mercoledì 9 aprile 2025

L'arte in filosofia e fisica

L'arte in filosofia e fisica lungi dall'essere un mero oggetto di contemplazione, l'opera si manifesta come un Ab-grund, un abisso che disvela un non-ente, un Nulla che genera nell'osservatore non solo reazioni emotive come paura e piacere, ma, heideggerianamente, il senso primordiale dell'Angoscia. Questa reazione non è superficiale, ma scaturisce dalla presenza "assentemente presente" del Nulla di fronte al Sublime, rivelando il non-fondamento che sottende l'esistenza.

In L'Epistemica, il Nulla e l'Arte di Giacinto Plescia, si possono individuare diversi riferimenti e confronti impliciti ed espliciti con altri filosofi.

Filosofi menzionati e loro potenziale rilevanza nel testo:

  • Heidegger: Viene citato esplicitamente in relazione al senso dell'Angoscia di fronte all'opera d'arte, descritta come un "Ab-grund" (Abisso), un "non-Ente", il "Niente", il "Nulla". Questo rimanda alla filosofia esistenzialista di Heidegger e alla sua concettualizzazione dell'Essere e del Nulla, in particolare nel contesto dell'esperienza autentica e della rivelazione dell'Essere attraverso l'angoscia.

  • Nietzsche: Viene menzionato in riferimento allo "sfondo abissale" che è presente nel suo pensiero e che viene ripreso da Grassi e Pareyson. Questo suggerisce un confronto con la filosofia nietzscheana, in particolare con concetti come il nichilismo, l'abisso e la prospettiva.

  • Grassi e Pareyson: Sono citati come filosofi che riprendono lo "sfondo abissale" presente in Nietzsche. Ciò implica un legame con la loro filosofia e la loro interpretazione del pensiero nietzscheano in relazione al nulla e, presumibilmente, all'arte.

  • Kant: L'interpretazione dell'estetica kantiana è discussa in relazione al tema dell'abissalità. Si parla di una "singolarità interpretativa" e di una "Gestell dell'Opera d'Arte sul sentiero di un'analitica dell'esserci, per un'analitica della bellezza e del sublime". Questo indica un confronto con la filosofia estetica di Kant, in particolare con la sua Critica del Giudizio e i concetti di bello e sublime.

  • Petitot: Viene menzionato in relazione alla compatibilità del kantismo con il significato epistemologico della teoria di Thom. Questo introduce un collegamento tra la filosofia kantiana e il pensiero di un fisico (Thom), suggerendo un'intersezione tra epistemologia e filosofia dell'arte.

Fisici menzionati e loro potenziale rilevanza nel testo:

  • Thom: La sua teoria è menzionata in relazione alla compatibilità con il significato epistemologico del kantismo secondo Petitot. Questo suggerisce un tentativo di connettere concetti filosofici (kantiani) con teorie scientifiche (di Thom) nell'ambito dell'epistemologia e della comprensione della conoscenza.

Temi filosofici centrali e loro connessioni con altri pensatori:

martedì 8 aprile 2025

ONTODYNAMIS E QUATISTICA


AI e l'ONTODYNAMIS: passaggi significativi per un'analisi critica approfondita del pensiero di Giacinto Plescia in L’Erranza, il pensiero poetante, in particolare in relazione alla sua visione del tempo, dell’erranza e del linguaggio poetico.
Una riflessione articolata su alcuni dei nuclei tematici principali:

1. Il tempo come flusso e spirale

Nei testi di Plescia emerge una concezione del tempo che non è lineare né meramente ciclica, ma erratica, vicina alla spirale e al vortice. In uno dei frammenti leggiamo:

"Il tempo è un ritorno che non ritorna, un cerchio che si apre, una spirale senza centro."

Questa immagine richiama la temporalità deleuziana, che rifiuta ogni concezione cronologica in favore di un tempo della differenza e del divenire puro.

Il tempo di Plescia è un tempo-poesia, che non misura ma intona, e in questo senso si oppone tanto al tempo cronos quanto a quello teologico-lineare.

È affine a quanto Hölderlin intendeva con il tempo dell’Estraneo, il tempo in cui siamo.

2. L’erranza come condizione ontologica

Il titolo stesso parla di erranza: non un semplice vagabondare, ma un modo d’essere, un pensiero che si sottrae alla dimora dell’identità per aprirsi all’evento. In uno dei brani leggiamo:

"Chi erra non è perduto. È il pensiero che ha smarrito l’Idea per trovare il ritmo."

Qui si può cogliere un’eco di Heidegger, per il quale il pensiero autentico è anderweg, in cammino, errante.

Ma Plescia va oltre Heidegger, perché l’erranza non è solo via verso l’essere: è il suo stesso modo di accadere poetico.

Il pensiero poetante si muove come l’erranza stessa del linguaggio.

lunedì 7 aprile 2025

 

Il tempo  Bergson e il Tempo Immaginario di Hawking

Il tempo: Presocratici, Bergson e il Tempo Immaginario di Hawking 

1. Il Concetto di "Physis" e la Sua Evoluzione

Plescia: Il testo si concentra sull'evoluzione del concetto di "physis" (natura) a partire dalla filosofia greca fino alle concezioni contemporanee. L'autore evidenzia come la "physis" sia passata da un'idea di ordine e stabilità a una visione più caotica e dinamica.

Confronto con Filosofi:

Filosofi Presocratici: Plescia richiama l'antica concezione della "physis" dei filosofi presocratici come Talete, Anassimandro ed Eraclito, che cercavano l'arché (principio originario) della natura. Eraclito, in particolare, con la sua idea del divenire perpetuo ("panta rhei"), anticipa alcune delle nozioni di caos e cambiamento continuo presenti nel testo.

Aristotele: La concezione aristotelica della "physis" come principio intrinseco di movimento e cambiamento è un punto di riferimento importante. Aristotele vedeva la natura come ordinata e finalistica, in contrasto con la visione caotica che emerge nel testo di Plescia.

Heidegger: Plescia menziona esplicitamente Heidegger, il cui pensiero ha influenzato profondamente la sua analisi. Heidegger critica la metafisica occidentale per aver ridotto l'essere a semplice presenza, trascurando la dimensione del divenire e del tempo. La visione di Heidegger della "physis" come "evento" si avvicina alla concezione dinamica e processuale del testo.

2. Il Tempo e la Sua Concezione

Plescia: Il testo esplora diverse concezioni del tempo, dalla visione lineare e progressiva (Bergson, Heidegger) alla nozione di "tempo immaginario" di Hawking. L'autore sottolinea la crisi delle concezioni tradizionali del tempo di fronte alle scoperte della fisica contemporanea.

Confronto con Fisici e Filosofi:

Bergson: La metafora dello "srotolamento del passato verso il rotolamento del futuro" di Bergson rappresenta la visione lineare e continua del tempo, criticata nel testo.

Heidegger: La concezione del tempo come "essere-per-la-morte" e la sua analisi dell'esistenza (Dasein) influenzano la riflessione di Plescia sul tempo e sull'essere.

Hawking: La teoria del "tempo immaginario" di Stephen Hawking, che introduce una dimensione non lineare e complessa del tempo, è centrale nel testo. Plescia vede in Hawking una rottura con le concezioni tradizionali del tempo.


Origine, Tempo, Vuoto filosofia e fisica

Nel dialogo tra filosofia, poesia e fisica si apre uno spazio ermeneutico che trascende la semplice descrizione del mondo.

L'opera di Giacinto Plescia, nel suo tentativo di coniugare pensiero poetante e scienza, si colloca all’incrocio tra le intuizioni più profonde dei filosofi presocratici, i rovesciamenti ontologici della filosofia contemporanea e le aperture radicali della fisica quantistica.

Il suo è un pensiero dell’origine che non si accontenta di nominare l’essere, ma ne cerca la vibrazione più segreta.

Capitolo I – L’origine come fuoco e apertura

Per Eraclito, il mondo è fuoco eterno che si accende e si spegne secondo misura: il cosmo non è stabile, ma un logos di tensioni opposte che si coniugano nel conflitto (polemos). Non c’è fondamento immobile, ma dinamismo originario, dove ogni identità è attraversata dalla sua contraddizione.

In Plescia, questo fluire prende la forma del sorgere poetico: l’origine non è data, è evento che si rinnova, un accadere che si dice nel silenzio e nell’intermittenza del senso. Come scrive: "Non vi è principio primo ma accadimento che si dice, che accade nel logos. La fiamma non ha centro: si propaga."

domenica 6 aprile 2025


Teorie su Gravita' Quantistica Teoria della Relatività Generale e Filosofia

Giacinto Plescia è un filosofo contemporaneo
che ha sviluppato diverse teorie e riflessioni che possono essere collegate a vari filosofi e fisici della storia.

Uno dei suoi contributi più significativi è la teoria della "gravità quantistica", che cerca di unire la teoria della relatività generale di Einstein con la meccanica quantistica. 

Questa teoria ha implicazioni filosofiche profonde, in quanto cerca di rispondere a domande fondamentali sull'universo e sulla natura della realtà.

Un filosofo che ha influenzato il pensiero di Plescia è Immanuel Kant, il cui lavoro sulla metafisica e sulla epistemologia ha posto le basi per molte delle discussioni filosofiche moderne. 

Kant ha sostenuto che la nostra comprensione del mondo è limitata dalle nostre percezioni e che la realtà ultima è inaccessibile alla ragione umana. 

Questa idea è simile alla teoria della gravità quantistica di Plescia, che suggerisce che la realtà ultima dell'universo è al di là della nostra comprensione attuale.

Un altro filosofo che ha influenzato Plescia è Friedrich Nietzsche, il cui lavoro sulla volontà di potenza e sulla critica della metafisica ha avuto un impatto significativo sul pensiero filosofico moderno. 

Nietzsche ha sostenuto che la metafisica tradizionale è un'illusione e che la realtà è in realtà un processo dinamico e in continua evoluzione. 

Questa idea è simile alla teoria della gravità quantistica di Plescia, che descrive l'universo come un sistema dinamico e in continua evoluzione.

In termini di fisici, Plescia ha tratto ispirazione da Albert Einstein, il cui lavoro sulla relatività generale ha rivoluzionato la nostra comprensione dello spazio e del tempo. 

mercoledì 2 aprile 2025

immagini delle catasrofi di Thom e Giacinto Plescia




AI, la storia e René Thom.
 
La teoria delle catastrofi di René Thom, un modello matematico topologico che descrive i cambiamenti improvvisi e discontinui nei sistemi dinamici, è applicabile a fenomeni naturali e sociali. 
Qui si vuole farne un uso in ambito storiografico. 

Sebbene sia nata in ambito matematico e abbia trovato applicazioni in discipline come la biologia, la fisica e la psicologia, il suo utilizzo esplicito nella storiografia è meno comune e spesso indiretto, poiché gli storici tendono a privilegiare approcci narrativi o analitici piuttosto che modelli matematici formali. 

Tuttavia, alcuni studiosi e pensatori hanno esplorato o fatto riferimento a questa teoria per interpretare gli accadimenti storici, soprattutto in contesti interdisciplinari o dove si analizzano transizioni brusche e punti di rottura. 

Di seguito alcune riflessioni e nomi di studiosi che si sono avvicinati a questa prospettiva. 

lunedì 31 marzo 2025

 

Swallowtail o Coda di Rondine e Ombelico


Il Modello Topologico di Mente di Giacinto Plescia: un paradigma innovativo nella filosofia della mente, utilizza la topologia per descrivere le relazionidinamiche tra mente, corpo e mondo.

Questo modello si basa su tre principi fondamentali:

Mente come struttura dinamica e relazionale

La mente non è una sostanza isolata, ma un insieme di relazioni che emergono dall'interazione tra soggetto e ambiente.

Essa può essere rappresentata mediante strutture topologiche flessibili, come superfici multiple connesse, in grado di adattarsi ai mutamenti dell'esperienza.

Affinità con la fenomenologia husserliana

Il modello integra la nozione di intenzionalità di Husserl: la coscienza è sempre coscienza di qualcosa e si configura come una rete di vissuti intenzionali.

La topologia consente di rappresentare le transizioni tra vissuti e la loro connessione con il mondo esterno.

SUPERAMENTO DELLE CONCEZIONI STATICHE E RIDUZIONISTE

La coscienza non è un'entità fissa o localizzata, ma una struttura fluida che emerge da processi dinamici.