Forse che a dondolarsi sull'amaca, Michele Serra rischia di addormentarsi?
A fronte di un'opposizione - tutta - che esce dall'aula, che non vota la fiducia a #Renzi come si può scrivere “trovo enfatiche e ingiustificate le accuse di essere antidemocratico” e non chiedersi, a fronte di questo nuovo Aventino, cosa ne è della democrazia rappresentativa e della già mitica dialettica parlamentare?
Come ci si può accontentare di una triste similitudine per cui Renzi antidemocratico “lo è tanto quanto le altre classi dirigenti europee che faticano a incarnare in modo largo e visibile il principio di rappresentanza e spesso agiscono come oligarchie o buro-tecnocrazie separate dalla realtà sociale”?
Non è una buona ragione per accontentarsi ma semmai per dolersene.
Non è forse da rimarcare la gravità dell'assenza di visibilità del principio di rappresentanza e l'accentuarsi conseguente di oligarchie e la nascita e il rafforzarsi di populismi e demagoghi?
Se il 50% della popolazione non va a votare, come purtroppo avviene in altre “democrazie”, come si può solo dire che Renzi “è segretario di un partito di massa, il più votato d'Europa per percentuale e numero di voti, particolare non trascurabile?”
Certo è segretario ma non si può tacere il prezzo che si paga proprio in termini di partecipazione.
Se si considera, poi, che nella metà dei votanti vanno detratti i voti delle opposizioni, non si può gioire del 41% di adesioni al Pd di Renzi: al netto non è quella la percentuale e per citare Michele è un "particolare non trascurabile".
Certo il “Venerdì” di “Repubblica” è scritto con un certo anticipo e la richiesta di fiducia imposta dal governo è di questi giorni ma ciò non toglie che da tempo esistevano quelle condizioni che hanno permesso a molti di essere facili profeti circa l'iter che avrebbe seguito il governo per l'approvazione dell'Italicum.
L'orizzonte della politica, italiana in particolare, è tale che in primo piano c'è proprio il problema del formarsi e consolidarsi di oligarchie e della rappresentanza: #Serra lo sa molto bene e ora che ha appena finito di giustificare il suo voto per Renzi, tornerà ad avere le unghie e lo smalto dei tempi migliori: ne abbiamo bisogno e ci contiamo.
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