Si sono lasciati avvicinare e firmato dediche su qualsiasi foglio volante e amato i selfie: sono tra gli umani, appena lasciate dorate lontane residenze. Chi? Loro: i nuovi dei e non a caso li chiamano Divi, l'appellativo di Augusto.
Per Hölderlin gli dei sono fuggiti dagli uomini ma non ha visto dove si sono rifugiati oltre che nella poesia e nelle arti. Hanno trovato casa in un Olimpo terreno: nel Cinema che li vede trasformarsi in ogni modo immaginabile come quando gli dei cambiavano le sembianze per avvicinarsi agli uomini e dare loro man forte o parteggiare per la parte avversa ai loro protetti. Vivono appartati tutto l'anno queste terrene divinità ed arrivano, ogni tanto, tra noi per poter dar gioia quando si manifestano agli occhi del mondo.
Il trionfo della ragione e della tecnologia non ancora riesce a soppiantare il tempo atemporale della narrazione: il cinema raccoglie l'esperienza degli aedi che in poesia raccontavano l'origine del cosmo e della natura, le gesta e la storia di popoli, amori, modi di vita, desideri e sogni.
Il cinema ha l'imperitura giovinezza dei miti e ferma il tempo.
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