COVER  14^ Conferenza Internazionale sulla Relatività Generale e la Gravitazione Firenze 1995

Nell'estate del 1995 a Firenze, S. Hawking alla 14^ Conferenza Internazionale sulla Relatività Generale e la Gravitazione ha capovolto la visione dei buchi nerida singolarità dello spazio implosivo del cosmo a singolarità (il Geworfanheit in Heidegger) gettante energia continua ed anti-entropica nell'universo: questo nuovo paradigma è un vero e proprio evento scientifico. 

Quale paradigma si è eventuato? 

Un modello spaziale dei black hole virtuali dell'ipospazio nell'iperspazio temporale. 

CARTA INTESTATA 14^ Conferenza Internazionale sulla Relatività Generale e la Gravitazione Firenze 1995


Mito, Natura e Indeterminatezza Dialoghi con la AI

Nel De Rerum Natura, Lucrezio spiega il mondo attraverso l’atomismo epicureo, e il clinamen - una deviazione casuale degli atomi che rompe la necessità deterministica - è l’origine della libertà e della creatività nel mondo: come il clinamen, il mito forza che devia, rompe l’equilibrio e innesca trasformazioni mitiche: è l’irruzione dell’imprevisto, il divenire che sfugge all’ordine logico.

L'evento rimane sempre aperto e in divenire, come il mito  che non è un'entità statica ma un processo vivente che si rinnova attraverso la dynamis:​ in questa visione, è l’espressione più alta della dynamis: un linguaggio che parla dall’abisso, dal vuoto quantistico, generando forme e destini.

DIALOGO CON LA AI


Il Tempo, l'Arte e la Quantistica Dialoghi con la AI

Il tempo della scienza, per Bergson, è spazializzato, Chronos, e quantificabile: non corrisponde all’esperienza interiore, al tempo vissuto all' élan vital, slancio vitale, alla indivisibile durée: dove il passato si conserva nel presente e genera il futuro.

La visione classica del tempo viene sovvertita dalla quantistica per cui non c'è più un tempo assoluto né uno spazio assoluto: il tempo per Rovelli è relazionale, composto da eventi e scorre a velocità diverse a seconda della gravità secondo la Relatività Generale.

Sia Bergson sia Rovelli abbandonano la linearità del tempo, convergono in un’idea di tempo come creazione, instabilità e trasformazione: non qualcosa che misura l’Essere, ma che lo fa emergere e considerano l’evento come struttura portante della realtà.