Il fumetto Il Garage Ermeneutico di Giacinto Plescia, firmato con lo pseudonimo “G.P. Möbius-Pröysthom”, appare come un’opera che si muove sul confine fra filosofia, arte e immaginario narrativo. Le figure disegnate, volutamente espressive e sospese, non si limitano a rappresentare personaggi, ma evocano frammenti di un linguaggio che si fa simbolo. L’esclamazione ricorrente – “Ohh!” – non è solo un vezzo fumettistico, ma sembra segnare il punto di stupore, il momento in cui l’immagine apre un varco nel senso.
Il termine Garage Ermeneutico introduce una tensione tra il quotidiano e il concettuale: il garage come spazio chiuso, tecnico, di riparazione e attesa; l’ermeneutica come arte dell’interpretazione, della ricerca del senso.