Marco Trainito, in “Filosofare con Chat GPT”, come avviene in teatro, fa assumere all’IA sembianze di vari personaggi e, questa è l’invenzione dell’autore, dialoga con il pensiero di Anassimandro, Senofane, Alcmeone, Anassagora, Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro e, se non bastasse, anche Gesù. Il pensiero antico rivive nel confronto con il pensiero moderno e contemporaneo e, tra gli altri, di Schopenhauer, Marx, Nietzsche, Popper e Wittgenstein.https://www.corrierenazionale.net/2024/02/09/marco-trainito-filosofare-con-chat-gpt/
INTERVISTA
Prof. Trainito lei si proponeva «di testare il grado di autoconsapevolezza filosofica» di ChatGPT: l’obiettivo che si proponeva in questi dialoghi filosofici può dirsi raggiunto?
«Premettiamo subito che qui parleremo soprattutto di ChatGPT-3.5, perché è la versione da me usata nella realizzazione del libro di dialoghi filosofici. Da alcuni mesi uso ChatGPT-4, che per la verità è notevolmente più avanzato. Venendo alla domanda, direi che la risposta è positiva, purché si tenga conto del fatto che qui noi dovremo applicare quello che Dennett chiama “atteggiamento intenzionale: gli stati mentali che noi attribuiamo a una macchina come l’IA generativa sono attribuiti (da noi), e questo non ci sottopone ad alcun impegno ontologico circa la loro reale esistenza. Da questo punto di vista, possiamo dire che sì, ChatGPT ha esibito una notevolissima autoconsapevolezza filosofica».