Nell’era del virtuale si conclude la fase post-moderna e post-industriale per lasciare spazio alle nuove tecnologie o nuova téchne: una isteresi dal macroprogetto, metaprogetto, al microprogetto, o dalle macrotéchne alla microtéchne, mobile, flessibile ma anche isologica, isomorfica o isomorphing.
La presente ricerca delinea solo le possibilità potenziali del campo di esistenza spazio-temporali di infiniti progetti, brevetti, classici e virtuali futuri.
Ogni referenza verrà allegata, quale finestra, di approfondimento ipertestuale, giacché tutte le valenze possano avere dispiegamenti, disvelamenti, innovazioni successive.
di
GIACINTO PLESCIA
1998:2003
Le tecnologie del macro si identificano sempre più nelle tecnologie del micro: la singolarità nuova della progettualità, dell’innovazione, dell’architettura, dell’urbanistica.
L’imperativo pare essere, quello di abitare poeticamente la téchne, l’immaginario, il virtuale, il progetto, l’architettura del micro, locale, particolare e del macro globale.
Le esperienze raccolte paiono abbandonare il ritorno del classico, del gotico o del barocco o del moderno, per gettare le fondamenta di eventi di singolarità isomorfiche tra tecnologia ed estetica, tra progetto e preesistenza architettonica, tra virtuale ed immaginario.
Nel passato l’adeguatezza del micro con il macro è sempre stato delegato ad altre competenze fisiche o chimiche.
La nuova era della téchne non tralascia di indagare anche la struttura dei sistemi, la sua stabilità strutturale, l’elasticità, la morfogenesi: anzi, il suo campo di esistenza epigenico o la sua fondatezza o la sua ragione d’essere singolarità della nuova era, pare sia quella della isologia tra la pre-esistenza della microfisica ed il virtuale delle macrostrutture dell'impianto, della struttura invisibile che regge la nuova architettura, delle sinergie e sinestesie tecnologiche.
Recentemente, quale prima singolarità esemplare, è apparsa la progettualità del legno armato con fibra al carbonio: Gottardi, Piazza, Cattich del Trentino hanno proposto una innovazione dell’armatura in un materiale classico, con prossimità di elasticità simile alle classiche del cemento armato.
Travi portanti, strutture inserite nelle murature, negli interstizi vuoti come nei microfori dei moduli d’argilla, consentono una resistenza delle preesistenze e una resistenza alle sismicità, alla termodinamica, alla gravità delle grandi strutture.
La soluzione estetica consente d’essere gradita esteticamente dalle responsabilità della cura architettonica ed urbana.
Quella intuizione può essere dispiegata anche in tutte le altre varietà classiche del materiale di costruzione: marmi, argille, ceramiche, silici, pietra, cementi, metalli, ferro, titanio, acciai, allumini, nichel, ori, argenti, palladi.
Le fibre di carbonio, immerse nella struttura e connesse con i siliconi, sono già struttural - mente stabili come altre armature classiche ma incompatibili con le preesistenze architet - toniche, ma se l’innovazione si dispiegasse dalle fibre lineari del carbonio alle superfibre o supercorde o superstringhe sferiche, tubolari, vuote dei fullereni o diamanti sferici, la stabilità e l’elasticità supereranno di gran lunga qualsiasi altra tecnologia dei sistemi strutturali. Nell’icona “A
si delinea il carbonio sferico che - tagliato con il laser, con configurazione ellitica tale da costituire un chiodo fisso nella struttura preesistente - consente d’essere inserito negli interstizi vuoti delle pareti, nelle strutture portanti, nei moduli connettivi di costruzione, nella modalità visibile o invisibile, giacché anche una supercorda di dimensioni in micron consente un equilibrio stabile superiore alle altre tecnologie preesistenti.
La singolare struttura del diamante sferico consente una verticalità edificabile simile a quelle realizzate dalla progettualità di Herzog, dei De Meuron in Amburgo, dei Foster delle post-stazioni o postazioni berlinesi o londinesi, dei Wilford, Meier, Botta, Richter
come evidenziato nell’icona B, ma a differenza di quelle, la verticalità della struttura può essere invisibile giacché i fullereni https://it.wikipedia.org/wiki/Fullereni sono inseribili per palinsesto nei vuoti strutturali o nelle preesistenze archeologiche o architettoniche, sono gettate nelle fondamenta, nelle strutture portanti, nei moduli essenziali attraverso micro vuoti, creati dal laser con dimensioni quasi invisibili alla visione degli esperti: sono invisibili strutture più stabili, più equilibranti delle strutture visibili e perciò, inestetiche o inadeguate.
La pervasività del micro o particolare o locale, al macro consentono di connettere i particolari, o i fregi, le icone, le simbologie, gli affreschi senza ricorrere a collanti estranei o siliconici, ma solo con la microfibra, o microstringa, sagomate per aderire e rendersi invisibili nei tracciati laser di tutte le strutture materiali classiche delle preesistenze architettoniche.
L’Appennino centrale o le instabili subsidenze geologiche
La flessibilità consente la immersione delle superfibre o supercorde nelle curvature positive, negative o curva nulla con elasticità antisismica, anti termica, a struttura dissipativa, termodinamica rilevante simile alle nuove tecnologie sperimentate nelle regioni dell’Appennino centrale o nelle instabili subsidenze geologiche europee se non oltre.
Tanto per valorizzare le qualità delle intraprese italiane è da citare il brevetto di Alga definito “isteretico”: è una microstruttura ad isteresi, rallenta e dissipa energia termodinamica e sismica, progettata con acciai e teflon che prolunga nel tempo le oscillazioni, crea un campo elettromagnetico variabile, ripristina una super elasticità con memorie morfologiche.
Qui, l’innovazione può essere esponenziale se alle fibre che consentono l’isteresi dissipativa termodinamica antisismica si sostituiscono, con palinsesti adeguati, supercorde fullereniche o superstringhe al diamante sferico.
I Glis dell’Enea https://www.treccani.it/enciclopedia/enea_(Enciclopedia-Italiana)/ hanno la stessa progettualità in tutto il sistema presente nell’Appenino Centrale, nelle leghe nichel-titanio, nei sistemi dissipativi dinamici extra resistenti, giacché il palinsesto dalle microfibre è invisibile alla vista e attuabile con tecniche di incisione laser sui vuoti interstiziali sulle strutture compatte, sulle curvature positive o negative con morfogenesi ellittiche, cuspidali, spiraliche come evidenziate nella icona “B”.
Esistono già i brevetti per le fibre fullereniche, laboratori già operativi in Italia, col progetto del CNR Bonizzoni ed in Europa, utili per configurare una concretezza ed operatività, fattibilità ed immediatezza inimmaginabili.
Anzi da quelle esperienze c’è già il dispiegamento in start-up da intrapresa di nuove tecnologie.
Qui, quel che interessa è la tecnologia strutturale antisismica e compatibile esteticamente con il campo del pre-esserci architettonico: le provate proprietà elettromagnetiche, utili per le strutture dissipative della termodinamica sismica, sono sommate alle proprietà di resistenza meccanica, resistenza alla corrosione, resistenza ambientale, alle aggressività atmosferiche e temporali, antisismica, antiattrito ed altre eventualità superspaziali connessi alla gravità, alla fissione o fusione ed alla meccanica quantica.
Ma la proprietà più singolare ed innovativa è suggerita dal laboratorio di Dubois del Dipartimento di Mons-Haimant, ove si è creata una sintesi con argille che consentono una elasticità sorprendente nel micro e nel macro: tant’è che è possibile quella tecnologia del micro in sinestesia con il campo del pre-esserci architettonico, per offrire una maggiore stabilità sia microfisica sia nelle grandi strutture.
I premi Nobel, Kroto, Curl e Smalley, dedicando la loro scoperta a B. Fuller, vollero ispirar- si a Leonardo e Brunelleschi, ma non immaginavano di innovare anche la microstabilità strutturale o il lavoro virtuale delle grandi strutture, consentito dalla essenza bistabile composta da sfere multidimensionali, tale che la dissipazione elettromagnatica si dispiega endogenamente oltre che nella classica morfologia esogena e visibile.
Nella microstruttura fullerenica, l’energia interna influente trasforma l’energia sismica o termodinamica in energia cinetica, senza trascendenza nelle prossimità strutturali.
Le tecniche di produzione sperimentali sono molteplici, la più interessante è quella della vaporizzazione laser: lì impulsi intermittenti di luce coordinati di alta potenza fondono, connettono e fissano molecole epitassiche nella morfogenesi desiderate: supercorde, super-stringhe, varietà e trivarietà topologiche.
Con il laser è consentito anche il “drogaggio” con atomi ferromagnetici, carbonio 14 radioattivo, alluminio, silicio e titanio: ogni connessione può dar alla luce ad un progetto ed a un brevetto.
Inizialmente è l’epitassia frattale al laser, la tecnologia più immediatamente inseribile nel mercato, giacché la forma ellittica consente la connessione coi sistemi della materia classici e sperimentali, in interazione con elasticità o stabilità strutturale, l’elasticità virtuale e la stabilità microfisica virtuale degli impianti, delle fondamenta, dei moduli tipologici.
Le singolarità virtuali, in interazione con l’impianto strutturale, la montatura (la gestell), sono in sinergia supersimmetrica o sinestesia simmetrica microtecnica, globale e reversibile.
L’Intrapresa, che desideri attuare quella progettualità, non dovrà far altro che dispiegare le singolarità evidenziate nell’icona “A”
l’impianto, la montatura in superfibra al diamante sferica si inscrive nella preesistenza architettonica, nella microstruttura come nella macro, attraverso una tecnologia mutuata dall’armatura classica, con elasticità e stabilità superiori a quelle del classico cemento influente sull’architettura di fine millennio.
L’incisione dei tracciati, attraverso la luce coerente laser, sui materiali classici e sperimentali consente le curvature strutturali positive, negative ellittiche, o a curvature azzerate o lineare, la micro-foratura in assenza di interstizi vuoti, nelle dimensioni invisibili si lascia colmare con le superstringhe o supercorde fullereniche conferendo un'elasticità virtuale antisismica, con strutture dissipative termodinamiche transferenti l’energia instabile in energia cinetica endogena, virtualmente stabile. Nell’icona “B”
qualsiasi singolarità fornisce la fondazione necessaria per edificare impianti super-simmetrici morfologicamente, alle microstruttura sferica del carbonio: la più completa varietà, quella topologicamente trivariabile, consente connessioni verticali, orizzontali ed a curvanza positiva gotica o classica, ma arcuata a curvatura negativa ellittica più stabile e resistente ma inedita per l’estetica architettonica.
La sinergia con i moduli singolari dei particolari locali, è consentita dalla elasticità micro- strutturale molecolare, invisibile e compatibile con le materialità preesistenti archeologiche e naturalistiche.
L’icona consente di intravvedere una immagine di completezza, con evidenza delle continuità strutturale degli impianti super-simmetrici in sinergia e sinestesia con le microstruttura evidente: al centro dell’icona, l’epitassia frattale è consentita dalle microtecnica laser, ampiamente praticata nei laboratori europei.
Si è in presenza di una nuova era dell’architettura con un nuovo inizio nella ricerca degli impianti per il campo delle preesistenze, giacché, a differenza delle altre ere e stili, non c’è differenza tra la progettazione delle microstrutture endogene della elasticità virtuale e gli impianti super-simmetrici della progettualità classica.
Il nuovo inizio implica anche una nuova cultura e nuova professionalità, didattica, saperi, ma anche e soprattutto, o innanzi tutto, una nuova Intrapresa che sappia coniugare, irreversibilmente e senza sosta, la ricerca con il progetto, la fattibilità della concretezza del presente con gli eventi di un futuro che ancora non c’è, ma che è presente nei brevetti, nella ricerca epistemica, nella sinestesia morfogenica dei modelli della microfisica frattale, quantica, super-gravitazionale.
Solo con quel pre-esserci, il progetto virtuale potrà essere più pregnante: dal semplice in 3D al complesso 8D, fino all’ideale in 11D che disveli anche le variabili nascoste spazio tempo- rali delle microstrutture dell’impianto fullerenico.
I modelli di software presenti sul mercato, quali i frattali, saranno convalidati dai modelli matematici risonanti, della stabilità strutturale topologica: cuspidali, ellittici, iperboloci, metabolici.
Solo così la rigorosità scientifica sarà evidenziata per la bistabilità fullerenica, per la dinamica della sfera carbonica all’interno della varietà topologica e trivarietà classica, o cuspidale o ellittica, per l’isteresi dell’atomo instabile nel diamante sferico, per valutare la dissipazione termodinamica della intensità sismica, o dell’interferenza atmosferica, o dell’interazione dell’impianto super-simmetrico strutturale.
Un brevetto virtuale tecnologico per impianti, strutture al carbonio antisisma o fullereniche con tecniche laser
Tutte le invenzioni, le innovazioni, le tecnologie, i brevetti, i paradigmi epistemici, le teorie scientifiche in un preciso momento si trovano di fronte al loro paradosso esistenziale: essere trascese da un'eventualità migliore e quindi inoltrarsi verso il loro viale del tramonto, oppure sopraggiungere a limiti insormontabili di applicabilità, costi, prospettive, oneri, fiscalismi, codici delimitanti, autorità.
Quando si è di fronte a simili paradossi, l'invenzione tecnologica o evolve verso orizzonti eccelsi, o sarà destinata a testimoniare la sua effimera presenza in un bel parco o museo di archeologia industriale e, chissà, in futuro, postindustriale.
La sorte degli impianti, delle strutture non sfugge a quelle bronzee leggi delle magnifiche esistenze e progressive delle civiltà post-industriale: è sufficiente richiamare a grandi linee le concause fondamentali, convergenti e contemporanee.
Molte sono le ricerche vigenti in più laboratori del pianeta, molti i progetti, le invenzioni, i brevetti, le innovazioni: senza distogliere l'attenzione o criticare o minimizzare quelle intraprese, l'unica alterità che appare la candidata migliore per eventuare un futuro di assoluta preminenza, pare sia l'applicazione del fullerene o carbonio sferico nelle strutture e negli impianti a curvatura positiva o negativa o prossima allo zero.
Qui, sia consentito descrivere un'eventuale o virtuale o possibile disegno di un progetto tecnologico per la sperimentazione e la costruzione seriale di fibre, supercorde, superstringhe, supervarietà al fullerene.
L'omaggio che i nobel R. Samlley, R. Curl e H. Kroto offrirono all'immaginifico architetto R. B. Fuller, non fu solo nominale per le geodiche applicate al carbonio sferico, ma anche strutturale: così come fu possibile comporre i moduli triangolari per le più ardimentose edificazioni, sarà possibile articolare le molecole sferiche, simili al diamante ma sferico per progettare e costruire materiali per il nostro progetto, fili o tubi coassiali, resistenti a tensioni e avvolgibili con grande facilità denominati: buckytube o buckyfiber.
Da quelle fibre carboniche o di grafite sferiche è iniziata la ricerca per progettare fibre al fullerene o al diamante sferico.
La formula più semplice per costruire le fibre con molecole sferiche, derivante dalla grafite polarizzata tridimensionalmente, è quella di immaginare una seriale composizione super-simmetrica con la quantistica, utile per lasciarsi attraversare da una singolarità, quasi solitonica, di raggio laser.
Le ricerche in campo sperimentale consentono di intrappolare, con microlaser all'arseniuro d'alluminio, supercorde pari a quasi un quinto di micrometro cubo.
Più recentemente sulla scia di ricerche di Bragg, Krauss, De La Rue, Wendt, Vawter, Yokoyama, Gourley, Meade, Winn, Weisburch ed altri, singoli atomi in un reticolo esagonale di singolarità connesse, liberanti dei fori allineabili in archetipali cavità.
La dimensione infinitesima possibile sarà, così, prossima ad un ventesimo di micrometro cubo.
Ma quello che dovrà essere sperimentato sarà ancora più sorprendente.
Si immagini di simulare, ancora virtualmente, una superstringa fullerenica lineare, archetipo di una possibile fibra con la dimensione prossima alla molecolare sferica super-simmetrica.
Fin qui nulla di eccezionale: ma qualora si immaginasse di costruire, con una modale singola sfera fullerenica, una super-simmetrica gabbia di Faraday, l'interazione in fibra si moltiplicherebbe.
La cifra della completezza si approssimerà verso il superamento del milione di supercorde simultanee, in una singola superstringa sferica fullerenica.
L'iperstabilità della sfera fullerenica consentirà di selezionare e decostruire superonde dissipative.
All'inizio del nuovo millennio, nessuno potrà interdire le potenzialità immaginarie di simile sviluppo epistemico e tecnologico.
Giacché, le sfere molecolari fullereniche consentono di criptare sè stesse per supersimmetria o criptare archetipi e singolarità isologiche e topologiche.
Una supersfera carbonica cripta la connessione di sfere inscritte e simmetriche, moltiplicando le varietà simultanee di una fibra al fullerene.
Lì, il percorso sarà prossimo ai tre milioni di supercorde contemporanee, inscrivibili e criptabili all'interno di una fibra a grafite tridimensionale, tanto per restare nella dimensione tecnica si disvelerà poco formidabile, infinitesima, miliardesima.
Altrimenti, la supersimmetria è riproducibile verso l'infinitesimo milionesimo, ma la capacità tecnica si disvelerà poco formidabile.
Più pregnante, invece, si svelerà il modello archetipale criptante singolarità cuspidali: nelle icone al centro dell’immagine vi è delineata una eventuale supersfera: lì la trivarietà decostruirà e dispiegherà le varietà, moltiplicando le possibilità simultanee delle superstringhe fullereniche, animata da singolarità cuspidali decostruenti e selezionanti almeno in teoria progettuale.
La novità sarà, in quel modello, costruire le ipersfere criptanti varietà cuspidali semplici o, in futuro, più complesse.
Mentre le molecole sferiche più classiche vengono prodotte attraverso l'interazione elettromagnetica delle polarità di grafite, pressate con elio, evaporanti carbonio che si rideposita in fuliggine fullerenica e tridimensionale, poliedrica; per le varietà cuspidali topologiche è necessario immaginare una gabbia di Faraday a curvatura negativa capace di creare singolarità increspate in un toroide topologico o in una trivarietà a tricuspide attraverso la sublimazione laser.
La decostruzione fullerenica, a differenza di tutte le possibili altre fibre presenti nella tecnologia globale, si può immaginare infinitesimale, la più semplice, consente di variare almeno la valenza di operatività dissipative antisismiche.
In termini epistemici: si è in presenza di una téchne con-fusiva dei tre hardware essenziali: il computer, il laser, le fibre: una delle parti possiede in sé la funzionalità isologica e simmetrica delle altre, con molti vantaggi nella affidabilità.
Ma le innovazioni possibili non sono previsibili: altre già si presentano con evidenza, se solo si volesse ricercare con risorse adeguate: la struttura fullerenica può dare alla luce superstringhe in fibra, appena delineate, ma anche per supersimmetria, supercorde di fibre semplici e complesse.
Le supersfere fullereniche allineate rigorosamente e stabilmente, formano delle cuspidali supercorde laserizzate: sono le supercorde semplici.
La presenza di quella decostruzione fullereniche moltiplica la simultaneità dissipativa, antisismica, in contemporanea nella fibra di almeno il doppio.
Si può facilmente calcolare teoricamente, che la fibra al fullerene di supercorde, supersfere, superstringhe ricombinate e supersimmetriche in completa può svolgere quasi una resistenza dissipativa antisismica superiore ad altre strutture o impianti.
Nessuna altra téchne, τέχνη, né silicia, né superconduttiva metallica o ceramica, consentirà mai quei risultati e quei traguardi.
Di più: se si immagina la singolarità, genesi delle supercorde fullereniche, avvolta da una gabbia di Faraday https://it.wikipedia.org/wiki/Gabbia_di_Faraday ma tetracuspidale, la quale, a sua volta, cripti una varietà topologica al fullerene cuspidale, inscritta in una ipersfera, i confini tra fibre fullereniche diverebbero labili, giacché ogni frammento del sistema funzionerà come se fosse una microstruttura o microimpianto al fullerene.
Innalzando, ai vertici dell'inaudito, l'intelligenza sistemica delle fibre fullereniche.
Qui è possibile solo enunciare quella che potrà essere la tematica del nuovo millennio: la supercorda fullerenica, in interazione con la superstringa, le ipersfere e le singolarità cuspidali, darà alla luce al primo sistema intelligente di fibre, capace di compiere simultaneità operative, ma anche e soprattutto decostruire la supercorda in sinergia dissipativa ed antisismica.
Una flessibilità, armoniosa e intelligente, possibile grazie alle supercorde criptate nel vuoto della tetracuspide, e non solo nella vuota geodetica molecolare classica, come nella icona delle supercorde complesse.
Lì, nell'infinitesimo abissale di miliardesimi potenziali al negativo, la decostruzione confinerà con le auree regole antisismiche: ove in simultanea si scambiano in contemporanea, criptati nel vuoto delle singolarità cuspidale delle supercorde fullereniche, convogliate e composte dalla supergabbia magnetica di Faraday.
Nessuna altra téchne è capace di sostituire, con identica funzionalità, mille volte le attuali tecnologie metalliche nella sua completezza: fibre, tubi, superconduttori ceramici e metallici, sistemi intelligenti, dissipativi, antisismici.
Tant'è che potrà sorgere quasi spontaneamente, una domanda: ma le supercorde fullereniche saranno ancora fibre, sia pur complesse, o si è in presenza di nuovi e più completi impianti o strutture, dispiegati nelle superstringhe del sistema tecnologico, dissipativo e antisismico?
Ci sia consentito di lasciare l'ultima e ardua e sorprendente sentenza al futuro.
Le linee programmatiche del progetto di ricerca in progress
01- Le Innovazioni
02- La Ricerca
03- La Valorizzazione delle Preesistenze Urbane e Architettoniche
04- Le Tecniche di Produzione Automatica e Virtuale
05- La Ditta
06- Configurazione
07- Gli Investimenti
08- Due Possibilità
09- Il Progetto di Ricerca
10- Valori Economici per l’ Introduzione Virtuale nel Mercato Globale
11- I Fondi per Intraprendere
12- Gli Utili di quella Innovazione
13- Risorse Disponibili
14- Le Istituzioni, le Fondazioni, le Aziende, i singoli Privati
15- Il Settore dell’Economia e della Ricerca Architettonica,Tecnologica, Progettuale
LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL PROGETTO DI RICERCA IN PROGRES PER CONOSCERE “IL PRODOTTO CHE NON C’È”
01- Le Innovazioni di tecnologie, strumenti, brevetti, materiali da decenni sono presenti nel settore della stabilità strutturale, dell’estetica delle preesistenze architettoniche, dei materiali e la configurazione estetica della progettualità, ha consentito l’operatività e la gradevolezza estetica ed iconica.
02-La Ricerca
- incentrata sulle stabilità strutturale, elasticità, innovazioni per le preesistenze architettoniche-
vorrà sviluppare
- sia la classica fattibilità
- sia l’analisi di possibili intraprese, ricerche future sui materiali, le tecnologie, i brevetti, l’automatico, le risorse disponibili sul campo.
03- La Valorizzazione delle Preesistenze Urbane e Architettoniche
diviene motivo di valenze economiche rilevante quando l’industrialismo dimostra limiti di sviluppo e nel contempo le innovazioni offrono opportunità tecniche di flessibilità.
04- Le Tecniche di Produzione Automatica e Virtuale
ha reso più economiche le attività e le intraprese, con notevole elasticità, rapidità di progetti, prodotti, decisioni.
Nel contempo si è di fronte ad una notevole concorrenza sui mercati globali, giacché tutti dispongono delle medesime strutture, professionalità, innovazioni etc.
Vale solo l’ultima opportunità che crea la “differenza”.
05- La Ditta
Ovvero chi voglia intraprendere l’innovazione delle tecnologia in questo settore
-si trova di fronte perciò o alla stasi produttiva o alla notevole innovazione in tutte le dimensioni dell’intrapresa: materiali, tecnologiche, progetti, mercati, etc..
-troverà le capacità di automazione delle tecniche attraverso le microtecnologie, i laser, i sensori etc.
Se queste stesse tecniche fossero applicate verso nuovi materiali, l’innovazione sarebbe epocale: dall’acciaio, all’alluminio, al titanio, alle sperimentazioni del carbonio.
06- Configurazione
Si può trovare una “configurazione” ove tecnologie e materiali siano sperimentate nello stesso tempo?
La risposta è positiva se si immagina che le tecnologie di laser sono già utilizzate per creare, con materiali al carbonio, moduli strutturali: dai tubi, alle travi, alle colonne, alle tecnostrutture: più leggeri, flessibili, elastici, più adeguati alle “imperfezioni” delle preesistenze architettoniche.
In questo campo ancora sono possibili brevetti e progetti capaci:
-non solo di innovare l’esistente
-ma di creare le condizioni di un nuovo mercato globale con incrementi di produttività da miracolo economico, giacché, a differenza delle altre tecnologie, la verosimiglianza estetica con il classico materiale naturale del legno è esteticamente sorprendente.
07- Gli Investimenti
sono plausibili giacché le tecniche di produzione sono assimilabili all’era elettronica ed ai laser, anzi la differenza virtuale dell’uso dei brevetti può equiparare le iniziali quote investite
08- Due Possibilità
possono già configurare una notevole innovazione nel settore:
- per una più consistente stabilità delle strutture nella cura della preesistenza urbana ed architettonica
- e, forse, la migliore valorizzazione estetica nei criteri di adeguatezza artistica ed iconica.
09- Il Progetto di Ricerca
può essere completato:
- in forma classica: con migliaia di euro nel corso dell’anno solare
- in forma virtuale interattiva con milioni di euro.
10-Valori Economici per l’ Introduzione Virtuale nel Mercato Globale
i valori economici si moltiplicano.
In Un Sito Interattivo:
- sarà possibile esporre le qualità alle competenze
Ai Mercati:
un portale consentirà il mercato dei brevetti, delle ricerche, delle competenze.
Il Valore Economico dell’Intrapresa:
potrà raggiungere le quote di mercato simili a quelle dei nuovi prodotti tecnologici:
giacché
-non solo la possibile diffusione può essere immediatamente globale
-ma anche l’innovazione, i progetti, i brevetti, le ricerche non si troveranno mai al termine fisiologico epocale.
Anche lo spazio di applicabilità troverà nuove frontiere al di là dei limiti temporali, storici, estetici, legali, di consenso estetico e culturale.
11- I Fondi per Intraprendere:
quelle ricerche sono reperibili nei: fondi Cnr, Unione Europea, Nuovo Istituto Tecnologico Nazionale Fondazioni, Fund-Raising
12-Gli Utili di quella Innovazione:
successivamente, potranno sponsorizzare:
- nuovi progetti
- didattica
- formazione professionale.
13- Risorse Disponibili:
La progettualità sarà adeguata alle risorse disponibili:
-la minima consiste nella possibilità di alcune migliaia di euro per una ricerca classica a scadenza annuale fino alla possibilità di realizzare
-una ricerca globale virtuale
ove possano interagire i ricercatori, simultaneamente, attraverso: un portale sui materiali, le tecnologie, i brevetti i progetti di stabilità strutturale per le preesistenze urbane ed architettoniche
14- Le Istituzioni, le Fondazioni, le Aziende i Singoli Privati
possono:
-interagire tra loro nel mercato virtuale, trovare le competenze, i materiali, le tecnologie, i progetti, le conoscenze scientifiche, gli argomenti estetici, le consulenze legali, i fondi.
15- Il Settore dell’Economia e della Ricerca Architettonica, Tecnologica, Progettuale
potrà così trovare:
- non solo quelle innovazioni per resistere nei nuovi mercati
- ma può dare impulso ad un nuovo settore produttivo e tecnologico:
quello delle nuove virtualità nella cura delle preesistenze architettoniche, dei nuovi materiali applicati all’estetica, della automazione degli strumenti tradizionali dell’edilizia, della stabilità antisismica e anti-temporale, della nuova estetica e dell’iconografia, della qualità progettuale, dell’economia virtuale applicata alle metropoli senza limiti territoriali né temporali né tecnici.
Modelli ontologici e/o virtuali della supersferica molecola carbonio
In Modelli ontologici e/o virtuali della supersferica molecola carbonio: il fullerene viene pensato non solo come oggetto scientifico, ma come ikona ontologica capace di dischiudere “strutture di senso” nella materia stessa: si ipotizza una bistabilità naturale, isteresi che renderebbe la molecola un dispositivo non solo fisico ma anche simbolico: un evento della materia.
Il fullerene, non è solo la molecola supersferica composta da 60 atomi di carbonio, scoperta negli anni’80 e premiata con il Nobel, ma una figura ontologica, un’ikona della struttura dell’essere nella materia, una figura della supersimmetria fluttuante e del senso che si annida nella geometria.
La ricerca sperimentale e ontologico-virtuale
La ricerca si articola su due fronti: quello sperimentale in cui ha già trovato applicazioni nella scienza dei materiali, nella fotonica, nei microchip e nella computazione e logica quantistica e quello ontologico-virtuale, in cui la molecola è vista come configurazione ontologica.
Si propone un modello bistabile super simmetrico alla bistabilità ottica che prende spunto dalla scoperta di forme sferiche del carbonio C60 C80 fa sorgere il problema dell’indeterminatezza della morfologia del modello fullerenico e diversi interrogativi sulle loro proprietà chimico-fisiche e sulla loro struttura ontologica.
Discrasia tra reale ed epistemico
La questione centrale non è più la verifica sperimentale, ma la discrasia tra reale o scientifico o epistemico, tra realtà empirica e modello teorico, tra l’essere reale e l’essere epistemico: il fullerene diventa quindi un simbolo, un oggetto scientifico liminale, sospeso tra reale, teorico e virtuale.
Si sottolinea come il modello fullerenico sia “non naturalisticamente fondato”, qui entra in gioco la critica epistemologica: ciò che è scientificamente valido non è necessariamente “reale” in senso ontologico.
Questa separazione richiama Kant, che distingueva tra fenomeno - ciò che appare - e noumeno - ciò che è - ma, qui, si propone un “modello virtuale globale” che includa sia realtà sia possibilità, fondate in una pluralità ontologica.
Al di là della verifica sperimentale, di là dell’essere attivata, e in presenza di rilevanti applicabilità della sferica molecola del carbonio - dall’hardware alle fibre ottiche - è urgente stabilire una più rigorosa struttura fullerenica senza mettere in discussione la preesistente.
Bistabilità super-simmetrica
Si propone di modellare la struttura dei fullereni ispirandosi alla bistabilità ottica - sistemi che possono esistere in due stati stabili differenti - e alla supersimmetria della fisica teorica.
Il fullerene non è più solo una molecola, ma una singolarità ontologica: un nodo in cui interagiscono simmetrie teoriche e biforcazioni reali.
Questo ricorda le simmetrie implicite nei lavori di Murray Gell-Mann - modello a quark - ma anche le geometrie dinamiche di Penrose o la topologia quantica di Edward Witten.
Strutture iper-sferiche e trivarietà ontologiche
E' ipotizzabile una struttura sferica o ipersferica simile alla bistabilità ottica o una struttura sferica da includere o inclusa in una trivarietà ontologica, tutte utili per fornire rigorosità alle nuove tecnologie fotoniche.
Questo ci porta nel dominio del design quantico: i modelli non sono solo teorici, ma utili per lo sviluppo di tecnologie fotoniche e sistemi digitali, oggetti reali - computer, fibre ottiche, hardware - che incorporano forme virtuali: una convergenza tra scienza, arte e filosofia.
Il progetto si apre così alla possibilità di una “logica quantistica” che non è solo funzionale, ma che affonda nella ontologia del reale.
Le ipotesi proposte - strutture ipersferiche, trivarietà ontologiche - mirano a virtualizzare la molecola fullerenica, rendendola parte di un cosmo topologico.
Si tratta di un’ontologia della molteplicità compatta, simile alla nozione di varietà differenziabili: qui si possono richiamare i lavori di Bernard Riemann, ma anche le varietà di Deleuze e la teoria di René Thom.
I modelli ontologici e/o virtuali della supersferica molecola carbonio il fullerene, si pone l’obiettivo di esplorare le strutture ontologiche e virtuali e la funzione del fullerene, come oggetto fisico, tecnologico e ontologico la cui morfologia sferica apre interrogativi sia fisici che filosofici.
Una ricerca che non si limita ad un approccio tecnico-scientifico ma si propone di sviluppare modelli ontologici e virtuali della struttura fullerenica, interpretando la morfologia della molecola in topologia e, in tal senso, rappresenta un ponte tra fisica teorica, nanotecnologie e ontologia.
L'ontotecnologia
La forma supersferica - icosaedrica, ellittica, iperbolica - si trasforma in emblema della morfogenesi del reale.
L’idea centrale è che la bistabilità del fullerene naturale possa essere letta anche come isteresi ontologica come una resistenza, una memoria del possibile nella struttura della materia che è forma che abita il vuoto e costruisce ponti tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente significativo: pensiero che risuona con la fisica del vuoto, con le teorie del campo quantistico e con le visioni topologiche del caos.
Il fullerene diventa così una “macchina ontologica”, un oggetto-evento: si fa così specchio dell’essere, una monade quantica che riflette la struttura profonda del cosmo.
L’obiettivo non è solo la progettazione di fibre ottiche fullereniche o dispositivi laser quantici, ma la costruzione di un modello ontoattante in cui la materia stessa diventa veicolo di risonanze ontologiche.
I modelli iconici e ontoattanti progettati nel portale virtuale - il telaser, le fibre ottiche fullereniche, i sensori quantistici - sono allora non solo tecnologie, ma strumenti per pensare ontologicamente la materia: siamo davanti a una nuova “ontotecnologia”, che non separa più logos e τέχνη, téchne, poesia e scienza.
Le sperimentazioni tecnologiche e la riflessione ontologica
Il fullerene si propone come entità capace di condurre esperimenti spaziali e virtuali interferometrici, la proposta include anche la possibilità di realizzare computer quantici, fotonici e tachionici, iconelaser per la criptazione di segnali attraverso l'idea di bistabilità strutturale e isteresi quantica, nonché sensori ultraveloci a base di telaser virtuali capaci di interagire con microchip e sensori quantistici.
La ricerca mira alla progettazione e decostruzione di fibre ottiche fullereniche, attraversate da laser quantici ultravioletti, proponendo una convergenza tra sperimentazione tecnologica e riflessione ontologica: il fullerene è qui pensato come un topos ontoattante, che produce ontoisteresi, morfocreodi e chiasmi fotonici, dischiudendo nuove dimensioni del senso e della forma.
Il progetto si distingue per l’ibridazione di istanze fisico-tecnologiche con il pensiero ontologico: il fullerene è trattato non solo come oggetto nanotecnologico, ma come figura di una ontologia fluente, attraversata da isteresi, chiasmi e varietà topologiche che richiamano una morfogenesi continua della materia.
L’immaginazione di una “ontoisteresi morfogenica teraveloce” trasforma la materia in linguaggio del divenire.
L’universo tecnologico e l'epistème postmoderna
L’universo tecnologico viene interpretato come nuova physis e, in tal modo, l’ontologia rinasce nel virtuale: il fullerene diviene archetipo del caos ordinatore, ponte tra poiesis e mathesis: la scienza incontra la filosofia e la metafisica: la tecnologia diviene arte dell’Essere.
L'esplorazione del fullerene diventa una nuova ontopoietica del senso, dove la materia si manifesta non solo nella presenza ma nella sua interferenza, nella sua isteresi, nella sua fluttuazione tachionica: il fullerene è allegoria della nuova epistème postmoderna: mutevole e decostruttiva.
La molecola sferica diventa metafora dell’essere-materia che si organizza in struttura, del pensiero che si fa forma, e della materia che si trasforma in software ontologico.
Il fullerene non è solo un oggetto chimico o fisico, ma si trasforma in figura della complessità ontologica, della fluttuazione morfogenica del reale.
È evidente il richiamo a Heidegger e al suo concetto di Gestell, rielaborato qui come contesto che imprigiona ma anche disvela possibilità attraverso il caos della materia.
Il fullerene, nella sua “supersfericità”, diventa emblema della potenzialità di un pensiero capace di collegare morfologie iconiche dove il laser e la luce non sono meri strumenti, ma eventi dell’Essere.
La proposta di “ontoisteresi morfogeniche teraveloci” si collocherebbe all’incrocio fra nanotecnologie, fisica teorica, estetica della scienza e filosofia del virtuale.
Seminario virtuale permanente e microportale
Il progetto è una proposta di ontologia applicata alla scienza dei materiali, un tentativo di fondare la realtà fisica delle molecole su una visione telematica, super-simmetrica, virtuale e creodale.
Tutte le ipotesi e le ricerche saranno in iterazione virtuale con i siti internet delle Università in un seminario virtuale permanente possibile all’interno di un micro portale ove troveranno consistenza gli eventuali sponsor annuali per cifre intorno ai 8 mld: l’intera entrata sarà utile per sviluppare il portale dove convergano ricerche, finanziamenti e condivisione epistemica e per contribuire ad altre ricerche del CNR salvo il 20% da devolvere alla intrapresa virtuale progettuale quale onorario.
L’ambizione di un portale globale per condividere ricerche, donazioni e idee evidenzia l'intento democratico e aperto della scienza futura, dove l’ontologia non è più dominio elitario ma campo condiviso.
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