Alcuni inediti dell’archivio di Giorgio Colli, in cui è presente un nuovo chiasma del mito, portano a ripercorrere l’interpretanza nicciana di mythos e logos, il concetto di abisso in Sergio Givone, alcuni momenti del pensiero heideggeriano, ad interrogarsi se logos e techne prevalgono sul mito o sono una sua singolarità e impongono una riflessione sul problema del tempo.
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Un’innovazione teorica, tramite l’attrattore strano di Lorenz e le teorie di Hawking, delinea il paradigma della temporalità immaginaria, altra da quella lineare, e fa emergere una Topologia dell’Essere che vede il mithos all’interno di spazi topologici.
La crisi dei fondamenti “non obbliga ad accettare le conseguenze antifilosofiche di alcuni” (Parrini), la nuova epistemologia è messa in guardia dai rischi del relativismo (Lanfredini), mentre il sentiero interrotto della crisi, dai frattali di Mandelbrot alle catastrofi di Thom, sembra condurre ad una noematica ontologica godeliana.
Indice dei Contenuti
- Il sapere, il soggetto e un disco
- L'Ontologia della differenza e lo zeit-raum in Mozart
- L'Ontologia del Chaos
- Il sapere, il soggetto e un disco
Quando il sapere, per esempio, ha di fronte a sé un disco in cui sia incisa una musica può definirne l’evoluzione; lo stesso soggetto visivo, all’interno del disco, non riesce a stabilire un percorso, un senso: si trova in una situazione chaotica. I confini e l’orizzonte degli eventi sono ben delineati (es. a forma di disco) ma è impossibile calcolare l’itinerario interno.
- L'Ontologia della differenza e lo zeit-raum in Mozart
L’ontologia della differenza, quasi fosse un chaos, non ha trovato forme stabili di rappresentazione a causa della sua origine abissale.
Nello zeit-raum mozartiano, metafora del chaosmos, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: abbiamo tempo ordinato e spazio disordinato, tempo caotico e spazio cosmico.
- L'Ontologia del Chaos
Emerge una Ontologia del Chaos che dispiega luoghi e regioni ove gli eventi appaiono incomprensibili e indecidibili e viene delineato un paradigma che va oltre il pensiero debole o forte.
Cap. 1 - L’ASSENZA del FONDAMENTO. I PARADIGMI della TEMPORALITA’:
Il “Tempo Immaginario”
Il pensiero filosofico, la ragione classica sono stati costretti ad abbandonare le “grandi narrazioni” di fronte alla “nuova” scienza; ma, solo con Heidegger, la natura (=fusis) ha in sé la stessa essenza del “chaos”: si è in presenza di una visione del mondo governato dall’assenza del fondamento o da una temporalità caotica (=wildniss).
L’ordinato, il lineare, lo stabile, abbandonano, con Heidegger, la filosofia.
Nel pensiero calcolante si eventua l’indicibile, l’impredicibile. Sul versante scientifico: da Euclide ad Hilbert, al fondo della scienza matematica, c‘è stata la speranza di poter decidere sulle asserzioni concernenti i numeri interi se fossero vere o false.
Con Gödel, nel 1931, il disegno hilbertiano va a gambe all’aria.
Il teorema gödeliano mostra che ci sono asserzioni formulate in modo esatto per le quali non si può mostrare né che sono vere né che sono false: c‘è incompatibilità tra rigorosità e completezza.
Il teorema di Gödel è il grimaldello della “crisi della ragione”, dei fondamenti, del soggetto.
La crisi dei fondamenti è ancora presente nel futuro della mathesis, ma nessuno si è inoltrato nel sentiero interrotto della crisi della fondatezza della matematica.
La noematica gödeliana
ontologica annulla le paradossalità categoriche della metafisica influente, ininfluente ed eventua il sentiero della sinestesia con il pensiero poetante.
L’ontologia gödeliana
può essere in sinestesia con il pensiero ontologico poetante, quale grund, fondatezza.
La singolarità della prova ontologica gödeliana, disvela l’essenza della fondatezza metaontologica in relatività con la poiesis.
La noesis si getta nell’abgrund, nell’abisso dell’essere, oltre la metafisica influente.
La sinestesia tra il pensiero ontologico e l’ontologia gödeliana della mathesis eventua la disvelatezza della verità ontologica.
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