giovedì 19 agosto 2021

Emanuele Coccia su Physis e Forme in Filosofia e Scienza


EMANUELE COCCIA


Nell'ambito del Ciclo di Conferenze, svoltosi nel Palazzo Ducale di Genova, Emanuele Coccia in "La vita di tutte le specie" presenta le sue considerazioni sui rapporti intercorrenti tra la Natura, ovvero la Physis dei Presocratici, le Forme in Filosofia e nella Scienza con ardite interpretazioni che lasciano il segno.

I Presocratici segnano il passaggio dall'interpretazione della natura tramite il Mito a un percorso scientifico, ante litteram, per interrogare il mondo. 

La Filosofia si confronta col metodo scientifico e Coccia  incentra la sua riflessione sulla Biologia con la ricerca di senso propria del Filosofo. 


Il pensiero filosofico nasce col passaggio dei Presocratici dalla narrazione mitica alla Filosofia naturalistica ed al discorso Filosofico, il Logos.


Figure e studi recenti, nel campo più proprio della scienza, offrono ulteriori spazi di riflessione  alla Filosofia.


Questi contributi sollecitano un confronto tra Pensiero scientifico e filosofico e non possono essere ignorati in quanto portano la conoscenza ad arricchirsi ulteriormente. 


 

Indice dei Contenuti

  • Dal Mythos al Logos: le differenze
  • Le Forme in Natura: D'Arcy W. Thomson e Gilles Deleuze-Félix Guattari
  • La Natura e la Matematica
  • La Teoria delle Catastrofi di René Thom
  • Da Aristotele a Zeeman
  • Il Contributo di Giacinto Plescia in Ontologia Della Physis, Montedit 2007 


I FILOSOFI PRESOCRATICI TABELLA  GRAFICO


  • Dal Mythos al Logos: le differenze


La differenza tra mythos e logos è nella interpretazione del mondo basata su una narrazione che non ha fondamenti di verità, il mythos appunto,  a differenza dell' argomentare razionale precipuo del  Logos.  
Simone Regazzoni, curatore degli incontri, sollecita il relatore su Anassimandro e pone considerazioni che aprono spazi di riflessione per ulteriori studi e contributi.

  • Le Forme in Natura: D'Arcy W. Thomson e Gilles Deleuze-Félix Guattari

D'Arcy W. Thomson, con "On Grow and Form - Crescita e forma" è stato un pioniere nel campo di ricerca delle forme in biologia mentre la Teoria del Rizoma da parte di Gilles Deleuze, Félix Guattari fa riferimento alle radici che nutrono forme ed Emanuele Coccia ha affrontato questa tematica in "Metamorphoses".


  • La natura e la Matematica


La natura si esprime con la lingua della matematica e Galileo non è ancora stato smentito. 
E, con la prospettiva, l'arte si è espressa con la matematica: si è parlato di "pieghe" nell'opera di Piero della Francesca.  
E non solo in Piero: il mondo dell'arte dalla pittura alla scultura all'architettura mostra i rapporti che intercorrono tra arte e scienza.

  • La Teoria delle Catastrofi di René Thom


René Thom, un matematico, si è dichiaratamente misurato, sulla genesi delle forme, con D'Arcy W. Thomson per approdare alla “Teoria delle catastrofi” per cui la genesi delle forme non è un processo continuo, non a caso le definisce col termine "catastrofe" che infatti si ascrivono a processi discontinui ovvero i cosiddetti punti di discontinuità meglio conosciuti come Singolarità. 

Il Big Bang è per esempio una singolarità, infatti rappresenta l'attimo in cui originano la materia, lo spazio e il tempo. 
Queste forme, punti critici, sono state modellizzate nelle Catastrofi Elementari di René Thom: piega, cuspide, coda di rondine, farfalla, ombelico. 

Con questi strumenti Thom spiega la nascita di ogni tipo di forme: da come origina la schiuma della birra si può passare a forme più complesse. 
Al centro della riflessione di Renè Thom c'è il concetto di Morfogenesi che, in un fortunato testo di Coccia, è la Metamorfosi, di nobile ascendenza, del Mito e parte essenziale della Filosofia.

  • Da Aristotele a Zeeman


Continuità e discontinuità dialogano, nella nascita delle forme che conoscono fasi di rottura, punti di svolta per dirla con Aristotele un "rivolgimento" (κατασροϕή). 

La Teoria delle catastrofi ha avuto diverse applicazioni nell'arte, nell'architettura e con Cristopher Zeeman nell'ambito delle scienze economiche e sociali e, di fatto, con la dimensione del discorso pubblico.

  • Il Contributo di Giacinto Plescia in Ontologia Della Physis, Montedit 2007 

https://www.amazon.it/Ontologia-della-physis-Giacinto-Plescia/dp/8860372925


Giacinto Plescia nel testo Ontologia della Physis prende le mosse da alcuni inediti dell'archivio di Giorgio Colli, in cui è presente un nuovo chiasma del mito, che lo portano a ripercorrere l'interpretazione nicciana di Mito (Mythos) e razionalità (Logos), il concetto di Abisso in Sergio Givone, alcuni momenti del pensiero heideggeriano, ad interrogarsi se la Razionalità (Logos) e la Tecnica (Téchne) prevalgono sul mito o sono una sua singolarità e impongono una riflessione sul problema del tempo. 

Un'innovazione teorica, tramite l'attrattore strano di Lorenz e le teorie di Hawking, delinea il paradigma della temporalità immaginaria, altra da quella lineare, e fa emergere una Topologia dell'Essere che vede il Mito all'interno di spazi topologici. 

La crisi dei fondamenti “non obbliga ad accettare le conseguenze antifilosofiche di alcuni” (Parrini), la 
nuova epistemologia è messa in guardia dai rischi del relativismo (Lanfredini), mentre il sentiero interrotto della crisi, dai frattali di Mandelbrot alla Teoria delle catastrofi di Thom, sembra condurre ad una noematica ontologica di Kurt Gödel.

Quando il sapere, per esempio, ha di fronte a sé un disco in cui sia incisa una musica può definirne l'evoluzione; lo stesso soggetto visivo, all'interno del disco, non riesce a trovare un percorso, un senso: si è in una situazione caotica. 
I confini e l'orizzonte degli eventi sono ben delineati ma è impossibile calcolare l'itinerario interno. 

L'ontologia della differenza, quasi fosse un caos, non ha trovato forme stabili di rappresentazione a causa della sua origine abissale. 
Nello zeit-raum mozartiano, metafora del caosmos, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: tempo ordinato e spazio disordinato, tempo caotico e spazio cosmico. 
Emerge una filosofia del caos che dispiega luoghi e regioni ove gli eventi appaiono incomprensibili e viene delineato un paradigma che va oltre il pensiero debole o forte.  


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