giovedì 30 maggio 2013

Giacomo Marramao: Kairós, Apologia del tempo debito, Laterza

Giacomo Marramao Kairós Apologia del tempo debito


La funzione della filosofia è la ricerca delle strade sbarrate, dell'interrogazione delle vie senza uscita e Giacomo Marramao la esemplifica nel suo “Kairòs: Apologia del tempo debito”.

Il luogo d'origine del pensiero filosofico è una zona limite che come come dice Diotima, è "qualcosa d'intermedio tra sapienza e ignoranza" qui focalizza la sua analisi Giacomo Marramao con una nuova visione del tempo.

In ‘Kairòs: Apologia del tempo debito’, Laterza, Giacomo Marramao prosegue la ricerca sulla problematica temporale avviata con ‘Potere e secolarizzazione’ , ‘Le categorie del tempo’, ‘Minima moralia’, ‘Tempo, spazio, esperienza’ e ricostruisce le concezioni classiche e contemporanee sul tempo attraverso una puntuale osservazione dei testi.


Indice dei Contenuti

Le nuove immagini della scienza e Diotima
  • Il tempo in Aristotele, S. Agostino, Bergson, Husserl, Heidegger 
  • I teorici della temporalità del '900
  • Il superamento del Pensiero di Heidegger
  • La riscoperta del ‘kairòs’: il tempo opportuno

  • Le nuove immagini della scienza e Diotima
Dopo le nuove immagini scientifiche del mondo, emerge nettamente come il pensiero filosofico ha dimenticato il suo luogo d'origine ovvero quella zona limite che, come dice Diotima, è "qualcosa d'intermedio tra sapienza e ignoranza".
  • Il tempo in Aristotele, S. Agostino, Bergson, Husserl, Heidegger 
La nuova fisica rovescia la classica, per cui la realtà esisteva oggettivamente, per la Fisica moderna per la quale l’oggetto osservato viene modificato, nella sua realtà oggettiva, proprio per l'intervento dell'osservatore.
Il rigetto della riflessione antropocentrica che a partire da Aristotele passa per S. Agostino, Bergson, Husserl, Heidegger ed arriva alle teorie della freccia del tempo ha, di fatto, trasformato la domanda “cos'è il tempo” in “chi é il tempo?”.
  • I teorici della temporalità del '900
I teorici della temporalità del '900, nel sottolineare “la differenza tra elemento numerabile (oggettivo) e autentico (soggettivo) del tempo, ribaltano la concezione greca per cui i due aspetti sono complementari”.
L'autore esemplifica con un'immagine: l'intreccio di un film non ha senso senza i fotogrammi che, a loro volta, perdono di significato se estrapolati dalla trama filmica: per dirla con Breton: “l’eternità cerca sempre un orologio da polso”.
  • Il superamento del Pensiero di Heidegger
Emergono, dal discorso di Giacomo Marramao, singolari accostamenti e capovolgimenti di prospettive: la concezione aristotelica viene a preconizzare alcuni temi einsteiniani mentre l'heideggerismo non ne è che il superamento e ne muta semplicemente la terminologia.

Nell'andare oltre l'heideggerismo, “operazione definita con un'espressione marinara ‘spostam ento laterale’ sorprende notare che per Marramao alcuni concetti di Heidegger quali ‘differenza ontologica’ sono stati elaborati di fatto molto tempo prima, dal pensiero arabo ed ebraico; ancora: l’heideggerismo è il naturale proseguimento dei tentativi aristotelici ed hegeliani di collocare le rispettive filosofie al culmine del pensare; la concezione di destino di Heidegger per cui ogni cosa accade perché deve accadere, impedisce ogni possibilità di riscatto del passato e di cambiamento”.
  • La riscoperta  del ‘kairòs’: il tempo opportuno
La ripresa del concetto di ‘kairòs’, tempo opportuno, il collegamento di questo al termine latino tempo, l'individuazione del ruolo della mente, conduce, secondo Giacomo Marramao, la filosofia al suo luogo d'origine.
Il racconto ne può essere un ‘utensile’ appropriato?



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