La città: spazi privati e spazi pubblici
Nella polis, la dea del focolare, Hestia che al centro degli spazi privati della casa invece Hermes è epicentro della socialità pubblica. Hestia, da histoi pilastri di legno, è metafora statica dello spazio abitativo, histos è telaio versale in salienza, simbolia tecnologica della spazialità produttiva. Hestia quale primigenia creazione mitologica della spazialità cheotica, sintesi dell’abitabilltà e dell’attività produttiva.
Phalòs e omphalos
Phalòs è attraversato da dinamiche caotiche e topologiche che creano omphalos: archetipi della polis e della casa, vivenze non fondate sull’epistemica ma sull’ontopoietica: phalòs, essia, quale essenza immutabile o osia, quale mobilità, movimento cangiante.
Phalòs comunicanti e generanti omphalos della spazialità pre-post-produttiva ed omphalos della comunanza dinamica della polis. Phalòs: instabilità d’una struttura stabile, invariante rispetto ad uno spazio prefissato, ma attraversata da dinamiche caotiche e cheotiche (χέω, versare, avente direzionalità) topologie fluttuanti recreanti attanze spaziali: omphalos.
L’omphalos dello spazio abitativo-produttivo e dello spazio della polis è l’archetipo che sintetizza l’economia con la spazialità urbana e della casa. Ha anche la valenza pregnante di modello topologico del media-room ove l’indeterminatezza spaziale ed annuncia la spazialità della nuova renaissance.
L’omphalos della megalopoli assumerà una figura di regolazione ad ombelico nell’interno del quale la scienza e la tecnologia fluttuante ricreeranno dinamicità spaziali caotiche e cheotiche, eutopiche e distopiche.
La natura e l’uomo
La natura e l’uomo trovano nella spazialità dell’omphalos una nuova formalizzazione delle catastrofi ombelicali Alcune ricerche di Plescia hanno introdotto delle metodologie per la generazione di modelli topologici dotati di complessità superiori alle catastrofi di René Thom, medaglia Fields per la matematica equivalemte al Nobel: le singolarità del processo sono dispiegate dalla spirale catastrofica che ampliano precedenti ricerche.
I nuovi modelli oltre Thom
Realtà subatomiche e nanotecnologie consentono nuovi materiali subatomici quali il fullerene ed una nuova modalità di intendere progettazione e l’abitare, non più fondati sulla conoscenza epistemica o ermeneutica: un’interpretazione ontopoietica ovvero nuovo paradigma di concepire l’Essere stesso nelle sue trasformazioni nel caoscosmos che interagisce con la natura e l’uomo: una decostruzione della physis.
Il modello assunto è archetipale, sintagmatico, qualitativo. Si tratta della costruzione di metaedri, modelli topologici complessi clonati da un centro organizzatore e della costruzione di struttura costituita da più poliedri: il diadema,l a collana, la sfera ombelicale, la sfera metaedrica, la diafarfalla, la farfallacuspide, la anfitetradiafarfalla, la tetradiafarfalla, la tetrafarfallacuspide.
In particolare, il metaedro conserva le vestigia, la tetrafarfallacuspide dispiega socialità individuali e collettive, la farfallacuspide inventa il nuovo ed è rappresentazione topologica dell’alterità sociale quale desideranza spaziale: è pregna di eventi.
Il dispiegamento di nuovi modelli
Col dispiegamento della dialogia farfallacuspide: si è ottenuto un ombelico parabolico ove la prevalenza della socialità renderà tangibile la differenza e la recreanza mentre l’ellittico interno al parabolico è la rappresentazione topologica dell’alterità sociale emergente quale desideranza spaziale attante verso futuri universi.
Nella singolarità implosa della tetradiacuspide sorgerà l’anfitetradiacuspide. La singolarità del metaedro conserva il passato solo come vestigia, strutture creodali. Dall’altra parte, dalla tetradiacuspide potrà sorgere anche l’anfitetrafarfallacuspide, la tetrafarfallacuspide, la socialità individuale-collettiva, i media di produzione.
Da una delle sezioni a parabola delimitanti la tetrafarfallacuspide s’epigenera una singolarità ombelicale parabolica, sintesi archetipica di configurazioni morfogenetiche elaboranti gli stimoli esterni, secondo la propria topologia fluttuante, dispieganti attanzialità creative della socialità individuale e collettiva.
La tetrafarfallacuspide esprime la dialogia tra intelligenza della socialità espressa in desideranza spaziale interagente con la spazialità dei media di produzione.
Modelli generati dalla farfalla e le cuspidi
Il dispiegamento ombelicale, contenente le catastrofi cuspidali, appare come l’archetipo delle catastrofi volanti: idonee a rappresentare forme complesse e variegate. Introduciamo le superfici catastrofiche, in un altro lavoro chiamate sfere metaedriche: siamo interessati a modelli generati dalla farfalla: la diafarfalla, la tetradiafarfalla, la anfitetradiafarfalla, la anfittradiafarfalle.
Un archetipo è prodotto dall’interagire tra cuspide-media e farfalla-socialità: l’onda dell’apparenza della desideranza induce cambiamenti ma è preda del riemergente: è l’archetipo rappresentato dall’ombelico iperbolico.
Le work-statione la teoria di Kaluza-Klein
Il paraboloide configurato dalla diafarfalla, emette una catastrofe ombelicale. Ogni sfera densamente catastrofica esprime una singolarità produttiva: una work-station, più work-stations rappresentano una factory, o una stringa di work-stations è un’unità produttiva diffusa nello spazio. Di conseguenza ogni work-station o space-lab è collegato attraverso un flusso di comunicazioni, di merci materiali o immateriali.
Le comunicazioni materiali sono identificate in un ombelico ellittico, le comunicazioni immateriali in un ombelico iperbolico, ove esiste la compresenza di materialità ed immaterialità in un ombelico parabolico secondo un’interpretazione dell’autore del testo. Pertanto, questa nuova configurazione sostituisce il reticolo di Kaluza.
L’uso della teoria delle catastrofi permette di giungere, in un modo più semplice, allo stesso risultato della teoria di Kaluza-Klein. sostituiamo connessioni lineari tra le sfere con superfici catastrofiche ombelicali: si tratta di costruire connessioni, attraverso le tracce delle anfitetradifarfalle sulla sfera metaedrica, fra i metaedri stessi ed uno o più ombelichi.
Il modello topologico di Hawking ed i Black-Hole
Stephen Hawking ha capovolto la visione del Black-Hole: ha disvelato nella spazialità relativistica l’ipospazio soggiacente che è una “superentità” della topologia fluttuante. Si eventua un chiasma ipospaziale: l’isteresi del chiasma virtuale potrà essere numerizzata attraverso la cuspide topologica ed è possibile inscrivere quel paradigma descritto coi numeri immaginari in varietà topologiche o in trivarietà.
Di conseguenza, la bivarietà virtuale immaginaria si inabissa nell’ipospazio d’un toro topologico attraversando una stringa cosmica formata da una bivarietà topologica. Mentre la doppia bivarietà toroidale si disvela quale singolarità virtuale del chiasma topologico tale da far apparire i Black-Hole singolarità uniche.
Lo spazio-tempo e la relatività quantistica
Le parti stabili del Black-Hole s’immaginano instabili, per l’indeterminatezza di Heisenberg non si potrà sapere, con precisione, lo status degli eventi interni al Black Hole. D’altra parte getti quantici instabili e virtuali, se simmetrici, creeranno un campo gravimagnetico implosivo e se asimmetrici, un campo di fissione esplosivo genesi della materia o antimateria: singolarità dello spazio-tempo, cronotopie della relatività quantistica.
Il chaosmos: è infinito, infinitesimo
Esiste una discrasia o un “apeiron” tra la regione della topologia fluttuante o di Planck e la cronospazialità immaginaria di Hawking, tra Wheeler e la teoria delle supercorde di Veneziano: tra la dimensione 10-35 e la 10-18, ove si calcola l’unificazione di tutte le interazioni fondamentali, esiste una mondità, un cosmo, un chaos, meglio: un chaosmos.
Forse non regna l’instabilità fluttuante del tempo e della spazialità, ove il principio di indeterminatezza si svela quale principio ermeneutico o d’interpretanza catastrofica.
La varietà topologica
Si potrà classificare una varietà topologica che disveli un’area, ove fluttuino singolarità metastabili, interpretabili con una nuova ermeneutica quantistica. C’è un chiasma di interagenza tra le mondità: la stabile o cronotopica immaginaria, la instabile, fluttuante e chaotica, la metastabile e metamorfica od ontologica: lì, le singolarità si eventuano in trivarietà a densità assoluta o relativa.
La morfogenesi chaosmica
Quando gli eventi virtuali trovano una morfogenesi chaosmica in sé, la loro metastabilità si disvelerà in una trivarietà: genesi di eventuale materia, o energia, o antimateria. La morfogenesi subquarkica è l’evento metastabile che genera più interessere, se si desidera interpretare la sua morfologia dinamica superficiale, l’ermeneutica coinciderà con le teorie delle supercorde o delle membrane, ove le dimensioni energetiche sono eventuabili con la supersimmetria quantistica o graviquantica.
La ontologia quantica
Invece, se si immergesse la sonda nell’intimità chaosmica della varietà, per consentire una simmetria con gli eventi graviquantici, si disvelerà la mondità della ontologia quantica. La trivarietà nella sua spazialità topologica, è abitata dall’orbita di un superquark, o gluone, o leptone, nel toroide. La loro morfologia sarà super simmetrica ai graviquark o fotogluoni, ma con incastri infinitesimi ed infiniti dalla dimensione 10-18 fino alla topologia fluttuante del 10-35: varietà supersimmetriche immaginarie supergravitazionali.
Queste ultime si eventuano nel nucleo della trivarietà del subquark, o subgluone declinabili con un ermeneutica quantica in: morfoquarks, o archiquarks chaosmici: ove sarà previsibile ed interpretabile l’essenza morfologica e topologica.
La dimensione chaosmica e immaginaria di Gödel
Là si disvelerà l’essere chaosmico degli arkquarks: essenze immaginarie della cronotopia supersimmetrica delle trivarietà metastabili, nella dimensione chaosmica ed immaginaria delle ricerche di Gödel. Le singolarità morfogeniche disvelano modelli di arquarks orbitanti intorno ad eccentrici ontoquarks: si danno quale fondatezza degli eventi virtuali ed immaginari metastabili, interpretabili quali prodromi delle superstringhe, o supergravità, supercorde, o membrane unificanti le interagenze fondamentali.
L’alterità e le singolarità
Oppure potranno essere la morfogenesi degli eventi disvelati nelle dimensioni dell’alterità chaosmica: buchi neri, sinergie delle cronotopie, solitoni virtuali, tempo immaginario originario, metastabilità topologica della regione fluttuante di Planck. Quelle singolarità metastabili chaosmiche, potranno essere dei vari attrattori quantistici o attanti quantici.
Gli arkquarks possono essere attrattori quantistici, prossimi alla teoria della supergravità o superstringhe, o supercorde, o supermembrane supersimmetriche. Oppure alle teorie della grande unificazione delle interazioni fondamentali la cui morfologia sarà interpretabile con l’ermeneutica quantistica: la morfogenesi topologica può essere passibile d’interpretanza con l’ontologia quantica. Si è in presenza d’una ermeneutica quantistica, utile per creare il sintagma delle interagenze fondamentali.
Progetti per la costruzione di fibre al fullerene con tecnica laser
La struttura fullerenica può dare alla luce superstringhe in fibra e supercorde di fibre attraverso la sperimentazione e la costruzione fibre al fullerene o al diamante sferico, supercorde, supervarietà al fullerene. E’ possibile articolare le molecole sferiche, simili al diamante ma sferico, per progettare e costruire buckytube o buckyfiber.
La formula per costruire le fibre con molecole sferiche, derivante dalla grafite, è di immaginare una composizione supersimmetrica con la quantistica, utile per lasciarsi attraversare da una singolarità di raggio laser. Le sfere molecolari fullereniche consentono di criptare sé stesse per supersimmetria o criptare archetipi e singolarità isologiche e topologiche.
Le supercorde fullereniche e le singolarità
Le supersfere fullereniche formano delle cuspidali supercorde laserizzate di conseguenza, la singolarità, genesi delle supercorde fullereniche, avvolta da una gabbia di Faraday, tetracuspidale, cripta una varietà topologica al fullerene cuspidale. Pertanto il sistema funzionerà come se fosse una microstruttura o microimpianto al fullerene.
Per le varietà cuspidali topologiche è necessaria una gabbia di Faraday capace di creare singolarità increspate in un toroide topologico o in una trivarietà a tricuspide attraverso la sublimazione laser.
Conclusione
In sintesi si è in presenza di una flessibilità intelligente grazie alle supercorde criptate nel vuoto della tetracuspide, singolarità cuspidale delle supercorde fullereniche, superstringhe e singolarità che, in interazione con la superstringa e le singolarità cuspidali, daranno alla luce al primo sistema intelligente di fibre capace di compiere simultaneità operative.
In particolare: c’è un apeiron tra la topologia e le supercorde di Veneziano: la cronospazialità immaginaria di Hawking: un chaosmos d’interpretanza catastrofica.
In termini epistemici: si è in presenza di una tecnè con-fusiva dei tre hardware: il pc, il laser, le fibre.