Indice dei Contenuti
- La logica di Aristotele e dei pulcini
- Il senso dei pulcini per la gerarchia e l' inferenza
- Il femminismo e le galline
- Le idee innate in filosofia ed in natura
- La mente umana ed i pulcini
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Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
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Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
Ecco un articolo molto interessante di Camilla G. Iannacci analizza l'attività del precursore e fondatore della pittura astratta e anche la produzione dell'esponente di spicco del secolo d'oro olandese https://www.sanremonews.it/2021/11/26/leggi-notizia/argomenti/economia/articolo/larte-di-kandinsky-e-veermer.html
Wassily Kandinsky sembra davanti a noi mentre dai tubetti spreme i colori ad olio e osserva "l’emergere di questi esseri singolari che si chiamano colori" dotati di "vita propria" e di un equilibrio instabile.
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.

Kandinsky e Veermer l’arte espressa dalla creatività dell’artista. Ma anche intrepretata da chi la percepisce e la trasforma in parole, seguendo le proprie impressioni e le proprie sensazioni. Noi di Globe, diamo sempre spazio alle due cose nei nostri topics di “Arte e Creatività”. https://www.globetodays.com/larte-di-kandinsky-e-veermer-giochi-di-luce-e-ombre
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
Il chaos è esperibile anche attraverso i modi di dire, con una precisazione: il noto detto "col cavolo che te lo dico" va declinato, per avere un'dea del chaos, "te lo dico col cavolo" e, nel nostro video, col cavolo romano, ovvero fisica e filosofia del cavolo, beninteso in senso proprio:
A coloro cui i cavoli sono indigesti proponiamo una narrazione aulica del chaos con una farfalla:
Le teorie della complessità non sono appannaggio esclusivo della fisica, appartengono anche alle interrogazioni della filosofia.
Il pensiero scientifico e filosofico, le culture tutte e la tecnica paiono impossibilitati a delineare un'ontologia del caos.
Il potere della tecnologia oscura letteratura e filosofia solo ad uno sguardo superficiale: la tecnica, nei suoi interstizi, apre ad una domanda di senso sulla condizione umana come Mauro Ceruti bene rappresenta nella sua ricerca:
Nel pensiero di Nietzsche non si dà la presenza di una divinità che, nella sua natura, possieda il dionisiaco e l'apollineo che non sono compresenti in uno spazio-tempo condiviso che contenga la natura di entrambi: dei ed uomini non coabitano contemporaneamente lì.
L' asimmetria dionisiaca non abita uno spazio temporale ben delineato e circoscritto ma s'inscrive in una spazialità che va oltre il limen.
Joyce parla di "chaosmos” https://frame-frames.blogspot.com/2021/11/chaosmos-Nietzsche-Joyce-zeitraum-mozartiano-Godel.html in cui l'ordine ed il disordine trovano un punto d'incontro e di fusione: nel chaosmos, l'apollineo cede il passo e si consegna all' asimmetria dionisiaca.
E' la monade di Leibniz che ci viene in aiuto: nella monade vive il chaos ma anche il cosmos : l'asimmetria e l'a simmetria. https://it.wikipedia.org/wiki/Gottfried_Wilhelm_von_Leibniz
La domanda delle domande è definire cosa si intende per “la verità di una teoria”.
“La fisica ammette una teoria con diverse interpretazioni” ovvero “se includiamo nella definizione di una teoria anche la sua interpretazione e quindi due diverse teorie che descrivono gli stessi fenomeni” è evidente che “la proposizione l’elettrone ha una traiettoria ben definita” dipende dall' interpreta- zione scelta.
“La nozione di verità rispetto a un modello fisico è di carattere parziale.... l’uso di nozioni ‘parziali’ alternative a quella generale di ‘verità di una teoria’ risponde a un’impostazione che ritiene più opportuno concentrarsi su aspetti pragmatici e empirici”.
La verità di una teoria?
E' una sola domanda ma con tante risposte.https://giacintoplescia.blogspot.com/2021/10/giacinto-plesciaverita-e-teoria-tra.html
Intanto, tra cavoli, gatti, un tè e belle farfalle esploriamo il mondo che esprime un ordine: è il chaos, bellezza https://giacintoplescia.blogspot.com/2021/10/il-bello-ai-tempi-dei-social-la.html
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
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Internet è uno human-tech-space ove una tazza da tè non ha bisogno della madeleine di Proust per essere gustata infatti diventa una ciambella. Magie? No. E' la topologia, bellezza.
Da tempo è in atto un tentativo di ricucire “arte e scienza, logica e mito” come sottolineava Giulio Giorello mentre l'espressione “è un caos” attraversa il sapere e il linguaggio comune come viene esplicitato in Ontodynamis” in cui Giacinto Plescia tenta di elaborare un'ontologia del caos tema affrontato dall'autore, con gli strumenti della "Teoria delle Catastrofi" di René Thom, anche in "Ontologia dell'opera d'Arte" e "L'Erranza".
Il caos è il filo d’Arianna che unisce filosofia, fisica, poesia e mito ed anche Internet: "in principio fu il chaos" scrive Esiodo. https://www.ansa.it/pressrelease/lifestyle/2021/11/13/lo-human-tech-space-di-internet-come-singolarita-topologica_156c748d-76f4-4f39-b6e3-64a59e83213d.html
L'individuo, vive, una doppia esistenza nello human-tech-space (nostro neologismo) di internet: si disloca nella con-fusione di realtà materiale e virtuale.
Il soggetto è immerso in una narrazione polifonica multidirezionale, in un continuo divenire e come il chaos cerca un ordine.
Nella filosofia di Eraclito il concetto di "cosmos" è caratterizzato dalla “contesa”: dal "polemos" , demone della guerra, padre di tutte le cose il conflitto pervade il mondo ed è dynamis e morfogenesi come ben descrive Eraclito “è la medesima realtà il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli di nuovo mutando son questi".https://it.wikipedia.org/wiki/Eraclito
Nell'arte l' espressionismo e il futurismo esprimono, in massimo grado, la dimensione metamorfica.
La morfogenesi, con Renè Thom, medaglia Field l'equivalente del Nobel, studia “la nascita e strutturarsi delle forme”, nella sua "teoria delle catastrofi" piccole modifiche provocano grandi cambiamenti e producono nuove forme: sono definite biforcazioni, catastrofi, singolarità.
Le “singolarità sono riscontrabili in altre attività umane” come nel linguaggio ed internet è il luogo eletto della parola, la rete ha affermato se non inaugurato una topologia social.
Lo human-tech-space, come sistema dinamico, si esemplifica, nelle figure dei blogger influencer in "Ferragni e Fedez: Analitica, Morfogenesi e Singolarità dei Fashion blogger influencer nell’info-sfera dei social media", di Camilla G. Iannacci, con la Prefazione di Giacinto Plescia.
La Signora Chiara che ha l'oracolo nell'info-spazio-tempo della rete non dice, accenna, appare, si mostra, significa, é: accoglie, avvolge l'ospite in un seducente e protettivo liquido amniotico, con-fonde narrazione e realtà in una duplice e indeterminata stabilità visiva che assurge anche a raffigurazioni "sacre" da "Madonna Chiara".
L'info-sfera è narrazione polifonica multidirezionale, è una costellazione di topoi narrativi in cui i Ferragnez si offrono come singolarità di nuovi miti e significanze che nelle relazioni reciproche, consentite dalla rete, generano forme e contenuti metamorfici.
La rete resta insuperata nell' imporre modelli di comportamenti, storytelling e simbolizzazione.
Internet rappresenta una nuova singolarità topologica in quanto "sistema dinamico", in cui piccole variazioni creano delle biforcazioni e, nel nostro caso, di senso: un cambiamento "qualitativo" della sua struttura iniziale.
Giorgio Parisi, in una recente intervista, ha ribadito i suoi interessi per gli studi interdisciplinari come lo storico Braudel che cercava di individuare i possibili contatti tra le discipline o Aymard che introduce l’idea di rottura e cambiamento nella ricerca storica e si orienta nelle analisi delle società in termini di sistemi dinamici.
In tale prospettiva la rivoluzione francese rappresenta una discontinuità e rientra nella “teoria delle catastrofi” di Thom. https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_catastrofi
Infatti “infrange un ordine preesistente e vi sostituisce un nuovo ordine”: sono le "biforcazioni" ovvero transizioni rapide e discontinue dette “catastrofi” che generano "singolarità".
In una poesia Leopardi parla di "nodi quasi di stelle" un riferimento, ante litteram, alla teoria dei nodi delle geometrie non euclidee che considerano lo spazio come un corpo in trasformazione.
La teoria delle stringhe parla di filamenti di energia vibrante che sono "piegati", arrotolati e descrivibili da "nodi" o "nastri": la geometria si assume il compito di trovare leggi metamorfiche.
Lucrezio anticipa la fisica moderna nel parlare, riferendosi degli atomi, dell'esistenza del vuoto.
Come nel Principio di Indeterminazione di Heisenberg per il quale nel "vedere" un micro oggetto agiamo su esso e lo modifichiamo così i soggetti su internet non sono "altro" dagli eventi ma interagiscono con essi mutandone aspetto e contenuti.
Il Conoscere è un sistema complesso e dinamico: l’oggetto osservato viene modificato, nella sua oggettività, per l’intervento dell’osservatore.
Hawking https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking coi numeri immaginari, elabora un modello topologico-metabolico dello spazio che forma un chiasma a stringa immaginaria: possibilità di una temporalità non lineare.
Per Gödel https://it.wikipedia.org/wiki/Kurt_G%C3%B6del gli universi transfiniti sono increspature dynamiche dello spazio-tempo e “ci sono asserzioni formulate in modo esatto per le quali non si può dimostrare né che sono vere né che sono false” uno status simile alle interazioni nello human-tech-space di Internet.
Non a caso il teorema di Gödel è il grimaldello della crisi della ragione classica, dei fondamenti e del soggetto.
La musica di Mozart https://it.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_Amadeus_Mozart è la prima musica col senso dello "zeit-raum", del periodo che ha in sé una simmetria, rigorosità, completezza apollinea, cosmica ma che, nella sua essenza, al suo interno conserva e svela un disordine, un'asimmetria, una tonalità che va oltre l'ordine musicale esistente.
Nello zeit-raum mozartiano, metafora del chaosmos, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: vige un tempo ordinato e uno spazio disordinato, un tempo caotico e uno spazio cosmico.
Quando il sapere ha di fronte a sé un disco in cui sia incisa una musica sa definirne l'evoluzione, tuttavia all'interno del disco non riesce a stabilire un senso ed un percorso.
Il soggetto si trova in una situazione chaotica: l'ontologia è la via d'uscita.
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
La rete ha conosciuto una metamorfosi che non ha, del tutto, inficiato la sua vocazione culturale grazie a tanti che la animano.
L' Arpanet, dall'ambito militare, arriva nel 1969 alle università americane e nel 1991 diventa www. al Cern grazie a Tim Berners-Lee che non ha esercitato diritti di copyright sulla sua creatura.
La gratuità della rete coesiste, ancora, accanto a servizi a pagamento, advertising ed un prorompente e-commerce.
Lo human-tech-space di Internet ha un'intrinseca capacità e necessità di inclusione e partecipazione alla vita virtuale ma riproduce, allo stesso tempo, esclusione.
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
L' Economia per Papa Francesco, al convegno di Assisi 2021, è responsabile del cambiamento climatico e delle diseguaglianze sociali. Il Pontefice inscrive i suoi principi nel messaggio evangelico ma guarda anche al contributo scientifico delle Scienze politiche e sociali.
Papa Francesco ha in mente un nuovo mondo basato sul richiamo etico del "non siamo i padroni ma solo i custodi del mondo".
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Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
Roland Barthes, ne i "Frammenti di un discorso amoroso" https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-francese/frammenti-di-un-discorso-amoroso-roland-barthes-9788806219451/ e Simone Regazzoni in "Ti Amo" si confrontano sul tema di cosa sia l'amore
Con quali parole si può raccontare l'amore?
Filosofia, poesia, arte, psicoanalisi, scienza ma anche romanzi, canzoni e film si sono misurati con questo tema.
I due autori non si limitano ad un excursus in questi campi, l'orizzonte di esplorazione è ben vasto tanto quanto la tematica lo impone.
Barthes, non può non argomentare il suo discorso con gli utensili che gli sono propri: la semiologia e la linguistica.
Attraversa anche codici interpretativi che fanno di questo testo un saggio che non è un saggio, non è filosofia o almeno non solo: qui sono i vissuti degli innamorati che si fanno parola.
Non è un manuale, un "how to do" ma un catalogo ragionato che parte dal Simposio di Platone, e arriva a Proust, Nietzsche, Lacan, Dostoevskij, Rilke e Freud.
La guida del testo, come in Dante sono Virgilio e Beatrice, qui è il Werther di Goethe che è "l'arche-tipo dell’amore-passione“ .
In "Ti amo" https://www.amazon.it/s?k=regazzoni+ti+amo&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss Simone Regazzoni percorre la passione e non lascia dubbi sul contenuto e in modo apodittico, già col titolo, ci indica il discorso che esemplifica l'amore e che racchiude il senso di esso.
https://frame-frames.blogspot.com/2017/02/giovedi-92-e-tiamo-day-esce-prima-del.html
https://www.youtube.com/watch?v=DHkdLDi9ItM
La filosofia, il "logos" retrocede di fronte alla passione subita dall'io che - di fatto - non è più "io" in quanto la "passione si contrappone direttamente all' azione, e indica, perciò, la condizione di passività del soggetto" https://www.treccani.it/vocabolario/passione/
Il "discorso" sull'amore, è possibile solo con un ritorno alle sue radici ovvero alla "mania" e al mito perché l'amore non è oggettivabile: il suo spazio-tempo è l'abisso, è come un buco nero che annichilisce ogni "logos".
Di conseguenza, non è possibile interpretare l'amore col "logos".
Il "ti amo" è intrecciato "alla follia", come l'innamorato confessa: "ti amo e non posso non amarti che alla follia". L'amore origina dal "μαίνομαι" che si traduce con «smaniare, essere pazzo».
Gli stati allucinatori, di spossessamento sono dell'innamorato, infatti si parla di "chimica" in un amore.
Se l'amore tenta di dire su di sé scopre i propri limiti: l'indecidibile. L'amore conosce solo la dis-misura, non la misura.
Allora soccorre il ricorso, inevitabile, all'autobiografia o alla poesia: singolarità che parlano alla singolarità propria dell'essere innamorati.
Il frammento è l'unica griglia interpretativa di cui la cultura disponga, secondo Roland Barthes, per un ragionamento sulle due "figure" del soggetto e dell'oggetto amoroso.
Ma chi intesse il discorso su di sé e quindi una riflessione sull'amore? Roland Barthes, ne i Frammenti di un discorso amoroso, fa parlare il “soggetto amoroso”, l'innamorato: l'unico ad essere investito e condizionato dalla passione.
L' “oggetto amato” è pensato dall'innamorato che alterna stati di dipendenza a gioia, disperazione, esaltazione, esultanza e dolore.
L'altro è trasfigurato ed idealizzato da chi ama: l'altro è la realizzazione del suo mondo desiderante e lo confessa a sé stesso: "l’essere che io aspetto non è reale".
Il soggetto innamorato, questo "io" è un "io" in cui altri "io" s'identificano, e non potrebbe essere diversamente.
Eppure l'esperienza dell'innamorato è unica e solitaria, non riconducibile o assimilabile a nessun altro innamorato.
Un situazione esistenziale indicibile ed indecidibile.
L'amore vive nel vissuto di due "io" in conflitto con sé stesso e non si lascia irretire e costringere in un discorso.
L'amore vive nella solitudine che abbraccia i due innamorati, li separa dagli altri e li distanzia dal mondo.
Il "logos" che governa il mondo non è compatibile col mondo del mito abitato dall'amore.
La fine è conosciuta solo dai due innamorati, il mondo lo ignora come ignorava la sua esistenza allo stato nascente.
"L'assenza" dal mondo degli innamorati non vuole dire che il discorso pubblico non ne sia investito: Il Simposio di Platone l'Odi et amo" di Catullo, le pagine dei romanzi e dell'arte o anche dei film di serie B, sono lì a segnare il perenne parlare d'amore.
Se un discorso compiuto sull'amore non è possibile, e non lo è, pur sempre si è continuato e si continua a discorrerne.
Giacinto Plescia si laurea in Architettura al Politecnico di Torino, consegue n.3 Attestati di specializzazione in Filosofia e Scienza all'Università di Firenze. Partecipa a Convegni internazionali e nazionali e Concorsi Universitari di Docenza. All'attivo ha molte pubblicazioni di Filosofia, Urbanistica, Modelli Matematici e Topologia. Ha presentato dei brevetti sul Fullerene.
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Nutrito l'elenco dei premi vinti da “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino tra Nastri d'Argento, Golden Globe, Bafta, David di Donatello e ne tralasciamo, probabilmente, alcuni fino all'Oscar 2014 come miglior film straniero.
Jep è in gamba-rdella: sembra nulla ma è col "Nulla" che vince la statuina d'oro.
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Quentin Tarantino e il suo Pulp Fiction non smette di intrigare il cinema, a guardare "Freaks out' di Gabriele Mainetti alla Mostra del Cinema di Venezia. Alcune testate notano che Mainetti strizza l'occhiolino all' "Elephant Man" di David Lynch e al Rossellini di "Roma Città Aperta"; le continue evocazioni dei maestri rischiano di far nascere imitatori, non capolavori e far torto alle pellicole.
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