GIACINTO PLESCIA:PROGETTO DI RICERCA: UTILIZZO DEL FULLERENE IN ARCHITETTURA

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Le tecnologie del macro si identificano sempre più nelle tecnologie del micro: la singolarità nuova della progettualità, dell’innovazione, dell’architettura, dell’urbanistica.

L’imperativo pare essere, quello di abitare poeticamente la technè l’immaginario, il virtuale, il progetto, l’architettura del micro, locale, particolare e del macro globale.


Le esperienze raccolte paiono abbandonare il ritorno del classico, del gotico o del barocco o del moderno, per gettare le fondamenta di eventi di singolarità isomorfiche tra tecnologia ed estetica, tra progetto e preesistenza architettonica, tra virtuale ed immaginario.

Le fibre di carbonio immerse nella struttura e connesse con i siliconi sono già strutturalmente stabili come altre armature classiche ma incompatibili con le preesistenze architettoniche, ma se l’innovazione si dispiegasse dalle fibre lineari del carbonio alle super fibre o supercorde o superstringhe sferiche, tubolari, vuote dei fullereni o diamanti sferici, la stabilità e l’elasticità supereranno di gran lunga qualsiasi altra tecnologia dei sistemi strutturali.

Icona “A”

GIACINTO PLESCIA DISEGNO DEL FULLERENE


La singolare struttura del diamante sferico consente una verticalità edificabile simile a quelle realizzate dalla progettualità di Herzog, dei De Meuron in Amburgo, dei Foster delle post-stazioni o postazioni berlinesi o londinesi dei Wilford, Meier, Botta, Richter come evidenziato ma a differenza di quelle, la verticalità della struttura può essere invisibile giacchè le superfibre fullereniche oltre ad essere inseribili per palinsesto nei vuoti strutturali o nelle preesistenze archeologiche o architettoniche, sono gettate nelle fondamenta, nelle strutture portanti, nei moduli essenziali attraverso microvuoti, creati dal laser, con dimensioni quasi invisibili alla visione degli esperti: sono invisibili strutture più stabili, più equilibranti delle strutture visibili, e perciò inestetiche o inadeguate.

Nella microstruttura fullerenica l’energia interna influente trasforma l’energia sismica o termodinamica in energia cinetica, senza trascendenza nelle prossimità strutturali.

Con il laser è consentito anche il “drogaggio” con atomi ferromagneteci, carbonio 14 radioattivo, alluminio, silicio, titanio: ogni connessione può dar alla luce un progetto ed un brevetto Icona B

FULLERENE DISEGNO DI GIACINTO PLESCIA
              

Si è in presenza di una nuova era dell’architettura con un nuovo inizio nella ricerca degli impianti per il campo delle preesistenze, giacché, a differenza delle altre ere e stili, non c’è differenza tra la progettazione dellle microstrutture endogene della elasticità virtuale e gli impianti supersimmetrici della progettualità classica.


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LE RICERCHE IN CAMPO SPERIMENTALE, CONSENTONO DI INTRAPPOLARE, CON MICROLASER ALL'ARSENIURO D'ALLUMINIO,  SUPERCORDE PARI A QUASI UN QUINTO DI MICROMETRO CUBO.

Più recentemente sulla scia di ricerche di Bragg, poi di Krauss, De La Rue, Wendt, Vawter, Yokoyama, Gourley, Meade, Winn, Weisburch ed altri, singoli atomi in un reticolo esagonale di singolarità connesse, liberanti dei fori allineabili in archetipali cavità. 


La dimensione infinitesima possibile sarà, così, prossima ad un ventesimo di micrometro cubo.

Ma quello che dovrà essere sperimentato sarà ancora più sorprendente.

Si immagini di simulare, ancora virtualmente, una superstringa fullerenica lineare, archetipo di una possibile fibra con la dimensione prossima alla molecolare sferica supersimmetrica.

Fin qui nulla di eccezionale: ma qualora si immaginasse di costruire, con una modale singola sfera fullerenica, supersimmetrica gabbia di Faraday, l'interazione in fibra si moltiplicherebbe.

La cifra della completezza si approssimerà verso il superamento del milione di supercorde simultanee, in una singola superstringa sferica fullerenica.

L'iperstabilità della sfera fullerenica consentirà di selezionare e decostruire superonde dissipative.

Giacchè, le sfere molecolari fullereniche consentono di criptare se stesse per supersimmetria o criptare archetipi e singolarità isologiche e topologiche.


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