martedì 21 marzo 2017

DESIDERANZA di Camilla G. Iannacci



CAMILLA G.IANNACCI DESIDERANZA



Hanno scritto: 

“In «Desideranza» vi è un tentativo perenne di fuga all’indifferenza di chi non ha riconosciuto la profondità della voce: ‘ho raccolto rose/ogni giorno/e/non le hai viste’; un incontro-scontro con la memoria: l’assenza-presente di un qualcuno-qualcosa che genera combustioni, strappi, una bellezza delirante che vibra. 


Versi scabri accendono visioni: ‘vive/la rosa/di poco/senso di sé/di un tempo/senza dei’ : essenziale, nuda, dritta alla radice dell’immagine; simboli: ‘la rosa, la radura, l’ape’ abitano e uniscono, come un respiro, la silloge in un abbraccio di pensiero.


Scrittura ossuta e palpitante, molto bella ‘Come fiore di cappero’ dal linguaggio asciutto, scabro ed essenziale”.


“Se la comprensione dell’essere è una possibilità heideggeriana dell’esistenza, per Camilla, Poesia e Filosofia si pongono come presupposti e termini di un esistenzialismo individuale, utensili autentici e complementari di un’azione tesa a rivelare l’Esserci ed il Poter Essere. 

Le sue parole, chiavi mutevoli di serrature perentorie, sono infilzate ad una ad una come simboli e monili di un Tempo del Mai che governa lo spazio interiore”.

“Poesia breve, quasi un epigramma, raccolta in spazi essenziali dell’Essere”.

“Poiesis… sublime”.

“Una scrittura disincarnata in versi sfilati, per corrispondere all’impulso immediato di tornare al ‘primigenio’, spezzando etimologicamente le parole o forzandole nel suono e nel significato”.

“In una ben dosata successione di sensazioni cariche di sentimenti intensi, la silloge rivela notevoli capacità di contemplazione e immediatezza di figure attraverso un ricco gioco di immagini. 

I versi brevissimi, spesso monosillabici, rendono bene i palpiti e i nodi dell’anima”.

“Molto fine, bella la forma, un incanto il titolo. Elegante, sommessamente raffinata: vera poesia, piccolo capolavoro. 
Vi si sente il gusto per i classici. 
Una suadente immagine emana dalla forma poetica, dai versi, brevi e lunghi per l’onda continua che riescono a creare, come mantice che ti agita e ti rilassa, col suo soffio infine leggero.
Una poesia colta, curata nella forma, assolutamente originale e molto musicale. 
Alternarsi di vuoti e pieni, di presenza e assenza, parole che scivolano una dopo l’altra, come note di violino. 
La scelta grafica allungata, gli ‘e’ che congiungono e distaccano immagini di un corpo esplorato in una sorta di carrellata, la rendono sia film che album di immagini evocative: sensualità lieve ed elegante, l’inno al desiderio”.

“Le sue parole hanno la bellezza e l’eleganza del semplice”.

“I poeti sono sempre più rari e inascoltati”.

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