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sabato 21 settembre 2013



RIO BLOG

Il poeta dal micro: “paese/praticello/ruscello/esiguo/casettine (e appunto) microscopico”, ci conduce al macro: “città/magnifica stella/ (e per l'appunto) grande" sia per la stella che per la città.

Una poesia paradigmatica del... blog: uno spazio privato, individuale, proprio che diventa pubblico cioè di tutti, interagisce con le altrui soggettività e diventa grande anzi spazio infinito come il web.


RIO BO

Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: Rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, non è vero?
Paese da nulla; ma però,
c'è sempre di sopra una stella,
una grande magnifica stella,
che a un di presso
occhieggia con la punta del cipresso
di Rio Bo.
Una stella innamorata! Chi sa
se nemmeno ce l'ha
una grande città.


A.PALAZZESCHI


E LASCIATEMI DIVERTIRE

Tri tri tri,
fru fru fru,
ihu ihu ihu,
uhi uhi uhi!
Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente!
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.
Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!
Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche!
Sono la mia passione.
Farafarafarafa,
tarataratarata,
paraparaparapa,
laralaralarala!
Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la spazzatura
delle altre poesie
Bubububu,
fufufufu.
Friu!
Friu!
Ma se d'un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso?
bilobilobilobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù.
U.
Non è vero che non voglion dire,
voglion dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno
si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.
Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovanotto,
ditemi un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con così poco
tenere alimentato
un sì gran foco?
Huisc...Huiusc...
Sciu sciu sciu,
koku koku koku.
Ma come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate in giapponese.
Abì, alì, alarì.
Riririri!
Ri.
Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi è bene che non la finisca.
Il divertimento gli costerà caro,
gli daranno del somaro.
Labala
falala
falala
eppoi lala.
Lalala lalala.
Certo è un azzardo un po' forte,
scrivere delle cose così,
che ci son professori oggidì
a tutte le porte.
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Infine io ò pienamente ragione,
i tempi sono molto cambiati,
gli uomini non dimandano
più nulla dai poeti,
e lasciatemi divertire!

A. PALAZZESCHI

giovedì 12 settembre 2013






Forse, Jimmy,
è solo una canzonetta:

http://www.giornalettismo.com/archives/1100293/jimmy-fontana-e-morto-jimmy-fontana/

eppure
parla
del niente,
di noi
nel mondo
e
del mondo
immoto, indifferente
girare
"come sempre",
come ora:
anche senza di te;

mercoledì 11 settembre 2013




ho chiuso anche questa porta: non per modo di dire: odio chiudere porte

martedì 10 settembre 2013





cercare parole: le parole che ti vengono incontro come inizio: distillate e pure e semplici.

domenica 8 settembre 2013





svegliarsi all'alba: attese, paure, speranze

sabato 7 settembre 2013





PANE FRESCO: PROFUMATO: NEBBIA: LA STELLA DEL MATTINO IN CIELO.

venerdì 6 settembre 2013

                          


Nel silenzio, 
ascolto i sogni.

giovedì 5 settembre 2013



Ponte Vecchio Firenze alle 6 a.m.: gabbiani in volo su una canoa.



mercoledì 4 settembre 2013





è sera: se anche oggi il mondo non è cambiato, prova a cambiare tu


 


Sole, aria tiepida: caffè caldo e dolce alla frutta: è mattina.




giovedì 6 giugno 2013





Chiedevi
il bene grande
com'era:
più di quante gocce ha il mare,
e
più del niente del mondo,
e
come il dolore taciuto;

il bene ha paura
come
i silenzi del tuo viso;

è
il bene
non-parola,
musica non creata,
colori perduti;

come voglio bene io:
come la luce vuole il tuo sorriso,
come giochi lasciati e in attesa;

il mio bene per te:
come il ricordo ti radica
se voglio dimenticarti.


mercoledì 5 giugno 2013


                                           



                                           
Il titolo dell' ultimo hit o dei best di tutti i tempi o la canzone da loro più amata o il film adolescenziale più visto e discusso: iniziava così le sue lezioni.

' Non sa fare altro'....dicevano i colleghi.

I ragazzi la difendevano: 'un errore, l'omissione di un "non", era stato fatto dal padre Dante. Nel "non ti curar di loro ma guarda e passa" non doveva esserci un "non"! Ovvero il verso doveva essere "non ti curar di loro non guardar e passa" !
Ma per esigenze di rima non poteva il Divin poeta cantare se non in quel modo'.

domenica 2 giugno 2013

LOS ANGELES AEROPORTO






Al centro del loft, a forma di elisse come l'aeroporto di Los Angels, si estendevano varie stanze.

Era un locale piccolo e luminoso, circondato da fiori ed alberi perenni: gli ospiti parlavano ogni lingua del mondo, ogni linguaggio trovava dimora tra quelle mura.

Era frequentato da una clientela eterogenea per età, ceto sociale e provenienza eppure, in qualche modo simile nelle differenze.

Le portate nascevano solo dopo i readigs di poesia ed ogni piatto veniva accompagnato dalla poesia da cui era scaturita ogni singola ricetta.


giovedì 30 maggio 2013


                                                     

                                                             


L'arpa, la rosa, il tempo             


La luce del giardino di rose posava lievi ombre sul capo della visitatrice, illuminato dalla lampada che, sapientemente, Cher Dehauser aveva collocato a lato del Monet più amato: gli ospiti, nell’osservare la tela, offrivano modulazioni del volto e sguardi preziosi che, insieme al racconto degli eventi, permettevano all’avvocato 'un primo scavo dei materiali' come lei andava ripetendo al suo assistente di studio. Parlava sempre per prima di sé Cher e sol quando avvertiva dimentico del luogo e delle ragioni il visitatore, chiedeva:
- Che cosa fa nella vita? Ah sì, pensi amo la musica e lei suona: beata lei.
O simili varianti: così quel pomeriggio.

         
LOS ANGELES AEROPORTO

               

- “L' etimo della parola viaggio origina da ‘viatge’, in latino ‘viaticum’: è la provvista necessaria al viaggio, da qui il derivato: via. Il Viaggio è l' andare da un luogo a un altro”.

La voce della relatrice riempie l'auditorium, gremito in ogni ordine di posti.

- “Il viaggio può essere circoscritto a un percorso conosciuto: come nel caso del bus che ci conduce ogni giorno al lavoro, o può creare spaesamento: come nel caso del turista, per la prima volta, in città.
Ma anche il percorso noto può diventare nuovo: la fenomenologia del ‘familiare–straniero’ e dell'estraniazione di cui parlo nel mio libro”.


mercoledì 29 maggio 2013


                        

                                             

L’incunabolo, di ridotte dimensioni, presentava incisioni d’oro e d’avorio con un fondo malva.

Laurie e Sugar continuavano a leggere, alla ricerca di quei segni capaci di decrittare le icone che s'intravedevano, tra le pagine, qual palinsesto. A volte la sera, la luce della loro bottega restava accesa fino alle prime luci dell’alba: le ore migliori alla ricerca del linguaggio sottostante alla babele di segni e parole del mondo.


                                                       
GIACINTO PLESCIA DISEGNO DELLE CATASTROFI CHINA PASTELLI





La vista del giardino accoglieva i visitatori nella luce del primo mattino; le gardenie, accanto a dalie e tulipani, circondavano la scultura più amata e enigmatica: ’La Chimera al Pellegrino’.

Alle pareti, disegni e dipinti della Prof. Franchi, nota tra studenti e colleghi quale esperta di ‘Topologia Fenomenologica’, rimandavano ai suoi scritti e interventi.

Il powerpoint rifrangeva sulla parete lo stato delle sue ricerche circa le origini e il significato di quella scultura che, la notte precedente, era stata danneggiata da un gesto vandalico.

martedì 28 maggio 2013


  
 3^ Classificata Premio Letterario di Narrativa e Poesia “Giorgio La Pira” Città di Pistoia
IANNACCI G.CAMILLA 
PREMIO LA PIRA 3^ CLASSIFICATA IANNACCI G.CAMILLA