Consiglio Nazionale delle Ricerche Progetto COORDINATO - AGENZIA2001
codice: CNRC0148E1
codice: CNRC0148E1
Titolo del progetto
Fondamenta di storia dell'essere
3. Contesto nazionale ed internazionale della ricerca
Nessuno ha mai immaginato di eventuare la
storia della fondatezza dell’essere.
I grandi del pensiero, e della storia, hanno solo pensato alla storia del destino dell’essere.
I grandi del pensiero, e della storia, hanno solo pensato alla storia del destino dell’essere.
Qui si vorrà lasciare libero il campo alla ricerca, almeno delle fondamenta essenziali della storia dell’essere, quale storia della sua fondatezza ontologica: grundseyn.
C’è solo un pensiero dell’ontologia
poetante, che ha percorso il sentiero, della
storia del grundaseyn.
Ma nessuno ha ancora eventuato il
sentiero, il seynweg, del grundseyn, abgrundseyn, quale abissale fondatezza della
poiesiseyn, della physiseyn, dell’aletheyaseyn, del gestellseyn, della
ikonaseyn, dell’ontosofia dell’essere caosmico.
Non è più consolante affidarsi all’origine della storia con la visione classica., giacchè l’essere, pur venendo alla presenza libero dalla metafisica, già si eventua nella sua latenza e velatezza esistenziale, nichilista, teologica, etica, estetica.
Le origini del grundseyn non si limitano
al pensiero poetante miceneo, ma affondano la loro abissalità almeno
nell’archeosofia minoica, e oltre, aldilà dell’indeterminatezza ermeneutica,
interpretante essenzialmente il sentiero che dall’ikonaseyn si eventua nel
grundseyn e nell’abgrundseyn della gestellseyn, caosmica poetante.
Solo quella dimensione storica ci offrirà
il senso autentico della fondatezza dell’essere, nel tempo e nello spazio della
storia dell’essere.
Eventuare quella differenza, consente di intraprendere il sentiero interrotto del perché si scelse l’ontologia dell’essere e si abbandonò, nella mitopoiesiseyn,
Eventuare quella differenza, consente di intraprendere il sentiero interrotto del perché si scelse l’ontologia dell’essere e si abbandonò, nella mitopoiesiseyn,
l ’ontosofia dell’essere poetante.
La scelta micenea, della fondatezza dell’essere ontologico, consentì la continuità dell’essere ontosofico, almeno nella sacralità mitopoietica, ma condusse alla latenza, alla sottrazione, all’abisso, alla katabolia immaginaria, l’essenza della grundseyn.
Da quella epochè si eventuò la metafisica dell’essere, la sua ermeneutica, la epistemè, la mathesisis, la technè, il nichilismo, la noetica, l’etica, l’estetica.
Ma l’incompletezza ontosofica fu consentita solo nella paradossalità archeosofica.
Le attuali eristiche sulla verità, esula storia della verità, sono solo un
debole aleggiare di quel che ci attende nel nuovo millennio, quando le
ermeneutiche delle identità, le interpretanze infinite delle bioetiche, le
iperboliche virtualità dell’epistemè, annulleranno tutti i paradigmi consolanti
della storia presente dell’essere, per lasciare il campo, vuoto o libero, dalle
sinergetiche dissipanti, dell’ontologia dell’essere: solo allora la domanda
originaria eventuerà il senso della differenza ontosofica.
4. Descrizioni obiettivi, programmi e metodologia della ricerca
Obiettivi
Il futuro della libertà di ricerca si eventua nella libertà di ricerca della storia dell’essere ontologico: la libertà d’essere, dell’essere, storia disvelata dopo millenni di storia kriptata nel dasein, nella vivenza, nell’etica, nella politeia, nella psychè, nella patria, nella ecosfera, nel mondo.
Solo nell’origine l’essere si svelò ontosofico, poi il sentiero, la
seynweg, si eventuò ontologico per divenire metafisico, per accadere nella
vivenza fisica, psicobiologica, etica, estetica.
Ma quel clinamen iniziale, prima d’essere criptato e latente, si eventuò nel tempo, ancora indeterminato, e nello spazio, forse individuato nell’area minoica che da Cnosso si irradiò nell’Europa, nella Anatolia, nel kiengi orientale.
Ma quel clinamen iniziale, prima d’essere criptato e latente, si eventuò nel tempo, ancora indeterminato, e nello spazio, forse individuato nell’area minoica che da Cnosso si irradiò nell’Europa, nella Anatolia, nel kiengi orientale.
La prioritaria ricostruzione delle fondamenta dell’essere può eventuarsi
nel futuro della sua storia, almeno perchè il campo di ricerca è ben delineato:
è presente nel seynweg quale topologia dell’essere, ancora senza cronologia, e
soprattutto, o purtroppo, senza kairologia: o meglio si può iniziare solo con
la sicurezza della temporalità di latenza, giacchè permane kriptata la
temporalità di svelatezza, quale libertà di physiseyn eleuteronseyn della
poiesiseyn: storia della libertà dell’essere, storia dell’essere in libertà.
Si è in presenza di una storia che non c’è dell’essere che c’è sempre
stato, prima della storia, e di una storia che c’è dell’essere che non c’e’, o
non c’e’ mai stato, o si è eventuato solo nella sua assenza presente, quale
dasein, esserci, vivenza, mondo.
La differenza ontologica tra la nuova storia e le altre passate, possibili,
eventuali, virtuali, virtuose, immaginarie, mitiche, misteriche, enigmatiche,
rigorose, bellicose e che mentre lì l’essere è assente e kriptato, qui l’essere
finalmente si disvela nella sua physiseyn ontopoietica, caosmica, poetante di
una storia che non c’è, ma che è indispensabile, ineludibile, indifferibile,
per esserci una storia dell’essere dopo la storia senza essere, senza l’essere.
Programmi
Il programma di storia che non c’è dell’essere che c’è, sarà classico e virtuale, per consentire a tutti i protagonisti globali di esserci nel gettare le fondamenta della storia dell’essere poetante.
Nel gettare, almeno, le fondamenta della storia che non c’è ,per poi proseguire in continuità e in libertà la storia della libertà d’essere che non c’è, mai stata, forse neanche nell’origine della archeologia o archeosofia mitopoietica dell’essere caosmico.
Programmi
Il programma di storia che non c’è dell’essere che c’è, sarà classico e virtuale, per consentire a tutti i protagonisti globali di esserci nel gettare le fondamenta della storia dell’essere poetante.
Nel gettare, almeno, le fondamenta della storia che non c’è ,per poi proseguire in continuità e in libertà la storia della libertà d’essere che non c’è, mai stata, forse neanche nell’origine della archeologia o archeosofia mitopoietica dell’essere caosmico.
Ma si possono gettare le fondamenta della storia, che non c’è, dell’essere solo
se le fondamenta sono state già gettate dall’essere, e se quelle fondamenta
sono state gettate già kriptate, latenti, o se sono state gettate alla luce,
per poi essere custodite, sottratte, curate, velate, conservate: chi per primo
eventuò la storia dell’essere è convinto che quella storia sia,
contemporaneamente, dell’essere, dell’esserci, del nulla e del niente, del
mondo e del pensiero.
Metodologia della ricerca
Il metaodoseyn della storia dell’essere che non c’era sarà il seynweg, il
sentiero classico, ma anche il seynweg virtuale.
Il seynweg classico aleggerà nel progetto, nei brevetti, nelle ermeneutiche ontologiche della topologia storica dell’essere: la storia senza fine che libera la storia dal suo tramonto, la storia si libera della sua fine.
Il sentiero virtuale si eventuerà nel portale interattivo ove donazioni, fondi, seminari, telematici cattedre convenzionate interagiranno per presentare alla mondità della nuova epochè.
Il seynweg classico aleggerà nel progetto, nei brevetti, nelle ermeneutiche ontologiche della topologia storica dell’essere: la storia senza fine che libera la storia dal suo tramonto, la storia si libera della sua fine.
Il sentiero virtuale si eventuerà nel portale interattivo ove donazioni, fondi, seminari, telematici cattedre convenzionate interagiranno per presentare alla mondità della nuova epochè.
5. Descrizione particolareggiata della ricerca.
La storia dell’essere, che non c’era: senza
tramonto, né fine si eventua nell’ontologia poetante, ma aleggia nel seynweg, nel
sentiero dell’icona seyn che getta la fondatezza della storia dall’abisso, abgrundseyn al grundseyn
immaginaria, virtuale, ontosofica.
La storia dell’essere si getta nella
storia dell’icona dell’essere che non c’era, ma che aleggia senza fine, né
tramonto dall’archeosofia mitopoietica all’evento della nuova epochè.
La storia dell’essere che non c’era è la storia che eventua il sentiero, il seynweg che,dall’abisso,abgrundseyn,si getta nell’icona, quale storia poetante dell’essere che non c’era, ma aleggia senza fine e senza tramonto nell’iconaseyn,quale grundseyn, fondatezza della gestellseyn della storia dell’essere ontologico.
La storia poetante dell’essere, che non
c’era, eventua la storia dell’es
sere ontologico, ma soprattutto e per lo più la storia che non c’era dell’essere ontosofico, quale iconaseyn dell’essere poetante senza fine, né tramonto della sua
sere ontologico, ma soprattutto e per lo più la storia che non c’era dell’essere ontosofico, quale iconaseyn dell’essere poetante senza fine, né tramonto della sua
storia che non c’era.
Il clinamenseyn ontopoietico che s’eventua
dall’abgrundeseyn quale iconaseyn della grundseyn è la storia poetante
dell’essere senza fine,
senza tramonto, senza eclisse, quale
disvelatezza della sua physiseyn proprio nell’epochè della fine della storia
tramontante, mai più eclissante però la storia ontosofica dell’essere che non
c’era.
Per gettare il sentiero nella storia
poetante dell’essere,è priorita ria la differenza ontologica dell’essere in
luce dell’ontopoiesi seyn: prima d’essere in luce quale storia ontologica
dell’essere di fronte, dell’essere dinanzi, dell’essere davanti specularmente, simmetricamente,
quale adeguatezza ortogonale supersimmetrica,gegenseyn,nulla,niente,nichilismo
metafisico la storia dell’essere si eventua quale iconaseyn in luce senza fine,
né eclissi, né entropia dissipante, né tramonto.
La sola autentica verità che nessuno
ancora abbia pensato, o poetato la fine,o il tramonto, della storia dell’essere
quale iconaseyn di fronte all’inflazione degli storici della fine della storia,
è già essenziale per eventuare la storia che non c’è senza l’angoscia del
tramonto, della fine, dell’eclisse, della catastrofe caosmica.
Anzi l’aleggiare,non solo nella mitopoiesi
archeosofica giurassica, ma qui ed ora quale presenza poetante della storia
dell'essere,che non c'era è garanzia di
fondatezza,stabilità,metastabilità,ontopoiesiseyn,continuità,gestellseyn,impianto ontologico,grundseyn,physiseyn, svelatezza
poetante,aletheyaseyn,verità ontosofica.
La storia dell’essere poetante s’eventua
dall’abisso caosmico e dal vuoto ontologico lasciato libero dalla fine della
storia, dal tramonto della storia, dall’eclisse della storia entropica
dissipante della metafisica nichilista.
Dall’abgrundseyn caosmico la metastabilità
fluttuante della gestellseyn della storia dell’essere che
non c’era, si presenta nel futuro quale iconaseyn della fondatezza,grundseyn,
della physiseyn ontopoietica della storia senza fine, senza tramonto senza
eclisse.
La storia dell’essere è la misura di tutte
le storie, sia di quelle che ci sono, sia di quelle che non sono, o non ci sono
più, o sono finite, o sono tramontate, eclissate:la storia dell’essere è la
misura della storia, sia di quella che c’è, sia della storia che non c’è.
La misura della storia che non c’è è la
storia dell’essere poetante, prima d’eventuarsi ontologico, e perciò è la
storia dell’essere ontosofico: al di là della fine della storia metafisica,
nichilista, sinergetica, dissipante, oltre il tramonto e l’eclisse della storia che, ancora, c’è.
La storia che non c’è è pregnante nella
storia che c’è, sia pure declinante, alla fine, al tramonto: la pregnanza della
storia che non c’è è la storia dell’essere poetante che gioca negli spazi
liberi, negli spazi vuoti, nelle radure ontologiche abissali per eventuarsi
storia autentica dell’essere.
La pregnanza della storia dell’essere si
presenta nel futuro oltre l’eclisse della fine della storia, oltre il tramonto
della storia che c’è, quale icona della storia che non c’è, ancora, ma che
sempre c’è stata quale iconaseyn, icona dell’essere ontologico, icona ontopoietica,
icona poetante, icona ontosofica.
La prioritaria differenza ontologica
derivante da quella interpretanza storica è l’ermeneutica della storia
eventuata solo come storia del mondo, al massimo quale storia dell’essere nel
mondo, esserci, ma mai nessuno ha pensato di disvelare la pregnanza ontosofica
della storia poetante dell’essere ontopoiesiseyn, che si getta nel campo della
storia che non c’è, ancora, quale iconaseyn della fondatezza, grundseyn della physisen.
Sul tramonto della storia quale storia del
mondo, o solo dell’esserci, si eventua sia l’eclisse, la fine della storia
mondiale globale, ma anche e soprattutto la nuova epochè della storia, che non
c’era, dell’essere poetante che getta nel campo della storia tramontante la
fondatezza della storia dell’icona dell’ontopoiesiseyn.
Anche la stessa storia del mondo, nella nuova epochè eventuata dalla storia
dell’essere che non c’era, si presenta nella sua varietà di là dall’essere
ancora dispiegata ed interpretata: dalla più semplice storia del mondo virtuale
alla più completa storia del mondo immaginario, alla più difficile storia del
mondo caosmico, alla più essenziale storia del mondo, quale physis ontopoietica
poetante.
La varietà della storia del mondo non è altro che l’ontovarietà, in relatività con la storia dell’essere ontologico.
La varietà della storia del mondo non è altro che l’ontovarietà, in relatività con la storia dell’essere ontologico.
Tutti gli eventi, ora interpretati solo quale storia del mondo dell’esserci,
potranno essere invece interpretati quale storia del mondo virtuale,
immaginario, caosmico, metastabile, fluttuante, topologico, ontopoietico anche
la storia quale eterno ritorno nello schema del chaos
della vivenza, troverà la sua fondatezza ontologica solo in relatività alla
gettatezza dell’iconaseyn al chaos, al cosmo, al mondo, alla storia senza il
fondo.
Gettare le icone al chaos, o meglio al
chaosmos è il senso ontologico della storia dell’essere che non c’era: solo
l’icona dell’essere che si getta nel campo caosmico del mondo può eventuare il
senso della storia senza fine, senza fondo, senza tramonto, senza eclisse.
L’icona del chaosmos è la gettatezza degli
eventi eristici della storia dell’essere.
La storia dell’icona dell’essere non significa semplicemente una eristica della storia del mondo o uno schema ortogonale dell’adeguatezza del chaos del mondo, ma la svelatezza dell’epochè della storia dell’essere in relatività con le ikoneseyn della storia che non c’era, ma che è stata sempre presente nell’essere caosmico, nella topologia dell’essere, nella metastabilità ontopoietica del mondo.
La storia dell’icona dell’essere non significa semplicemente una eristica della storia del mondo o uno schema ortogonale dell’adeguatezza del chaos del mondo, ma la svelatezza dell’epochè della storia dell’essere in relatività con le ikoneseyn della storia che non c’era, ma che è stata sempre presente nell’essere caosmico, nella topologia dell’essere, nella metastabilità ontopoietica del mondo.
Ma se le idee sono una immagine degli enti
e dell’esserci, e le categorie le immagini della noetica, quale fu l’icona
dell’essere e quindi la sua storia?
L’iconaseyn è l’icona dell’essere solo nella topologia dell’essere, nella
radura ontologica, nel vuoto immaginario in luce ove si getta, ma si dà
l’essere ontosofico: la grundseyn della gestellseyn della physiseyn che
s’eventua dall’abisso, abdrundseyn dell’ontopoiesiseyn: la storia di quella
morfogenesi ontobolica è la storia che non c’era, tutta ancora da studiare
ricerare, liberare, disvelare.
La storia dell’icona dell’essere è la
storia dell’essere in luce, nella luce, quale luce dell’essere nel sentiero
ininterrotto della storia dell’essere: giacchè la sua gestellseyn è
anfibologica, o paradossale, oxymora: fondatezza abissale, abissalità fondante,
impianto fluttuante, topologia fluttuante, vuoto ontologico, vuoto immaginario,
abisso eventuante l’essere in luce poetante.
L’icona che si svela dinanzi, di fronte
all’essere, la gegenicanoseyn non si eventua maicontro l’essere, né in alterità
né in simmetria, o supersimmetria, ma si presenta quale misura dell’essere
poetante.
La gegenikonaseyn è lo spazio creato
dall’essere nel vuoto ontologico, nella radura,quale ontovarietà sinestetica
dell’essere valenza d’identità topologica caosmica.
La metastabilità dell’essere s’eventua
nell’isteresi della gegeniconaseyn, l’isteresiseyn disvela la grundseyn
ontopoietica.
La gegeniconaseyn è l’ontoikona
dell’essere poetante: la storia dell’ontoicona poetante è la storia della nuova
epochè dell’essere ontologico: l’ontoicona caosmica è l’ontosofia storica della
fondatezza dell’essere, le fondamenta della storia dell’essere che si gettano
nell’ontoicona della grundseyn ontopoietica.
Le fondamenta dell’ontoicona sono nella
gegeiconaseyn: l’icona dell’essere che si eventua davanti, incontro, che viene
alla luce, che si presenta di fronte alla noesiseyn.
Ma perché la grundseyn si eventua nella noesiseyn quale grundicona seyn del gegengrundseyn: fondatezza dell’essere in luce, sempre davanti al
pensiero poetante?
Perché solo nell’icona l’interpretazione è
infinita: soltanto nella gegeniconaseyn l’ermeneutica decostruttiva è senza
fine, senza tramonto, senza eclissi, senza entropia dissipante, senza
nichilismo metafisico sinergetico, senza singolarità abissali immaginarie o virtuali
nichiliste, senza vuoto ontologico, senza nulla implosivo nell’abgrund della
gegenseyn della dasein.
Solo così la storia dell’essere, quale
iconaseyn può essere sempre in luce, davanti alla noesiseyn quale radura
fluttuante della gestellseyn, della gegengrundseyn che si eventua nel futuro
della nuova epochè, quale clinamenicona senza frattalità temporali, nel
sentiero ininterrotto, seynweg della storia dell’essere: seynwegicona o
iconaweg, quale sentiero dell’icona o icona del sentiero al di là del tramonto,
dell’eclisse, della fine della storia.
La fondatezza della storia dell’essere si
fonda sulla libertà di ricerca della noesiseyn di pensare ed abitare
l’iconaseyn nel sentiero senza fine, né tramonto, né eclisse della
decostruzione ermeneutica dell’iconaweg, quale gegengrundseyn che si dà, getta, disvela eventua nella
storia, nel campo storico, nella epochè della storia, la libertà di fondare
senza fondamenti un fondamento: inventare la libertà della libera fondatezza
del pensiero poetante della ikonaseyn ontosofica, ontopoiesiseyn della
grundseyn della storia dell’essere.
Il fondare senza la presenza dei
fondamenti metafisici ideali, o nichilisti, o categorici,o paradigmatici,
epistemici, o sinergetici, o frattali, o ortogonali, senza il tramonto della
fine della storia, senza l’eclisse implosiva cosmica, la gettatezza della fondatezza
della storia dell’essere poetante in luce e in libertà, in verità d’essere
l’iconaseyn dell’essere ontologico, in relatività con l’essere ontosofico.
La storia dell’essere è l’eterna risonanza dell’eterno ritorno dell’essere icona ontopoietica: winderseyn del wiederseyn: risonanza del ritorno nel futuro in luce.
La storia dell’essere è l’eterna risonanza dell’eterno ritorno dell’essere icona ontopoietica: winderseyn del wiederseyn: risonanza del ritorno nel futuro in luce.
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