Giacinto Plescia: Pubblicazioni
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La AI e la Bellezza
La AI e la Bellezza vuole misurarsi col senso del meraviglioso, con la risonanza con l'opera d'arte, con l'empatia ed il pathos, che accomunano l'artista col lettore e fruitore dell'arte, τέχνη - arte, perizia, saper fare - anche con quelle generate dalla AI.
Arte, tecnica e ricerca scientifica, dall'ideale greco di bellezza, ai solidi platonici, alla sezione aurea ed alla prospettiva si dispiegano in un dialogo mai interrotto.
La τέχνη per eccellenza nei nostri tempi e la AI che richiesta su Bellezza e Intelligenza Artificiale, la AI ha sentenziato:
L'IA pone nuove sfide e opportunità nella comprensione della Bellezza e del Sublime. Possiamo considerare diversi aspetti:
IA e Generazione di Bellezza: Le IA generative, come quelle basate su reti neurali profonde (ad esempio, GANs o modelli Transformer), sono in grado di creare immagini, musica e testi che vengono percepiti come "belli" da osservatori umani. Questo solleva interrogativi su cosa significhi la creatività e l'estetica per una macchina. L'IA può replicare i canoni estetici esistenti, ma può anche generare nuove forme di Bellezza, potenzialmente inesplorate dall'uomo. Ad esempio, potrebbe analizzare dipinti di paesaggi vasti o sinfonie complesse e individuare pattern che correlano con le reazioni emotive umane.
- Giacinto Plescia ha anticipato alcune idee che troviamo anche nelle teorie più recenti di Salvatore Capozziello e Silvia De Bianchi. Ecco un confronto più approfondito dei concetti comuni:
Interazione con l'Orizzonte degli Eventi:
Plescia: Introduce l'idea di particelle virtuali e superstringhe che possono attraversare l'orizzonte degli eventi dei buchi neri, suggerendo una complessità nascosta nello spazio-tempo.
Capozziello e De Bianchi: Discutono l'atemporalità che rende impossibile attraversare l'orizzonte degli eventi, ma comunque riconoscono la complessità della struttura spazio-temporale ai confini dei buchi neri.
Curvatura dello Spazio-Tempo:
Plescia: Utilizza i numeri immaginari per descrivere la curvatura negativa dello spazio-tempo, influenzata dai buchi neri e dalle loro proprietà.
Capozziello e De Bianchi: Parlano di una geometria regolarizzata dello spazio-tempo, mantenendo la curvatura finita per evitare singolarità.
Il corpo nell'anima. Henri Bergson e la filosofia della mente di Alfonso Lanzieri. / Marco Ivaldo (Prefazione) / Riccardo Manzotti (Postfazione)
La "corrispondenza di amorosi sensi" tra Filosofia, Letteratura, Arte e Fisica, è presente in "Alla ricerca del tempo perduto di Proust" nell'"Ulisse" di Joyce, e in Fisica: nel primo caso la durée e la memoria dominano le pagine mentre il flusso di coscienza dell'irlandese travolge il lettore, nel caso della Fisica il tempo terrestre, nel buco nero, si annulla: assume uno status del tutto differente dalla temporalità che sperimentiamo nella nostra vita tanto da poter parlare di una dimensione "altra" ove non vige il presente, il passato ed il futuro e il tempo diventa "immaginario".
Le "immagini" di Bergson sono le cose di cui parla Proust: invisibili muri mutano posto in relatività alla forma della stanza immaginata - intorno alle tenebre - e - prima che il pensiero riconosca l’abitazione - si ha il ricordo di ogni ambiente, il letto, le porte, l’esposizione delle finestre che si ritrovano al risveglio: la memoria, nel dormiveglia, come in un chiasma.
Il risultato elettorale negli Usa - non previsto da politologi, commentatori e men che mai (e non sia mai) dai sondaggisti - dal momento che non piove dal cielo - è ovvio e ragionevole convenire che sia il precipitato di processi che hanno attraversato il sociale, l'economia, la cultura e, non per ultimo, il nostro secondo habitat che si fonde con quello una volta naturale: la tecnologia, le sue applicazioni ed usi in politica.
Si potrebbe parlare, in relazione alle varie forme statutarie di tecno-democrazie, tecno-democrature e tecno-autocrazie che vedono protagonisti in politica le Big Tech e Trust sempre più di pochi privati.
Plescia nota come Hawking ha disvelato, nell'abisso della spazialità relativistica einsteiniana, l'ipospazio soggiacente che non è un "nulla" o un "niente" ma superentità ipospaziale della topologia fluttuante.
Per Plescia https://www.giacintoplescia.it/pubblicazioni/ nell'ipospazio soggiacente il black hole, esisterà almeno una superstringa di particelle virtuali o superonde fotoniche o gravitoni, capace di attraversare l'orizzonte degli eventi da uno spazio-tempo ad un altro.
Il chiasma ipospaziale del black hole può essere immaginato stabile e statico o instabile ed estatico, o strutturalmente stabile ed estatico.
Per conferire rigorosità e bellezza ad un simile modello di singolarità virtuale ipospaziale, è possibile inscrivere quel paradigma, descritto con i numeri immaginari, in varietà topologiche o meglio in trivarietà.
IO: Umana TU: AI, è un dialogo con l'Intelligenza Artificiale
Cara AI,
non esiste un corpo umano senza passioni: il corpo reale fa paura come le passioni così spesso espunte perché fanno tremare non solo i cuori, come si sarebbe detto una volta, ma proprio il Pensiero.
La AI non ha un corpo che vive di passioni positive o negative-distruttive, non esulta, né si rattrista, non sogna;
alla AI https://www.corrierenazionale.net/2024/11/01/io-umana-tu-ai/ è sconosciuta la scelta che s'impone di fronte a situazioni estreme;
la AI non vive il tempo sapendo che passa: almeno nel mondo macroscopico in cui siamo.
Sogna la AI ? Se sì, i suoi sogni dovrebbero essere solo il risultato dei logaritmi, giammai di un subconscio. Può essere programmato, generato un subconscio?
Se un giorno ChatGPT potesse sognare avrebbe anche degli incubi?
Noi abbiamo già, oltre ad incubi personali, ora anche quelli originati da una società più che sorvegliata e da una AI il cui sviluppo suscita già il bisogno di una moratoria.
Al corpo-materia cui non piace dover accettare di esser transeunte, un corpo che ai propri limiti non pare rassegnarsi;
AI, https://www.newmediaeuropeanpress.eu/2024/11/01/io-umana-tu-ai/ allo stato attuale, sembra essere l'impero del logocentrismo: lontano e fuori dalla materialità del corpo reale;
La AI https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:ugcPost:7257961529164124160/ che ne sa di un giorno d'aprile e del vento in collina? Della paura, della meraviglia? Che ne sa di uno sguardo, il mio non di un altro? E di quest'altro niente sa.