico per le transizioni mitiche

Heidegger

Radura, Gestell

Disvelamento poetico dell’essere come evento

Leibniz

Spazio relazionale

Fondamento della topologia mitica plesciana

L'Autopoiesi mitica (mito come sistema auto-creante) Maturana e Varela confrontata col concetto di metamorfosi dynamis e Sistemi viventi come autopoietici che Plescia applica al mito e alla physis 

la mappa visiva che rappresenta le corrispondenze tra mito, sistema vivente e autopoiesi.

L’Autopoiesi mitica, come la definisce Giacinto Plescia, è una delle innovazioni concettuali più affascinanti e radicali del suo pensiero. Deriva da una rielaborazione poetico-filosofica della nozione biologica di autopoiesi, sviluppata da Humberto Maturana e Francisco Varela, e viene fusa con i concetti fondamentali della metamorfosi, della dynamis e della physis mitica.

1. Autopoiesi secondo Maturana e Varela

Definizione originale:

  • Un sistema autopoietico è un sistema vivente chiuso operativamente che si auto-produce: tutte le componenti del sistema contribuiscono alla produzione e rigenerazione del sistema stesso.

  • Esempio: una cellula vivente è un sistema autopoietico.

Caratteristiche chiave:

  • Auto-riferimento: si genera da sé.

  • Auto-sostenibilità: mantiene la propria organizzazione interna.

  • Interazione con l’ambiente: non è isolato, ma structurally coupled.

2. Plescia e l’Autopoiesi Mitica

Nei testi di Plescia (Ontologia del MitoL’ErranzaLa forma e lo spazioIl canto di KalipsoOntologia dell’Opera d’Arte), il mito è concepito come un sistema vivente, metamorfico, generativo, dotato delle stesse caratteristiche di un sistema autopoietico:

Elemento

Biologia (Maturana-Varela)

Ontologia Mitica (Plescia)

Unità base

Cellula vivente

Mito come figura morpho-dynamica

Processo generativo

Auto-produzione

Il mito genera se stesso nella storia dell’Essere

Interazione con l’ambiente

Coupling strutturale

Il mito si plasma nei simboli, nei linguaggi, nella cultura

Autonomia

Auto-organizzazione

Il mito mantiene la propria coerenza simbolica e archetipica

Finalità

Conservazione della vita

Evento di sensodisvelamento ontologico

3. Il ruolo della Dynamis

Aristotelica

  • In Plescia, dynamis non è solo potenza ontologica, ma è energia creativa originaria che plasma ogni cosa.

  • È la forza che genera metamorfosi, transizioni, catastrofi, biforcazioni (PoincaréThom), rendendo il mito un sistema vivo e instabile.

La Physis mitica è evento dinamico, topologico, metamorfico” – Ontologia del Mito

Nel sistema autopoietico del mito, la dynamis è ciò che sostiene la metamorfosi continua del mito, come accade in un ecosistema vivente.

4. Physis: natura vivente e simbolica

  • La Physis, per Plescia, non è natura oggettiva ma una realtà poetico-ontologica vivente: spazio del divenire, dell’immaginario, dell’energia.

  • È simile all’organismo vivente per complessitàindeterminazione e capacità trasformativa.

  • È il campo in cui il mito si genera e si auto-organizza.

5. Il Mito come sistema autopoietico

Plescia amplia l’idea di Maturana e Varela al di là della biologia:

Il mito è:

  • Un sistema relazionalepoieticotopologico.

  • In interazione costante con cultura, arte, linguaggio, scienza.

  • Genera sé stesso attraverso nuove narrazioni, simboli, risonanze.

  • Non ha origine “prima”, ma si auto-fonda poeticamente nell’evento dell’Essere.

Differenza radicale:

  • In biologia l’autopoiesi serve a conservare.

  • Nel mito plesciano, l’autopoiesi è evento di trasformazionesovversione dell’ordinekairos poetico.

6. Confronto tra sistemi viventi e mito plesciano

Caratteristica

Sistemi viventi (Maturana-Varela)

Mito plesciano

Auto-produzione

Sì – il mito si genera nella storia dell’Essere

Auto-regolazione

Sì – il mito evolve in equilibrio/rottura

Metamorfosi

No (non centrale)

Sì – principio fondamentale

Dynamis come forza generatrice

No (non presente)

Sì – energia originaria ontologica

Physis come campo ontologico

No (solo ambiente biologico)

Sì – natura come spazio poetico

Finalità

Vita, sopravvivenza

Senso, verità, poetica dell’essere

Relazione con il linguaggio

Secondaria

Centrale – il mito parla, crea mondi

Simbolismo

Assente

Centrale – il mito è simbolo incarnato

Conclusione

L’autopoiesi mitica in Plescia non è una semplice metafora biologica, ma una trasformazione ontologica e poetica del concetto di sistema vivente. Il mito è:

  • Vivente, perché si rigenera.

  • Metamorfico, perché non si stabilizza mai in una forma definitiva.

  • Ontopoietico, perché non solo riflette il mondo ma lo crea e lo trasforma poeticamente.

È l’espressione più alta della dynamis dell’Essere, un linguaggio vivente che parla dall’abisso, dal vuoto quantistico, dalla radura, generando forme, visioni, destini.



























Giacinto Plescia sviluppa un pensiero filosofico incentrato sui concetti di dynamis e autopoiesi, che permeano tutte le sue opere.





Dynamis: Potenza Creativa e Sublime

Nel pensiero di Plescia, la dynamis rappresenta la potenza originaria e creativa dell'essere. È una forza primordiale che genera e trasforma, al di là di ogni determinazione. Questa concezione si ispira alla tradizione filosofica greca, in particolare a Eraclito e Aristotele, ma viene reinterpretata in chiave ontopoetica.​

Plescia descrive la dynamis come una "sublazione sublime", una potenza che si manifesta attraverso eventi e fenomeni, ma che rimane sempre oltre la comprensione razionale. È una forza che abita la physis, la natura, rendendola un campo dinamico e metamorfico. La dynamis è quindi il principio che anima la trasformazione continua dell'essere, rendendo possibile la nascita e la rinascita del mito.​ontologyax

Autopoiesi Mitica: Il Mito come Sistema Auto-Generante

Plescia adatta il concetto di autopoiesi, originariamente sviluppato da Maturana e Varela in ambito biologico, al dominio del mito e della physis. Nel suo pensiero, il mito è un sistema autopoietico: si auto-genera, si auto-organizza e si auto-sostiene. Non è un'entità statica, ma un processo vivente che si rinnova continuamente attraverso la dynamis.​

Il mito, in quanto sistema autopoietico, non ha un'origine esterna o trascendente, ma nasce e si sviluppa all'interno della physis stessa. È un evento che si manifesta attraverso simboli, immagini e narrazioni, ma che rimane sempre aperto e in divenire. In questo senso, la physis è vista come un campo di possibilità, un luogo in cui il mito può emergere e trasformarsi.​

Physis: Natura Dinamica e Poetica

La physis, nel pensiero di Plescia, non è semplicemente la natura intesa in senso fisico, ma è una realtà dinamica e poetica. È il luogo in cui la dynamis si manifesta e il mito prende forma. La physis è quindi un campo di forze, un tessuto di relazioni e trasformazioni, in cui l'essere si rivela attraverso eventi e fenomeni.​

Plescia descrive la physis come una "topologia morfogenetica", un luogo in cui le forme emergono e si trasformano continuamente. È un campo di possibilità in cui il mito può nascere, svilupparsi e rinnovarsi, grazie alla dynamis che lo anima.​

Sintesi: Interconnessione tra Dynamis, Autopoiesi e Physis

Nel pensiero di Plescia, dynamis, autopoiesi e physis sono concetti interconnessi che descrivono la natura dinamica e creativa dell'essere. La dynamis è la potenza originaria che anima la physis, rendendola un campo di trasformazione continua. Il mito, in quanto sistema autopoietico, emerge dalla physis grazie alla dynamis, e si auto-genera e si auto-organizza in un processo continuo di metamorfosi.​

Questa visione offre una prospettiva originale e profonda sulla natura dell'essere, del mito e della realtà, in cui tutto è in divenire e interconnesso attraverso la potenza creativa della dynamis.​ontologyax

Nessun commento:

Posta un commento