giovedì 4 febbraio 2021

La politica come professione da Weber a Draghi e Conte


MATTEO RENZI e GIUSEPPE CONTE

 

Conte è in pista come Leader del Fronte PD-5stelle-LEU: non di solo emergenze vive la Politica e di Recovery Plan e Giuseppe Conte lo sa.

Conte ha lo sguardo lungo: il Colle è una meta non lontana e non impossibile: una carta da giocare in ogni caso.

Nel frattempo può attendere a incarichi governativi o esteri: un guanto di sfida per chi lo dava KO dopo il set perso con Renzi.


Giuseppi non conoscerà le "raffinatezze" dello scontro politico ma si è sempre mostrato capace di incassare, cambiare la tuta e scendere sul ring.
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Giuseppe Conte sa essere un comprimario come si è visto ai tempi dei due vice premier Salvini-Di Maio: defilato nelle conferenze stampa, lasciava i primi piani a chi contava di più.
Per comandare devi prima conoscere l'arte della condiscendenza e del consenso.

Dire di no a Draghi è inimmaginabile e da molto tempo lo si invocava e non solo da Renzi: veniva perorato da più parti e settori che hanno voce in capitolo e dalla stampa non ultimo il Quotidiano Nazionale, per dirne una.

Dopo Dini e Monti di nuovo la politica getta la spugna, si mostra capace di sopravvivere con lunghe parentesi di abdicazione.

Dopo "mani pulite" e la dissoluzione di quel quadro politico, la proposizione di piccoli o grandi potentati, non ancora sono nate classi dirigenti attraverso una selezione per meriti e competenze.

La politica come professione, per parafrasare Weber, non è blasfemia ma una necessità sine qua non per il governo della Res Publica.



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