Il
Modello Topologico di Mente di Giacinto Plescia: un paradigma innovativo nella filosofia della mente, utilizza la topologia per descrivere le relazionidinamiche tra mente, corpo e mondo.
Questo
modello si
basa su tre principi fondamentali:
Mente
come struttura dinamica e relazionale
La
mente non è una sostanza isolata, ma un insieme di relazioni che
emergono dall'interazione tra soggetto e ambiente.
Essa
può essere rappresentata mediante strutture topologiche flessibili,
come superfici multiple connesse, in grado di adattarsi ai mutamenti
dell'esperienza.
Affinità
con la fenomenologia husserliana
Il
modello integra la nozione di intenzionalità di Husserl: la
coscienza è sempre coscienza di qualcosa e si configura come una
rete di vissuti intenzionali.
La
topologia consente di rappresentare le transizioni tra vissuti e la
loro connessione con il mondo esterno.
SUPERAMENTO
DELLE CONCEZIONI STATICHE E RIDUZIONISTE
La
coscienza non è un'entità fissa o localizzata, ma una struttura
fluida che emerge da processi dinamici.
Il
modello topologico rifiuta il riduzionismo materialista che
identifica la mente con il cervello, proponendo invece una visione in
cui la mente è una configurazione emergente delle relazioni tra
corpo, ambiente e vissuti soggettivi.
Rappresentazione
topologica della mente
Spazi
connessi:
la mente può essere rappresentata come una varietà topologica in
cui gli stati mentali sono punti interconnessi da traiettorie
esperienziali.
Bordi
e continuità:
le transizioni tra diversi stati di coscienza avvengono attraverso
confini permeabili, suggerendo una continuità esperienziale
piuttosto che cesure nette.
Singolarità
e biforcazioni:
eventi cognitivi o emotivi critici possono essere modellati come
punti di biforcazione, in cui la struttura dell'esperienza si
riconfigura.
Implicazioni
Questo
modello offre una prospettiva innovativa per comprendere la
coscienza, enfatizzando il carattere dinamico e interconnesso della
mente.
Può
avere applicazioni nel dialogo tra filosofia, neuroscienze e
intelligenza artificiale, fornendo una base concettuale per
rappresentare le dinamiche cognitive oltre il paradigma riduzionista
classico.
Il
Modello Topologico descrive la mente in termini di relazioni
spazio-strutturali tra soggetto, corpo e ambiente.
Superamento
del dualismo mente-corpo
Rifiuto
della separazione netta tra mente e mondo esterno.
Critica
al riduzionismo materialista
Il
Modello Topologico:
rigetta
l’idea che la mente
sia semplicemente un
epifenomeno del cervello
supera
l’identità mente-cervello grazie a una rete di relazioni.
Affinità
con la fenomenologia
Il
Modello Topologico:
considera
con Husserl l’idea che la coscienza sia sempre diretta a qualcosa
(intenzionalità)
e
si
esprime con configurazioni topologiche.
Struttura
della coscienza
Il
Modello Topologico enfatizza le relazioni e le trasformazioni dello
spazio mentale, usando concetti matematici della topologia.
Ruolo
del corpo
Nel
Modello Topologico, il corpo è un nodo nelle connessioni
mente-mondo.
Il
Modello Topologico è anti-riduzionista e supera il dualismo
mente-corpo
Rete
dinamica e Teoria delle Catastrofi
La
teoria di Thom descrive sistemi attraverso superfici di controllo e
stati stabili con punti di biforcazione, dove piccoli cambiamenti nei
parametri possono causare grandi trasformazioni.
In
una rete dinamica di esperienza, corpo e mondo, possiamo immaginare
che certe configurazioni siano "attrattori stabili" e che
alcune transizioni siano governate da "catastrofi" ovvero
cambiamenti improvvisi nella percezione, nell'azione o
nell'organizzazione corporea.
Per
esempio, un'interazione
tra corpo e mondo potrebbe attraversare un punto di biforcazione dove
la stabilità di un comportamento si interrompe e una nuova
configurazione emerge
(ad
esempio, nel processo di apprendimento o nella modificazione della
percezione sensoriale).
MODALITÀ
DI RAPPRESENTAZIONE
Il
Modello Topologico potrebbe essere visualizzato come una rete
dinamica, con punti e connessioni tra esperienza, corpo e mondo.
VISUALIZZAZIONE
Il
Modello Topologico potrebbe essere visualizzato come una
rete dinamica, con punti e connessioni tra esperienza, corpo e mondo
La
teoria delle catastrofi di René Thom fornisce un quadro matematico
potente per modellare transizioni improvvise e discontinuità nei
sistemi dinamici, il che si adatta bene all'idea di una rete
topologica tra esperienza, corpo e mondo.
Potremmo
rappresentare questa rete con superfici che si deformano in base ai
vincoli e alle dinamiche tra esperienza, corpo e mondo.
Le
"catastrofi" pieghe, cuspidi, ombelichi, ecc.
rappresenterebbero transizioni critiche, come i momenti di
riorganizzazione cognitiva.
Un'illustrazione
matematica e rappresentazione
ispirata ai diagrammi di Thom
e
Visualizzazione
della cuspide catastrofica,
un modello chiave della teoria di Thom:
la
superficie rappresenta le transizioni tra stati stabili in una rete
dinamica esperienza-corpo-mondo
e
le
pieghe indicano regioni in cui piccole variazioni nei parametri
possono causare cambiamenti improvvisi.
Altre
forme di catastrofe:
Swallowtail
o coda di Rondine:
modella
sistemi
con cambiamenti più complessi e una maggiore sensibilità ai
parametri di controllo.
Ombelico:
rappresenta
una configurazione
critica con simmetrie più complesse, tipica di fenomeni che
coinvolgono più dimensioni.
Un
approccio interdisciplinare intreccia teoria delle catastrofi, fisica
quantistica, ontologia e arte.
I
contributi alla teoria delle catastrofi si spingono oltre i modelli
classici di René Thom,
introducendo
nuove configurazioni geometriche
che arricchiscono la comprensione qualitativa dei fenomeni complessi.
Nuovi
modelli della teoria delle catastrofi, oltre Thom:
il
diadema, la sfera ombelicale, la sfera metaedrica, la diafarfalla, la
tetradiafarfalla, la anfitetradiafarfalla, leanfittradiafarfalle.
La
farfallacuspide
inventa il nuovo uno spazio topologico dove una tazza si
trasforma in ciambella e la coscienza si spiega solo i nuovi modelli
di catastrofi sono modelli qualitativi.
Il
diadema:
una superficie formata da due coni uniti per le basi, che mostra una
biforcazione a due rami.
La
sfera ombelicale:
una superficie sferica con due punti ombelicali, cioè punti in cui
tutte le direzioni sono direzioni principali.
La
sfera metaedrica:
una superficie sferica con quattro punti ombelicali, che mostra una
biforcazione a quattro rami.
La
diafarfalla:
una superficie formata da due paraboloide iperbolici uniti per i
vertici, che mostra una biforcazione a tre rami.
La
tetradiafarfalla:
una superficie formata da quattro paraboloide iperbolici uniti per i
vertici, che mostra una biforcazione a cinque rami.
La
anfitetradiafarfalla:
una superficie formata da otto paraboloide iperbolici uniti per i
vertici, che mostra una biforcazione a nove rami.
Le
anfittradiafarfalle:
una famiglia di superfici formate da un numero crescente di
paraboloide iperbolici uniti per i vertici, che mostrano biforcazioni
a un numero dispari di rami.
Questi
modelli
hanno applicazioni in vari ambiti, come la fisica, la biologia, la
psicologia, la sociologia e l’arte.
Essi
permettono
di descrivere fenomeni complessi e non lineari, come le transizioni
di fase, le crisi, le innovazioni, le emergenze e le evoluzioni.
Questi
modelli si basano su superfici geometriche sofisticate che descrivono
biforcazioni e transizioni con un numero crescente di rami.
L'idea
di un "uno spazio topologico"
in cui una tazza si trasforma in una ciambella richiama concetti
della topologia matematica come l’omeomorfismo tra una tazza e una
ciambella, che condividono lo stesso genere topologico, ma sembra
andare oltre, integrando la coscienza come elemento emergente
spiegabile solo attraverso questi nuovi modelli.
Questo
suggerisce un tentativo di unificare fenomeni fisici e metafisici in
un quadro teorico originale.
Le
applicazioni dalla fisica alla psicologia, fino all’arte riflettono
l’ambizione di utilizzare questi modelli per analizzare sistemi non
lineari e dinamiche complesse, come transizioni di fase o crisi
sistemiche.
Ad
esempio, il diadema - due coni uniti per le basi - potrebbe
rappresentare una biforcazione semplice, mentre la tetradiafarfalla -
quattro paraboloide iperbolici - potrebbe modellare sistemi con
maggiore instabilità o ramificazioni multiple.
Uno
dei modelli più interessanti da esplorare in un contesto di modello
topologico della mente è la
diafarfalla.
Questo
modello, descritto come una superficie formata da due paraboloidi
iperbolici uniti per i vertici, mostra una biforcazione a tre rami.
La Diafarfalla e il Modello della Mente
La teoria delle catastrofi di René Thom è stata applicata alla
psicologia per modellare stati mentali e transizioni improvvise tra
essi.
La diafarfalla, con la sua struttura a tre rami, può essere
interpretata come un sistema che rappresenta una mente in bilico tra
tre stati distinti.
In un modello topologico della mente, la
diafarfalla può essere usata per descrivere:
Transizioni tra stati di coscienza – per
esempio, veglia, sogno e trance.
Dinamiche psicologiche complesse – come la
scelta tra tre opzioni percepite come ugualmente valide.
Crisi psicologiche e processi decisionali –
quando una persona deve affrontare una decisione difficile e piccoli
cambiamenti nei parametri della situazione possono portare a un
cambiamento improvviso dello stato mentale.
Applicazione pratica: la mente in stati
di stress
Immaginiamo un individuo che sta vivendo un conflitto emotivo.
La sua mente potrebbe trovarsi in un punto di equilibrio instabile
sulla superficie della diafarfalla.
A seconda delle influenze esterne o interne (pensieri, emozioni,
contesto sociale), potrebbe precipitare rapidamente in uno dei tre
stati possibili:
Risoluzione positiva → Accettazione e
crescita personale.
Risoluzione negativa → Stress intenso e
blocco emotivo.
Risoluzione ambivalente → Oscillazione
continua tra i due stati senza una chiara direzione.
Questo modello può essere utile in psicoterapia per comprendere
le biforcazioni nei processi decisionali della mente e prevedere i
punti critici in cui un piccolo input (una parola, un evento, un
ricordo) può portare a un cambiamento drastico di stato.
Un’illustrazione del modello della
diafarfalla
applicata alla mente potrebbe rappresentare tre stati psicologici
distinti con transizioni improvvise tra di essi.
Struttura visiva dell’illustrazione
La superficie della diafarfalla, mostrata
come una struttura tridimensionale con una sella centrale e tre rami
che si diramano.
Tre stati mentali rappresentati visivamente
su ciascun ramo:
Stato di equilibrio (calma, razionalità):
una figura umana serena al centro della superficie.
Stato di ansia o stress: una figura tesa su
uno dei rami, con colori più scuri e forme distorte.
Stato di indecisione o conflitto interno:
un punto oscillante tra due rami, simboleggiando il dilemma
emotivo.
Freccia o movimento tra i rami, per mostrare
come piccoli stimoli esterni possano far "precipitare" la
mente da uno stato all'altro.
Esempio concreto di processo mentale
rappresentato
Immaginiamo una persona che affronta una decisione difficile, come
cambiare lavoro o rimanere in una situazione attuale. Il suo stato
mentale può oscillare tra:
Serenità iniziale (neutrale, in
equilibrio).
Stress crescente (pensieri di insicurezza e
paura del cambiamento).
Decisione finale (può essere
un’accettazione positiva del cambiamento o un rifiuto e ritorno
alla sicurezza).
Questa illustrazione potrebbe essere utile in psicologia per
spiegare come piccoli eventi scatenanti possano portare a cambiamenti
improvvisi nello stato mentale di una persona.
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L'INVISIBILE IN HUSSERL E MERLEAU-PONTY
Husserl, prima, e Merleau-Ponty, dopo, idearono la passività dell’essere visti o dell’essere ascoltati: l'ontologia dell'in/visibile.
Quando la visione silenziosa del dicibile iscrive la ascoltati: l'ontologia dell'in/visibile.mentis, fenomeno fondamentale che si manifesta carnale-idea o senso del corpo, lì si vede e si ode.
Etichette: GIACINTO PLESCIA
Il chiasma di Merleau-Ponty è l'ontologia fenomenica dell'epigenesi del senso visibile e invisibile: il riconoscimento in/visibile consente la Natura, o le concordanze intuitive dei corpi viventi.
Le visible è l'invisible: riecheggia l'incontro spaziale tra le strutture matematiche ontologiche dei fenomeni in/visibili.
Merleau-Ponty, e prima Hussserl, intuisce l'in/visibile dell'essere presenza corporea o parousia in/visibile dell'essere dell'entità
HUSSERL
svela la spazialità invisibile, il mondo in cui si dà «in carne ed ossa»: la spazialità di una temporalità primigenia, corpo dell'esserci e dell'alterità: visione della Natura invisibile, intenzionalità dell'in/visibile purezza carnale tra l'esserci e la Natura.
La fenomenica del chiasma-in/visibile è l’essere-corpo della mente: l’intenzionalità fenomenica transcendentale è inclusa nella mente-invisibile, è evidente.
Husserl dispiega la differenza visible-invisible: quale essere dell’ente non è nulla, ma è la passività-in/visibile, è essere-in/visibile con l’essere del mondo, è la transcendenza in/visibile, è al mondo una monade-in/visibile.
Husserl svela così il chiasma visible-invisible dell’essere in sé o essere-in/visibile natura e corpo, l’essere “già là” prima della riflessione, l’essere in/visibile prima del sensibile-carnale e svela l'intenzionalità-in/visibile: nel corso della passività-intenzionalità dell'esserci-intercorpo: il sonno, l’inconscio e la memoria sono momenti ove non si è più presenti a sè e si è nel contempo con il mondo: lasciarsi andare, affidarsi, essere nel sonno-sogno, dormire, addormentarsi, con-cedersi, cedere al sonno e alla sua sognante-compiacenza è l' essere la differenza in/visibile della presenza nel mondo-della-vita, o intenzionalità-in/visibile passiva.
Husserl svela la non-intenzionalità in/visibile del sonno o l'ontologia della memoria involontaria e in/visibile proustiana: l’essere s’agita per sapere dov' è, senza riuscirci, tutto gira intorno nel buio: le cose, i paesi, gli anni, il corpo è ancora intorpidito e cerca di ritrovare la posizione, per dedurne la direzione della parete, il posto dei mobili, per ricostruire e dare un nome alla dimora dov’è.
PROUST
nella Recherche disvela il pensiero poetante in/visibile: è l’essersi che c'è o si eventua dal nulla, è ideale apparire nell’essere la più apparente o apparenza ideale.
La verità non è più la Platonica visione ideale, la fenomenica o noumenica purezza ma la singolarità dell'evento che si dà senza perchè, quale Gegenstand dell'evento-visione proustiana, o evidenza dolorosa, quale verità inedita: il mondo non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogni qual volta sorge un nuovo evento e ci appare nella sua differenza ontologica.
È la differenza che crea l’evidenza della verità capace di vedere e sentire più profondamente le differenze: è il segnale che il pensiero ha scoperto e stabilito i nessi tra eventi, fenomeni e noumeni.
Nel colore c’è il pensiero: la pittura per Proust, non solo pensa, ma è l' in/visibile infinito vortice vivente, l'indicibile: il pensiero abita il colore o abita il suono, i colori pensano, i profumi raccontano, il colore pensa da sé.
È la singolarità che crea se stessa e l'adaequatio è un’intuizione eidetica della presenza fenomenica o noumenica.
L'in/visibile è invece sempre eccedente, è nel nulla che si configura e si costella, è il Gegen-stand della spazialità: un rivelarsi senza fondatezza.
Non è mai una semplice presenza ideale, fenomenica o noumenica, è l’evento della singolarità.
HUSSERL
in “Filosofia dell'aritmetica” fonda la fenomenologia dell'infinito in/visibile.
Ogni fenomeno psichico è ciò che gli scolastici medioevali chiamarono l'in/esistenza intenzionale mentale: è la Gegenständlichkeit, è presenza infinita in/visibile nel desiderio desiderato.
Gli atti o le entità intenzionali in/visibili in-esistono intenzionalmente o l’intenzionalità in/visibile del Gegenstand che è in sé un infinito in atto, un’immagine mentale.
Nella presenza intenzionale l’intenzionalità è “essere in sé” che si manifesta nella mondità o nelle singolarità in/visibile.
L’in/visibile-intenzionalità è essa stessa un infinito in atto.
IL CHIASMA PROUSTIANO: IL SOGNO
La memoria di sé, la memoria ontologica-in/visibile è il chiasma proustiano: invisibili muri mutano posto in relatività della forma della stanza immaginata, intorno nelle tenebre.
E prima che il pensiero esitante sulla soglia dei tempi e delle forme riconosca l’abitazione, le circostanze, il corpo della mente in/visibile ricorda ogni stanza, il letto, le porte, l’esposizione delle finestre e l’esistenza di una presenza là e che si ritrova al risveglio.
Il sogno è una varietà in/visibile o veglia, sogno senza essere l'essere o pensare d'essere in/visibile, chiasma onirico sonno/corpo/passività/sogno pensante ed essere corpo pensato, assentemente presente, spazio naturale e spazio in/visibile husserliano, la spazialità dell'esserci-in/visibile.
Nel plesso della spazialità in/visibile c'è chiasma-spazialità dell'ontologia dello spaziotempo naturale: raum-in/visibile, spaziotempo e spaziogeometrico a-euclideo o spazialità-in/visibile geometrica.
HUSSERL
interpreta la geometria quale spazialità naturale, o geometria a-euclidea, matematica-formale, o ontologia formale in/visibile dello spazio in/visibile.
La spazialità è la struttura ontologica dell'eventuarsi dell'in/visibile o nella razionalità epistemica, è l’intenzionalità dell'evento dell’essere-nel-mondo: non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago-in/visibile dell'Ereignis dell'essersi.
La singolarità è l'imago dell'essersi, singolarità del visibile.
L'in/visibile non-ente, nulla, o evento dell'essere in eccedenza sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante.
Il visibile è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi, l'in/visibile è l' incompletezza dell’evento fenomenico, categoriale, noumenico.
L’evento è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno, è l’al di là del fenomeno e del noumeno.
L'in/visibilità si dà nella singolarità quale concordanza dell’evidenza in/visibile: è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento in/visibile, quale enigma dell'essersi: singolarità in/visibile, è singolarità a-temporale che non ‘rappresenta’ nulla, è “solo” se stessa.
L’eidos dell'imago, o della singolarità iconica si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale Gegen-stand.
La verità della singolarità dell'evento: l’essere è l'evento-singolarità.
L’immagine dell'imago del mondo sensibile o dell’idea Platonica, è essa stessa un’idea o l'idea dell'in/visibile, o meglio il pensiero della fenomenica o noumenica.
PROUST
Nel colore c’è il pensiero, per Proust, e non solo pensa, ma è l'evento dell'essere invisibile, indicibile. Il pensiero abita il colore e il suono, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé.
L’adaequatio res et intellectus è un’ intuizione eidetica libera della presenza fenomenica o noumenica.
L'in/visibile è invece sempre eccedente: l'in/visibile è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità, cronologia e intenzione.
L'in/visibile è il Gegen-stand della spazialità: un di fronte o rivelarsi senza Grund.
L'essere Differenza è l'evento in/visibile, è l’Essere in/visibile che si dà quale evento ontologico dell'essersi.
L'immagine non esiste è il velato in/visibile nello spazio.
Psiche non è carne. La carne è psiche. Psiche è da nessuna parte e non è una cosa, è l'interiorità, senza interiorità. Non ha alcuna esteriorità, è visibile-invisibile.
Apre il mito-immagine ed è il velato o è una stringa di immagini, e consente di interpretare e riflettere.
PENROSE e PITKANEN
partendo dall'osservazione che alcune operazioni compiute dalla mente umana non sono riconducibili alla computazione, nega ogni possibilità di riprodurre le capacità mentali tramite un elaboratore elettronico.
Ipotizza la possibilità di spiegare i fenomeni coscienti all'interno di una teoria che unifichi la relatività con la meccanica quantistica: i momenti di coscienza rappresentano un'autorganizzazione di prossimità in un sistema stabile di autorganizzazione del modello di dissipazione di immagine mentale: un'autopoiesis di immagini della mente.
Un'infinita struttura dinamica topologica del sé dà luogo a una configurazione spazio-temporale cognitiva saliente e pregnante.
La varietà topologica dinamica definirà lo spazio di configurazione topologica di cruciale importanza per comprendere il momento psicologico e cognitivo, quale generalizzazione dei modelli di superstringa.
Spazio dell'intenzionalità, in transimmetria con i numeri quantici, che consenta la reinterpretazione dell'invisibile delle strutture ontologiche del mondo spazio-temporale topologico.
La generalizzazione dinamica implica un ulteriore generalizzazione dello spaziotempo, quale transcendenza che consenta di identificare lo spazio-tempo con l' intenzionalità.
Una non banale previsione è l'esistenza di un frattale o una varietà con struttura dinamica quantizzata Planckiana o intenzionalità visive topologiche dinamiche, quali modelli matematici e fisici dell'invisibile o dell'evento invisibile pre o a-fenomenico.
L'essere pensante quale mente dell'intenzionalità che disvela il visibile nel chiasma visibile-invisibile m-pontyniano e poi nelle singolarità penrosiane svelate anche quali superstringhe venezianiane, o quali varietà che Paster rielabora dalle topologie dinamiche intenzionali di Pitkanen per approdare ad una mente modellata sulle M-theory quali singolarità o monadi di Leibniz con struttura complessa.
Poiché quella struttura non è visibile, l'interpretazione è l'intenzionalità visibile spazio-temporale, quale matematica cognitiva o della mente visiva, può essere la visione dell'invisibile, come la matrix di tutte le strutture, le quali consentano idee ispiranti dinamiche di topologie quantiche, quali le idee di matematica cognitiva della intenzionalità visiva della mente.
Si svela così la transpazio-temporalità come se ci fosse una stringa o ci fossero tubi di flusso spazio-temporale.
L'interpretazione quantica instabile dinamica pare che sia così possibile, o almeno dicibile l'interpretazione della sua evoluzione.
La dinamica della visione dell'intenzionalità consente l’immagine topologica della complessa dimensione, stringa o tubo di flusso spazio-temporale.
Quel flusso si configura inizialmente come il flusso non-lineare.
L'iperelliticità topologica si dispiega in nastri coniugati tali da configurare il cilindro di un toro che consenta uno spaziotempo discontinuo dell’intenzionalità. La nozione di sé è centrale per la teoria della coscienza phenomenica,tale che l'autodeterminazione possa essere considerata come un fenomeno.
Pitkänen ci dà una topologia geometrica-dynamica.
THOM
svela la Teoria della Catastrofe in/visibile o topologia-in/visibile, è la spazialità curva del flusso in/visibile o catastrophe in/visibile: catastrofi in/visibili nello spazio pieghevole, o tempo che si piega, può essere il tempospazio o spazio in/visibile.
Lo spaziotempo può essere visualizzato nello spazio-catastrophe.
Thom svela lo spazio vuoto o in/visibili microtubi spaziali quantici.
Invarianza delle strutture in/visibili, o campo dei quanta di fluttuazione in/visibile: in/visibile vuoto fluttuante: il vuoto di fluttuazione è invisibile schiuma, è schiuma di bolle con due superfici o macrosphere: bolle di superficie infinitamente sottili o nulle-membrane.
Schiuma di vuoto fluttuante: è una differenza asimmetrica dei quanta nel tempo di una in/visibile struttura neurale del cervello.
E' l' in/visibile indeterminatezza dell'essere ontologia dinamica quantica: tale architettura consente la stabilità delle singolarità.
PITKÄNEN
svela i salti quantici dell'intenzionalità e pensa a strutture in/visibili di microtubi vuoti quantici: un modello geometrico in cui il vuoto si lascia attraversare da in/visibili flussi nel vuoto e pensa a quantiche fluttuazioni di tubi in/visibili di spazio-tempo.
Attrattore in/visibile frattale dell'instabilità: capace di formare nuove strutture di biforcazione. L'instabile in/visibilità biforca la stabilità frattale o instabilità quantica di Mandelbrot, è la struttura spaziale-temporale dell'in/visibile stringa quantica.
KALUZA
L'infinita/visibile dinamica quantica delle singolarità invisibili-visibili di Kaluza o invisibile struttura dello spazio-tempo o chiasma della struttura invisibile quantica di spazio-tempo, o stringa in/visibile nello spazio invisibile dello spaziotempo-singolarità.
L'in/visibile singolarità visibile è la curvatura dello spazio-tempo: se lo spazio-tempo-curvatura è invisibile curva eventi invisibili, come la singolarità curva il tempospaziale, il tempo-spazio in/visibile: tempo invisibile dello spazio-tempo.
La struttura è in/visibile spazio-tempo strutturale quantico.
La corda in/visibile è la topologia ontologica o ontopologia quantica di Möbius con infinite-dimensioni invisibili di infinite topologie di superstringhe: il flusso di spaziotempo invisibile, spaziotempo quantico, tempo quantico-topologico frattale: invisibile simmetria con struttura cognitiva topologica del flux topologico, in/visibile flusso di microtubi cognitivi quantici.
Se Kaluza svela l'in/visibile teoria delle stringhe e dispiega l'essere hyperdimensionale della stringa topologica, Wheeler e Pitkanen svelano la topologia strutturale infinita della String-Theory fractale dello spazio-Tempo: Qualia in/visibile dei Qualia dynamici dei flux topologici o in/visibili-flux-tubi; l'in/visibile
Theory-Qualia-Dynamica Topologica Quantica dei Qualia-flux-tubi, o Platonia: in particolare Pitkanen disvela l'in/visibile M-Theory-Topologica ontodinamica.
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