sabato 2 ottobre 2021

Jenny Saville in Mostra a Firenze fino al 20 febbraio 2022


  
Jenny Saville Mostra a Firenze



La Pietà Bandini di Michelangelo, fresca di pulitura, abbraccia nel Museo del Duomo di Firenze, "Study for Pietà" (2021) di Jenny Saville un lavoro di grandi dimensioni che unisce al dolore di Maria un corpo martoriato di un ragazzo. 


E non è il semplice e ricorrente richiamo del dialogo tra contemporaneo e l'arte Rinascimentale.


La singolarità del linguaggio, cifra dell'artista inglese, travalica il tempo e lo spazio per riportarci, semplicemente, alla dimensione del tragico ove vive e palpita il corpo umano che occupa lo sguardo del visitatore e inonda i luoghi espositivi. 


Indice dei Contenuti

  • Una esposizione corale
  • Jean Saville: il classico ed il contemporaneo
  • Il nudo tra figurativo ed informale
  • La Materialità liquida
  • Lo splendore di Firenze tra Umanesimo ed Avanguardie


  • Una esposizione corale

Dal Museo del Duomo, partendo da quello del Novecento a Casa Buonarroti, Palazzo Vecchio e gli Innocenti molti sono i luoghi della città coinvolti: un'esposizione corale accoglie, infatti, 100 opere tra dipinti e disegni anche di recente esecuzione.

  • Jean Saville: il classico ed il contemporaneo

Michelangelo è la massima espressione dell'arte per la Seville che è stata accostata ripetutamente a Bacon, Picasso, Cy Twombly, de Kooning, Manet passando per Giotto, Rubens, Tiziano e Leonardo
E si sa non c'è moderno o contemporaneo senza l'antico. 

  • Il nudo tra figurativo ed informale

Le sue figure traggono ispirazione dalla cronaca e da immagini di lavori scientifici che si trasfigurano nei suoi corpi.
I nudi, violentati dal dolore, si intrecciano quasi a confortarsi e da qui traggono la loro forza.

Il figurativo volge all'informale senza perdere vigore o dissolversi in esso, per citare un'opera che la segnalò al mondo dell'arte,  il "Fulcrum", i suoi corpi esprimono nella carnalità del nudo
l'angoscia del vivere e rasentano il tragico, per l'appunto fulcro dell'atto creativo e, allo stesso tempo, esprimono la richiesta del superamento di limiti e costrizioni cui l'umanità aspira da sempre. 

  • La Materialità liquida     


C'è il nudo nell'arte da sempre e una differenza tra il nudo e un corpo svestito o il puro kitsch come ovvio.

Il nudo di Jean Saville ti parla, ti investe nella sua materialità per poterti s-velare il reale.

Le rotondità delle sue figure fanno deflagrare ogni accenno del materno, del protettivo, non sono rassicuranti: il segno non si contiene e disintegra la materialità della figura nel mentre la sostanzia. 

In breve: è arte.

Eh, sì il nudo mette a nudo l'artista: ardua è l'impresa e non è per tutti

https://frame-frames.blogspot.com/2021/09/la-spigolatrice-di-sapri-la-politica-e.html 


  • Lo splendore di Firenze tra Umanesimo ed Avanguardie

Il Museo del Novecento propulsore della mostra col suo Direttore Sergio Risaliti ha coinvolto, oltre ai musei cittadini, anche la Gagosian Gallery e da tempo ormai ha restituito un'immagine di Firenze non più raccolta nel suo splendore dei maestri di sempre dal Botticelli, a Leonardo,
Michelangelo, Brunelleschi e rappresentata come non propensa ad accogliere le avanguardie.

I suoi musei, chiese e piazze sono inondate dalle opere di Koons, di Saville e di Francesco Vezzoli col suo "Leone" in Piazza della Signoria e una sua "Musa dell'Archeologia" , omaggio a De Chirico, all'interno di Palazzo Vecchio.

Emblema di questa ormai consolidata realtà può, a ragione, essere la giovane figura femminile raffigurata in "Rosetta II" come non vedente (conosciuta dalla Seville) collocata in una vetrina del Museo Novecento che si allunga su Piazza di Santa Maria Novella e, in linea d'aria, incontra il Crocifisso di Giotto della Chiesa omonima, l'opera rappresenta un cantore: di Bellezza e che, da sempre, abita la città. 
     
La mostra ha aperto il 30 settembre e prosegue fino al 20 febbraio 2022 

 

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