Il tempo della scienza, per Bergson, è spazializzato, Chronos, e quantificabile: non corrisponde all’esperienza interiore, al tempo vissuto all' élan vital, slancio vitale, alla indivisibile durée: dove il passato si conserva nel presente e genera il futuro.
La visione classica del tempo viene sovvertita dalla quantistica per cui non c'è più un tempo assoluto né uno spazio assoluto: il tempo per Rovelli è relazionale, composto da eventi e scorre a velocità diverse a seconda della gravità secondo la Relatività Generale.
Per la quantistica dei loop, lo spazio-tempo emerge da interazioni: “non esiste un presente assoluto, universale: il mondo è fatto di eventi, non di cose” (Rovelli).
Sia Bergson sia Rovelli abbandonano la linearità del tempo, convergono in un’idea di tempo come creazione, instabilità e trasformazione: non qualcosa che misura l’Essere, ma che lo fa emergere e considerano l’evento come struttura portante della realtà.