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martedì 17 giugno 2025
L'Erranza una poesia del dopo logos. Dialoghi con la AI
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domenica 15 giugno 2025
L’Opera d’Arte come singolarità Dialoghi con la AI
L’Opera d’Arte come singolarità Dialoghi con la AI
L'opera d'arte, genera nell'osservatore non solo reazioni emotive come il piacere ma fa emergere la presenza del non-ente, del Nulla: l'affermazione, apparentemente paradossale, non implica una negazione dell'esistenza fisica dell'opera, ma sottolinea la sua capacità di trascendere la mera oggettività e di condurci in una dimensione di assenza, di non-fondamento.
Da una parte, la sua specifica modalità di essere non è riducibile a categorie conoscitive preesistenti e, dall'altra parte, non è vincolata alle logiche del mondo oggettivo e del senso comune, non si assoggetta, non è subordinata alle categorie concettuali o alle verifiche empiriche del sapere scientifico: nel porsi oltre le logiche epistemologiche convenzionali istituisce un proprio universo di significati.
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sabato 14 giugno 2025
La Mente Estesa di Riccardo Manzotti per la AI
La Mente Estesa di Riccardo Manzotti per la AI: Una Formalizzazione con Applicazioni
La Teoria della Mente Estesa di Riccardo Manzotti, nota come Spread Mind, rifiuta il dualismo mente-realtà e propone che la coscienza sia un processo fisico distribuito nello spazio-tempo, intrecciato con il mondo esterno.
La sua visione si basa sull'idea che l'esperienza cosciente sia identica agli eventi fisici che costituiscono il mondo, superando il "fossato galileiano" tra soggetto e oggetto.
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venerdì 13 giugno 2025
L' Archematica e l'Unfolding: Dialoghi con la AI
La tradizione filosofica interroga la natura della forma, da Platone che parla di forme-pensiero, idee come modelli originari, alla materia-forma aristotelica dove la forma è l’atto che attualizza la potenza confluiscono nel dispositivo di Archematics and Unfolding.
L’origine di tutte le cose non è in un principio determinato, l'origine è continua, generativa, potenzialità senza forma, indeterminata da cui tutto proviene è come l'ἄπειρον illimitato/ indeterminato, in Anassimandro.
La forma, nella filosofia della durata di Bergson è creazione incessante, è un taglio temporale nella durata, una cristallizzazione provvisoria nel fluire continuo del reale, un’immagine del divenire.
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giovedì 12 giugno 2025
L' onto-tecnologia: dialoghi con la AI
L' onto-tecnologia: dialoghi con la AI
In Logica del senso e Millepiani di Deleuze, troviamo un’analisi ed un'attenzione particolare per le forme del divenire: non esistono strutture fisse, ma diagrammi mobili, piani di consistenza, intensità che si organizzano in zone di indiscernibilità: è un richiamo agli archetipi di Thom che diventano, nel pensiero deleuziano, catastrofi desideranti, singolarità morfogenetiche.
L'intuizione bergsoniana della durata, dell'élan vital, slancio vitale, dell'evoluzione creativa diventa, ne l’Analisi degli Archimorfismi Spaziali Post-Industriali di Plescia, intuizione morfogenetica e si traduce in progetti delle infrastrutture produttive, in architetture adattive, design non lineare ed interfacce sensibili dove la forma come evoluzione supera il determinismo.
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mercoledì 11 giugno 2025
La desideranza, lo spazio e la chōra
La desideranza, lo spazio e la chōra: Dialoghi con la AI
La desideranza, neologismo che fonde “desiderio” e “erranza”, non è una semplice derivazione da “desiderio”: la desideranza è simile allo slancio vitale, élan vital di Bergson, una forza intrinseca alla materia, una tensione, un flusso creativo che non riporta al desiderio inteso come mancanza della tradizione psicoanalitica freudiana o lacaniana: non si desidera ciò che manca, ma che produce connessioni, mondi, eventi.
Il desiderio come ontologia del possibile rimanda sia alla cupiditas di Spinoza, per cui è l’essenza stessa dell’uomo come sforzo di esistere, conatus come forza di autoaffermazione che plasma il mondo, sia a Deleuze e Guattari che in l’Anti-Edipo concepiscono il desiderio come macchina produttiva.
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martedì 10 giugno 2025
Morfie d’una nuova progettualità: dialoghi con la AI
Morfie d’una nuova progettualità: dialoghi con la AI
Il lavoro, nel post-industriale, non è più riducibile a un dato economico o funzionale e va pensato come evento morfologico, come spazio in cui la soggettività e la collettività si co-implicano in un processo continuo di individuazione e desideranza: il lavoro è un campo metastabile in cui si giocano tensioni e crisi.
La crisi della grande industria non rappresenta un crollo economico, ma il venir meno di un modello di riconoscimento sociale, di un’immagine del sé condivisa e interiorizzata: da qui emerge il bisogno di nuove forme - non solo lavorative, ma cognitive, estetiche, esistenziali.
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