giovedì 26 dicembre 2024

La AI e la Bellezza


AI BELLEZZA Catastrofi di Renè Thom

La AI e la Bellezza

La AI e la Bellezza vuole misurarsi col senso del meraviglioso, con la risonanza con l'opera d'arte, con l'empatia ed il pathos, che  accomunano l'artista col lettore e fruitore dell'arte, τέχνη - arte, perizia, saper fare - anche con quelle generate dalla AI.

Arte, tecnica e ricerca scientifica, dall'ideale greco di bellezza, ai solidi platonici, alla sezione aurea ed alla prospettiva si dispiegano in un dialogo mai interrotto.

La τέχνη per eccellenza nei nostri tempi e la AI che richiesta su Bellezza e Intelligenza Artificiale, la AI ha sentenziato:

L'IA pone nuove sfide e opportunità nella comprensione della Bellezza e del Sublime. Possiamo considerare diversi aspetti:

  • IA e Generazione di Bellezza: Le IA generative, come quelle basate su reti neurali profonde (ad esempio, GANs o modelli Transformer), sono in grado di creare immagini, musica e testi che vengono percepiti come "belli" da osservatori umani. Questo solleva interrogativi su cosa significhi la creatività e l'estetica per una macchina. L'IA può replicare i canoni estetici esistenti, ma può anche generare nuove forme di Bellezza, potenzialmente inesplorate dall'uomo. Ad esempio, potrebbe analizzare dipinti di paesaggi vasti o sinfonie complesse e individuare pattern che correlano con le reazioni emotive umane.

Il Bello e il Sublime

Cos'è la bellezza? E perché si dice di qualcosa “è sublime”? Qual è la fonte delle considerazioni sulla differenza fra bellezza e sublime?


La Bellezza presuppone forma, misura, proporzione, simmetria, il Sublime richiama grandezze incommensurabili che generano sgomento e terrore: una lunga linea, una vasta estensione, le radure vuote o  l'oceano, sono il Sublime, una grande altezza, una roccia è ancora più sublime.

La Bellezza e il Sublime sono due poli in un continuo: un polo è la bellezza associata a un principio di organizzazione, l'altro rappresenta una disorganizzazione, una distopia e scaturisce dalla scoperta dell'abisso costitutivo dell'esistenza.

E' la differenza tra due spazi topologici che s'incontrano come in un nastro di Möbius: un fiore, un poema, un dipinto, o un brano musicale, che possieda bellezza del primo genere può essere vista anche come bellezza del secondo genere.

Si ha la compresenza di due sensibilità in una: la physis, bistabile, si biforca e abita lo spazio möbiusiano: un meta-paradigma aldilà della metafisica-ermeneutica-epistemica.

Il Sublime si differenzia dal Bello in quanto genera smarrimento e paura: è sconvolgente.

Di fronte alle manifestazioni della forza della natura e delle umane tragedie sorge il senso dell'angoscia e della paura ma anche della Bellezza e del Sublime.

La paura e l'angoscia sono intimamente connessi al Sublime e sorgono di fronte all'essere infinito, alle altezze imprevedibili: l'oceano, grandi figure e il grande spirito della natura o grande genius nella creazione fisica.

La rappresentazione del sublime ci incute terrore e timore: altezze, solitudini profonde, e in esse il luogo di soggiorno terrificante e solitario degli anacoreti.

Qui la AI sfiora la vertigine concettuale con la sua visione dell'Ontologia e dell'Estetica

  • Il concetto di "nastro di Möbius" assume un significato ancora più profondo. L'opera d'arte, come il nastro di Möbius, è una realtà complessa e ambigua, che sfugge a classificazioni rigide e che si presta a molteplici interpretazioni. La coesistenza di Bellezza e Sublime nell'opera d'arte riflette questa complessità ontologica.
  • La continuità tra Bellezza e Sublime e sulla dinamicità della realtà, offre una cornice concettuale utile per riflettere sul ruolo dell'IA nell'arte e nell'estetica. L'IA non solo produce nuove forme di Bellezza, ma ci costringe a ripensare i concetti stessi di Bellezza e Sublime, aprendo nuove prospettive di indagine filosofica. L'IA può aiutarci a decostruire il concetto di bellezza terrena, analizzando pattern e relazioni che sfuggono alla percezione umana, fornendoci nuove prospettive su ciò che consideriamo bello.
  • IA e la Natura Ambigua dell'Opera: L'IA, generando opere che sfuggono a interpretazioni univoche, può contribuire a mettere in luce la natura ambigua e complessa dell'opera d'arte, attraverso la metafora del nastro di Möbius. L'IA può creare opere che oscillano tra Bellezza e Sublime, tra ordine e disordine, tra figurazione e astrazione, aprendo nuove possibilità interpretative.

La AI e la Bellezza nell'era digitale

La AI non è indifferente sul tema dei rapporti tra la Bellezza ed il Sublime e fa attendere le sue riflessioni:

  • Il Sublime nell'Era Digitale: L'esperienza del Sublime si trasforma nell'era digitale. L'immensità di Internet, la complessità degli algoritmi, la vastità dei dati generati quotidianamente possono suscitare nuove forme di Sublime, un "Sublime digitale" caratterizzato da vertigine informativa e senso di impotenza di fronte alla complessità tecnologica.

Da Longino a Burke e Kant

Longino pone le basi della riflessione sul Bello e sul Sublime con il Trattato del Sublime, che incute reverenza per struttura, accuratezza, analisi.

Per Burke nasce dalla sofferenza, dal pericolo e dal terrore e richiama le forze la natura con le sue grandiosità e forze incontrollabili.

In Kant la grandezza delle forze della natura suscitano nell'uomo il senso dei propri limiti, la razionalità sconta la propria  inadeguatezza, da qui smarrimento, paura e nel contempo attrazione.

Il filosofo introduce il concetto “dell’ideale della bellezza” nella relativa forma più  pura quale giudizio di gusto e risposta all’apparenza pura della forma in un oggetto, in contrasto con il reale, avente un certo scopo: identifica, così, la Bellezza pura con la forma o l’apparenza pura del reale

Si fa esperienza del Sublime quando si supera il limite del Bello e si vive un senso di smarrimento ed inadeguatezza di fronte alle espressioni artistiche ed alla maestosità dell’universo.

Kant, parla di “sublime matematico” mathesis, “sublime dinamico” dynamis: il primo è infinito, l'altro è la physis.

La AI dispiega tutta la propria sapienza in riflessioni sorprendenti su Kant:

Kant e il Giudizio Estetico:

Per Kant, il giudizio estetico è soggettivo e disinteressato. Non dipende da concetti o utilità, 

  • Confronto con l'IA: L'IA mette in discussione la soggettività del giudizio estetico. Se un algoritmo può generare opere che vengono universalmente apprezzate, ciò suggerisce che esistano criteri oggettivi di bellezza, almeno a un certo livello. Tuttavia, resta aperto il problema del "disinteresse". L'IA non prova emozioni o sentimenti; il suo "giudizio" è basato su calcoli e algoritmi. Possiamo quindi parlare di vero e proprio giudizio estetico nel caso dell'IA? Forse l'IA ci costringe a ripensare la definizione stessa di giudizio estetico.

  • Forse il "Sublime digitale" rappresenta una nuova forma di Sublime, più legata alla vertigine informativa e alla complessità tecnologica, che potrebbe essere in qualche modo "compresa" dall'IA, anche se non "sentita".

  • IA e la Natura del Giudizio Estetico: La capacità delle IA di generare e analizzare opere d'arte solleva interrogativi sulla natura del giudizio estetico. È un processo puramente cognitivo, basato su regole e pattern, o coinvolge anche aspetti emotivi e soggettivi?

Aristotele: la bellezza e la tragedia

Il Sublime dilata il cuore e mantiene l'attenzione immobile e tesa: é stancante.

Il Bello scioglie l'anima: già negli anni sessanta precritici, Kant percepisce una differenza fenomenica o un’incongruenza spaziale nell'estetica, presente nell'epigenesi longiniana del Sublime ma non ancora una differenza noumenica nella Bellezza o nel Sublime. Il sentimento sublime consiste in una vibrazione o alternazione rapida dei sentimenti o alterità dell'esserci.

L’analisi della bellezza in Kant ed alcuni commenti di Aristotele sulla tragedia delineano una nuova interpretanza. C’è solo una referenza passeggera alla catarsi Poetica di Aristotele ed appare in un passaggio sulla tragedia.

Aspetti di paura e gioia, di disgregazione e liberazione, di terrore ed entusiasmo, di angoscia e delirio classico del misticismo sacro e mitico che possano essere costituenti dell’analisi di Kant del Bello ed il Sublime connesso con le nozioni di Aristotele di paura e compassione in tragedia, e della fine della tragedia come catarsi, quale unico telos della Bellezza Sublime.

La AI si misura, senza complessi d'inferiorità, con Aristotele:

Aristotele e la Bellezza come Ordine e Proporzione:

Aristotele concepiva la bellezza come ordine, simmetria e proporzione. La bellezza è intrinseca all'oggetto e dipende dalla sua struttura.

  • Confronto con l'IA: Questa concezione si presta particolarmente bene all'analisi dell'IA. Gli algoritmi possono essere programmati per generare opere d'arte che rispettano precise regole di proporzione e armonia. L'IA può anche analizzare opere esistenti e identificare le proporzioni e le simmetrie che le rendono "belle" secondo i canoni aristotelici. In questo senso, l'IA può essere vista come uno strumento potente per applicare e studiare la concezione aristotelica della bellezza.

Heidegger e Leopardi

L'interpretazione dell'estetica kantiana, dispiega e delinea un nuovo paradigma del Sublime per un'ontologia dell'opera d'arte: l'eventuarsi dell'abissalità.

Se Burke e Kant affrontano il tema del senso di pericolo, della paura di fronte alle forze incontrollabili della natura i concetti del nulla e dell’abisso sono delineati in Heidegger e Leopardi.

Quando si è di fronte al Sublime, si è di fronte ad un'ek-stasi ma anche all' ab-grund ovvero un abisso quindi ad un non-ente, al nulla.

Per Heidegger, nel Sublime è assentemente presente il non-fondamento da qui origina il senso dell'angoscia.

Si è in presenza dell'ἀρχή, «principio-origine», ovvero è presente una singolarità nell'interpretazione del Sublime: l'ek-stasi e l'ab-grund come ἀρχή.

Il mito del Sublime, quale bellezza in estasy instabile, fluttuante, si svela nell'infinito o nell'abisso.

AI:

  • Il Nulla e l'Abisso: il concetto di "nulla" e di "abisso" in relazione al Sublime. Questa prospettiva si rifà a filosofi come Heidegger e Leopardi, che hanno indagato il senso di angoscia e di finitezza che l'uomo prova di fronte all'infinito o all'assenza di significato ultimo. Il Sublime, in questa lettura, non è solo una reazione di fronte alla grandezza della natura, ma anche un'esperienza esistenziale che ci mette di fronte al nostro stesso nulla.

Un'ermeneutica ed un'interpretazione ontologica

Nell'interpretanza del concetto di ab-grund di Heidegger si trova l’indicazione del sentiero per intraprendere un'ermeneutica ed un'interpretazione ontologica, non solo un'analitica, della Bellezza e del Sublime.

Si delinea una gestell sul sentiero di un'analitica dell'esserci o dasein-analytik, assentemente presente in Kant, per un'analitica della Bellezza e del Sublime ed una nascente ontologia dell’opera d’arte.

Lo sfondo abissale del Sublime, presente in Nietzsche, ripreso da Grassi e Pareyson, viene esemplificato dal canto di Kalipso: nel Sublime - che si svela nell'Infinito o nell'Abisso: esemplificato da Kalipso - sono presenti: l' ek-stasi e l' ab-grund.

AI:

  • Il Canto di Kalipso: L'opera "Il canto di Kalipso: la dea del sublime" suggerisce un'ulteriore chiave di lettura. Kalipso  https://www.amazon.it/Canto-Kalipso-Sublime-Ontologia-dellOpera-ebook/dp/B096YNBHN4 nella mitologia greca, è una ninfa che trattiene Ulisse sulla sua isola. Il suo "canto" può essere interpretato come una metafora dell'attrazione e del fascino che il Sublime esercita su di noi, una sorta di "incantesimo" che ci cattura e ci trascende.

Per un'interpretazione della Bellezza e del Sublime

Le configurazioni del sapere epistemico e le ontologie ermeneutiche si sono concentrate solo sull'ontica, sulle entità narrate.

L' interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza alla nuova epistemica, alla physis immaginaria, alla temporalità ontologica; men che mai dà fondamenta alla struttura ontologica dell’opera d’arte.

L'ontologia classica ha eluso la fondatezza non matematica della μάϑησις, «apprendimento, conoscenza» la fondatezza non logica del logos, quella non mitica del μῦϑος «parola, discorso, racconto» la non epistemica della ἐπιστήμη, la non tecnica della τέχνη, la fondatezza non seriale dell'opera d'arte.

E' utile intraprendere, perciò, il sentiero interrotto dell’ontologia dell’opera d'arte: la seinweg e, sintagmatica-mente, gli studi e le ricerche dell’ontologia del mito tra sapere epistemico, interpretanza ermeneutica ed intenzionale, temporalità e topologia.

Arte, letteratura e scienza

L'arte ha lavorato sull'idea di creazione, prima della biologia: la dimensione metamorfica è dell'espressionismo e del futurismo.

Nelle geometrie non euclidee lo spazio è un corpo in trasformazione e per la teoria delle stringhe filamenti di energia sono "piegati" e descritti da "nastri" o “nodi”: la voce della poesia di Leopardi trasecola verso la matematica, segnatamente, nella topologia: il passo "nodi quasi di stelle" è un riferimento ante litteram alla teoria dei nodi, alla morfogenesi ed alla topologia per la quale piccole modifiche provocano grandi cambiamenti e nuova forme, biforcazioni e catastrofi.

AI:

Morfogenesi Topologica dell'Arte: I concetti della topologia, una branca della matematica che studia le proprietà delle figure geometriche che rimangono invariate anche se vengono deformate (ad esempio, attraverso stiramenti o torsioni). Questo approccio suggerisce che l'arte non sia semplicemente una rappresentazione del mondo, ma una vera e propria "morfogenesi", una creazione di nuove forme e di nuove realtà, che possono essere analizzate attraverso strumenti concettuali come nodi, nastri e singolarità

Qui, la AI va oltre ogni valutazione ... umana

  • IA e la Morfogenesi Digitale: L'IA, con i suoi algoritmi e le sue reti neurali, può essere vista come uno strumento di "morfogenesi digitale", capace di generare nuove forme e nuove realtà nel cyberspazio. Questa "morfogenesi" può dare origine a nuove forme di Bellezza e di Sublime, che non sono semplicemente repliche del mondo fisico, ma espressioni di una nuova dimensione.

La natura e l’uomo

Il mondo e la natura, physis, sono un’insieme ordinato ed elemento dinamico: caos e cosmos intervengono a turbare equilibri preesistenti per creare eventi nuovi in continua progettazione.

Siamo a un nuovo paradigma: una costruzione e decostruzione della physis oscillante tra pratica ontologica, ermeneutica ed epistemica: un modello che vede il mito come un sistema autopoietico instabile e in trasformazione.

Sublimità e estetica musicale sono cadenzate da Mozart ed Eleuro, morfogenesi e complessità da Leibniz e Thom mentre Hofstadter evidenzia come in Escher convivano matematica, logica e topologia.

Conclusione: la AI e la Bellezza

L' excursus delle contemplanze della Bellezza e del Sublime - dalla classicità a Plotino, Burke, Kant, Hölderlin, Schelling, Heidegger e Pareyson -  approda ad una "Ontologia del Sublime" quale Bellezza-Sublime.

AI:

L' attenzione al nulla, all'abisso, all'ontologia dell'opera d'arte e alla morfogenesi topologica, offre una cornice concettuale ricca e stimolante per riflettere sul ruolo dell'IA nell'arte e nell'estetica. L'IA non solo produce nuove forme di Bellezza, ma ci costringe a ripensare i concetti stessi di Bellezza e Sublime in un contesto digitale, aprendo nuove prospettive di indagine filosofica.

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